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marzo-aprile 2007.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode

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di sci ad Ortisei,che due anni più tardi la FederazioneItaliana Sport Invernali (FISI) trasformòin “Scuola Nazionale di Sci Val Gardena”con le tre sezioni di S. Cristina, Ortiseie Selva, che nel 1937 ospitò i campionatiitaliani di sci: la più grande manifestazionesportiva in valle.Dato il grande numero di sciatori, già dal1932, la FISI organizzò i primi esami permaestri di sci che si tennero a Clavière inVal di Susa e allo Stelvio.Negli anni successivi si tennero nuoviesami, fra l’altro nel 1933 a Cortina, nel1936 a <strong>San</strong> Martino di Castrozza e nel1938 al Passo Sella in Val Gardena, e ilnumero dei maestri “patentati” divennesempre più nutrito, così come quello deidilettanti sciatori.Sempre nell’800, inoltre, la Val Gardenaconobbe una crescita enorme della manifatturadel legno che diventò un veroe proprio settore economico richiedendovie di collegamento più funzionali eappropriate.I venditori ambulanti, infatti, percorrevanoi sentieri impervi a piedi, oppure a cavallo,mentre cresceva il bisogno di importareil legno dai paesi limitrofi, in quantoil forte disboscamento e la conseguentemancanza di materia prima rischiava dimandare in rovina l’industria del legnogardenese.Così, già nel 1824, fu commissionato unprimo studio di fattibilità per una stradadi collegamento che da Ortisei portassea Ponte Gardena e il 26 ottobre 1856 cifu l’inaugurazione della nuova strada dellavalle, che, partendo daStarz, conduceva fino allafrazione di Pescosa, fra Ortiseie <strong>San</strong>ta Cristina.Ciò che più caratterizzaquesto luogo è proprio ilfatto di conservare gelosamentele più antiche tradizioni,custodendole comeveri e propri tesori, tradizioniche pur non mantenendol’originaria valenzasimbolica vengono perpetuatenel tempo, affinchénon si perda memoriadel proprio passato.Una delle più divertentiè il “furto della pancia”che si ripete ogni anno nel giorno delgiovedì grasso.La “pancia” è una zuppa d’orzo con carnedi maiali e i tipici canederli, che venivasottratta dai giovani birbanti sostituendolacon una pentola e un vecchioscarpone.Questa bizzarra tradizione deriva daitempi lontani, tempi bui e magri, tempiin cui non tutti avevano la possibilitàdi nutrirsi adeguatamente, e il carnevaleconsentiva di mascherare il furto e difarlo passare come uno scherzo da rimanereimpunito. Divertimento e relax,inquietudine e tranquillità si fondonosu quelle montagne, su quelle piste capacidi far sognare quando, alla lucedella luna, nel silenzio assordante dellavalle, si possono ascoltare le lame deglisci che mordono il ghiaccio, il propriorespiro che aumenta insieme allavelocità e quei quadri in bianco e neroche i boschi innevati donano come scenografia…Questo è Selva…Un luogo che ti accoglie durante il giornoe ti culla nell’oscurità della notte.Così, come ogni anno, rimangono nelcuore quei ricordi, quei momenti trascorsicon delle persone speciali, chesi vorrebbe fossero per sempre, infiniti,indelebili, e la cosa più bella è che,quando si parte, non si può mai immaginarecosa accada, mentre al momentodel ritorno, ci si sente pieni di unagioia che dà la carica di tornare sui banchidi scuola, tra i compagni di sempre,e tutto diventa passato, in attesa, dopoun anno, di tornare presente…SPORTTIME OUT • n°3 - 4 • Marzo/Aprile 2007 63

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