I materiali da costruzione di Pompei - Vesuvioweb
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3. LE TECNICHE EDILIZIE<br />
3.1. INTRODUZIONE<br />
Nell’articolo del Lugli del 1959 <strong>da</strong>l titolo Opus Incertum,156 nei Ren<strong>di</strong>conti<br />
dell’Accademia Nazionale dei Lincei, in risposta alle critiche del<br />
Lamboglia riguar<strong>da</strong>nti il suo volume La Tecnica E<strong>di</strong>lizia Romana, espresse<br />
sulla “Rivista <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Liguri” del 1958 nell‟articolo intitolato Opus Certum,157<br />
in cui il Lamboglia allude a “quegli elementi intrinseci, spesse volte<br />
matematici ed infallibili, che nascono <strong>da</strong>l contatto fra il monumento ed il<br />
terreno e che derivano <strong>da</strong>l riconoscimento attento della stratigrafia”, il Lugli<br />
mostra come cosa del tutto “elementare che la ceramica, le monete ed<br />
ogni altro elemento che presenti una <strong>da</strong>tazione sicura, rinvenuto negli strati<br />
sottostanti le fon<strong>da</strong>zioni -e mai rimossi- <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio offrano un terminus<br />
post quem per la <strong>da</strong>tazione dell‟e<strong>di</strong>ficio stesso”. Il Lugli sottolinea, inoltre,<br />
quanto sia <strong>di</strong>fficile per una mole enorme <strong>di</strong> monumenti, scavati<br />
“scientificamente” e completamente, tirare delle conclusioni <strong>da</strong> inserire in<br />
un manuale <strong>di</strong> carattere generale, pur esistendo, per quelli romani in particolare,<br />
una cospicua letteratura (passi <strong>di</strong> autori o epigrafi); per cui l‟unico<br />
in<strong>di</strong>zio che può <strong>di</strong>rci qualcosa è la loro struttura e tecnica muraria. E continua<br />
<strong>di</strong>cendo: “E allora i casi sono due: o stu<strong>di</strong>are questa struttura e questa<br />
tecnica col metodo comparativo, partendo <strong>da</strong>gli e<strong>di</strong>fici in qualche modo <strong>da</strong>tati<br />
(e qui entra anche la loro stratigrafia) per arrivare a quelli interamente<br />
anonimi; oppure abbandonare qualunque stu<strong>di</strong>o topografico che non sia<br />
accompagnato <strong>da</strong> uno scavo in profon<strong>di</strong>tà, e cambiare mestiere”.<br />
È sulla base <strong>di</strong> queste considerazioni che nasce La Tecnica E<strong>di</strong>lizia Romana,<br />
con lo scopo precipuo <strong>di</strong> “stabilire alcuni criteri cronologici - base<br />
che servano <strong>da</strong> gui<strong>da</strong> a tutti coloro che si accingono ad esplorazioni archeologiche<br />
<strong>di</strong> territori poco noti (…)”. Alle spalle del Lugli c’è un‟ampia letteratura,<br />
il Nibby (1838) e la Blake (1947), il Maiuri (1942), il Mau (1899)<br />
e il Carrington (1936) per <strong>Pompei</strong>, il Durm (1910) e lo<br />
156 LUGLI 1959, pp. 321-330.<br />
157 LAMBOGLIA 1958.<br />
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