Criteri di lotta integrata alle malattiedel nocciolo nell’ambito della progettazionedi recupero del lago di VicoIntegrated pest management of hazelnut diseases in Vico Lake districtLEONARDO VARVARO E ALFREDO FABIDipartimento di Scienze e tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia, Universitàdella Tuscia, Viterbo - Centro Studi e Ricerche sul Nocciolo e sul Castagno, ViterboParole chiave: Nocciolo, malattie fungine, malattie batteriche, lotta integrata.Keywords: Hazelnut, fungal diseases, bacterial diseases, integrated pest management.AbstractIl lavoro presenta un quadro completo sulle principali metodiche di lotta integrata alle malattie del nocciolonel comprensorio corilicolo del lago di Vico (Alto Lazio). Lo studio approfondito di questo aspettosi è reso necessario in seguito alla complessa situazione ambientale in cui si è venuto a trovare l’agroecosistemadel lago stesso. La Regione Lazio, infatti, ha recentemente emanato una Delibera Regionale(n° 218/2<strong>01</strong>1) con la quale ha inteso delimitare le cosiddette aree di rispetto e protezione entrocui rientra tutta la caldera del lago di Vico, per la salvaguardia dell’ambiente naturale dell’area. In particolareè prescritta, tra l’altro, l’utilizzazione di pesticidi, salvo che l’impiego di tali sostanze sia effettuatosulla base di uno specifico Piano di Utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, dellecolture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e delle vulnerabilità delle risorse idriche.Questo lavoro rappresenta un contributo per chiunque abbia interesse ad applicare le tecniche dilotta integrata e a basso impatto ambientale nei confronti delle malattie di una delle colture più tipichee tradizionali del Viterbese, al fine di ottenere una produzione sana, di qualità, nella salvaguardiadell’agroecosistema.The paper presents a comprehensive overview of the main methods of integrated pest managementtechniques towards the major hazelnut diseases in Vico Lake district (Province of Viterbo). The thoroughstudy of this phytopathogenic aspect was necessary due to the complex environmental situationof the agro-ecosystem of the lake itself. The Latium Regional Government, as a matter of fact, has recentlyissued a regulation to define the so-called areas of respect and protection within which thewhole area falls, for the protection of its natural environment. In particular, pesticides are prohibited,except that the use of such substances is carried out on the basis of a specific utilization plan whichtakes into account the nature of the soils, compatibility of crops, the agronomic techniques employedand vulnerability of water resources. This work could be also helpful to anyone who is interested toapply integrated pest management techniques with low environmental impact, towards the diseasesof one of the most typical and traditional crop of the whole Province of Viterbo, in order to achieve aproduction of quality but also in a more healthy and environmentally friendly way.1. INTRODUZIONEIl nocciolo è ormai da alcuni decenni la coltura maggiormentecoltivata nella caldera del lago di Vico. Essaè andata gradatamente a sostituire quasi del tutto le coltivazionidi vite, olivo, seminativi e pascoli che per lungotempo avevano contribuito a sostentare l’economiaagricola del territorio. Attualmente sul bacino del Lagodi Vico insiste l’omonima Riserva Naturale regionale.Con la Legge Regionale n. 24 del 24 dicembre 2008il consiglio Regionale del Lazio ha infatti ufficialmente1.2<strong>01</strong>3 11
stabilito confini e superficie della riserva compresa neiComuni di Caprarola e Ronciglione. Con la nuovaestensione di 4.109 ettari la Riserva comprende ora l’interobacino imbrifero dalla tipica forma a ferro di cavalloe la cinta montuosa che circonda il lago di originevulcanica.I comuni che si affacciano sul lago e che hanno limitiamministrativi ricadenti all’interno della Riserva, comprendonoinfatti numerose aziende condotte quasi completamentea noccioleto, per lo più in regime asciutto,per una estensione totale prossima ai 1.000 ettari.Attualmente i frutteti (comprendenti noccioleti, ma anchecastagneti, soprattutto da frutto) occupano circail 26% di tutta la superficie della Riserva e ben l’85% ditutta la superficie agraria totale è occupata dalla colturadel nocciolo; nel restante 15% insiste soprattutto il castagno(ARPALAZIO, 2<strong>01</strong>2).Le attività antropiche svolte all’interno della Riserva,per lo più agro-silvo-pastorali, sono state recentementeoggetto di valutazione di impatto ambientale evi è il dubbio che possano avere concorso alla attualeeutrofizzazione delle acque lacustri. La Regione Lazio,pertanto, ha provveduto all’emanazione di una DeliberaRegionale (n° 218/2<strong>01</strong>1). Con tale Delibera la Regioneha inteso delimitare le cosiddette aree di rispetto e protezioneentro cui rientra tutta la caldera del lago di Vico,corileti inclusi, proprio per la salvaguardia dell’ambientenaturale dell’area. In particolare, l’articolo 8 di taleD.G.R. vieta, tra l’altro l’utilizzazione di pesticidi, salvoche l’impiego di tali sostanze sia effettuato sulla basedi uno specifico Piano di Utilizzazione che tenga contodella natura dei suoli, delle colture compatibili, delletecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilitàdelle risorse idriche”. La coltura del nocciolo puòandare incontro infatti ad attacchi di patogeni batterici,fungini e virali, che causano danni anche notevoli(Varvaro et al., 2<strong>01</strong>1). I mezzi di controllo chimici neiconfronti delle malattie da essi causate hanno rappresentato,soprattutto nel passato, una parte preponderantedelle metodiche di controllo, comportando di conseguenzauna pressione antropica e un impatto ambientaledi un certo rilievo sulle acque lacustri e sull’ambientenaturale della Riserva. L’Amministrazionedel principale Ente pubblico di questo territorio, ovveroil Comune di Caprarola, ha sentito pertanto la necessitàdi redigere un apposito Piano di Utilizzazionedei suoli Agricoli nell’Area di salvaguardia del Lago diVico. Per far ciò si è avvalsa della collaborazione del DipartimentoD.A.F.N.E. dell’Università della Tuscia cheha messo a disposizione docenti e tecnici esperti nelletematiche specifiche richieste. Questo lavoro, prendendospunto dall’operato degli Autori nell’ambito diquesta collaborazione, vuole essere un contributo pertutti coloro i quali hanno interesse ad applicare le tecnichedi lotta integrata e a basso impatto ambientalenei confronti delle malattie di una delle colture più tipichee tradizionali del Viterbese, al fine di ottenere unaproduzione sana e di qualità, nella salvaguardia dell’agroecosistema.2. DIFESA INTEGRATA NEI CONFRONTIDELLE MALATTIE DEL NOCCIOLONELL’AREALE DEL LAGO DI VICO:GENERALITÀGli aspetti biologici ed epidemiologici delle più importantimalattie batteriche, fungine e virali sono statitrattati nel numero 1 di Corylus&Co edito nel 2<strong>01</strong>1(Varvaro et al., 2<strong>01</strong>1). Si invita, pertanto, il lettore a fareriferimento a questa pubblicazione per conoscere gliaspetti più generali della situazione fitosanitaria dellacorilicoltura nel Viterbese. Per quanto riguarda, invece,i criteri pratici di intervento consigliati per il controllodelle suddette avversità, è opportuno fare riferimentoalle “Norme tecniche di difesa integrata e controllodelle erbe infestanti” pubblicate periodicamentedalla Regione Lazio in relazione all’applicazione dellamisura 214.1 - Agricoltura Integrata- riguardante ilProgramma di Sviluppo Rurale 2007-2<strong>01</strong>3 attuativo delregolamento Ce n.1698/2005. In particolare, in questolavoro è stato preso come riferimento l’ultimo aggiornamentodell’allegato alle suddette norme pubblicatonel giugno 2<strong>01</strong>2. Si ritiene necessario non scostarsida queste norme tecniche per tutti coloro che operanonell’areale del lago di Vico in quanto, sulla basedella recente normativa (D. Lgl. 150 del 14.08.2<strong>01</strong>2,121.2<strong>01</strong>3