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Io lo conoscevo bene... - Università Degli Studi Di Palermo

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La scultura nella letteratura artistica del Settecento<br />

della nascita delle prime grandi raccolte moderne, particolarmente ambite 29 .<br />

Notevole anche la valenza espositiva delle sculture, come emerge dalle parole dell’abate<br />

Barthélemy scritte al conte de Caylus, nel 1756:<br />

La prima volta che mi sono recato al Museo Capitolino ho avvertito un brivido<br />

elettrico. Non so come descrivervi l’impressione che ha fatto su di me tanta ricchezza raccolta<br />

insieme. Questa non è più una semplice collezione: è la dimora degli dèi di Roma antica; la<br />

scuola dei fi<strong>lo</strong>sofi; un senato composto dai re d’Oriente. Che cosa posso dirvi? Tutta una<br />

popolazione di statue abita il Campidoglio; è il libro mastro degli antiquari 30 .<br />

Erano stati naturalmente rinvenuti, pur se in quantità minore, anche dipinti antichi 31 ; essi<br />

però non incontrarono particolare favore da parte del pubblico 32 . Lo dimostra, tra l’altro, il fatto<br />

che alcuni autori del Settecento, pur scrivendo testi sulla pittura, a proposito del va<strong>lo</strong>re esemplare<br />

attribuito alle opere dell’antichità si riferirono comunque alle statue e non ai dipinti; è il caso di<br />

Mengs 33 , che citò soltanto opere pittoriche moderne; è, ancora, il caso di <strong>Di</strong>derot, la cui<br />

Nozze Aldobrandini, Roma, Musei Vaticani, in http://up<strong>lo</strong>ad.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e8/Aldobrandini_wedding.JPG,<br />

2010-04-08. Scrivono Haskell e Penny: «Fino ad al<strong>lo</strong>ra erano note pochissime pitture antiche (in quanto distinte<br />

dalla decorazione dipinta delle pareti), con la ragguardevole eccezione delle «Nozze Aldobrandini», scoperte nel 1606.<br />

Il dipinto aveva suscitato grande curiosità, ma l’ammirazione non era stata universale [...] e in realtà le pitture di<br />

Ercolano delusero numerosi conoscitori e provocarono da parte di altri [Mengs, Winckelmann, Richardson] elaborate<br />

difese. La scultura [...] venne ammirata in misura di gran lunga più fervida e più ampia».<br />

29 F. FEDI, L’ideo<strong>lo</strong>gia del bel<strong>lo</strong>..., p. 59.<br />

30 In F. HASKELL, N. PENNY, L’antico nella storia del gusto. La seduzione della scultura classica 1500-1900, Einaudi, Torino 1984,<br />

p. 82. Cfr. inoltre Roma triumphans? L’attualità dell’antico nella Francia del Settecento, atti del convegno internazionale di studi (Roma<br />

9-11 marzo 2006), a cura di L. Norci Cagiano, “Quaderni di cultura francese”, 41, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2007.<br />

31 Sui ritrovamenti di pitture e sculture antiche, <strong>Di</strong>derot notava: «...les Anciens nous ont laissé quelques belles statues,<br />

et [...] leurs tableaux ne nous sont connus que par les descriptions et le téimognage des litterateurs». D. DIDEROT, Sa<strong>lo</strong>n de 1765,<br />

in Oeuvres..., vol. X, p. 418. Alla migliore conoscenza delle sculture antiche rispetto alle pitture, <strong>Di</strong>derot attribuiva il fatto che gli<br />

scultori suoi contemporanei si attenessero all’antico più dei pittori. Cfr. inoltre C. GRELL, C. MICHEL, Erudits, hommes de lettres et artistes<br />

en France au XVIII e siècle face au découvertes d’Herculanum, in Ercolano 1738-1988: 250 anni di ricerca archeo<strong>lo</strong>gica, atti del convegno<br />

internazionale (Ravel<strong>lo</strong>-Ercolano-Napoli-Pompei, 30 ottobre-5 novembre 1988), a cura di L. Franchi Dell’Orto, L’Erma di<br />

Bretschneider, Roma 1993, pp. 133-144.<br />

32 Cfr. F. HASKELL, N. PENNY, L’antico nella storia..., p. 96.<br />

33 A.R. MENGS, Pensieri sulla pittura, (1762), ed. cons. a cura di M. Cometa, Aesthetica, <strong>Palermo</strong> 1996, p. 65.<br />

Cfr. R. CIOFFI MARTINELLI, La ragione dell’arte….<br />

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