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Rivista di - Sistemia Srl

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otary ottobre:Layout 1 1-10-2009 10:48 Pagina 36ROTARY |LEADERSHIP E PROFESSIONALITÀLa formazione rotariana deve perseguire tre obiettivi principali:promuovere le abilità e le competenze dei giovani,migliorare la dotazione accademica <strong>di</strong> competenze professionali,promuovere e rafforzare il contributo della formazione professionale al processo d’innovazione<strong>di</strong> format <strong>di</strong>dattici più esperenziali,fondati sul networking delle risorsein campo.La vision del Rotary Internazional,attraverso la realizzazione del programmaRyla, consiste nell’idea <strong>di</strong>approfon<strong>di</strong>re la <strong>di</strong>mensione multiculturaledella formazione professionale,iniziale e continua; <strong>di</strong> promuoverel’acquisizione <strong>di</strong> esperienza(con attività che prevedano formazioneteorica ed esperienza pratica);<strong>di</strong> ampliare le competenze relazionalie migliorare la preparazionedei protagonisti del prossimo futuro.Questa vision si scontra, spesso,con le resistenze <strong>di</strong> una classe<strong>di</strong>rigente che ha paura <strong>di</strong> esserescalzata dalla nuove leve, <strong>di</strong> non tenereil passo con la loro capacità <strong>di</strong>innovare e rinnovarsi continuamente.Da qui, un trend <strong>di</strong> formazione“tra<strong>di</strong>zionale”, <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>ceva all’inizio:percorsi, cioè, che aiutino acrescere, ma senza mettere in giocola superiorità del già noto, del giàconsolidato, del già adulto. Il Ryladeve accogliere la sfida che le nuovegenerazioni ci lanciano, orientandoalle scelte senza con<strong>di</strong>zionare,accettando <strong>di</strong> interrogarsi sulletematiche più scottanti dell’attualità:comunità o in<strong>di</strong>vidualità? Ambizionio solidarietà? Global o no global?Continuità o trasgressione?Autenticità o identicità? E lo devefare esplicitando il proprio punto <strong>di</strong>vista, rendendo così possibile ilconfronto tra le <strong>di</strong>versità, provandoa sfuggire dalla trappola <strong>di</strong> faciliideologismi, <strong>di</strong> rassicuranti paternalismi.Ciò che mi auguro per ilfuturo è che il Rotary prosegua nellapolitica <strong>di</strong> attenzionamento a ciòche ci circonda, partendo da36un’analisi introspettiva del proprioesserci nel mondo, del proprio ruolonella comunità, delle proprie responsabilità,dei propri vissuti autoed etero riferiti. Ritengo che il formarsisia un dovere ed una opportunitàad ogni età, un processo in costante<strong>di</strong>venire, un percorso <strong>di</strong>alogicoe <strong>di</strong>acronico, che a partire dallascuola secondaria debba accompagnaretutte le tappe della vita <strong>di</strong>una donna e <strong>di</strong> un uomo. Il ruolo <strong>di</strong>formatori è stato inteso, in questianni, nel senso della creazione <strong>di</strong>una cornice metodologica che sollecitila ricerca <strong>di</strong> un quadro dellarappresentazione <strong>di</strong> sé, del rapportocon la realtà esterna, degli stili <strong>di</strong>comportamento, al fine <strong>di</strong> delineareun progetto personale <strong>di</strong> vita, nelquale sia presente una idea lavorativa(attuale o da perseguire nell’imme<strong>di</strong>atofuturo), coerente con leproprie caratteristiche personali ecorrispondente alle necessità realidel mercato del lavoro. Più che offrirerisposte e soluzioni alle molteplicidomande <strong>di</strong> ognuno, si devecercare <strong>di</strong> monitorare i passaggicruciali, lungo questo percorso <strong>di</strong>costruzione del proprio progetto <strong>di</strong>vita, promuovendo, al contempo,una cultura della legalità, delle pariopportunità, dell’importanza <strong>di</strong> unaqualifica scolastica e professionaleadeguata. Ritengo che la formazioneRotariana de<strong>di</strong>cata ai giovanidebba perseguire tre obiettivi principali:promuovere le abilità e lecompetenze dei giovani, ricorrendotra l’altro alla formazione <strong>di</strong> un saper-essere,più che <strong>di</strong> un saper-fare,al fine <strong>di</strong> facilitare la possibilità <strong>di</strong>orientarsi in un mondo in continuo,rapido cambiamento; migliorare ladotazione accademica <strong>di</strong> competenzeprofessionali, proponendo unapolitica <strong>di</strong> formazione continua dasviluppare durante tutto l’arco dellavita, al fine <strong>di</strong> accrescere la capacità<strong>di</strong> adattamento a fronte, in particolare,delle innovazioni tecnologicheed organizzative; promuovere erafforzare il contributo della formazioneprofessionale al processod’innovazione, al fine <strong>di</strong> migliorarela competitività e l’impren<strong>di</strong>torialità,anche nella prospettiva <strong>di</strong> nuovepossibilità <strong>di</strong> occupazione. Bisognaavviare un processo <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong>una coscienza civile tra i nostri giovani,capaci <strong>di</strong> riconoscere nellaconvivenza civile <strong>di</strong> forze politiche,opinioni, religioni, etnie e costumi<strong>di</strong>fferenti, un valore in grado <strong>di</strong> fareemergere una nuova identità nonper rifiuto delle <strong>di</strong>fferenze, ma perarricchimento ed integrazione delle<strong>di</strong>fferenze. Oggi, si assiste ad un dupliceatteggiamento nei confrontidelle <strong>di</strong>fferenze culturali: o un nettorifiuto, che porta a considerare il“<strong>di</strong>verso” in termini <strong>di</strong> inferiorità esubor<strong>di</strong>nazione, oppure un tentativoesasperato <strong>di</strong> assimilazione, cheporta ad un appiattimento in<strong>di</strong>scriminatodelle <strong>di</strong>fferenze negando ilfondamentale <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esprimereliberamente la propria appartenenzaculturale. Penso che l’educazionecivile contro il razzismo sia unadelle più importanti frontiere delmondo moderno. Tale educazionedà la misura della nostra capacità<strong>di</strong> costruire una convivenza pacificae democratica. Dobbiamo porcil’interrogativo <strong>di</strong> come contribuireall’apertura del processo <strong>di</strong> elaborazionedelle politiche internazionaliai citta<strong>di</strong>ni, specie a quelli più

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