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Rivista in pdf - Konrad

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‘SIGNORIA DELLE TRADIZIONIInvito alla riflessione per tuttigli “amanti” della naturaOre 4.40 del matt<strong>in</strong>o. Al canto di un gallo solitario, seguito pocodopo dal rapido “tac-tac-tac” del pettirosso, il nuovo giorno vienecosì annunciato e nella bruma l’aurora <strong>in</strong>izia a brillare versooriente. I galli delle famiglie contad<strong>in</strong>e non fanno più eco al gallosolitario, e al loro posto si odono s<strong>in</strong>fonie di latrati can<strong>in</strong>i; i muggitidei bov<strong>in</strong>i al pascolo sono solo un lontano ricordo, mentre il lontanoragliare di un as<strong>in</strong>o fa ancora capol<strong>in</strong>o su questo versantedella coll<strong>in</strong>a. Come ilronzio degli sciami d’api,anch’esse via via decimateda un’agricolturasempre più negligente,anche l’as<strong>in</strong>o ben prestonon si udrà più, perchédef<strong>in</strong>ito “fuori norma”da veter<strong>in</strong>ari e politicifantasma. Penso cosìa quelle famiglie chenegli ultimi anni si sonotrasferite dalla città allacampagna… sì, una sortadi processo <strong>in</strong>versoall’urbanizzazione dellarivoluzione <strong>in</strong>dustriale.Un movimento gradualedi persone, spesso conuna certa disponibilitàeconomica, che hanno deciso di “andare a vivere <strong>in</strong> campagna”,non per lavorarla, bensì per stare <strong>in</strong> tranquillità, <strong>in</strong> natura. Spessoquesti nuovi nuclei familiari si contraddist<strong>in</strong>guono dai residenti <strong>in</strong>quanto le loro case sono o nuove di zecca o vecchie case restauratecon vivaci colori; non mancano cancelli bl<strong>in</strong>dati e automatici,rec<strong>in</strong>zioni da carcere, allarmi vari, telecamere e terribili cani daguardia. Si dice, solitamente, che un buon viaggiatore quandoviene a contatto con culture nuove dovrebbe avere l’umiltà dirispettarle adattandosi alle nuove “regole”. Così facendo, riceverà<strong>in</strong> cambio ospitalità e rispetto. Bene, molti cittad<strong>in</strong>i trasferitisi <strong>in</strong>campagna fanno esattamente il contrario: appena arrivati nemmenosi presentano al vic<strong>in</strong>ato, bensì <strong>in</strong>iziano a impartire direttive adestra e a manca, pur mettendo <strong>in</strong> evidenza che loro sono amantidegli animali e della natura. Infatti, “coerentemente” con le lorodichiarazioni, non esitano un attimo a protestare per i versi deglioramai rari volatili da pollaio, nonché per le mosche e la puzza diqualche isolato capo di bestiame o la terribile m<strong>in</strong>accia igienicosanitariadel Mostro Letame! Eh già, improvvisamente i ritmi bucoliciscanditi per millenni dall’<strong>in</strong>tima s<strong>in</strong>ergia tra uom<strong>in</strong>i ed animali(grazie a dir poco alla nascita dell’agricoltura e della domesticazioneanimale, che hanno nutrito generazioni di uom<strong>in</strong>i da 10.000anni <strong>in</strong> qua e hanno permesso il cosiddetto “sviluppo tecnologico”)devono essere stravolti per i loro capricci ipocriti supportati dallalegge vigente. Ah sì, il letame! Complimentandosicol vic<strong>in</strong>o per le ottime uova fresche,il tenero radicchio di primo taglio e le saporitepatate gentilmente donate, riescono non soloa non osservare attentamente l’<strong>in</strong>esorabilelavoro del contad<strong>in</strong>o, ma nemmeno a farealcune semplici addizioni: terra+letame+semi = ortaggi e frutta di qualità= pancia soddisfatta e salute! È come se accettassero la gall<strong>in</strong>aescludendo a priori i prodotti del suo metabolismo: oltre alle uova, leovvie deiezioni. E così se ne va un patrimonio: mestieri, saperi, tradizion<strong>in</strong>onché razze e varietà locali, di pari passo con l’abbandonodi campagne meravigliose e frutteti superbi, di pascoli <strong>in</strong>castonaticome tessere di un mosaico tra boschetti e <strong>in</strong>cantevoli stagni. Il tuttoaccompagnato da una rapidaperdita di biodiversità.Incolti, boscaglia a rob<strong>in</strong>iae past<strong>in</strong>i abbandonati: eccocosa stanno diventandole nostre zone periurbane!Le campagne che untempo non troppo lontanosostenevano <strong>in</strong>tere famigliee rifornivano la città sonodiventate boschi “disord<strong>in</strong>ati”e silenziosi, laddove gli animaliselvatici più opportunistihanno preso il posto deitanto amati ma “legalmente”scomodi animali domesticiusati per il sostentamento.Scusate, ma siccome il canee il gatto sono anch’essi domestici,ridursi a raccoglierele loro feci per strada o negli appartamenti per la scarsità di areeverdi è igienico? Qual è la differenza rispetto a pulire una stalla? Etagliare le loro unghie a causa del poco movimento e di un substratonon adatto? Esiste un compromesso? Chi è schiavo di chi?Grandi profeti e saggi parlano di amore universale, <strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>ato edecondizionato…amore, schiavitù e possesso non vanno d’accordo.Questo vuole essere un <strong>in</strong>vito alla riflessione su un fenomeno chesilenziosamente s’<strong>in</strong>s<strong>in</strong>ua nelle nostre periferie e come un’armaa doppio taglio ferisce le nostre orig<strong>in</strong>i, storia e tradizioni, nonchél’ecosistema agricolo. Inoltre, vuole essere un urlo di rabbia di chi,come me, è nato e cresciuto nel mondo rurale della periferia, acquisendosaperi dai propri avi emigrati che per generazioni furonocontad<strong>in</strong>i, gli ultimi della zona. E proprio perché non vorrebbe esserecolui che <strong>in</strong>terrompe questa discendenza plurisecolare, si trovaschiacciato tra l’<strong>in</strong>cud<strong>in</strong>e di un’Europa poco comunitaria e moltonormativa, e il martello del vic<strong>in</strong>ato “moderno” e viziato… e nonsa come div<strong>in</strong>colarsi. Un urlo di colui il quale vorrebbe cont<strong>in</strong>uarea bagnare col sudore il manico della zappa del nonno, allevare ilbestiame con occhi pieni di gioia e orgoglioso di mostrarlial pascolo… di colui che vorrebbe falciare a mano il fienod’estate immerso tra profumi, cielo e terra sussurrandosemplicemente: – Grazie…Lorenzo Franz Bertocchi17KONRAD MARZO 2013‘

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