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Bilancio Consolidato 2009 – Relazione sulla gestione<br />
ANDAMENTO GENERALE DELL’ECONOMIA<br />
Lo scenario economico internazionale ha registrato nella prima parte del 2009 l’aggravarsi della<br />
crisi sistemica che ha invest<strong>it</strong>o l’economia mondiale a partire dal terzo trimestre dell’anno precedente.<br />
Nel corso dei mesi successivi, con l’eccezione della Spagna, si sono invece consolidati, seppur<br />
con andamenti estremamente differenziati tra le diverse aree economiche e monetarie, segnali<br />
di ripresa, che hanno attenuato la contrazione del Pil mondiale su base annua attorno allo -0,4%<br />
rispetto al 2008, anno in cui il PIL era cresciuto in misura pari al 3,5%. Nello stesso periodo le<br />
tensioni sui mercati finanziari internazionali si sono progressivamente allentate. Nonostante le<br />
quotazioni del petrolio e delle altre materie prime siano a loro volta gradualmente risal<strong>it</strong>e,<br />
l’inflazione è rimasta mediamente moderata in presenza di ampie risorse inutilizzate.<br />
I miglioramenti del quadro congiunturale dell’ultima parte del 2009 non riducono comunque<br />
l’incertezza circa l’evoluzione attesa nei prossimi mesi, in cui a seconda dei casi, la sostenibil<strong>it</strong>à<br />
della ripresa o il rallentamento della contrazione economica sarà fortemente condizionato dalle<br />
modal<strong>it</strong>à e dai tempi di rientro delle pol<strong>it</strong>iche economiche di sostegno attivate dai governi per<br />
contrastare negli scorsi mesi la crisi.<br />
In particolare negli Stati Un<strong>it</strong>i da cui la crisi si è propagata, l’ingente liquid<strong>it</strong>à immessa nel sistema<br />
cred<strong>it</strong>izio dalla pol<strong>it</strong>ica di stimolo monetario della Fed, è rimasta in gran parte nel sistema interbancario<br />
ed ha quindi probabilmente alimentato nuova speculazione. La sostenibil<strong>it</strong>à di una fase<br />
ripresa strutturale è pertanto legata all’avvio di una nuova fase in cui si assista da un lato<br />
all’allentamento della pol<strong>it</strong>ica di sostegno della Fed e dall’altro ad un deciso impiego della liquid<strong>it</strong>à<br />
da parte del sistema cred<strong>it</strong>o bancario verso famiglie, condizioni tutte da verificare soprattutto<br />
nei maggiori Paesi industrializzati in cui gli elevati tassi di disoccupazione e la debolezza della<br />
domanda interna potrebbe rendere ancora necessario mantenere azioni di sostegno e misure<br />
discrezionali. Soprattutto in riferimento a questo ultimo fattore è molto probabile che si stia per<br />
entrare in una fase di disoccupazione strutturale prolungata solo parzialmente m<strong>it</strong>igata dalla flessibil<strong>it</strong>à<br />
acquis<strong>it</strong>a dal mercato negli ultimi decenni.<br />
Anche in Europa la visibil<strong>it</strong>à circa l’usc<strong>it</strong>a dalla crisi non appare agevole. La Bce ha operato nel<br />
corso del 2009 operazioni di rifinanziamento agevolato nei confronti del sistema bancario che<br />
dovrebbero comunque scadere entro il 2010 ma il contesto rimane potenzialmente più instabile<br />
a causa della crisi greca apertasi e dei più modesti tassi di cresc<strong>it</strong>a attesi dalle economie dei Paesi<br />
dell’Unione. Nel 2009 il Pil dei Paesi dell’Eurozona (fonte Ocse) si è ridotto del 3,4%, il più<br />
pesante dal 1960, anno della prima rilevazione.<br />
L’impatto della recessione mondiale sull’economia <strong>it</strong>aliana è stato particolarmente acuto soprattutto<br />
nella prima metà del 2009; nel terzo trimestre, dopo cinque trimestri consecutivi di flessione,<br />
il prodotto interno lordo è iniziato a risalire (+0,6% sul trimestre precedente) per poi<br />
registrare una nuova anche se più modesta contrazione (-0,2%) nel corso dell’ultimo trimestre.<br />
Su base annua la riduzione del PIL rispetto all’anno precedente è stata pari al -5%, mentre quella<br />
cumulata nell’ultimo bienno è stata pari al -6,3%, effetto soprattutto della caduta delle esportazioni<br />
(-19%), penalizzate dall’apprezzamento dell’euro e dal maggiore costo del lavoro degli<br />
investimenti (-12,1%).<br />
Per effetto della forte caduta del denominatore, il rapporto defic<strong>it</strong> pubblico/PIL si è attestato al<br />
5,3 (rispetto al 2,7% del 2008), dato comunque probabilmente leggeremente al di sotto della<br />
media UE, mentre il rapporto deb<strong>it</strong>o pubblico/PIL si è attestato al 115,8% (106,3% nel 2008).<br />
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