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Le relazioni degli Assessori - Provincia di Cosenza

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Una cosa è certa, nel rispetto dei parametri <strong>di</strong> Maastricht , il deficit pubblico devescendere nel 2008 sotto il 3% del Pil e le regioni ed enti locali devono concorrere a questoobiettivo in maniera incisiva.Il risanamento del nostro Paese, ossia il recupero <strong>degli</strong> equilibri <strong>di</strong> bilancio pubblico,non si raggiunge rispettando solo il predetto limite, ma la strada da seguire è , invece ,lunga e tortuosa e va ricercata nelle qualità delle misure da adottare.Occorre necessariamente agire in modo strutturale, con riforme che vedano lapartecipazione <strong>di</strong> tutte le forze politiche, sociali e produttive del Paese e dare vera etempestiva attuazione al federalismo fiscale.Necessità resa ancora più determinante dal variegato panorama della situazioneeconomica italiana tra nord, centro e sud, quest’ultimo confermandosi ( secondo gli ultimidati <strong>di</strong>ffusi dall’ISTAT) fanalino <strong>di</strong> coda della crescita con un modesto incremento del PILdell’1,3% rispetto al 2,0% del nord-ovest, 2,4% del nord-est, 1,8% del centro Italia.Nell’attuale scenario politico italiano è <strong>di</strong>fficile prevedere cosa accadrà nel 2008. Sivive quasi alla giornata e sembra azzardato fare previsioni a lungo termine.Invece, per progettare il futuro dei territori, per dare un senso <strong>di</strong> marcia allecomunità, occorrono scenari definiti, chiare visioni prospettiche, punti <strong>di</strong> riferimentostabili.Per questo gli enti locali auspicano che le riforme messe in cantiere durante il 2007giungano a compimento.Che, finalmente, sia data una <strong>di</strong>sciplina organica agli enti locali ed ai loro rapporticon lo Stato e le Regioni, ponendo con sempre più forza l’accento sulla necessità, ormai nonprocrastinabile, che siano in<strong>di</strong>viduate e allocate le funzioni fondamentali <strong>degli</strong> enti senzaduplicazioni e confusione <strong>di</strong> ruoli, che siano rinconfigurate in maniera ottimale le Province,sciolti i <strong>di</strong>lemmi sulle città metropolitane, conferiti assetti razionali e stabili agli enti <strong>di</strong>secondo livello in rapporto alle specificità dei territori.Secondo il 41° rapporto presentato dal CENSIS “Rapporto sulla situazione sociale delPaese 2007” patrocinato dal Cnel, i cambiamenti intervenuti nei rapporti centro-periferiahanno prodotto, per i vertici delle amministrazioni locali, da un lato significativi aumenti <strong>di</strong>visibilità, dall’altro nuove e importanti responsabilità.I Comuni e le Province, trovandosi al governo <strong>di</strong> enti in bilico tra una <strong>di</strong>pendenzagerarchica, che sul piano formale tende a sfarinare, ed un’autonomia reale ancorapenalizzata dal mancato federalismo fiscale, spesso reagiscono mettendo in campo azionifuori dai cosiddetti ‘paletti istituzionali ’.5

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