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Comunità in cammino - Coccaglio

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Vita missionariaSI UCCIDE ANCORA SULLE COLLINERuanda 1994 - 2004La difficile riconciliazionea cura di Ben. -Tar.(seguito della pag<strong>in</strong>a missionaria del bollett<strong>in</strong>o di luglio 2004)Comunità apertaIN UN PAESE ANCORA TRAUMATIZZATO, TROVARE UNTERRENO COMUNE E RIPARTIRE E' UNA SCOMMESSADIFFICILE MA SENZA ALTERNATIVE. CI SONO IN GIOCOFATTORI D'IDENTITÀ E URGENZE POLITICHE. MASOPRATTUTTO TROPPO DOLORE.In un volum<strong>in</strong>oso rapporto "Ricostruire una pace duratura <strong>in</strong>Ruanda: la parola al popolo" -, frutto di consultazioni <strong>in</strong> tuttoil paese, l'istituto di ricerca e dialogo sulla pace (lrdp) riassumecosì l'equazione fondamentale da risolvere: "Come parlare diriconciliazione quando le ferite non sono ancora guarite?Possiamo risparmiarci questo travaglio per il fatto che la gentedeve vivere <strong>in</strong>sieme?"Uno dei s<strong>in</strong>tomi del problema è che gran parte dei ruandesihanno difficoltà a riconoscere ciò che fonda la loro comuneidentità. D'altra parte, per decenni è stato esaltato ciò che li differenziaed è stato cristallizzato nell' "etnia". Term<strong>in</strong>e e concettoche suscita i dubbi di non pochi etnologi, non essendoci unal<strong>in</strong>gua o una cultura che possa far dist<strong>in</strong>guere un ruandese dall'altro.Ciò non toglie che oggi ogni comunità abbia coscienzadi una differenza, <strong>in</strong>izialmente fondata su aspetti vaghi come itratti morfologicio l'attività(coltivatorio pastori)degli antenatie, recentemente,fondatasull'appartenenzaalla comunitàcolpitadal genocidioo a quella <strong>in</strong>nome dellaquale dei crim<strong>in</strong>alil'hannocompiuto.Di fronte aqueste difficoltàe difronte alla41necessità di far coabitare i cittad<strong>in</strong>i ruandesi senza esasperare lecontroversie, le autorità hanno deciso di togliere, f<strong>in</strong> dal 1994,la storia dalle materie scolastiche. Ora, da poco tempo, il m<strong>in</strong>isterodell'educazione sta lavorando a un progetto di manualeper la scuola secondaria. Impresa difficile, perché i ruandesi nondesignano gli stessi avvenimenti con le stesse parole. Gli uni,soprattutto hutu, parlano della "guerra", mentre gli altri evocano"il genocidio". Spiega Servilien Sebasoni, consigliere delsegretariato del Fronte patriottico ruandese (Fpr), il partito delpresidente Paul Kagame: "Questa situazione è sempre più <strong>in</strong>sostenibile.Molti pensano che si possa <strong>in</strong>segnare la storia delRuanda, dicendo ciò su cui si è d'accordo e ciò su cui si è <strong>in</strong>disaccordo Questo è meglio di niente, e credo che ci si stiaavviando a questa soluzione".Tra i punti di disaccordo c'è la data d'arrivo nel paese delle differenticomunità (twa, hutu, tutsj) e il credere o meno nel mitofondatore, secondo il quale i ruandesi discendono tutti da unostesso padre i cui figli sarebbero Gatutsj, Gatwa e Gahutu. C'èdiscussione anche sulla natura di ciò che si chiama la "rivoluzione"del 1959. Taluni vi vedono piuttosto la nascita dell'ideologiadella separazione che ha condotto al genocidio.Sebasoni raccomanda l'elasticità e l'accettazione di una pluralitàd'<strong>in</strong>terpretazioni. Anche se gli etnologi rifiutano il term<strong>in</strong>e"et-nia" nel caso ruandese, l'uso di questa parola è talmentecostante che si è obbligati ad accettarne una seconda accezione.Sottol<strong>in</strong>ea Sebasoni: "Una parola può avere diversi significati edè l'uso che la determ<strong>in</strong>a. Non saremo tutti d'accordo al centoper cento, ma troveremo il consenso sulle cose essenziali"." Vecchi" e "nuovi" Ruandesi.Il tempo ha comunque lavorato e lo scenario è mutato. Lo sforzodi riconciliazione avviene <strong>in</strong> un quadro completamentediverso di quello dell 1994. Nel paese ci sono nuove categorie dipopolazione, anche <strong>in</strong> funzione del genocidio e delle sue conseguenze.Oggi la società comprende gli scampati al genocidio, idetenuti, gli accusati di genocidio, i rifugiati rientrati dopo ifatti del 1994 (<strong>in</strong> maggioranza tutsi provenienti da Burundi,Uganda, Tanzania e Rd Congo) e i rifugiati (<strong>in</strong> maggioranzahutu) usciti dopo il genocidio del 1994 e rientrati a partire dal1997.Sono apparse anche nuove parole: abasopeja (scampati), abadu-

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