Comunità apertaLegazpi, 13 luglio 2004[...]Ho assunto nel giugno dello scorso anno l'<strong>in</strong>carico di superioredella nostra prov<strong>in</strong>cia che comprende gli USA e le Filipp<strong>in</strong>e, mada quando il giovane sacerdote dell'India che aveva accettato divenire nelle Filipp<strong>in</strong>e si è ammalato e, dopo un mese di permanenza,ha fatto ritorno nella sua terra, ho dovuto prendere il suoposto perché non avevo altri sacerdoti da mandare. Questo nonmi dispiace, anzi, riscopro la mia vocazione missionaria. Qu<strong>in</strong>dipasso qui tre mesi e poi vado negli USA a visitare le nostre comunitàdi quella nazione. Rimango là un mese o poco più e poiritorno qui nelle Filipp<strong>in</strong>e.Sono qui alla periferia di questa cittad<strong>in</strong>a di circa centomila abitanti:qui si fa svelto a metterli <strong>in</strong>sieme, visto come sono assiepati<strong>in</strong> casa. Legazpi, si trova a circa 500 Km. al Sud di Manila.E' capoluogo di prov<strong>in</strong>cia, c'è il vescovo. [...] In comunità siamodue sacerdoti e un fratello religioso. L'altro sacerdote è degliUSA, mentre il fratello religioso è filipp<strong>in</strong>o. [...]Pr<strong>in</strong>cipalmente cidedichiamo alle opere di misericordia, secondo il nostro carisma.Abbiamo una scuola per bamb<strong>in</strong>i disabili, circa 30.Abbiamo fisioterapia, ogni settimana circa 50 persone, <strong>in</strong> generalepoveri affetti da <strong>in</strong>farto per causa della cattiva alimentazione.Tra i pazienti abbiamo anche il vescovo titolare e quello ausiliare.Nel pomeriggio cerchiamo di dare una buona merenda,praticamente un buon pranzo, a circa una sessant<strong>in</strong>a di bamb<strong>in</strong>icon problemi di nutrizione e qu<strong>in</strong>di di sviluppo. AbbiamoCont<strong>in</strong>ua ….bai (ex rifugiati nell'Rd Congo), abagepe (exrifugiati <strong>in</strong> Burundi), abasagya (ex rifugiati<strong>in</strong> Uganda). Tutti sono segnati dalla culturae dai costumi del paese che li ha accolti.Un mondo che parla k<strong>in</strong>yaruanda e spessolo swahili, ma anche l'<strong>in</strong>glese, appreso <strong>in</strong>esilio, e il francese. E va sottol<strong>in</strong>eato cheuna buona parte del personale politicoruan-dese è composto di rifugiati chehanno un esperienza diversa da quella degliscampati o dei vecchi responsabili politici.Avendo ritrovato la terra promessa e avendoassai meno lutti familiari, hanno unavisione più ottimista del futuro. Le stessefamiglie si sono ricomposte. Molte famiglie,anche quelle gestite da vedove e conpochi mezzi, hanno adottato degli orfanidel genocidio o dell'esodo nell'Rd Congo.La nuova classe politica, forte dei successimilitari sui diversi avversari (congolesi, hutu ruandesi e ugandesi)è conv<strong>in</strong>ta che rifiutare l'utilizzo dell'etnia a f<strong>in</strong>i demagogicisia la sola via "politicamente corretta", manifesta una certa fiducianella riconciliazione così come viene pilotata.Tra i punti a favore c'è il re<strong>in</strong>tegro nell'esercitoat-tuale (Armata patriottica ruandese- Apr) di i 5mila ex militari delle Forzearmate ruandesi (Far) del presidenteHabyarimana, morto nel 1994. E' <strong>in</strong> attoanche la smobilitazione dei combattentihutu che com<strong>in</strong>ciano a rientrare dall'RdCongo. quattromila hanno già compiutoquesto passo, secondo Jean Say<strong>in</strong>zoga,responsabile della Commissione di smobilitazionee re<strong>in</strong>tegrazione, anche se moltoresta da fare.Le autorità di Kigali stimano che i ribellihutu ruandesi attivi nell'Rd Congo nonsiano meno di quarantamila. Coloro cherientrano sono accolti nel campo di Mutobo,a pochi km da Ruhengeri.da Nigrizia 28/2004MISSIONARI DI CASA NOSTRA<strong>in</strong>oltre 5 ammalati che vivono con noi perché non hanno nessuno.Cerchiamo nel possibile di aiutare nella pastorale, ma abbiamoun po' l'handicap della l<strong>in</strong>gua. [...] Stiamo cercando di impararlama … a una certa età non è facile. [...] Andiamo a visitare gliammalati quando ci chiamano, a benedire le case e ad aiutareper qualche messa <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese.Gli spagnoli hanno lasciato molte tradizioni cristiane,che però hanno bisogno di essere evangelizzate. In generale lagente è buona. [...][...] Il mio e-mail è omodei.battista@guanelliani.it[...] Un ricordo nella preghiera al Signore che ci tiene uniti nelladistanza e ci fa crescere nella sua fede.Don Battista OmodeiSr. Clara Pagani ci ha scritto e <strong>in</strong>viato la bellissime foto pubblicate qui ealla pag. prec.. Alcuni passaggi del suo biglietto:“Oggi i ragazzi sono andati a lavare i loro vestiti al marcé: acquastagnante che la gente usa per coltivare i fagioli. Possiamo usufruiredella luce elettrica solo per quattro oreal giorno. [...]Il pomeriggio e la notte sono al lume di candela. Manca anchel’acqua, a causa delle poche pioggie. Per noi misisonarie tuttoquesto non è un problema, perché ci adattiamo facilmente atutto”.42
Comunità apertaCHIESE CRISTIANEIL DIFFICILE CAMMINO VERSO LA RICONCILIAZIONETRA LA CHIESA CATTOLICA E LA CHIESA ORTODOSSAdi Graziella Lor<strong>in</strong>i" Questa Icona sacra è un simbolo dell'unitàdei discepoli del Figlio unigenito diDio" e ancora "Dica questa antica immag<strong>in</strong>edella Madre del Signore, a sua santitàAlessio II e al venerando s<strong>in</strong>odo dellaChiesa ortodossa l' affetto del Successoredi Pietro. Dica il desiderio e il fermo propositodel Papa di progredire <strong>in</strong>sieme nelcamm<strong>in</strong>o di reciproca conoscenza e riconciliazione,per affrettare il giorno di quellaunità piena dei credenti". Queste leparole di Giovanni Paolo II <strong>in</strong> occasionedella consegna dell'Icona di Kazan loscorso 28 agosto da parte del Card<strong>in</strong>alKasper al Patriarca di Mosca e di tutte leRussie, il quale ha risposto r<strong>in</strong>graziando eauspicando più fraterni rapporti tra ledue Chiese.Richiesto però su un viaggio del Papa <strong>in</strong>Russia, il Patriarca ha detto: " I negoziatisu una possibile visita del Papa <strong>in</strong> Russiasaranno possibili solo dopo cambiamentiessenziali nelle relazioni tra ortodossi ecattolici. Al momento la visita è impossibile."Ma che cosa separa e che cosa unisce laChiesa d'Oriente e quella d'Occidente?La divisione ha profonde radici, che risalgonoa una storia antica. Si è soliti <strong>in</strong>dicarel'anno 1054, quando il legato del papae il patriarca greco Cerulario si scambiaronoreciproche scomuniche. Tuttavia questacircostanza, per quanto dolorosa, haun significato puramente simbolico, <strong>in</strong>quanto già <strong>in</strong> precedenza l'Oriente bizant<strong>in</strong>oe l'Occidente lat<strong>in</strong>o avevano <strong>in</strong>trapresostrade diverse, avendo l<strong>in</strong>gua ,culturae mentalità differenti.La scissione hal’icona di Kazanavuto come risultato un impoverimentodegli uni e degli altri e la ferita è stata reciproca.Oggi i cristiani delle due Chiese sono animatidal desiderio di imparare di nuovoqualcosa gli uni dagli altri.Un esempio: daqualche tempo il rispetto e la venerazioneper le icone si sono ampiamente diffusi <strong>in</strong>Occidente. Esattamente quarant'anni fapapa Paolo VI e il patriarca ecumenicoAtenagora I si sono <strong>in</strong>contrati aGerusalemme e si sono abbracciati; sisono scambiati lettere e messaggi e a conclusionedel concilio Vaticano II hannocancellato dalla memoria della Chiesa le<strong>in</strong>fauste scomuniche del 1054. Tutto ciòha costituito un nuovo <strong>in</strong>izio e da quelmomento noi ci chiamiamo Chiese sorelle.Il concilio Vaticano II ha riconosciutola ricca eredità delle Chiese orientali, mettendocosì f<strong>in</strong>e all'antica politica di lat<strong>in</strong>izzazionedell'Oriente, che aveva suscitatotanta diffidenza. Purtroppo all'<strong>in</strong>izio43del nuovo millennio sono sorti altri gravimotivi di attrito, che si trasc<strong>in</strong>ano tuttora,dovuti alla decisione del Papa di erigerequattro nuove diocesi nel territorio dell'exUrss. La Chiesa ortodossa vede <strong>in</strong> questol'<strong>in</strong>tenzione di far proselitismo estrapparle fedeli per <strong>in</strong>serirli nel culto cattolico-romano.Malgrado la separazione, elementi essenzialidell'unità sono stati conservati:· Siamo uniti nella stessa fede apostolicadel I secolo , così come essa è testimoniatadai Padri della Chiesa che abbiamo <strong>in</strong>comune.· Celebriamo gli stessi sacramenti, anchese con riti diversi e <strong>in</strong> particolare l'eucarestia,che costituisce il centro e il culm<strong>in</strong>edella vita della Chiesa.· Siamo uniti dallo stesso m<strong>in</strong>istero episcopalenella successione apostolica.· Insieme veneriamo i santi, <strong>in</strong> particolareMaria, la Madre di Dio, e apprezziamo lavita monastica.Detti punti comuni non escludono le differenze,molte delle quali sono solo diversitànelle forme di espressione liturgiche espirituali. L'unica questione veramentedifficile, e la sola, <strong>in</strong> fondo, che sia realmentecruciale, è la questione del m<strong>in</strong>isteropetr<strong>in</strong>o, ossia del primato, non soltantod'onore ma anche di giurisdizione,delromano pontefice su tutta la Chiesa e suogni parte di essa, e la sua <strong>in</strong>fallibilità personalenel def<strong>in</strong>ire un dogma. Ci sonoaltri punti di divergenza : la questionedella processione dello Spirito Santo dalPadre e dal Figlio (Filioque), come recitia-
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