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Austropotamobius pallipes fulcisianus - Regione Umbria ...

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BIOLOGIA E PIANTE OSPITI<br />

Le larve di questa specie si sviluppano a carico di Aristolochiacee del genere Aristolochia,<br />

quali Aristolochia clematitis, Aristolochia rotunda e Aristolochia pallida. Gli adulti dell’unica<br />

generazione annuale sono attivi fra aprile e maggio. In Sicilia possono essere attivi già a<br />

fine febbraio. Le uova sono deposte isolate o in piccoli gruppi sulla pagina inferiore delle<br />

foglie delle piante ospiti. Le uova schiudono nel giro di una settimana. Lo sviluppo larvale<br />

dura 4-5 settimane e prevede 5 mute. Questa specie sverna allo stadio di pupa. I principi<br />

attivi tossici delle piante nutrici permangono nelle larve che, pertanto, risultano<br />

parzialmente protette dai loro predatori.<br />

Questo piccolo papilionide è strettamente legato alle aristolochie, piante di cui si nutre il<br />

bruco. E' una delle prime farfalle a comparire in primavera, infatti l'adulto che ha svernato<br />

sotto forma di crisalide schiude in marzo-aprile ed ha una sola generazione l'anno.<br />

L'adulto vola per un periodo di non più di 3 settimane. I maschi sono molto attivi, alternano<br />

periodi di sosta a voli di perlustrazione in cerca delle femmine, anche con temperature<br />

basse e stazionano di solito in luoghi riparati dal vento e ben esposti al sole.<br />

Un tempo specie comune nelle zone umide anche questa farfalla, come Lycaena dispar, è<br />

oggi assai rara, sia per la riduzione degli ambienti palustri, a causa di bonifiche, sia per la<br />

conseguente scomparsa delle piante del genere Aristolochia di cui si nutre la larva<br />

monofaga.<br />

HABITAT<br />

Questa specie è tipicamente collinare e di fondo valle; frequenta aree fresche e umide<br />

dove sono presenti le piante ospiti, quali argini di fossi e rii, zone paludose, radure di<br />

boschi; si può osservare dal livello del mare fino a circa 1000 m di altitudine, comunque<br />

sempre strettamente associate alle piante nutrici dei bruchi Aristolochia rotunda e, meno,<br />

A. clematitis.<br />

Si tratta di una specie diffusa, ma molto localizzata. Risulta più comune alle basse<br />

altitudini. Risulta abbastanza frequente soprattutto in prossimità delle rive dei corsi<br />

d’acqua e in terreni incolti accidentati.<br />

STATUS DI CONSERVAZIONE<br />

E' inserita nel libro rosso delle farfalle italiane. Il suo status è quello di specie localizzata,<br />

tendenzialmente in pericolo, soprattutto a causa delle forme di gestione di argini, incolti e<br />

siepi.<br />

Nonostante la specie possa talora presentarsi localmente comune, risulta in generale<br />

minacciata, soprattutto a causa della forte riduzione degli habitat in cui crescono le piante<br />

ospiti. Negli ultimi anni questa specie è scomparsa da molte delle località europee ed<br />

italiane popolate in passato; per questo motivo è stata inclusa tra le entità vulnerabili dal<br />

Consiglio d'Europa (Heat, 1981), è stata inserita nell'Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE<br />

e nell’elenco delle specie protette in Toscana ai sensi della L. R. 56/2000.<br />

L'eccessiva antropizzazione, la messa a coltura dei terreni incolti, la modernizzazione<br />

delle tecniche agricole e l'uso massivo e indiscriminato di erbicidi e di antiparassitari, la<br />

riforestazione, anche naturale, sono i maggiori fattori di rischio per la sua sopravvivenza<br />

(Heat, 1981; Balletto & Kudrna, 1985; Prola & Prola, 1990). Secondo le categorie riportate<br />

dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura Zerynthia polyxena è specie<br />

minacciata (cioè in pericolo di estinzione).<br />

Localmente può essere minacciata dalla raccolta eccessiva per collezionismo. Alcune<br />

popolazioni possono essere scomparse proprio a cause di raccolte eccessive.<br />

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