136 Geriatria 2010 Vol. XXII; n. 4 <strong>Luglio</strong>/<strong>Agosto</strong>terazione del gusto che si riscontra nei pazienti conscompenso cardiaco (ageusia).Per quanto riguarda i liquidi, una moderatarestrizione idrica è indicata particolarmente neipazienti con sintomatologia più severa in quantoapporti idrici elevati negativizzano gli effetti positividei diuretici e inducono iponatre m i a .L’assunzione frazionata di liquidi è indicazionenecessaria onde evitare il sovraccarico cardiaco cosìcome la ripartizione dell’alimentazione in più pastidi ridotto volume e a maggior densità energ e t i c a .Alcuni studi segnalano come favorevole lasomministrazione di antiossidanti e vitamine delgruppo B.e le vitamine C, E, A e D3.In particolare può essere utile come nel caso dialtre patologie infiammatorie croniche la somministrazionedi acidi grassi polinsaturi della serieomega 3 dalle ormai note proprietà antinfiammatoriee anticataboliche.È stato dimostrato da tempo che l’acido eicosapentanoico(EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA)sono in grado di inibire la produzione di citochinep ro infiammatorie e ridurre l’attivazione dei linfocitiT e non solo.L’aderenza a diete iposodiche e in linea dimassima a tutti i trattamenti nutrizionali che prevedanocambiamenti significativi nelle abitudinialimentari è senza dubbio più complicata neipazienti di età avanzata che possono presentaretra l’altro (e non certo di minor importanza) problematichedi tipo socio-economico cui si associanospesso patologie neurologiche importantiquali la depressione, l’Alzheimer, la SLA ecc., congravi conseguenze e limitazioni sull’autonomia esulla qualità di vita della persona (20). Ove nonrisulti possibile la copertura dei fabbisogni di cuisopra mediante la sola dieta e in particolare neipazienti più defedati e/o inappetenti e nel pazienteanziano è indicato un supporto con integratorinutrizionali proteico-calorici (pool di aminoacidi)da inserire nell’ambito di un interventoterapeutico multidisciplinare allargato che prevedainoltre interventi di educazione terapeutica alpaziente e interventi di counselling (allarg a t oeventualmente ai familiari) al fine di garantireuna migliore ed efficace compliance al trattamentomedico e nutrizionale proposti (21-23).Un recente studio sulla prevalenza dell’ipertensionenei soggetti anziani nel post dimissione,evidenzia che al ritorno al proprio domicilio, ipazienti hanno avuto un ulteriore abbassamentodei livelli pressori, con un aumento del rischiodelle cadute e di episodi sincopali (24). A questoproposito, le raccomandazioni suggeriscono particolareattenzione del rispetto dei tempi nellevariazioni posturali (Kenney, 2003 – level V).Al fine di ottimizzare l’approccio clinico-terapeutico,che comporta spesso la somministrazionedi molteplici farmaci in associazione, è necessarioprevedere un approccio globale che tengaconto delle priorità di intervento e della adesioneal trattamento per periodi protratti. Assoluto rilievoall’interno di questo percorso di cura assumepertanto l’attività di nursing e di counseling, lequali dovranno essere attivate precocemente e adogni livello assistenziale. Il rischio di ricorrentiepisodi di instabilizzazione della malattia richiede,fin dal momento dell’ingresso nel reparto didegenza, una valutazione complessiva delle problematichecliniche e socio-assistenziali, un’azionedi counseling (conoscenza della malattia, adeguatostile di vita, adesione alla terapia farmacologicacon ottimizzazione della posologia, monitoraggiodi parametri clinici di semplice rilevazione,comunicazione dei percorsi assistenziali daintraprendere in caso di peggioramento clinico)ed un’accurata programmazione delle dimissioni.Per i pazienti affetti da SC è necessario definiredei percorsi educativi che prendano in considerazionediversi aspetti legati a questa patologia:riconoscimento precoce dei segni e dei sintomi,corretta assunzione dei farmaci, controllo costantedel peso corporeo, alimentazione corretta condieta iposodica, appropriato esercizio fisico. Gliinterventi educativi devono chiaramente essereappropriati e mirati in base alle condizioni delpaziente e alla fase in cui si trova la sua patologia.Le attività di educazione terapeutica e counselingdevono essere sempre all’attenzione di tutti ip rofessionisti coinvolti. Di particolare rilievo ilruolo educativo e di supporto svolto dall’infermiere,sia durante la fase di ricovero del paziente siadurante la gestione territoriale. In entrambi i casi,l’intervento di educazione terapeutica dovre b b ee s s e re avviato precocemente, da un lato anticipandoil più possibile il momento di contatto con ilpaziente durante la fase di ricovero, dall’altro pianificandoattività di consultazione in ambulatoridedicati attraverso “consulti telefonici”.
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