dove T <strong>in</strong><strong>di</strong>ca la temperatura assoluta, T room la temperatura ambiente e T melt latemperatura <strong>di</strong> fusione. Le costanti A, B, n, C ed m sono costanti <strong>di</strong>pendenti dalmateriale. L’espressione nel primo gruppo <strong>di</strong> parentesi esprime il valore della tensione<strong>in</strong> funzione della deformazione, qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la legge d’<strong>in</strong>cru<strong>di</strong>mento, che si ha per unavelocità <strong>di</strong> deformazione pari a quella <strong>di</strong> riferimento ed un valore della temperaturaomologa nulla. Le espressioni nel secondo e nel terzo gruppo <strong>di</strong> parentesi esprimono,rispettivamente, l’effetto della velocità <strong>di</strong> deformazione e quello della temperatura sullarisposta meccanica dei materiali. Il punto <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> tale modello è dato dalla possibilità<strong>di</strong> trattare <strong>in</strong> modo <strong>di</strong>saccoppiato gli effetti dovuti alle tre variabili <strong>di</strong> deformazione,velocità <strong>di</strong> deformazione e temperatura. Ciò, oltre a rendere molto semplicel’implementazione del modello <strong>in</strong> qualunque co<strong>di</strong>ce numerico <strong>in</strong> commercio, permettela caratterizzazione del materiale con un numero limitato <strong>di</strong> prove meccaniche. Bisognacomunque sottol<strong>in</strong>eare che la proporzionalità, espressa dall’equazione (3.8), dellatensione <strong>di</strong> snervamento con il logaritmo della velocità <strong>di</strong> deformazione non permette,come illustrato <strong>in</strong> Figura 3.3, una corretta descrizione della risposta meccanica delmateriale <strong>in</strong> regimi <strong>di</strong> velocità <strong>di</strong> deformazione superiori a 10 4 s -1 .3.3 Modelli <strong>di</strong> Danneggiamento duttile nei metalliLa rottura duttile, se pur limitata all’ambito dei metalli, è un fenomeno estremamenteampio e complesso. Per decenni, si è pensato alla rottura come ad un fenomeno<strong>in</strong><strong>di</strong>pendente dalla storia dei processi <strong>di</strong> sforzo e deformazione che hanno luogo nelmateriale. Il comportamento <strong>di</strong> questo, cioè, non subiva mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>di</strong> sorta f<strong>in</strong>oall’improvvisa <strong>in</strong>capacità <strong>di</strong> sostenere i carichi. Le teorie <strong>di</strong> rottura, ad esempio, sono iltentativo d’identificare il valore del carico massimo ammissibile senza <strong>in</strong>teressarsi aimeccanismi specifici <strong>di</strong> rottura. Anche se la rottura fragile ha ricevuto grande attenzionedall’<strong>in</strong>izio del ventesimo secolo, la rottura duttile è stata stu<strong>di</strong>ata <strong>in</strong> dettaglio solo apartire dagli anni sessanta.McCl<strong>in</strong>tock, [9], e Rice e Tracy, [10], sono stati i primi ad identificare nel processo <strong>di</strong>nucleazione e crescita dei microvuoti, correlate all’aumento del livello <strong>di</strong> deformazione,il micromeccanismo responsabile della rottura duttile. Da allora, sono stati proposti ungran numero <strong>di</strong> modelli <strong>di</strong> rottura, che, classicamente, sono sud<strong>di</strong>visi <strong>in</strong> “abrupt criteria”e modelli “nucleation and growth (NAG)”.39
Per i primi, a rottura improvvisa, questa avviene istantaneamente quando una variabile<strong>in</strong>terna ovvero una variabile <strong>di</strong> stato, raggiunge, <strong>in</strong> un punto, il valore critico. In talimodelli il danno, anche se è accumulato durante la storia delle deformazioni, non èaccoppiato alle altre variabili costitutive. Questo è un modello tipico per la rottura deimateriali fragili, per cui si ha rottura quando si raggiunge il valore critico dello sforzoovvero dell’<strong>in</strong>tensità del campo <strong>di</strong> sforzo.Per i modelli NAG, <strong>in</strong>vece, l’attivazione dei danneggiamento è causa <strong>di</strong> unamo<strong>di</strong>ficazione delle proprietà meccaniche del materiale. La rottura è vista come ilrisultato <strong>di</strong> un progressivo deterioramento del materiale e della sua capacità <strong>di</strong> sostenerei carichi. La variabile, accoppiata alle altre variabili <strong>in</strong>terne, che tiene <strong>in</strong> conto taledeterioramento è comunemente <strong>in</strong><strong>di</strong>cata come danno e richiede la def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> unalegge <strong>di</strong> evoluzione c<strong>in</strong>etica.Gli “abrupt criteria” sono, <strong>di</strong> solito, facilmente implementabili nei co<strong>di</strong>ci numerici, ma,<strong>di</strong> contro, risentono <strong>di</strong> una scarsa trasferibilità <strong>di</strong>mensionale e geometrica. Nella<strong>di</strong>namica dell’impatto, tali criteri sono stati largamente utilizzati con la giustificazionedel fatto che i fenomeni <strong>di</strong>namici avvengono tanto rapidamente da conf<strong>in</strong>are gli effettiassociati <strong>in</strong> volumi limitati e che, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, gli eventuali accoppiamenti del danno allealtre variabili <strong>in</strong>terne potessero essere trascurati. Tali modelli, però, poiché sono spesso<strong>di</strong> natura fenomenologica, richiedono una caratterizzazione dei parametri a posterioriche riduce fortemente l’effettiva capacità <strong>di</strong> previsione della rottura.In questo contesto, ad esempio, il valore critico della pressione <strong>in</strong> tensione ècomunemente utilizzato per prevedere la rottura per spall <strong>in</strong> un Flyer Plate Impact Test.La determ<strong>in</strong>azione del valore critico, caratteristico del materiale che si sta <strong>in</strong>vestigando,richiede l’effettuazione <strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong> prove a <strong>di</strong>fferenti velocità.L’identificazione avviene comparando lo spall signal del profilo <strong>di</strong> velocità risultante,con quello calcolato. Tale modo <strong>di</strong> operare non tiene <strong>in</strong> nessuna considerazione l’effettodella triassialità dello stato <strong>di</strong> sforzo sul processo <strong>di</strong> rottura duttile.Hancock e Mackenzie, [11], e Hancock e Brown, [12], evidenziarono che la triassialitàdello stato <strong>di</strong> sforzo (Triaxiality Factor, TF) ha un ruolo considerevole nel ridurre lacapacità <strong>di</strong> deformarsi del materiale. Proposero, allora, un modello per cui si ha rotturaquando <strong>in</strong> un punto del materiale si raggiunge un valore critico <strong>di</strong> deformazione, che40
- Page 1 and 2: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINOF
- Page 3 and 4: Indice GeneraleSOMMARIO............
- Page 5 and 6: SommarioNel presente lavoro di tesi
- Page 7 and 8: configurazione alternativa, propost
- Page 9 and 10: di un gradino che precede l’arriv
- Page 11 and 12: Indice delle FigureFIGURA 2.1 - FOR
- Page 13 and 14: FIGURA 6.9 -ONDE DI DEFORMAZIONE IN
- Page 15 and 16: Indice delle TabelleTABELLA 5.1 - P
- Page 17 and 18: 2 Onde di sollecitazione nei solidi
- Page 19 and 20: dello spostamento nella direzione x
- Page 21 and 22: onda incidenteα 1α 2β 2distorsio
- Page 23 and 24: impulso esce dal materiale, mentre
- Page 25 and 26: ivelarsi utili nell’analisi delle
- Page 27 and 28: Poiché la velocità di propagazion
- Page 29 and 30: e σ1 νσ12νε1 = − ( σ2 + σ3
- Page 31 and 32: Un altro risultato interessante è
- Page 33 and 34: equilibrio, ma, diversamente da qua
- Page 35 and 36: 3 Modellazione costitutiva3.1 Intro
- Page 37 and 38: (CCC), quali il ferro α, gli accia
- Page 39: facendo riferimento alla teoria dei
- Page 43 and 44: della velocità di deformazione e d
- Page 45 and 46: Il modello richiede un numero limit
- Page 47 and 48: Bibliografia[1] Pirondi A. e Bonora
- Page 49 and 50: 4 Strumenti di simulazione numerica
- Page 51 and 52: 4.2.1.1 Integrazione DirettaL’int
- Page 53 and 54: 4.2.2 Houbolt OperatorTale operator
- Page 55 and 56: α i è il coefficiente smorzamento
- Page 57 and 58: spostamenti al tempo t+ ∆ t, nel
- Page 59 and 60: propagazione degli errori. Lo schem
- Page 61 and 62: 5 Taylor Test5.1 Analisi teorica de
- Page 63 and 64: considerazione la deformazione elas
- Page 65 and 66: Uno studio preliminare è stato eff
- Page 67 and 68: l’accorciamento calcolato numeric
- Page 69 and 70: Distanza dall'asse di simmetria [mm
- Page 71 and 72: viene a verificare nei primi 2µs d
- Page 73 and 74: parte centrale della superficie d
- Page 75 and 76: La Figura 5.12 esprime gli andament
- Page 77 and 78: ε ( ) 0,5th= Ad− d 0(5.12)in cui
- Page 79 and 80: Bibliografia[1] Zukas, J. A, Nichol
- Page 81 and 82: 6 Hopkinson Bar6.1 Principio di fun
- Page 83 and 84: con la usuale convenzione, nella di
- Page 85 and 86: Il rapporto l / d = 0. 5 del provin
- Page 87 and 88: che si attenuano molto velocemente
- Page 89 and 90: l’aumento della sezione resistent
- Page 91 and 92:
Figura 6.10 - Confronto tra un prov
- Page 93 and 94:
pressione e del provino interposto.
- Page 95 and 96:
Figura 6.14 - Andamenti temporali d
- Page 97 and 98:
necking la velocità di deformazion
- Page 99 and 100:
Figura 6.18 - Sequenza fotografica
- Page 101 and 102:
dal valore di γ = 0. 8 .iIn seguit
- Page 103 and 104:
Questo particolare conferma il buon
- Page 105 and 106:
6.3 ConclusioniLe simulazioni numer
- Page 107 and 108:
7 Flyer Plate Impact TestL’esperi
- Page 109 and 110:
propagazione degli impulsi elastici
- Page 111 and 112:
isultati delle simulazioni. Per il
- Page 113 and 114:
della superficie di spalling, per d
- Page 115 and 116:
ame sia nell’alluminio, il danno
- Page 117 and 118:
in cui K è l’ampiezza, u 0 l’a
- Page 119 and 120:
D/h=16 D/h=8 D/h=4 D/h=2 D/h=1V=185
- Page 121 and 122:
cedimento per spall caratteristico
- Page 123 and 124:
a) b)Figura 7.18 - a) deformata e s
- Page 125 and 126:
d’impatto è sufficientemente ele
- Page 127 and 128:
ne riducono l’intensità. Di cons
- Page 129 and 130:
Distance from impactFigura 7.27 - R
- Page 131 and 132:
In Figura 7.29, è presentato il co
- Page 133 and 134:
Bibliografia[1] Rajendran, A.M., (1