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Rivista in pdf - Konrad

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32 Colonna vertebrale‘Ora lo dice anche un importante studio <strong>in</strong>glese, sviluppatoda ricercatori dell’università di Londra e pubblicato sullarivista “Pa<strong>in</strong>”.Il mal di schiena, che colpisce circa l’80% degli Italiani, si combattecol movimento, altro che con il riposo.Da anni ormai diversi studi importanti hanno dimostrato che l’anticacredenza, che vedeva consigliare il risposo assoluto <strong>in</strong> caso di“dolore” od “<strong>in</strong>fiammazione”, è tutt’altro che corretta e fondata. Anzi,ormai è stato ampiamente dimostrato il contrario.L’ulteriore conferma si aggiunge alle evidenze degli studi scientificidegli ultimi 15 anni, tanto che pers<strong>in</strong>o nelle “L<strong>in</strong>ee Guida Italianedi fisiatri e medici di base”, per la gestione e il trattamentodel mal di schiena, <strong>in</strong> fase acuta e cronica, unadelle <strong>in</strong>dicazioni fondamentali è di ridurre al m<strong>in</strong>imo ilriposo e mettersi il prima possibile <strong>in</strong> movimento.KONRAD MARZO 2013SE LA SCHIENA FA MALE NON METTERLA A RIPOSOEsercizi miratiE allora che fare? Noi parliamo di “ricondizionamento”, ossiadi rieducazione della colonna vertebrale attraverso esercizi miratial recupero della sua piena capacità funzionale – concludeil dott. Zaratt<strong>in</strong>i, (Direttore del C.R.C.V) – all’<strong>in</strong>izio è possibileche il paziente provi qualche dolore, ed è essenziale che il Fisioterapistasi accerti che il dolore sia legato alla “rimessa <strong>in</strong> moto”della schiena e non rappresenti <strong>in</strong>vece l’effetto di un movimentonon corretto. Per questo ci vuole molta esperienza e questo tipodi ricondizionamento dev’essere seguito da chi ha le giuste competenzeed esperienza e segue, ad esempio come noi, cent<strong>in</strong>aiaREDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTAVietato il riposo, ok al movimentoPresso di noi è da tempo che per prima cosa spieghiamoai nostri pazienti che il riposo assoluto ècontroproducente – spiega il dott. Seg<strong>in</strong>a (coord<strong>in</strong>atoreScientifico del Centro Rieducazione ColonnaVertebrale) – si guarisce prima e meglio riprendendola propria vita quotidiana. Di certo, <strong>in</strong> alcuni momentiuna forma di riposo può servire per calmare il dolore,ma esattamente come gli ant<strong>in</strong>fiammatori, che tolgonoil dolore ma hanno degli effetti collaterali perchéfanno venire mal di stomaco, mettersi a letto a voltedà solo un beneficio a breve term<strong>in</strong>e perché calmai fastidi.Il movimento, <strong>in</strong>vece, stimola la circolazione sanguigna che portaossigeno e favorisce lo smaltimento delle sostanze “algogene”, cheprovocano dolore”.Inoltre ai nostri pazienti già da subito <strong>in</strong>segnamo che la posizioneseduta non è così naturale (contrariamente a quanto si possa credere)come sembra a noi, o per lo meno non è naturale per l’uomorestare seduto tante ore al giorno: <strong>in</strong> questa posizione la colonna viene“affaticata” perché non viene rispettata la sua naturale curvatura.Per questo, chi sta seduto tanto tempo, dovrebbe muoversi il piùpossibile. Inoltre bisogna cercare di privilegiare le posture corrette edi cambiare spesso posizione. Inf<strong>in</strong>e praticare un attività fisica conregolarità sotto una guida esperta: “La persona che ha sempre maldi schiena, che collega questo male al movimento, o che ha ricevutol’erroneo messaggio di “non fare” per non scatenare il dolore,f<strong>in</strong>isce per fermarsi e – fermandosi – perde progressivamente leproprie capacità funzionali – cont<strong>in</strong>ua il dott. Seg<strong>in</strong>a – Ovviamentemeno fa e peggio si sente; non solo fisicamente ma col tempo ancheemotivamente.Il riposo assoluto, soprattutto se per lunghi periodi, è allora assolutamentesconsigliato perché, riducendo le richieste funzionalialla propria colonna, si f<strong>in</strong>isce per ridurne anche la capacità di fare”.di pazienti ogni anno.Il ricondizionamento lavora su tutte le componenti organichedella colonna vertebrale, r<strong>in</strong>forzando i muscoli e recuperandol’articolarità e qu<strong>in</strong>di l’ampiezza e potenza del movimento. Naturalmenteal term<strong>in</strong>e di questo percorso terapeutico, è essenzialeche il paziente cont<strong>in</strong>ui a fare attività fisica: praticare sport è laprima forma di prevenzione al mal di schiena”.Ad esempio, i nostri pazienti che concludono la riabilitazione,spesso si riavvic<strong>in</strong>ano alla propria attività sportiva ormai abbandonatacon rassegnazione da anni. Questa volta però lo fannocon la giusta consapevolezza di cosa è lecito e di cosa fare <strong>in</strong>caso di “nuovi acciacchi”.Inoltre chi non fosse mai stato uno sportivo e riscopre <strong>in</strong>vece ilbenessere e la vitalità scordata, viene <strong>in</strong>centivato a proseguirecon il “Medical Fitness”. Una forma di allenamento compatibilealle proprie problematiche che unisce l’utile al dilettevole, portandonon solo al mantenimento del benessere ma anche ad altribenefici a livello fisico e psichico, (come ad esempioridurre il proprio peso quando <strong>in</strong> eccesso, migliorare lapropria agilità, coord<strong>in</strong>azione e resistenza generale).A.C.‘

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