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Happenings - Zanotta SpA

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L’INCONTRO<strong>Happenings</strong>n.2/12 p.5Jovan Jelovac organizzada anni incontritra intelligenzecreative, industrie edesperti di design.Per liberare ideeplanetarie di grandeforza e bellezza.L’architettoe animatoredella BDWJovanJelovac eil logodell’eventodi giugno2012.Architetto, fondatore e direttore diBelgrade Design Week (BDW),Jovan Jelovac regala alla sua cittàe al mondo un’occasione perdiscutere i temi caldi del design edel progetto. La 7° edizione (4-10 giugno 2012),raduna ancora una volta i più interessantipensatori in una conferenza al “top” del settore.D. Il titolo della prossima BDW è Freedom 2(al quadrato). Cosa significa?R. In certi momenti della storia, insituazioni di crisi, si creanospostamenti di paradigmadall’ordine prevalente. E cosìdev’essere, i trend negativi possonoessere rovesciati. Storicamente, lacomunità creativa ha laresponsabilità’ dei nuovi modi dipensare, didar vita aBELGRADOLIBERALE IDEEconcetti chesfociano inlibertà nuove. Abbiamovoluto creare il programma2012 attorno alla figura dinotevoli personaggi emarchi industriali chepossano identificare ideeinedite e liberatorie peruno stile di vita futuro.Questa è Freedom al quadrato.D. La BDW si basa su conferenzee workshop, una formula diversada quella del Salone di Milano.R. I due eventi hanno caratteristichecomplementari ideali: a Belgrado manca ilbusiness e a Milano il tempo. Insiemepresenterebbero un’offerta perfetta quasisurreale. Crediamo che ciò che le unisce sia ilfatto che sono le più importanti nel loro settore,con una differenza chiave: Milano con I Saloni èil centro del mondo del design, ma qui nessunoha sentito parlare della BDW, tranne chi già laconosce. Il passaparola oggigiorno èvelocissimo e per questo diciamo: va bene, seiandato a Milano, Londra, Colonia, Miami, NewYork e hai visto tutte le novità, adesso vieni aBelgrado e incontri i pensatori, le intelligenzecreative più importanti del 21° secolo.D. Le invita molte archistar, perché?R. Le archistar sono tali, forse non senza unmotivo. Il mondo intero e il business creativogira attorno a loro. Persone come PatriziaUrquiola o Konstantin Grcic riescono a muovereindustrie, creare posti di lavoro, varare ideecapaci di cambiare il mondo… È interessante ilmotivo per cui, tra tutti i posti del mondo, hannoscelto proprio Belgrado per venire e rilassarsiuna volta all’anno, incontrare altre persone econdividere le loro conoscenze con noi.D. Ritiene possibile, nel presente, sviluppareun connubio migliore tra ambiente, design eproduzione?R. Lascio queste valutazioni ai leader creativi eagli esperti. Il mio compito è di creare condizioniche rendano possibile uno scambio di pensieri.Alla BDW abbiamo una missione: lavorare per lacrescita di una “società della sapienza” in unaregione che ha sofferto molto. Per raggiungerequest’obiettivo, dobbiamo piantare i semi percoltivare una cultura della conoscenza, perché lagente possa cominciare a usufruire di saperi einformazioni come base per lo sviluppo dellasocietà. Non si può immaginare quanto siaimportante per il Sud-Est dell’Europa, anche sesembra strano per chi viene dall’Occidentesviluppato. Il design e le industrie creativepossono essere dei catalizzatori per creare unasocietà e un ambiente migliori.D. Si descrive la zona balcanica come una“piccola Cina” per i mercati europei, cosa nepensa?R. Con tutto il rispetto, troppi politici nei Balcaniusano questa espressione oggi e temo che nonsi riferiscano al fatto che la regione possa essereuna nuova culla di cultura, un ambientemoderno per un business che va a passi dagigante verso una società e un’economia libere.Si riferiscono, piuttosto, alla “piccola Cina”come un Eldorado da sfruttare, conmanodopera a bassi costi. Pur rispettando glisforzi mirati alla creazione di occupazione ebenessere, crediamo che il futuro dei Balcaniconsista nello sviluppare propri centri creativiinsieme a realtà intellettuali capaci: brand,etichette di qualità, centri di conoscenza e,perchè no, archistar come modelli dicomportamento per giovani e imprese. Unoscambio attivo col mondo intero.D. Sappiamo che lei apprezza <strong>Zanotta</strong>, haqualche ricordo o pezzo preferito?R. Tutti noi amiamo <strong>Zanotta</strong>. Come il nostroamico Dusan la definisce (il mio socio,presentatore dell’intervento di Gianluca Borgesidi <strong>Zanotta</strong> a BDW 2010), “vera e rara classemilanese”, nel senso di avanguardia eispirazione. Rompendo le regole, ridefinendo ilbusiness attraverso la sua storia e lavorandocon personalità così numerose ed eccellenti,<strong>Zanotta</strong> ha creato qualcosa di unico. È il motivoper cui siamo stati orgogliosi di invitare <strong>Zanotta</strong>a Belgrado, e non ci ha deluso. Spero saràancora con noi, con i suoi speciali oratori (unestratto delle parole dell’arch. Borgesi resta sulnostro sito) e con un “portfolio” ricco di oggettiiconici con i quali siamo cresciuti e chesogniamo. Penso al mio designer preferito ditutti i tempi - Achille Castiglioni - e a un pezzoche per me resta insuperato, disegnato con ilfratello Piergiacomo, il leggendario sedile Sella.Fresco, provocante e commovente comesempre. Forse sono prevedibile, ma finalmentene ho appena ordinato uno per casa mia!

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