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NETTUNO - Il Caffè

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CEMENTO ANZIOGrazie al Prg del 2005 autorizzate costruzioni in numero spropositato. Risultato: case invendute lasciate a marciren. 258 - dal 31 gennaio al 13 febbraio 2013 11Anzio: metricubi di cemento… sprecatoNel territorio comunaleinvendute da anni oltrediecimila nuove caseFilippo ValentiDa anni ad Anzio si costruisce adun ritmo forsennato. Dopo l’approvazionedel Piano Regolatore Generalenel 2005, fortemente contestatogià quando fu presentato, lanostra città ha visto spuntareovunque migliaia di villini e abitazioni.Ma oggi, a quasi otto annidall’entrata in vigore di quel Piano,sono oltre diecimila le unità abitativerealizzate e rimaste invendute.E non è soltanto a causa della crisiparticolarmente palese proprionelle zone di nuova costruzione,ma non solo. Infatti, molti servizisono carenti anche in aree dellacittà costruite da oltre trenta oquarant’anni fa. Possiamo dire cheormai il danno è fatto. Ora, però,da più parti si chiede con insistenzadi smettere di costruire, stante ilfatto che tutto il cemento già approvatonon possa essere bloccatoin alcun modo, di rivalutare l’esistentee soprattutto di fare con urgenzauna variante al bizzarro PRGdi Anzio, per cercare di salvare ilsalvabile. Al Piano Regolatore Generaledel 2005, che ha autorizzatomolte più case di quante non si potessesperare di venderne neanchein una fase di boom economico comequella degli anni ’60 del secoloscorso, fase che ad Anzio ha regalatola cementificazione pressochétotale della costa, complice unapioggia di condoni edilizi decisi alivello nazionale, si è congiunto uncerto lassismo nel procedere al necessarioadeguamento urbanistico.Risultato? Una viabilità “avventurosa”,interi quartieri con serviziinadeguati e senza aree verdi pubblicheo con risibili fazzoletti diprato “da non calpestare”, ben lontanidagli standard minimi di verdeattrezzato per residente. Questoquadro urbanistico a tinte foscheha poi dei casi di specie davveroeclatanti, come ad esempio quellodel complesso di circa venti villettea Villa Claudia (nelle foto), chepurtroppo non è un caso isolato. E,quale che sia il motivo per cui moltecase quasi finite sono oggi un tristespettacolo di degrado, ad allarmareè la noncuranza pressochégeneralizzata.economica internazionale. Appareevidente che si è costruito moltopiù di quanto non fosse necessario,ben oltre quella che poteva esserel’ipotetica domanda, per la maggiorparte legata alle “secondecase”. A fronte di questa rapidissimae scriteriatacementificazione delterritorio comunale,inoltre, le opere diurbanizzazioneprimaria, comestrade asfaltate,allacci alle fogne,illuminazionestradale, spazi diverde pubblico attrezzato,solo per citarele più importanti,procedono invece a rilentoo mancano del tutto.TANTE CASESPRECATECaso eclatante diquesto spreco edilizioè il complesso residenzialedisabitato aVilla Claudia (circa 20villette)Invecele opere diurbanizzazionecome strade,fogne, illuminazionepubblica e parchivanno a rilentoInsomma sembra proprio che oltreal danno ambientale ed economico,perché le case normalmente sicostruiscono per venderle non perlasciarle marcire, ci sia la beffa diuna città in cui, in vaste zone,il sistema di fognature, quellodi illuminazione stradalee le stesse stradesono malmessi, comein una sorta dicantiere perenne.Per non parlare dicome spesso sianoassenti areeverdi di quartiere,adeguate e sufficientiaree di parcheggio,asili nidopubblici e centri di aggregazionesociale e culturale.Questo stato di cose èANNA<strong>Il</strong> mercato della casa èsaturo, ora è tornata anchel’IMU, costruire a questiritmi mi pare solo unospreco diterritorioLEONARDOAnche d’estate quandola popolazione di Anzioraddoppia tantissime casesono vuote. Perché alloracontinuare acostruire?Le associazioni ambientaliste da annicontro il mattone selvaggioGIUSYDa un lato c’è una forteemergenza abitativa,dall’altro migliaia di caserestano invendute o sfitte:è un paradossoCRISTIANA AVENALIDirettrice di Legambiente Lazio«Basta abusi e progettidi cementificazione - dichiaraCristiana Avenali, direttricedi Legambiente Lazio-: il mare e lʼambientecostiero hanno bisogno diattenzione. <strong>Il</strong> tanto cementoche nei decenni ha ingabbiatola costa, a causa anchedello strumento delcondono edilizio che lo Statoha utilizzato spesso concolpevole leggerezza soltantoper fare cassa, ha ridottoallʼosso anche gli accessiliberi al mare e moltiplicatonel nostro territoriogli scarichi illegali su cui occorreintervenire con fermezza.Dagli abusi edilizicostieri alle proposte di variantisu demanio, fino aiprogetti di nuove opere dicemento, sembra proprio sivoglia divorare tutta la bellezzadel nostro irripetibilepaesaggio costiero, un valoreunico ma anche unagrande fonte di ricchezza per un turismoche è sempre più attento allasostenibilità ambientale. Bisognapuntare sulla qualità e appunto sullasostenibilità, dimenticando cementoe assurde concessioni. <strong>Il</strong> nostro maree il nostro litorale meritano questaattenzione – aggiunge Avenali -: storiae archeologia si rincorrono, infatti,sulle coste di tutto il Lazio, possonovantare un cospicuo patrimonio naturalisticoe possono creare lʼopportunitàdi diverse esperienze positive,sulle quali puntare per un rilanciodellʼeconomia legata allʼecosistemacostiero.

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