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Emendamenti, maxi-emendamenti e questione di fiducia nelle ...

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all’indomani delle elezioni del 1953, i cui esiti, come è noto, fanno sì che il premio <strong>di</strong>maggioranza non “scatti” 132 .In ogni caso, mentre la “legge truffa” viene subito abrogata – e con essa vengonoaccantonati, per trenta-quarant’anni, i tentativi <strong>di</strong> lettura in senso maggioritario del sistemapolitico italiano – i precedenti parlamentari restano. E’ infatti, a partire da questi che si avvia lafaticosa costruzione <strong>di</strong> quella che poi è stata qualificata, a partire dagli anni ’60, unaconsuetu<strong>di</strong>ne costituzionale 133 , che solo successivamente, e comunque in modo assai parziale,viene co<strong>di</strong>ficata nei regolamenti parlamentari (nel 1971 alla Camera, nel 1988) al Senato; connorme, che, alla Camera, vengono presto superate da interpretazioni presidenziali e delle Giunteper il regolamento.Non è questa la sede per soffermarsi approfon<strong>di</strong>tamente sui caratteri <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>sciplina 134 . Ilpunto qualificante della consuetu<strong>di</strong>ne costituzionale sembra consistere, invero, nella autolimitazionedelle Camere, per effetto della quale esse fanno <strong>di</strong>scendere una serie <strong>di</strong> effettiprocedurali dalla posizione della <strong>questione</strong> <strong>di</strong> <strong>fiducia</strong>: in primo luogo, il voto palese per appellonominale; in secondo luogo, la priorità dell’oggetto in votazione; in terzo luogo,l’inemendabilità.Per effetto <strong>di</strong> questa consuetu<strong>di</strong>ne costituzionale, possono perciò essere derogati, in nomedella permanenza del rapporto <strong>fiducia</strong>rio (messa in <strong>questione</strong>, vista l’importanza dell’oggetto invotazione) e in via eccezionale appunto, pressoché tutti i principi costituzionali che informano ilproce<strong>di</strong>mento legislativo (e che lo <strong>di</strong>stinguono dai proce<strong>di</strong>menti normativi che si svolgonointeramente in seno all’esecutivo).Si pensi, al <strong>di</strong> là della regola dello scrutinio segreto per la votazione finale dei progetti <strong>di</strong>legge, ormai come è noto non più vigente 135 , all’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> votazione degli <strong>emendamenti</strong> (teso agarantire che il collegio sia posto in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esprimersi sulle più <strong>di</strong>verse alternative,partendo da quelle più lontane dal testo in <strong>di</strong>scussione, in modo da limitare gli effetti <strong>di</strong>preclusione e da ridurre i problemi cui la <strong>di</strong>stribuzione delle preferenze può dare origine) 136 e al132 Cfr., per tutti, M.S. Piretti, La legge truffa, cit., p. 175 s.133 In questo senso, cfr. A. Manzella, Note sulla <strong>questione</strong> <strong>di</strong> <strong>fiducia</strong>, cit., p. 250 s. e, più recentemente, M. Olivetti, La<strong>questione</strong> <strong>di</strong> <strong>fiducia</strong>, cit., p. 225 s. (ove anche ulteriori in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> dottrina) e C. De Cesare, La <strong>questione</strong> <strong>di</strong> <strong>fiducia</strong>,in Il parlamento repubblicano (1948-1998), cit., p. 207 s., spec. p. 212 s.134 Tali caratteri sono approfon<strong>di</strong>tamente analizzati nella monografia <strong>di</strong> M. Olivetti, La <strong>questione</strong> <strong>di</strong> <strong>fiducia</strong>, cit., passim.135 Si vedano, tra gli altri, G. Moschella, La riforma del voto segreto, Giappichelli, Torino, 1992, spec. p. 91 s., S.Curreri, Il voto segreto nei rapporti tra maggioranza ed opposizione, in Il parlamento repubblicano (1948-1998), cit.,p. 129 s., spec. p. 144 s.136 Sull’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> votazione degli <strong>emendamenti</strong> e sulla sua ratio si veda, tra gli altri, D. Cassanello, L’iter legislatvo: la<strong>di</strong>scussione in assemblea plenaria e <strong>nelle</strong> commissioni in sede legislativa, in Il regolamento della Camera dei deputati.Storia, istituti, procedure, a cura <strong>di</strong> V. Longi e altri, Camera dei deputati, Roma, 1968, p. 379 s., spec. p. 446 s. Si pensial teorema dell’impossibilità <strong>di</strong> Arrow o, ancor prima, al paradosso <strong>di</strong> Condorcet, i quali, in sostanza, mostrano comel’esito <strong>di</strong> una votazione possa essere sensibilmente determinato dall’or<strong>di</strong>ne con cui le <strong>di</strong>verse opzioni sono poste invotazione: cfr., in proposito, J.M. Buchanan-G.Tullock, The calculus of consent (1962), trad. it. a cura <strong>di</strong> P. Martelli: Il37

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