La produzione del pompelmo, che in Italia è stato introdotto all’inizio del XXsecolo, ha un peso ancora contenuto nell’agrumicoltura italiana – appena lo 0,2% –,probabilmente per la concorrenza di altri paesi produttori. La produzione, di soli7.000 quintali, e i 261 ettari di superficie investita (dati ISTAT, 2006), si concentranoesclusivamente in Sicilia, nell’area di Siracusa. Negli ultimi anni, si registra una contrazionedella principale varietà Mash (polpa chiara), sempre più sostituita dalla StarRuby (polpa rosa), maggiormente richiesta dal mercato.Riguardo alla localizzazione degli agrumi minori, per i quali si rimanda al paragrafo1.6, preme qui sottolineare che il bergamotto – i cui frutti, profumatissimi, sonosimili al limone – ha trovato il suo habitat ideale in una striscia di terra non più ampiadi cento chilometri, tra Villa San Giovanni e Monasterace, compresa tra le propagginiestreme dell’Aspromonte e i mari Ionio e Tirreno, in provincia di Reggio Calabria.Questa coltura rappresenta una realtà di prestigio per la Calabria; la produzionee la commercializzazione della sua essenza, che rappresenta un prodotto unicotanto da ottenere il riconoscimento comunitario, costituiscono una forma di imprenditorialitàagricola di portata internazionale.Nella tabella 3.2, riassumendo quanto descritto nelle pagine precedenti, siriporta la ripartizione percentuale tra le principali aree produttrici delle più diffusespecie di agrumi.Tabella 3.2 - Areali di produzione per specie di agrume (incidenza percentuale sul totale)Arancio Reggio Calabria Catania Siracusa Cosenza Matera Enna Altre prov.22% 21% 17% 6% 6% 5% 23%Limone Siracusa Messina Palermo Catania Reggio Calabria Trapani Altre prov.25% 21% 20% 20% 3% 2% 9%Clementine Cosenza Reggio Calabria Taranto Matera Catania Vibo Valentia Altre prov.42% 17% 8% 8% 5% 4% 16%Mandarino Palermo Reggio Calabria Catania Cosenza Matera Ragusa Altre prov.23% 22% 13% 10% 8% 5% 19%Fonte: ISMEA, ISTAT, 200862
CAPITOLO 4LA QUALITÀ COMMERCIALE DEGLI AGRUMI4.1 La qualità degli agrumi allo stato frescoLa qualità del frutto, in una situazione di mercato sempre più aperta al confrontointernazionale, è legata non soltanto ai requisiti merceologici-mercantili (freschezza,gusto, colore, tenore di zucchero, ecc.) e a quelli igienico-sanitari, ormaiconsiderati dei pre-requisiti dai consumatori e che, nell’ottica più ampia della sicurezzaalimentare, oltre al condizionamento e all’imballaggio, devono garantire l’assenzadi residui, la risoluzione di problemi di carattere fitosanitario e così via; la qualità,infatti, include ogni altro elemento aggiuntivo che possa essere percepito comeun plus dal cliente-consumatore, come, ad esempio:– la regione d’origine del prodotto, che richiama elementi quali la tipicità,la tradizione, la genuinità;– i contenuti nutrizionali e salutistici e le specificità intrinseche dei prodotti,anche di natura sensoriale;– la rintracciabilità, che consiste nella possibilità di risalire all’origine delprodotto attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e delladistribuzione;– i fattori etico-sociali (produzione rispettosa dell’ambiente, sicurezza deilavoratori, assenza di intermediari/prezzi minimi garantiti, ecc.);– il marchio (industriale, commerciale, private label) e i servizi incorporati(conservabilità, facilità d’uso, tipo di confezionamento/packaging);I requisiti merceologici-mercantili e quelli igienico-sanitari discendono dallenorme di commercializzazione per i prodotti agrumicoli, dalla legislazione alimentaree dalle norme in materia di etichettatura dei prodotti alimentari. L’informazioneai consumatori sul rispetto di questi requisiti è garantita mediante le indicazionisull’imballaggio (identificazione dell’imballatore e/o speditore, natura, origine ecaratteristiche commerciali del prodotto e, in via facoltativa, il marchio ufficiale dicontrollo) 15 e quelle che obbligatoriamente devono essere riportate in etichetta e che,alla luce di nuovi prodotti (come gli organismi geneticamente modificati 16 ) o di nuo-15La rintracciabilità dei materiali da imballaggio che entrano in contatto con gli alimenti è disciplinata dal regolamentoCE n. 1935/04 e successive modifiche.16Un organismo geneticamente modificato è un «organismo vegetale o animale caratterizzato da un determinatogene, estraneo al suo originario corredo genetico nel quale esso è stato inserito con particolarissime tecniche63
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