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QuadernoSviluppo2:Layout 1 - Inea

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capacità produttiva, livelli di qualità del prodotto e di specie: quadri di aranci, limonie a volte anche di cedri. I tramezzi, quando non erano fatti di canne secche,erano costituiti da alberate di nespolo, i cui frutti costituivano un ulteriore risorsaper i coltivatori. «In tutta la contrada di Canneto – racconta Nello Biscotti(http://www.paesaggio.net/docs/gargano.htm) – i frangivento di nespolo hanno resoil paesaggio morfologicamente caratteristico: trasversalmente alla valle (perpendicolarmentealla direzione dei venti) si alternano grandi muraglie di leccio con tramezziregolari di nespolo (quest’ultimo si nota particolarmente, spesso svettante,negli agrumeti). In realtà attorno all’agrume si realizza il “regno della diversitàagraria”: ai margini dei quadri, spesso piccoli ficheti, ove uno spazio si rendevalibero, era l’angolo ideale per ciliegi, meli, peri, cotogni, melograni, fichi d’India,noci; una “caterva di fruttiferi”, rappresentativa di quasi tutto il patrimonio di specieagrarie, del quale si è caratterizzata l’agricoltura del Mediterraneo e non solo.Per ogni specie poi, un indefinibile e mai precisato mosaico di varietà. Qui, propriotra gli agrumeti, si realizza quell’estrema diversità vegetale che costituisce lapeculiarità del paesaggio agrario del Gargano».2.2.2 Dall’esportazione dei frutti a quella delle famiglie: viaggio verso l’AmericaNella seconda metà dell’Ottocento il Gargano si poneva al terzo posto per laproduzione di agrumi in Italia e al primo per le rese e i profitti unitari. Ogni alberofruttava 206 lire, pari al costo di una giornata di 206 braccianti.Fonti storiche documentano che in un agrumeto vi era un vero e proprio giganteche nel 1875 aveva prodotto 8.000 frutti, cioè 235 lire di rendita; ogni 1.000 liredi capitale investito per ettaro fruttava oltre 4.000 lire.L’inchiesta agraria di Stefano Jacini, promossa nel 1877 dal Parlamento delRegno d’Italia per conoscere le condizioni economiche del Sud, sottolinea il valoree la positività per l’economia garganica (Rodi e Vico in particolare) di questa coltivazione.Come avvenuto per gli agrumi delle altre Regioni meridionali, alla fine dell’Ottocentoe nei primi decenni del secolo scorso, le partite del Gargano erano direttesoprattutto verso i mercati internazionali, in particolare verso il continente americanoche assorbiva quasi tutta la produzione agrumaria. Da San Menaio e Rodi Garganicopartivano le navi della Regia Compagnia di Navigazione, che registrava nellasola Rodi l’imbarco annuale, nel periodo 1895-1920, di 11.000 tonnellate di agrumi.Successivamente, con l’utilizzo di barconi, gli agrumi vennero trasportati da SanMenaio a Manfredonia, con la ferrovia a Napoli e poi in America. Da Rodi, invece,rimase aperto il traffico per Trieste e per la Dalmazia.Per motivare la necessità di una ferrovia per il Gargano, che richiese una lun-41

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