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Storia di co<strong>per</strong>tina10carbonio avvolto (filament winding) invece del classico involucrometallico più pesante, e anche negli altri componentidel motore: protezioni termiche di nuova concezione, propellentepiù energetico e con caricamento più efficiente enuovi materiali <strong>per</strong> l’ugel<strong>lo</strong>.Il motore, denominato Zefiro 16 (Z-16), venne positivamenteprovato a fuoco al banco statico del Poligono MilitareInterforze di Salto di Quirra (CA) in Sardegna nel giugno’98, dimostrando la capacità tecno<strong>lo</strong>gica dell’industria nazionaledi realizzare un motore a propellente solido in tuttele sue componenti. Lo Z-16 costituiva uno degli elementidi un nuovo picco<strong>lo</strong> lanciatore nazionale la cui configurazione,studiata in un contratto ASI del 1997, era costituitada due Z-16 come primo e secondo stadio, un terzo stadioa li<strong>qui</strong>do e<strong>qui</strong>paggiato con il motore Yuzhnoye (Ucraina)RD-861G (L6) da 6 tonnellate di propellente e un modu<strong>lo</strong>li<strong>qui</strong>do da 0,45 t. di propellente: il VEGA Kzero le cui prestazionidal poligono di lancio di Malindi in Kenia erano di300 kg. in orbita bassa a 700 km.. Lo studio ASI includevaanche altre due configurazioni più <strong>per</strong>formanti il cui primostadio era costituito da un motore da 85 tonnellate di propellentesolido (P-85), e che si differenziavano <strong>per</strong> il terzostadio che prevedeva in un caso il motore Yuzhnoye RD-861G e in un altro un motore a solido da 7 tonnellate (P-7).L’interesse <strong>per</strong> un picco<strong>lo</strong> lanciatore europeo fu spinto soprattuttoda due fattori: il trend generale verso piccole missioni,e la possibilità, grazie al<strong>lo</strong> sviluppo di nuove tecno<strong>lo</strong>giee strutture industriali, di costi contenuti <strong>per</strong> le fasi di ricerca,sviluppo e utilizzo. Verso il finire degli anni ‘90 l’Italia,forte degli studi condotti sul piano nazionale e di favorevoliindagini di mercato, si fece promotrice della europeizzazionedel programma nazionale di un picco<strong>lo</strong> lanciatorea propulsione solida, tecno<strong>lo</strong>gia in cui l’Italia aveva già unruo<strong>lo</strong> primario in Europa grazie al programma Ariane. Inparticolare la proposta dell’ASI del febbraio ’98 venne presentataal PB-Ariane del<strong>lo</strong> stesso mese e discussa al ConsiglioESA di marzo che approvò, - con il voto contrario dellaGermania che sosteneva già la commercializzazione delvettore russo Rockot (missile balistico SS-19 convertito aduso civile) attraverso la società Eurockot Launch ServicesGmbH controllata al 51% da Astrium Brema (D) con prestazionidella stessa classe di VEGA e che vedeva in VEGAun potenziale concorrente, - la Risoluzione di avvio di unprogramma di sviluppo di un picco<strong>lo</strong> lanciatore della classe1.000 kg in orbita bassa.La prima fase del<strong>lo</strong> sviluppo VEGA, <strong>lo</strong> step 1 del va<strong>lo</strong>redi 60 MECU, fu approvata dal Consiglio ESA del giugno1998 nell’interesse strategico di complementare la famigliadei Lanciatori ESA e mantenere una capacità Europea autonomae flessibile di accesso al<strong>lo</strong> spazio e con l’obiettivo dilanciare carichi utili della classe di 700 kg in orbita elio-sincronaa 1200 km di quota dalla base di lancio di Kourou. Lostep 1 fu complessivamente sottoscritto al 68 % da cinquestati partecipanti al programma: Italia (55%), Francia, Belgio,Olanda e Spagna. Fu costituita una società ad hoc <strong>per</strong> lagestione del programma ESA: Vegaspazio, società di dirittoitaliano al 50% tra Fiat Avio e la francese Aerospatiale, direttadall’ing. Antonio Fabrizi, oggi Direttore dei LanciatoriESA. Lo step 1 non ebbe <strong>per</strong>ò fortuna e, a seguito della decisionefrancese di non aumentare la sua quota di sottoscrizione,<strong>lo</strong> sviluppo fu interrotto e la società Vegaspazio chiusa.Il completamento del<strong>lo</strong> sviluppo (il cosiddetto step 2) fuapprovato soltanto successivamente, dopo nuove, aggiornateanalisi di mercato e di accordi programmatici con l’Agen-SPACEMAGNumero 1 2012

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