Tab. 3 Caratteristichedegli eventimeteorologici e deirelativi carichi di nutrienti(kg P/ha) registratinei bacinimonitorati.1.2<strong>01</strong>3 25
3. RISULTATISul piano applicativo, i risultati principali di questi studisi possono così sintetizzare:1) Il principale fattore limitante i deflussi superficiali(e quindi l’erosione del suolo e l’asportazione delfosforo) è l’aggressività climatica (fattore R-USLEdell’equazione di Wishmeier e Smith; per i dettaglidi calcolo vedi Leone, 2000). La correlazione èsempre molto significativa, con coefficienti di determinazione(r 2 ) maggiori di 0,9 in tutti i casi (comeè noto in Statistica, questo significa che oltre il 90%della varianza dei dati è spiegata dal solo coefficienteR-USLE.), salvo per il bacino misto A, cosa spiegabileproprio con la disomogeneità della coperturadel territorio. Comunque, anche in questo bacinor 2 è significativo ed elevato (superiore a 0,7).2) I carichi agricoli sono molto elevati: da 1 a oltre 3kg/ha per ogni evento.3) I carichi dai bacini forestali possono essere altrettantoelevati, soprattutto nel periodo temporale successivoalla ceduazione. Gli stessi carichi decrescononel tempo, per effetto della ripresa del soprassuolo.4) L’impatto reale non è costituito dai carichi unitari,ma da fosforo trasportato al recettore finale dallarete idrografica (nel caso specifico il fosso Scardenato).5) I carichi unitari, agricoli e forestali, generalmentesi attenuano quando il deflusso, dalle singole superficiomogenee a nocciolo e bosco, passa nella reteidrografica (fosso Scardenato), ma ciò non sempreaccade e lo Scardenato più di una volta porta al lagocarichi molto simili a quelli asportati dalle superficiomogenee, agricole e forestali, con valori quantitativimolto elevati, anche superiori ai 2 kg/ha.6) Per altro verso, il lago di Vico, sul piano idrobiologico,ha caratteristiche intrinseche di elevatavulnerabilità, per due motivi: uno di ordine generale,perché il lago è vulcanico e, come tale, ha undebole ricambio delle acque; l’altro di carattere specificodi Vico (vulnerabilità intrinseca), che, tra igrandi laghi vulcanici laziali, è nettamente il più vulnerabile,come mostra il grafico di figura 4A. Nona caso, esso è il primo a mostrare i sintomi evidentidell’anomala evoluzione trofica in atto, con le bennote fioriture algali degli ultimi anni.7) Ne conseguono carichi molto rilevanti provenientidal bacino sul lago, sensibilmente attenuati, però,dalla scarsa vivacità idrologica del lago, dovuta soprattuttoalla notevole permeabilità dei suoli. Ciòrende raro il fenomeno del deflusso superficiale, peraltro ulteriormente attenuato dall’adozione della tecnicadel manto erboso “pratino” prevista dal regolamento2078/92/CEE. Occorrono, infatti, valoridi R-USLE (si è stimato un valore minimo di 19,9MJ*mm*ha -1 *h -1 *anno -1 perché si generi deflusso)molto elevati (quindi statisticamente di bassa frequenza)per generare deflusso, erosione ed asportazionedi fosforo. Questo è il principale fattore dinaturale difesa dell’ambiente lacustre, altrimenti destinatoad un declino della qualità ancora più rilevantedi quanto non sia oggi.8) Consegue da quanto detto al punto 4) l’importanzadella strategia di intercettazione dei deflussi con barrierefiltro e strutture del paesaggio che intercettanoe creano ostacolo al fenomeno di esportazione degliinquinanti.3.1 Analisi della sostenibilità dell’agricolturaApplicazione del modello di VollenweiderL’applicazione del modello di Vollenweider (1976) consentela stima della concentrazione media di fosforo nelleacque del lago, dopo un tempo sufficientemente lungoaffinché si abbia un assetto definitivo dell’ecosistemalacustre. Partendo dal presupposto che lo stato troficodi un lago dipende dalla sua morfologia e dal caricodi P conseguente alle attività antropiche, Vollenweider(1976) ha proposto la seguente relazione, poiripresa dall’O.E.C.D. (1982) e dal testo unico italianosulla tutela delle acque (D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.):261.2<strong>01</strong>3