16AMERICA LATINADiario di viaggio di Fabio e Letizia Venchi (seconda parte)Las Plumas - Puerto Piramides- Argentina, 22 novembre 2012Cari amici, è tanto che nonscriviamo, ma le emozioni e lastanchezza fisica, alla sera, pesano,poi ci sono tante cose davedere che quasi sempre manca iltempo da dedicare alla scrittura.Ora siamo in Argentina, in unpiccolo paese in direzione dellapenisola di Valdes; qui ci sono lebalene che si riproducono e dellecolonie di pinguini, leoni marinied elefanti marini, che speriamodi avvistare.Prima di arrivare qui abbiamovisitato il Brasile, il Venezuela, laColombia, l’Ecuador, il Perù, laBolivia ed il Cile, quindi le avventuresono state tante.Dopo pochi giorni (avevamoda poco <strong>com</strong>inciato il Brasile), la<strong>com</strong>pagnia si è sciolta, perché ilcapogruppo alle prime difficoltàci ha abbandonato, quindi abbiamoproceduto da soli, ma per noiè stato un “colpo di fortuna”,dal centro storico molto vivace,alle spiagge molto “libere”, agliautobus dove gli autisti cantano esi agitano al ritmo di musica;insomma una città straordinaria;il resto è natura, piante e fioriincredibili, bananeti ovunque edella frutta stupenda!L’ultimo pezzo del Brasile,quando da Belem ci siamo imbarcatisu un traghetto di linea che,attraverso il Rio delle Amazzoni,ci ha portato fino a Manaus, èstato per noi un momento digrande bellezza e tranquillità;poter attraversare, con gran calma,lunghi canali quasi copertida mangrovie, piccoli villaggi diindios, e osservare i delfini rosaguizzare fuori dall’acqua, è statoveramente emozionante.Dal Brasile al Venezuela,splendida terra, ma corrotta finoal midollo, situazione che abbiamoprovato a nostre spese, infattici siamo imbattuti in uno scioperoalquanto singolare: nelle vicitrabbandosconsiderato; infatti inVenezuela il gasolio costa pochissimo,0.50 cent. di euro per unpieno di gasolio di 80 litri, invecenegli stati confinanti circa uneuro al litro, quindi interi villaggivivono con questo “lavoro”. Noi,per poter passare, abbiamo dovutopagare circa 80 $ ed attraversarevie secondarie con a bordo ilfaccendiere a cui ci eravamo affidati.Come se non bastasse, unavolta arrivati al confine, per poteravere il timbro d’uscita dal Venezuelasul passaporto, abbiamodovuto contrattare il prezzo, finoad arrivare a 200 $... ma ne volevano1000!! E questo voluto dai“doganieri”!!!infatti il viaggio è migliorato dimolto.Il Brasile, a parte le strademolto trafficate ed in condizionipietose, è stato bellissimo. Rio deJaneiro è una città enorme, al cuiinterno ci sono molte diversità,nanze dei confini c’erano deiblocchi stradali per protestarecontro la chiusura delle pompe dibenzina vicino alle frontiere, e finqui non ci sarebbe nulla di strano,se non fosse che il governo leaveva chiuse per evitare il con-Comunque, finalmente arriviamoin Colombia, terra stupendasia sotto il profilo paesaggisticoche per la sicurezza, qui stannofacendo di tutto per <strong>com</strong>batterela corruzione e lo spaccio didroga, con ottimi risultati.Da qui arriviamo in Ecuador,spettacolare! I suoi mercati, l’attaccamentoalle tradizioni ed i
17Donne peruvianein costumesuoi vulcani altissimi lo rendonounico; è un paese colorato, vivace,dove si sta molto bene.Lasciato l’Ecuador, entriamoin Perù, altro territorio incredibile;qui, oltre alla bellezza dei suoimonti, ai colori stupefacenti deldeserto di Atacama ed alle lunghespiagge deserte, si trovanodei siti archeologici del periodoprecolombiano, preincaico edincaico, di gran rilievo, intere cittàche, sepolte dalla sabbia, sonostate ritrovate intatte, qui il governosta facendo enormi sforzi economiciper poter finanziare gliscavi, ma con un bel successo; ituristi arrivano da ogni parte.Lasciamo il Perù per andare inBolivia. Qui le cose sono un po’diverse, c’è una grande povertà ele strade sono a volte impraticabili,però la soddisfazione peraver visto il salar de Uyuni (1) ciripaga di tutti i disagi per l’attraversamentodella nazione.Per arrivare al confine con ilCile, abbiamo dovuto affrontareuna strada incredibile, ovviamentenon asfaltata, con un ondulèpazzesco ed una sabbia tipo borotalcocheè entrata dappertuttoall’interno del camper. Come senon bastasse, ad una quarantinadi chilometri all’arrivo, vediamouna macchina ribaltata a bordostrada e delle persone che ci chiedonoaiuto; la loro richiesta consistenel farci ritornare indietrodi 20 km fino al primo paese edavvisare l’ospedale, acciocchèmandino un’ambulanza. Ovviamentetorniamo indietro. Quandoarriviamo al paesino, ci dirigiamosubito all’ospedale, ma congran meraviglia notiamo un lucchettosulla porta: è chiuso! Alloraandiamo in una caserma delcorpo speciale di esploratori dimontagna pensando che quisicuramente ci aiuteranno. Maahimè, quando spieghiamo l’accaduto,ci rispondono che nonhanno una macchina, che l’ospedaleè chiuso da tempo e nonhanno nemmeno un telefono per<strong>com</strong>unicare con le altre città Allafine, visto il nostro insistere, sisono presi carico del tutto, maancora adesso non sappiamo<strong>com</strong>e abbiano fatto a prestar soccorso.Quando siamo arrivati al confine(Ollague) con il Cile, i finanzierisi sono messi a ridere nelvedere <strong>com</strong>’era ridotto (dalla polvere)il nostro camper e noischerzosamente abbiamo dettoloro che passeremo la notte aripulirlo: così è stato!!!Raccontiamo questo episodioper far capire le condizioni di vitadella Bolivia, sicuramente neiposti di gran turismo tutto cambia,ma per l’ 80% della Bolivia larealtà è questa.Ora siamo in un continuoalternarsi tra Cile ed Argentina,due territori molto diversi dalresto dell’ America Latina, qui c’èun mondo molto simile al nostro,ordinato e piuttosto ricco, macon spazi molto più ampi; è bellissimo,ma si è un po’ persa la“personalità” dell’America Latina,il suo caos, i mercati, i colori, icostumi tradizionali sono soloricordi, ma una grande cosa ac<strong>com</strong>unaquesto continente: la gentilezza,la disponibilità e l’allegriadi questi popoli; forse qualcosadovremmo imparare da loro. Conil prosieguo del nostro viaggio viinformeremo di altre realtà, almomento a noi sconosciute.Ringraziamo tutti gli amiciche hanno contribuito, anche conpiccole cose, alla preparazionedegli aiuti portati alle popolazioni“indios” trovate lungo il percorso!A presto,Letizia e Fabio Venchi(1) Il salar de Uyuni è un enorme deserto disale che, con i suoi 12.000 chilometriquadrati, è la più grande distesa di salenel mondo. È situato sull’altopiano andinomeridionale della Bolivia a 3650metri di quota.