Storia di co<strong>per</strong>tina46VEGA: l’avventura è so<strong>lo</strong> all’inizioL’Italia entra a pieno tito<strong>lo</strong> nel club dei lanciatoridi Massimo Mazzola*Giorgio Di Bernardo**Chi dovesse pensare che il <strong>per</strong>fetto lancio inauguraledi VEGA, il 13 febbraio scorso, segni la fine dellagrande sfida che ha portato l’Italia nel ristretto noverodei Paesi dotati di capacità autonoma di accesso al<strong>lo</strong> spazio,e che ora ci si può sedere sugli al<strong>lo</strong>ri sbaglierebbe di grosso:il lancio inaugurale non rappresenta un punto di arrivo,ma quel<strong>lo</strong> di partenza di una straordinaria avventura appenacominciata,. Un’avventura che, grazie alle tecno<strong>lo</strong>gie sviluppate,alle competenze dimostrate, alle innovazioni introdotte,<strong>per</strong>metterà all’Italia di sedere alla pari con chi finora haguidato in Europa le politiche sui lanciatori, e porsi all’avanguardia,da un punto di vista tecno<strong>lo</strong>gico ed industriale, nel<strong>lo</strong>sviluppo dei futuri vettori europei di piccole e grandi dimensioni.Ora vi diremo <strong>per</strong>ché.VEGA, concentrato d’innovazionePer cominciare, VEGA è un concentrato di innovazione neltrasporto spaziale: <strong>per</strong> il nuovo lanciatore europeo sono statesviluppate e impiegate tecno<strong>lo</strong>gie e materiali che segnerannoil futuro delle nuove generazioni di lanciatori spaziali e chesono 40 anni avanti rispetto a quelle oggi in uso, di vecchiagenerazione, nate tra gli anni sessanta e settanta.Ci riferiamo <strong>per</strong> esempio ai grandi case in fibra di carboniorealizzati <strong>per</strong> VEGA in pezzo unico con la tecno<strong>lo</strong>gia delfilament winding che consente di realizzare con una unicao<strong>per</strong>azione il contenitore del propellente con già integrata laprotezione termica, a differenza di quanto accade con i casemetallici, in cui il processo è in due fasi distinte.La tecno<strong>lo</strong>gia accelera il processo produttivo e <strong>lo</strong> rende piùaffidabile, economico e <strong>per</strong>formante in termini di peso rispettoalle soluzioni tradizionali. Un’altra innovazione significativariguarda i sistemi di control<strong>lo</strong> dell’orientamento degliugelli, che nel caso di VEGA sono elettromeccanici, unasoluzione che garantisce maggior precisione e rapidità nellarisposta rispetto ai tradizionali oleo-meccanici. Innovativa èanche la configurazione stessa del lanciatore, tre stadi a propellentesolido, una scelta semplice, affidabile e soprattuttomolto meno costosa delle tradizionali soluzioni a propellenteli<strong>qui</strong>do.VEGA, esempio del sistema ItaliaIl primo successo di VEGA ha dimostrato non so<strong>lo</strong> la coerenzae la determinazione dell’Italia nel mantenere i propriimpegni ma anche la capacità di sviluppare un sistemaSPACEMAGNumero 1 2012
Storia di co<strong>per</strong>tinacomplesso con tecno<strong>lo</strong>gie innovative ad un costo assolutamentecompetitivo. È la dimostrazione che, nel settore dellealte tecno<strong>lo</strong>gie, l’industria italiana sa essere efficace, creativaed economica (il progetto è costato circa 700 milioni di euro).Questi risultati sono dovuti anche alla stretta collaborazionetra l’industria capofila AVIO, le istituzioni pubbliche,i centri di ricerca, le Università e le PMI, a dimostrazioneche quando si riesce a fare ‘sistema’ in Italia i risultati, anchequelli molto ambiziosi, sono ampiamente alla portata delPaese. La stretta collaborazione tra l’ASI, il Governo Italianonelle sue diverse espressioni e l’industria con capofila AVIOsono un esempio virtuoso di come il Paese sa esprimere ilsuo meglio con costanza e determinazione.Ora sediamoci al tavo<strong>lo</strong>Il 13 febbraio, gli assetti europei sull’autonomia di lanciodel Vecchio Continente cambiano <strong>per</strong> sempre: da quel giornosul<strong>lo</strong> scenario europeo ci sono due realtà industriali, nonpiù una soltanto, capaci e riconosciute in grado di svilupparesistemi di lancio completi (EADS ed AVIO), e questo<strong>per</strong> il futuro significa che l’Italia potrà giocare un ruo<strong>lo</strong> primariosul tavo<strong>lo</strong> della collaborazione europea. In particolarel’attenzione nel prossimo futuro sarà sul lanciatore Ariane 5,nato sulla carta più di 30 anni fa; la sua tecno<strong>lo</strong>gia, oltre chela sua configurazione, ne fa un sistema che ormai con grandedifficoltà riesce a competere sul mercato. Per questo si sentela necessità di pensare ad un successore dotato di tecno<strong>lo</strong>giepiù avanzate e competitive. È su questo scenario che si ragioneràdalla prossima Ministeriale ESA, nella quale l’Italia- forte dei risultati raggiunti - deve puntare a giocare un ruo<strong>lo</strong>più importante.Un grande vettore <strong>per</strong> piccoli satellitiIl segmento in cui o<strong>per</strong>a il VEGA (1.500 Kg di pay<strong>lo</strong>ad a700 chi<strong>lo</strong>metri in orbita polare o a quote maggiori se l’orbitanon è polare) <strong>lo</strong> caratterizza come particolarmente utile<strong>per</strong> il lancio di satelliti di TLC e EO di ultima generazione.L’evoluzione delle tecno<strong>lo</strong>gie elettroniche degli ultimi 15 anniconsente, a parità di prestazioni, la realizzazione di satellitisempre più compatti e leggeri. E prova l’esattezza dell’intuizionedi chi, più di dieci anni fa, cominciò ad impostarele <strong>per</strong>formance del lanciatore VEGA sulla possibilità di lanciomultip<strong>lo</strong> di satelliti di piccole dimensioni.Oggi VEGA risulta <strong>per</strong>fettamente adeguato alle esigenze delmercato civile e duale, sempre più orientato a questa classedi satelliti. Ricordiamo ancora che in questi anni si è creatauna classe di micro-, nano- e pico-satelliti, essenzialmente<strong>per</strong> scopi scientifici, sviluppati a basso costo anche da universitàe centri di ricerca, ai quali VEGA offre la possibilitàdi essere messi in orbita, anche a grappo<strong>lo</strong>, a costi moltocontenuti, compatibili ad esempio con le disponibilità diuna università.Inoltre VEGA, <strong>per</strong> le sue caratteristiche intrinseche, è particolarmenteadatto a impieghi duali, <strong>per</strong> i quali può occorrererapidità di intervento e dispiegamento di satelliti inorbita; i motori a propellente solido sono, <strong>per</strong> <strong>lo</strong>ro natura,più semplici e sicuri di quelli a li<strong>qui</strong>do, che richiedono, tral’altro, complessi impianti di caricamento dei propellenti atem<strong>per</strong>ature criogeniche. I motori a solido, una volta caricati,possono esser conservati pronti all’uso. Questo significache, in caso ad es. di un evento disastroso che richieda il rapidoposizionamento di costellazioni di satelliti <strong>per</strong> l’osservazionedella Terra o comunicazioni sicure in aree di crisi,VEGA si può lanciare in tempi decisamente ridotti.VEGA e la politica comune di Difesa europeaQueste considerazioni riguardano gli aspetti a breve e mediotermine dell’accesso al<strong>lo</strong> spazio. In una considerazione piùampia che tenga conto dell’evoluzione dell’Unione Europea,si deve anche considerare che nel tempo la UE dovrà sviluppareuna sua politica estera indipendente come potenzamondiale e dotarsi necessariamente anche di un sistema disicurezza e difesa a livel<strong>lo</strong> europeo. Ciò comporterà un’evoluzionedel segmento spaziale ed in particolare dell’accessoautonomo al<strong>lo</strong> Spazio. Per questi impieghi e finalità ancorauna volta VEGA e le sue tecno<strong>lo</strong>gie sono particolarmenteadatti e all’avanguardia, nel garantire un sistema di lancioche risponda ai futuri re<strong>qui</strong>siti di sicurezza e difesa dei cittadinieuropei. In altre parole, rapidità di lancio, stoccabilità ecapacità di effettuare missioni diverse rendono VEGA unostrumento al quale non si potrà non guardare come punto diriferimento in quest’area.E’ <strong>per</strong> questo che il <strong>per</strong>fetto lancio inaugurale di VEGA nonè un punto di arrivo, ma un’importante milestone da cui partire<strong>per</strong> con<strong>qui</strong>stare un maggior ruo<strong>lo</strong> dell’Italia e della suaindustria ad alta tecno<strong>lo</strong>gia sul<strong>lo</strong> scenario europeo □* Ad di Avio** Giornalista scientifico472012Numero 1SPACEMAG