<strong>Happenings</strong>n.5/08 p.6FOCUSIL RIVESTIMENTOINTELLIGENTEMassima cura dei parametri tecnologicie dei materiali impiegati, attenzionealla funzionalità e al comfort segnanola scelta di <strong>Zanotta</strong> nel campo deirivestimenti tecnici specialiUna carrellatadi Saccorivestite colnuovo tessutoper esterniTecnopelle.Ecopelle, Tecnopelle, Nailpelle e Texirè rappresentanonella collezione <strong>Zanotta</strong> la gamma portantedei tessuti spalmati, rinforzati e trattati per poterresistere alle macchie e agli agenti atmosferici, dare soliditàai colori e brillantezza alla superficie dei prodottiimbottiti. Si tratta di supporti “intelligenti”, spesso construttura a sandwitch e ad alto contenuto tecnico, chevengono spalmati con film in resine sintetiche atossicheintegrate nella stessa struttura dei materiali di supporto.Nati nelle aziende calzaturiere, della moda sportiva e deltempo libero, sono stati presto adottati nel settore dell’arredamentoper le loro caratteristiche innovative: facilitàdi manutenzione, uso e pulizia, impermeabilità, morbidezza,alte qualità bio-meccaniche. Una prima area disviluppo che ha conquistato designer e produttori è stataquella della simulazione di materiali naturali come lapelle e il cuoio o “glam” e di tendenza come i tessuti verniciatianni ’70, leit motiv di punta. La seconda è stata unacombinazione di resistenza e performance date dall’elasticitàe dalla facilità di cucitura e applicazione. Grazieall’utilizzo di materiali particolari e di processi produttivispecializzati si è giunti alla realizzazione di strutture“accoppiate”supporto/pellicola davvero rivoluzionarie,duttili e poliedriche. I molti vantaggi sia nella faseproduttiva, sia nell’utilizzo da parte del consumatorefinale ne fanno il cavallo vincente nelle scuderie delmoderno design.ECOPELLE È un rivestimento che ha l’aspetto della pelleo del cuoio ma non è realizzato con materiale animale.Composto da una base di cotone su cui viene spalmatomateriale plastico (un mix di poliuretano e Pvc abbinati)simula perfettamente per morbidezza e contatto epidermicola superficie del pellame. Disponibile in molte gradazionidi colore, presenta notevoli vantaggi per facilitàdi pulizia e resistenza.NAILPELLE Il primo rivestimento tecnico ad alta tenutastudiato appositamente per il Sacco di <strong>Zanotta</strong> nasce dauna maglia di poliammide leggermente elastica, spalmatacon un film poliuretanico. Ha una “mano”morbida eopaca, dai colori vivaci e dalla grana appena ruvida.Perfetto per esprimere la forza trasgressiva e informaledella celebre seduta.TEXIRÈ È il tessuto tecnico lucido che è andato ad arricchirela gamma dei rivestimenti <strong>Zanotta</strong> per le sedute“vintage” dal 2007. Look da tipico vinile verniciato anni’70: “lampi di luce”percorrono la superficie della poltronaquando ci si siede e la si muove nella stanza. Presentatoper la poltroncina Karelia, il divano Throw Away e colSacco, ha riscosso subito un grande successo per il mixdi robustezza e brillantezza che lo contraddistingue...TECNOPELLE Applicato per la prima volta nel 2008 allaSacco, in occasione del quarantennale della celebre poltronadi Gatti-Paolini-Teodoro, è un rivestimento assairesistente all’azione degli agenti atmosferici come umiditàe irraggiamento diretto. Ideale per l’uso combinato traoutdoor e interior design.
DAL DISEGNO AL PRODOTTO<strong>Happenings</strong>n.5/08 p.7Giochi allo specchioUn piccolo progetto dimoderno décor èdiventato, per successivetrasformazioni, unoggetto di grande resaornamentale. È Pablo,il nuovo specchio diGabriele Rosa per <strong>Zanotta</strong>Schizzo e fotodello specchioPablo; a destra,il designer.Il punto di partenza è stato ragionaresull’uomo contemporaneo e sulla suacomplessa e schizofrenica personalità». Cosìil giovane designer Gabriele Rosa introducel’avvio dell’iter del progetto di Pablo, lo specchioentrato nel catalogo <strong>Zanotta</strong> 2008. Le possibilitàestetiche e artistiche di un prodotto industrialesemplice e funzionale, come può essere unospecchio, sono oggi illimitate. E non solo performa e stile, ma anche per tecnologia applicata.Qui si è partiti dal disegno del progettista perarrivare a una rielaborazione tecnica dove la formaera vincolata alla qualità e alla funzionalitàdell’oggetto. Appariva come una serie dispecchi che potevano essere appesi in modolibero e a diverse altezze, accostati più omeno regolarmente in parete. Unasorta di collage riflettente. Per produrloindustrialmente e renderloefficace sul piano dell’utilizzopratico, però, si è resonecessario un restyling coldesigner, che non stravolgessel’idea iniziale e la resaornamentale. Come conferma ilprogettista: «Sono partito da unmodello tridimensionale al computer,renderizzato e inviato a <strong>Zanotta</strong>. Ilprogetto è piaciuto subito, ma perarrivare dalla mia idea al prodottofinale sono state necessarie diversemodifiche... Mi interessava tradurreattraverso il progetto quel sentimento diinstabilità e frammentazione che sempre piùpersone, specie della mia età, si trovanoconsapevolmente a vivere. Ho pensato a unospecchio. Per prima cosa ho provato a prenderneuno e a suddividerlo in riquadri, poi ho capito cheera necessario un insieme più articolato, in cuivenissero utilizzati più specchi allo stesso tempo.Da ciò è nata un’ “aggregazione”, un insieme dielementi disposti in modo casuale che potevanoconservare una loro indipendenza. Quello cheavevo in mente ricordava una tecnica usata infotografia per comporre grandi immagini in collagedi tante piccole foto. In particolare avevo comeriferimento David Hockney. Oltre a questo, allaformazione del disegno ha contribuito la miapassione per l’estetica decostruttivista, lacosiddetta “Modernità liquida”: complessa,frammentata, dinamica. Era quello che volevo:elementi di dimensioni diverse, sovrapposti su piùlivelli in modo apparentemente disordinato». Ilprimo progetto prevedeva che ogni specchioavesse una cornice in legno e che fosse sospeso asoffitto con un sottile cavo. «I cavi previsti inorigine rendevano il prodotto troppo instabile e siè preferito eliminare le cornici che potevano essereevitate grazie a un taglio laser dei cristalli», osservaRosa. Inoltre gli specchi così appesi, accostati traloro, tendevano a ruotare e ad assumereallineamenti irregolari. Ma l’idea continuava apiacere a <strong>Zanotta</strong>, che ha proseguito la messa apunto, provando a incollare gli specchi con undisegno fedele alla disposizione originale. È poiemersa l’idea di verniciare il retro di ogni specchiocon un colore brillante. A quel punto sono bastatealcune prove di equilibrio e il Pablo ha presoforma. Ripercorrendo a ritroso le tappe, il designerricorda: «Se provo dare una definizione sinteticadel progetto-Pablo, mi viene in mente la prima rigadel celebre romanzo di Julio Cortàzar intitolato “Ilgioco del mondo”. Così come l’autore scrive: “Amodo suo questo libro è molti libri”, così a mepiace presentare Pablo dicendo: “questo specchioè molti specchi”».GABRIELE ROSANasce nel 1982 a Roma, dove silaurea in Disegno Industriale allaSapienza. Parallelamente agli studi,lavora come product designer conpubblicazioni e mostre dei progetti inItalia e all’estero e collaborando constudi professionali. Dal 2006acquisisce competenze incomunicazione e sviluppo-prodottonell’arredo d’alta gamma. Nonancora compiuti 26 anni avvia unapropria attività professionale edesordisce al Salone del Mobile 2008col primo prodotto per <strong>Zanotta</strong>.