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I materiali da costruzione di Pompei - Vesuvioweb

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questo sistema <strong>di</strong> costruire a gran<strong>di</strong> blocchi poligonali <strong>di</strong> pietra dura sovrapposti<br />

senza malta.<br />

Le mura in opera poligonale non si trovano in tutta l’Italia; sono più frequenti<br />

nell’Etruria Marittima, nella Sabina, nella Marsica, nei paesi degli<br />

Ernici, dei Volsci e dei Sanniti; sono rare sui colli Albani e Tusculani, in<br />

Umbria e nel Piceno; sono quasi del tutto sconosciute nell’Italia Settentrionale,<br />

a Roma, in Campania, nella Magna Grecia; si ritrovano saltuariamente,<br />

e in forma un po’ <strong>di</strong>versa, in Lucania e in Sicilia.197<br />

È tuttavia con le rozze fortificazioni delle alture del Lazio meri<strong>di</strong>onale<br />

che inizia la tipologia delle costruzioni realizzate con gran<strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> pietra.<br />

Come i Micenei, gli Italici cingevano le loro città d‟altura con mura megalitiche<br />

in tutto simili nell’aspetto alle cinte <strong>di</strong>fensive <strong>di</strong> Micene, Tirinto o Midea,<br />

tanto che ad esse verrà attribuito il nome <strong>di</strong> pelasgiche. Ovviamente<br />

non esiste alcun tipo <strong>di</strong> rapporto tra queste mura costruite tra il V e il III sec<br />

a. C. e le realizzazioni micenee, più antiche <strong>di</strong> almeno mille anni; l‟unica<br />

cosa in comune è il desiderio <strong>di</strong> opporre a un potenziale aggressore la concreta<br />

imponenza <strong>di</strong> una muraglia massiccia e l‟effetto psicologico <strong>di</strong> una<br />

realizzazione a<strong>da</strong>tta a colpire l‟immaginazione: un proposito che è alla base<br />

<strong>di</strong> qualsiasi <strong>costruzione</strong> in opera megalitica che dovrà essere vista <strong>da</strong>gli uomini<br />

o <strong>da</strong>gli dei.<br />

Il taglio sommario dei blocchi messi in opera nelle mura in opus siliceum<br />

è in<strong>di</strong>ce della loro antichità e della rozzezza delle metodologie costruttive;<br />

tale tecnica continuerà ad essere usata nelle città dell‟interno<br />

quando sulla costa e nelle zone <strong>di</strong> influenza etrusca e greca si va già affermando<br />

una bella architettura a blocchi parallelepipe<strong>di</strong> <strong>di</strong> etrusca <strong>di</strong>sciplina<br />

o isodomum (come la cinta <strong>di</strong> Perugia, per esempio).<br />

I paramenti si contrad<strong>di</strong>stinguono per l‟aspetto del taglio dei blocchi le<br />

cui facce esterne risultano tagliate molto accuratamente, mentre quelle interne<br />

sono molto rozze e appena sbozzate. Il Lugli198 <strong>di</strong>stingue quattro maniere<br />

nell’opera poligonale; in realtà tali <strong>di</strong>stinzioni non sono così nette come<br />

l‟autore propone, perché in ogni realizzazione intervengono molteplici<br />

fattori che rendono ogni opera <strong>di</strong>versa <strong>da</strong>ll’altra, e si arriverebbe al punto <strong>di</strong><br />

definire tante categorie quante sono le realizzazioni note.<br />

197 LUGLI 1957, pp. 55 sgg.<br />

198 LUGLI 1957, pp. 65 sgg.<br />

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