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Europa Sperare nell'avvenire dovrebbe essere un diritto di ogni ...

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14 P O L I T I C APoschiavo - 1º marzo 2012 No. 9«La necessità <strong>di</strong> intervenire in questosettore è riconosciuta anche dalConsiglio federale e dal Parlamento».Possiamo leggere questa frase nel librettoper la votazione dell’11 marzo2012. Tutti intravedono gli effetti negativi<strong>di</strong> questo sviluppo, anche il Forumdell’economia grigione, che nel2006 ha pubblicato <strong>un</strong> interessantestu<strong>di</strong>o su questo tema. Consiglio federalee Parlamento credono però <strong>di</strong>aver già svolto il loro compito con larevisione della Legge sulla pianificazionedel territorio, entrata in vigorelo scorso mese <strong>di</strong> luglio, che vuolegarantire «<strong>un</strong> rapporto equilibratotra abitazioni primarie e secondarie».L’iniziativa popolare <strong>di</strong> Franz Weberha ottenuto già questo primo risultato,ed è bene così. Ma come si presentala realtà?Chi svende il paesaggio...Uno sviluppo sfrenatoPer evitare equivoci, vorrei dapprimasottolineare che i nostri «m<strong>un</strong>t»,che si trovano fuori dalle zone e<strong>di</strong>lizie,non sono toccati da quest’iniziativa.Toccati sono invece i com<strong>un</strong>ituristici, dove si registrano quote <strong>di</strong>residenze secondarie tutt’altro cheequilibrate: Saint-Luc (VS) 82.8%,Grimentz (VS) 81.8%, Laax (GR)80.9%, Falera (GR) 78.8%, Silvaplana(GR) 77.4%, Ayer (VS) 74.0%,Obersaxen (GR) 72.7%, Vaz/Obervaz(GR) 72.6% Leukerbad (VS) 72.5%,Bellwald (VS) 72.2%, Sav<strong>ogni</strong>n (GR)68.2%, Vex (VS) 67.7%, Celerina (GR)67.5%, Flims (GR) 66.3%, Lenk (BE)60.5% ecc. Le cifre si basano sui risultatidell’ultimo censimento avvenutonell’anno 2000, e da allora le residenzesecondarie sono aumentate ulteriormente.Si tratta <strong>di</strong> «letti fred<strong>di</strong>», occupatiper poche settimane all’anno, chefanno lievitare i prezzi del terreno egli affitti in modo spesso esorbitante ecompromettono la bellezza dei nostrivillaggi e paesaggi alpini.Una legge troppo elasticaLa nuova legge però non pone limiti,permette invece che in qualsiasicom<strong>un</strong>e, in<strong>di</strong>pendentemente dallasua quota <strong>di</strong> abitazioni secondarie, sipossa continuare a costruire. In basea questa legge i cantoni prevedono sìcontingentamenti, zone per laberghie per in<strong>di</strong>geni, nuove tasse ecc., mal’espansione delle residenze secondariea scapito del paesaggio non sifermerà. In tal modo, non si raggi<strong>un</strong>geràmai quel rapporto equilibrato,giu<strong>di</strong>cato da tutti necessario per <strong>un</strong>osviluppo qualitativo e durabile delturismo alpino. Forse perché la costruzione<strong>di</strong> residenze secondarie è<strong>un</strong> affare lucrativo? La SAB (Grupposvizzero per le regioni <strong>di</strong> montagna)afferma che solo nel nostro Cantonela costruzione <strong>di</strong> residenze secondariegenera quasi <strong>un</strong> miliardo <strong>di</strong> franchiall’anno. Per questo è <strong>di</strong>fficileche i com<strong>un</strong>i, molto legati alle lobbyimmobiliari e dell’e<strong>di</strong>lizia, riescanoessi stessi a frenare questo sviluppo.Pren<strong>di</strong>amo l’Enga<strong>di</strong>na Alta: nel2005 il 72 per cento della popolazioneaveva votato <strong>un</strong> contingentamentodelle residenze secondarie. Eppure sicontinua a costruire, si sono trovatetante scappatoie. Questi sono i limitidell’autonomia com<strong>un</strong>ale, che è troppovicina ai gran<strong>di</strong> interessi dell’e<strong>di</strong>lizia,dei proprietari <strong>di</strong> terreni e dellaspeculazione.Un’iniziativa efficaceDi fronte a questa realtà il bloccodelle costruzioni <strong>di</strong> residenze secondarieprevisto dall’iniziativa <strong>di</strong> FranzWeber per quei com<strong>un</strong>i che superanola quota del 20% rappresenta <strong>un</strong>arisposta efficace. Per l’applicazionedell’articolo costituzionale si dovràelaborare <strong>un</strong>a legge esecutiva, cheterrà conto delle situazioni particolari,come quelle delle vallate alpinetoccate dallo spopolamento. L’iniziativanon intende indebolire questeregioni, ma si rivolge solo contro lacostruzione sfrenata <strong>di</strong> residenze secondarieutilizzate poche settimaneall’anno dai loro proprietari. Nonriguarda nemmeno le abitazioni <strong>di</strong>vacanza affittate dagli in<strong>di</strong>geni aituristi, riguarda solo i «letti fred<strong>di</strong>»delle residenze secondarie. In troppicom<strong>un</strong>i si superano ormai quotedel 50% <strong>di</strong> questi «letti fred<strong>di</strong>» (equelli già esistenti continueranno com<strong>un</strong>quead esistere anche in futuro).L’iniziativa si rivolge contro la costruzionesfrenata <strong>di</strong> nuove residenzesecondarie, perché le consguenze<strong>di</strong> questo sviluppo sono gravi per lapopolazione residente che stenta atrovare <strong>un</strong> alloggio a prezzi abbordabili,sono gravi per il paesaggio, perla cultura e<strong>di</strong>lizia dei villaggi, per lavita sociale, per la cultura e la lingualocali e anche per lo stesso futuro delturismo. Tutti concordano nell’analisidelle conseguenze negative <strong>di</strong> questosviluppo, ma non si è provvedutoin tempo a rime<strong>di</strong>are. Ora bisognaavere il coraggio <strong>di</strong> scegliere finalmentesoluzioni efficaci. Bisogna evitareche la costruzione sfrenata <strong>di</strong> residenzesecondarie si trasformi in <strong>un</strong>boomerang per il turismo. Chi svendeil paesaggio e la cultura, svendel’anima della regione... e sperpera ilvero capitale del turismo.Silva Semadeniconsigliera nazionaleCONTINUA DALLA PRIMA PAGINAInaugurata la nuova sede della Regione Valposchiavo fra molte inc<strong>ogni</strong>te e assenze importanti«Con questo intervento la Valposchiavorende onore all’articolo 1 delloStatuto che in<strong>di</strong>ca la sede della Regionea Brusio» ha continuato il sindaco,il quale non ha nascosto <strong>di</strong> provare«sentimenti contrastanti». «Da <strong>un</strong> latoapriamo le porte <strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio econsegniamo con orgoglio le chiavi ainuovi padroni <strong>di</strong> casa, dall’altro guar<strong>di</strong>amopreoccupati alla riforma territorialeche penalizza proprio la Valposchiavo.Ci auguriamo che questainaugurazione possa permettere <strong>di</strong> rivalutarela situazione. La Valposchiavo– ha concluso Plozza – è <strong>di</strong>sposta acollaborare, ma è altrettanto ferma nelsalvaguardare la propria identità».Un concetto riba<strong>di</strong>to dal presidenteCassiano Luminati, che è partito da<strong>un</strong> ann<strong>un</strong>cio. «Ieri (venerdì per chilegge, nda) ho saputo che il governodel Canton Grigioni intende presentareal Gran Consiglio <strong>un</strong>a riforma con<strong>un</strong><strong>di</strong>ci Regioni. Questo vuol <strong>di</strong>re chegli sforzi hanno portato i loro frutti.Ma la situazione non ci permette <strong>di</strong>abbassare la guar<strong>di</strong>a, perché le inc<strong>ogni</strong>tesono ancora molte». Luminati hamanifestato l’orgoglio <strong>di</strong> rappresentare<strong>un</strong> ente che, dopo 40 anni, si presentafinalmente al pubblico con <strong>un</strong>a sede«sobria, accogliente ma soprattutto visibilea tutti». «Sono fermamente convinto– ha aggi<strong>un</strong>to – che <strong>un</strong> ente comela Regione sia in<strong>di</strong>spensabile per losviluppo futuro del territorio». L’occasioneper <strong>di</strong>mostrarlo sarà il prossimosettembre in occasione della «Settimanaalpina» quando i ministri europeidell’Ambiente si ri<strong>un</strong>iranno proprio aPoschiavo. «Saremo felici <strong>di</strong> presentare<strong>un</strong>a Regione forte, <strong>un</strong>ita e fiera dellapropria identità» ha chiuso il suo interventoLuminati.Alla cerimonia <strong>di</strong> inaugurazioneAnziani contro giovani? Oppure persone dal cuore giovane!Alc<strong>un</strong>e considerazioni freddamente «economiche»Le attese <strong>di</strong> vita sono aumentate per tutti ma relativamentepochi hanno voglia <strong>di</strong> aggi<strong>un</strong>gere anni <strong>di</strong> lavoro allefatiche fatte. In Francia poi, i socialisti vorrebbero riabbassarel’età <strong>di</strong> pensionamento da 62 a 60 anni.Questa resistenza al prol<strong>un</strong>gamento del lavoro è data dalfatto che dopo 35-40 anni <strong>di</strong> attività, le persone si sentonoautorizzate, a <strong>di</strong>pendenza della professione, a sedersi e, finalmente,prendersela più comoda.Succede com<strong>un</strong>que, che da alc<strong>un</strong>i ambienti benpensanti,possa arrivare <strong>un</strong>a certa pressione sociale che ti suggerisca<strong>di</strong> lasciare il posto ai giovani.Si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong> tema della massima attualità riportato daLucy Kellaway, <strong>un</strong>a giornalista del Financial Times , laquale scrive che <strong>ogni</strong> qualvolta <strong>un</strong> giovane tende ad avanzare,trova <strong>un</strong> rappresentante della sua generazione (grigio/grigia)ben seduto/a e compiacente sulla sua poltrona.Sarà pur vero in certi casi, ma, dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista economico,si riconosce abbastanza in fretta <strong>un</strong> <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> valutazione,(chiamata «grumo <strong>di</strong> lavoro» fallace (ingannevole))che si basa sul presupposto che la somma del lavoro sia <strong>di</strong>quantità data e conosciuta.In questo caso, d<strong>un</strong>que, il lavoro può <strong>essere</strong> ripartito adesempio, a favore dei giovani.Gli stessi argomenti sono stati usati quando le donnesono <strong>di</strong>ventate forze lavorative (quando uscirono dallepareti domestiche decine e decine <strong>di</strong> anni fa) come puredai politici «critici verso gli immigranti» dei nostri giornii quali argomentano che questi ultimi, ci rubano il lavoro.(Guarda il caso: è <strong>di</strong> questi giorni la notizia che UBS vedestimoli positivi nel consumo in CH, nelle costruzioni e negliimmobili proprio grazie alla richiesta interna dei nostriimmigrati …)Il problema è che questa mentalità è <strong>di</strong>fficile da cambiareperché ha tutta l’aria <strong>di</strong> scaturire da <strong>un</strong> «sano senso com<strong>un</strong>e».Ogn<strong>un</strong>o conosce persone in posizione <strong>di</strong> comandoche si rifiuta <strong>di</strong> lasciare il posto a <strong>un</strong>/a rivale giovane edenergico/a.In faccia all’intuito e all’evidenza dell’aneddoto conosciuto,è sempre meglio consultare i dati. Eccoli.il grafico mostra il livello <strong>di</strong> occupazione tra la sezione anziana (dai 55i 64 anni) e la più giovane (dai (15-24). Nei paesi dell’Ocse, nel 2010Nel grafico, la somma dei risultati ottenuti dai singolistati, sono stati riportati per trimestre e classificati secondoil tasso <strong>di</strong> occupazione <strong>di</strong> «capelli grigi» con la barra chiara,ed i giovani con la barra oscura.Ragionando con il senso com<strong>un</strong>e, ti aspetteresti che,quando l’occupazione cresce per i «maturi», <strong>dovrebbe</strong>roesserci meno giovani che accedono al lavoro. E vice versa.In realtà, nulla <strong>di</strong> tutto ciò.Più anziani possono lavorare, lo stesso vale per i giovani!E al contrario.Un contro argomento potrebbe <strong>essere</strong> che la correlazionein<strong>di</strong>ca semplicemente fasi <strong>di</strong> cicli economici <strong>di</strong>fferenti:<strong>di</strong>fficile da sostenere per il 2010 in quanto, al <strong>di</strong> fuori dellaCina (che non fa parte dell’Ocse) le economie non hannofatto assolutamente stravedere. Anzi.Come mai allora gli anziani non tengono fuori dai posti<strong>di</strong> lavoro i giovani?Per la stessa ragione che le donne non tengono fuori gliuomini dal ciclo produttivo .Quando la gente lavora e in qualche modo guadagna,spende per beni e servizi prodotti da altra gente, giovani eanziani, donne e maschi.A questo p<strong>un</strong>to è possibile che non vi siate convinti deiragionamenti.In questo caso seguite il seguente pensiero. Se gli anzianilasciano presto il loro posto <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>ventano automaticamente<strong>di</strong>pendenti dei giovani per tutta la vita.Questo è ovvio per chi avrà dei benefici da parte dellostato il quale, in caso <strong>di</strong> bisogno, attingerà in <strong>un</strong> modo ol’altro, alle nostre tasche.Lo stesso vale per chi usufruisce delle pensioni private.Pure per loro le «riserve» consistono in azioni e obbligazioniche <strong>di</strong>pendono dal frutto del lavoro generato, che serveanche per arrivare ai guadagni necessari per pagare <strong>di</strong>viden<strong>di</strong>e interessi della previdenza.A livello OCSE (dove abbiamo i maggiori scambi commerciali,sempre Cina esclusa) molti fon<strong>di</strong> pensioni aziendali,in varie occasioni hanno favorito dei pensionamentianticipati.È <strong>un</strong> classico caso <strong>di</strong> economia poco l<strong>un</strong>gimirante.Se da <strong>un</strong>a parte i salari dei giovani ass<strong>un</strong>ti, sono più bassie si notano dei vantaggi imme<strong>di</strong>ati sul fronte delle spese,dall’altra, i costi per le pensioni, non potranno che salirenegli anni.Forse ne avrete già sentito parlare anche nel nostro cantone.Pure in enti pubblici se la memoria non mi tra<strong>di</strong>sce.Le imprese che hanno adottato quest’approccio, partonodal presupposto, per non <strong>di</strong>re speranza, che i loro investimentifinanziari possano dare i risultati ottenuti negli anni1980 fino al 2000. Tempi passati!Quello che è giusto per le aziende singole è d<strong>un</strong>quegiusto pure per l’aggregato <strong>di</strong> tutte imprese. Ci si basa sulpresupposto che la crescita continui. Realtà possibile solamentese ci sono più impieghi, maggior flessibilità, e/o piùproduttività. Realistico?Ecco perche, oltre ad altri fattori che rendono interessante<strong>un</strong> buon mix tra giovani e anziani (innovazione edesperienza quale esempio) molte aziende ben amministratetengono <strong>di</strong> conto questi ragionamenti puramente economici.Come si vede? Dal buon mix tra giovani e anziani, trauomini e donne.Una società non può prosperare se paga i citta<strong>di</strong>ni affinchénon lavorino con delle ren<strong>di</strong>te che sono «solo» ipotizzate.Perché la scelta <strong>di</strong> <strong>un</strong> tema così tecnico?In primavera si deciderà in parlamento se le aziende dovrannobilanciare nei loro conti profitti e per<strong>di</strong>te i risultatidelle proprie casse pensioni. Se ne vedranno delle belle!Per le casse pensioni statali? C’è poco da ridere: dai tempipassati con le pensioni degli statali a oggi, con la cassapensione delle SBB.Lo sp<strong>un</strong>to l’ho tratto dall’Economist <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e settimanefa. Tradotto a braccio, l’ho adattato alla nostra attualità: <strong>dovrebbe</strong>però ridare il filo del ragionamento. Potrebbe inoltreservire per valutare la proposta <strong>di</strong> obbligare le aziendea concedere sei settimane <strong>di</strong> vacanze l’anno senza tenerconto delle loro peculiarità e delle loro <strong>di</strong>sponibilità organizzativeinterne.Roberto Nussioerano presenti anche il presidente dellaCommissione <strong>di</strong> restauro DamianoPriuli e l’architetto Andrea Zanetti,che hanno ripercorso le tappe dell’interventocostato 870mila franchi (compresol’acquisto della vecchia casa).«La commissione ha valutato <strong>di</strong>versevarianti – ha ricordato Priuli –.Abbiamo optato per il complesso CasaBesta per le sinergie con il resto delcomplesso <strong>di</strong> Casa Besta, l’autonomiadalla sede del Com<strong>un</strong>e, il recupero <strong>di</strong><strong>un</strong>o stabile tipico, la vicinanza con ilviadotto <strong>di</strong> Brusio simbolo Unesco e,non ultimo, i costi definiti». A questoproposto Priuli ha potuto affermarecon orgoglio che le spese non supereranno<strong>di</strong> <strong>un</strong> franco i preventivi.«L’obiettivo era conservare l’identitàdel posto riadattandolo alle nuove esigenze– è intervenuto l’architetto Zanetti–. Non è stato facile, per le caratteristichestrutturali dell’e<strong>di</strong>ficio, mapensiamo <strong>di</strong> avere raggi<strong>un</strong>to <strong>un</strong> ottimorisultato. Siamo riusciti a creare spazif<strong>un</strong>zionali e luminosi. ».Dopo i <strong>di</strong>scorsi che si sono tenutinella sala polivalente <strong>di</strong> Casa Besta, lacerimonia si è trasferita davanti all’ingressodella nuova sede regionale perla consegna ufficiale delle chiavi daparte del sindaco <strong>di</strong> Brusio, Plozza, alpresidente della Regione, Luminati.I vari momenti sono stati intervallatidalla Bandella <strong>di</strong> Brusio. Molte le autoritàintervenute alla cerimonia, tracui i gran consiglieri Dario Monigatti eAlessandro della Vedova e l’ex sindaco<strong>di</strong> Brusio Pietro Cathieni.Trovate il video da subitonella rubrica dalla carta al webwww.ilgrigioneitaliano.chLa Regione Valposchiavo volgelo sguardo a nord e a sud:forte, innovativa, sicura <strong>di</strong> séDa sabato 25 febbraio la Regione Valposchiavo ha la sua nuova sede; nelcom<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Brusio, in ossequio al nuovo statuto regionale che vuole la suasede e la sua amministrazione nel Com<strong>un</strong>e della bassa valle.Sobria, luminosa e f<strong>un</strong>zionale, al centro del Borgo, valorizzata dalla vicinanza<strong>di</strong> Casa Besta, alla presenza <strong>di</strong> numerose autorità politiche locali e<strong>di</strong> molti valposchiavini, il sindaco <strong>di</strong> Brusio Arturo Plozza l’ha consegnata alPresidente della Regione Valposchiavo Cassiano Luminati.È stata espressa delusione per l’assenza della Presidente del Governo retico,che non ha ritenuto opport<strong>un</strong>o raggi<strong>un</strong>gere la Valposchiavo per l’occasionee nemmeno inviare <strong>un</strong> messaggio - <strong>un</strong>’assenza che sembra all<strong>un</strong>gare ancora<strong>di</strong> più le <strong>di</strong>stanze tra Coira e la Valposchiavo - ma anche grande sod<strong>di</strong>sfazioneper la realizzazione della nuova sede, e impegno per affrontare <strong>un</strong> futuronon privo <strong>di</strong> inc<strong>ogni</strong>te future, considerata la riforma territoriale in atto chepropone <strong>di</strong> ridurre il numero <strong>di</strong> Regioni penalizzando la Valposchiavo.Sentimenti e obiettivi espressi sia dal sindaco <strong>di</strong> Brusio Plozza, sia dal presidentedella Regione Valposchiavo Luminati, che si è <strong>di</strong>chiarato <strong>un</strong>a volta<strong>di</strong> più convinto dell’importanza <strong>di</strong> <strong>un</strong> ente come la regione, preposto apromuovere lo sviluppo economico e l’immagine politica della nostra valle.L’operato della regione, benché spesso poco riconosciuto, è determinanteper lo sviluppo futuro <strong>di</strong> tutta la valle, in<strong>di</strong>rizza le decisioni a l<strong>un</strong>go terminee, grazie a strumenti mirati, permette <strong>di</strong> monitorare l’andamento dell’economiaregionale, <strong>di</strong> fare analisi e previsioni preziose per il futuro.La notizia trasmessa venerdì 24 febbraio a Grigioni sera, secondo la quale ilGoverno presenterà al Parlamento l’opzione <strong>di</strong> 11 Regioni, rispettando cosìla Regione Valposchiavo e la voce dei valposchiavini, ha contribuito a consolidarela convinzione che <strong>di</strong>fendere la nostra identità linguistica e culturalee far valere i nostri <strong>di</strong>ritti sia <strong>un</strong> dovere <strong>di</strong> tutti.La Regione Valposchiavo, l’ha detto chiaramente il suo presidente, continueràsicuramente a farlo.Orgoglio e sod<strong>di</strong>sfazione anche da parte della Commissione Nuova SedeRegione Valposchiavo; il presidente Damiano Priuli ha ripercorso le tappeche hanno portato alla ristrutturazione del vecchio stabile a<strong>di</strong>acente a CasaBesta, sottolineando in particolare il consenso della popolazione brusiese alprogetto nel giugno del 2010 e il lavoro insuperabile degli architetti Jasminee Andrea Zanetti, ai quali è riuscito perfettamente l’intento <strong>di</strong> conservarel’identità del vecchio e<strong>di</strong>ficio, <strong>di</strong> renderlo nel contempo f<strong>un</strong>zionale ed accessibilea tutti- grazie ad accorgimenti architettonici mirati- <strong>di</strong> rispettare itempi e il preventivo approvato dal popolo.Malgrado qualche nube all’orizzonte, l<strong>un</strong>ga vita d<strong>un</strong>que alla Regione Valposchiavo.Regione Valposchiavo7743 Brusio • T 081 834 79 42www.regione-valposchiavo.ch • segretariato@regione-valposchiavo.ch

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