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Io lo conoscevo bene... - Università Degli Studi Di Palermo

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La scultura nella letteratura artistica del Settecento<br />

Hogarth si espresse anche sulla resa più o meno realistica dei dettagli della pelle, e anche<br />

in questo caso le affinità con i successivi scritti di Winckelmann risultano palesi:<br />

E se egli 83 seguita questa ricerca anatomica un poco più oltre, fino a formare una vera<br />

idea dell’elegante uso che si fa della pelle e del grasso sotto di essa, per nascondere all’occhio<br />

tutto quel ch’è duro e dispiacevole, e nel tempo istesso conservarle quel che è necessario nelle<br />

forme delle parti al di sotto per dar grazia e bellezza a tutto il membro, egli si troverà insensibilmente<br />

guidato ne’ principj di quella grazia e bellezza che si trova ne’ ben mossi membri di un bel<strong>lo</strong>, ben<br />

fatto, e sano corpo, o in quelli delle migliori antiche statue […]. Così in tutte le altre parti del<br />

corpo, come queste, dovunque pel necessario moto delle parti per la propria forza ed agilità,<br />

l’innesto de’ muscoli è troppo risentito e subitaneo, le <strong>lo</strong>ro gonfiezze troppo ardite, o i concavi<br />

fra di esse troppo profondi perché i <strong>lo</strong>ro contorni sien belli; la natura più giudiziosamente<br />

ammollisce queste durezze, e riempie questi vani con un proprio supplemento di grasso, e copre<br />

il tutto colla molle, arrendevole, elastica, e in una complession delicata, quasi trasparente pelle,<br />

che conformandosi alla figura esterna di tutte le sue parti al disotto, esprime all’occhio l’idea<br />

de’ suoi spazj colla somma delicatezza di bellezza, o di grazia. La pelle dunque così teneramente<br />

abbracciando, e gentilmente conformandosi alle varie forme di ognuno degli esterni muscoli del<br />

corpo ammollito al disotto dal grasso, dove, altrimenti, l’istesse linee taglienti, e l’istesse rifitte<br />

apparirebbero, che noi veggiamo venire sul viso per la vecchiezza, e pel travaglio sulle membra,<br />

è evidentemente una superficie [...] formata colla massima delicatezza, e perciò il soggetto più<br />

proprio del<strong>lo</strong> studio d’ognuno, che desideri d’imitar l’opere della natura, come dovrebbe fare un<br />

maestro, o per giudicare delle opere altrui, come dovrebbe un buono intendente84 .<br />

Che Winckelmann, riguardo la rappresentazione scultorea dei particolari anatomici 85 , fosse<br />

del medesimo avviso di Hogarth è riscontrabile da alcuni passi in cui descriveva alcune antiche<br />

statue, ad esempio l’Apol<strong>lo</strong> del Belvedere 86 : «là,[…] nulla vi è che sia mortale o schiavo dei<br />

bisogni umani. Non una vena, non un nervo turbano e agitano questo corpo, ma uno spirito<br />

celeste che vi si riversa come un fiume tranquil<strong>lo</strong> quasi ricolma tutta la superficie di questa figura» 87 .<br />

Evidentemente entusiasta della poca evidenza conferita a determinati dettagli naturalistici,<br />

egli scriveva:<br />

83 Hogarth si riferisce al lettore.<br />

84 W. HOGARTH, L’analisi della bellezza..., p. 68.<br />

85 L’importanza di una resa naturalistica della pelle era avvertita anche da Richardson, il quale riferiva che proprio tale<br />

dettaglio gli aveva fatto apprezzare la Venere de’ Medici, in cui precedentemente aveva riscontrato dei difetti nelle proporzioni:<br />

«La Tête est un peu trop petite, à proportion du Corps, et sur-tout des hanches et des Cuisses [...]. J’avoue, qu’avant que j’eusse<br />

vu cette Statue, j’en avois conçu une mauvaise opinion, sur les défauts que j’avais remarqués dans celles qu’on a jettées en moule.<br />

Il est vrai, qu’elle en a quelques-uns; mais elle a en même tems les chairs si molles, et si naturelles, qu’on diroit qu’elles doivent<br />

ceder au toucher». J. RICHARDSON, Description de <strong>Di</strong>vers Fameux Tableaux..., p. 97.<br />

86 L’influenza estetica di Hogarth e della sua «linea della bellezza» è percepibile anche nelle descrizioni del Laocoonte e<br />

del Torso, nella Storia dell’arte dell’antichità.<br />

87 J.J. WINCKELMANN, Storia dell’arte..., p. 279.<br />

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