Ancora oggi, la struttura viaria si basa su alcuni assi fondamentali, tra loroparalleli, che collegano le due borgate alla città. La rete stradale principale si completacon alcune strade di collegamento trasversale, che in passato costituivano leuniche vie di penetrazione dalle borgate verso il mare. Il tracciato della ferrovia Palermo-Messinacostituisce certamente il primo elemento di rottura della continuità, formalee funzionale di questo territorio, anche se inizialmente non rappresentava unforte elemento di separazione come molto più tardi sarà il tracciato autostradale. Aquesta rete viaria principale si affianca, ancora oggi, una fitta rete di strade interpoderali,di diretto accesso ai fondi agricoli, che formano una maglia con pochissimipunti di attraversamento trasversale, permettendo una penetrabilità da Palermo versole borgate e viceversa ma impedendo, di fatto, una diretta accessibilità all’internodel territorio, che avviene solo attraverso le strade private di accesso ai fondi agricoli.Gli unici varchi sono rappresentati dai cancelli di accesso alle case padronali eai bagli, nella maggior parte dei casi situati al centro del fondo e non visibili dallastrada principale. Questa scarsa penetrabilità del territorio viene rimarcata dai muridi divisione dei fondi agricoli, che costituiscono delle vere e proprie barriere visuali,i cosiddetti “firriati”, oggi solo in parte andati distrutti.In passato, le abitazioni, per lo più modeste unità, erano situate – e in gran partelo sono ancora – lungo via Ciaculli e il suo proseguimento, la Regia Trazzera Gibilrossa,e si sviluppavano lungo la strada. I fondi agricoli sono tuttora caratterizzatidalla presenza di bagli, distribuiti uniformemente sulla piana agricola, che conservanol’impianto originario dell’edificio agricolo, in alcuni casi rinnovati e trasformatitra il Seicento ed il Settecento in case per la villeggiatura.La maggior parte dei complessi agricoli si trova all’interno del fondo agricolocon due accessi chiusi da cancelli: uno collegato all’ingresso principale dell’edificio,l’altro sul retro e funzionale alle attività agricole. Vicino alle abitazioni si trovanole strutture legate all’uso dell’acqua, in particolare quelle che ospitano le macchinedi sollevamento, in sostituzione delle antiche norie a trazione animale, con leannesse vasche di raccolta dell’acqua.Quasi tutte le costruzioni si trovano in uno stato di degrado e di abbandono;in alcuni casi hanno subìto pesanti interventi di alterazione della tipologia originaria.Il Castello di Maredolce, che costituisce certamente l’edificio più interessantedella zona, faceva parte del complesso dei “Sollazzi reali” del parco normanno, mafu costruito su preesistenze di origine araba. L’edificio sorse intorno all’anno Mille,sotto l’Emiro Jusuf, e fu successivamente ampliato e modificato da Ruggero II, nelXII secolo. Il Castello era circondato da un rigoglioso giardino con un lago, la cuisorgente era situata ai piedi di Pizzo Sferrovecchio; oggi è possibile vedere i restidi alcuni archi in mattoni di origine saracena che la coprivano.I bagli di Ciaculli hanno conservato, più che in altre zone del palermitano, i48
caratteri originari, dato che le trasformazioni operate soprattutto nel Settecento furonoalquanto modeste, a differenza di quanto avvenne in altri territori del palermitano.L’elevato grado di parcellizzazione delle superfici aziendali, spesso di dimensionemodesta, scomposte in appezzamenti che frequentemente sono di dimensionepari a poche migliaia di metri quadri, non consente, però, di ottimizzare attualmentele risorse, gli investimenti e, quindi, di ridurre i costi di produzione, rendendodifficilmente contenibile la pressione esercitata dalla speculazione edilizia.Negli ultimi anni, anzi, si sono registrati numerosi casi di abusivismo cherischiano di alterare irreversibilmente l’assetto paesaggistico e ambientale di questoterritorio. Tale aspetto riguarda non solo l’edilizia abitativa ma anche l’occupazionedi terreni agricoli e la loro trasformazione in depositi e aree di scarico. Il declino diquesta area, però, non si manifesta solo attraverso i segni evidenti che lascia l’ediliziaabusiva o l’abbandono, ma anche attraverso un degrado diffuso, dovuto alla mancanzadi manutenzione di tutti quei manufatti che sono parte integrante della strutturadi questo paesaggio agricolo, come ad esempio i muretti a secco dei terrazzamenti,le strade interpoderali e le infrastrutture irrigue.La zona deve il suo degrado anche a causa di interessi mafiosi, intervenutipesantemente nella gestione del patrimonio e nello sfruttamento delle risorse. Ciacullifinì nelle cronache nazionali per la strage di Ciaciulli-Villa Serena, una dellepiù sanguinose ad opera della mafia, avvenuta il 30 giugno 1963, che concluse la primaguerra di mafia della Sicilia del dopoguerra.2.3.3 Il Parco Agricolo di Palermo e la resistenza di CiaculliOggi la presenza degli agrumeti è notevolmente ridotta, come è ridotta la produttivitàdel settore. Il legame con la cultura e la presenza di un paesaggio agrariotipico – tuttora preservato in alcune zone –, tuttavia, ha fatto sì che l’attenzione versoil settore nella zona del palermitano sia rimasto vivo. Ne è testimonianza il tentativopiù volte ripetuto di costituire un Parco agricolo nella zona di Ciaculli, in cuirealizzare anche un Giardino-Museo della Conca d’Oro, vero e proprio “museovivente” dove conservare varietà “da collezione”, sia quelle ancora coltivate, sia quellenon più diffuse, ma reperibili presso vivai specializzati o presso singoli agricoltoridi questa zona della Sicilia.Quest’area agrumicola ha mantenuto, negli anni, i caratteri originari del paesaggiostorico e rurale del posto, così come si presentava agli inizi del XX secolo,mantenendo i metodi di lavoro classici e conservando manufatti e tecnologie del sistemaagricolo di un tempo.L’idea del Parco nacque a metà degli anni Novanta del secolo scorso, quandola municipalità palermitana fece della legalità il manifesto politico e sociale dell’epo-49
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