13.07.2015 Views

2009 - Anno III N.8 - Fornoms.net

2009 - Anno III N.8 - Fornoms.net

2009 - Anno III N.8 - Fornoms.net

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

18 La Parola al CittadinoFebbraio <strong>2009</strong>Il PensieroSpazio giovaniHo in testa tuttoun altro mondo!Francesca Vignali VBIl valore affettivodi un “vabbè”Se ne sa poco e se ne parla ancorameno, nonostante quasi tutti i giorniabbiamo la possibilità, di fronte allenostre spese, di fare una scelta piùgiusta e consapevole. Un acquistoequo e solidale può riguardare moltiprodotti: dal biscotto albagnoschiuma, dal pallone da basketal servizio di tazze per la primacolazione. Spesso sono prodotti cherimangono un po' in sordina: nonsono pubblicizzati, non sonoparticolarmente economici e non sitrovano spesso nei supermercati. Aquesto punto sorge spontanea unadomanda: quali sono, allora, ivantaggi che comporta l'acquisto diun prodotto di questo genere?Purtroppo la risposta non è altrettantoimmediata, come non lo sono ivantaggi. Ma per fare più chiarezzapossiamo provare a fare un paio dipassi indietro... Se si vuolenecessariamente dare una definizionedi commercio equo e solidale, si puòdire che è una forma di commerciointernazionale che si propone comeobbiettivo quello di incoraggiare untipo di mercato corretto e sano,garantendo la tutela dei lavoratori edel territorio, presentandosi cosìcome alternativa alle grandimultinazionali o alle catenecommerciali. Particolare attenzioneè dedicata al rispetto di alcunefondamentali “regole” sulle quali sibasa la volontà del commercio equoe solidale; tra queste il categoricodivieto del lavoro minorile o disfruttamento dei lavoratori, l'impiegodi materie prime rinnovabili e lacreazione di un mercato interno deigeneri prodotti. Questi principi sicontrappongono <strong>net</strong>tamente a quellispesso dannosi del commercio piùcomune – tradizionale –, che ha comeprotagonisti potenti entità interessateesclusivamente al profitto, le qualisono disposte, non solo ad assumereminorenni, impedendo così chefrequentino la scuola, ma anche adimporre loro molte ore di lavoro conun salario per niente equilibrato; tuttoper aumentare il guadagno dei pochiche dettano le regole di questofortunato gioco. Per risolvere almenoin parte il nostro interrogativo e perscoprire qualcosa di più sul mondosolidale, ho fatto qualche domandaa Rosi, volontaria della bottega delcommercio Equo e Solidale diMassa, gestita, come quasi tutte lebotteghe di questo tipo, da volontari.Quali sono, se esistono, i puntideboli del commercio equo esolidale?Esistono: non vi rientrano tutti iproduttori mondiali. Questo perchéle vendite non sono moltoabbondanti, e se non aumento levendite non posso aumentarel'acquisto. Nonostante ciò questaforma di mercato offre più lavoroperché il rapporto tra prodotto eoperai è più basso, cioè per ogniprodotto sono coinvolti più operairispetto al commercio tradizionale equesto proprio perché i dirittisindacali sono rispettati. Per laproduzione di qualsiasi genere sirichiede assolutamente il rispetto deidiritti sindacali: questa può sembrareuna banalità, oppure qualcosa chenon ci riguardi direttamente, maquesto è sbagliato: se non esistonodiritti sindacali nel “Terzo Mondo”,non esistono neanche nel “PrimoMondo”. Spesso le multinazionaliLa generazione dell’approssimazione, del “nonimporta”, del “fa’ niente”. Del “vabbè”, appunto.Più di una volta ho sentito descrivere la mia generazionein questi termini.Ma sparare sentenze è facile, mentre capire cosa stasotto questa tendenza di noi giovani a fare spalluccelo è un po’ meno.La voglia di fare, scoprire, capire, partecipare,.. nonè certo evaporata col surriscaldamento generale delpia<strong>net</strong>a degli ultimi anni: ma forse proprio dietro tuttala buona volontà che gran parte dei giovani si portadietro è nascosta la paura di non essere all’altezzadelle richieste di una società in continuo cambiamento.Cambiamento che, spesso, sembra essere sinonimo dipeggioramento, a giudicare dalle prime pagine deiquotidiani nazionali e internazionali.Dunque, mentre la crisi economica flagella il Pia<strong>net</strong>a,noi ragazzi dovremmo andarcene in giro saltellandosorridenti a gridare al mondo che noi ci siamo evogliamo esserci.Beh.. Troviamo un compromesso.Noi ci siamo e vogliamo esserci, di questo sonoconvinta, ma credo sia normale la paura della novità,presente in qualunque essere umano medio, soprattuttose alziamo lo sguardo verso il futuro: un futuro, ilnostro, che sembra vederci studenti a vita in una scuolae un’università sempre meno pubbliche, verso unprecariato di una vita e con la difficoltà insuperabiledi mettere su famiglia presto. Non è per drammatizzare,non è per dire che noi un futuro non l’abbiamo.. Ma,ammettiamolo, non è proprio roseo quello che abbiamodavanti. L’essere approssimativi nel rispondere aun’interrogazione, il fare spallucce a un’osservazionechiudono per spostarsi da un paesesviluppato in uno dove i lavoratoririchiedono un salario più basso, lealternative sono la disoccupazione ol'accontentarsi di uno stipendioancora più esiguo: una fregatura.Esistono altri principi importanti?Il versamento anticipato di metà delguadagno previsto e un rapportocontinuativo con il produttore, perdargli una sicurezza.Perché prodotti di questo tipo nonhanno ancora raggiunto moltosuccesso?E' giusto dire che è perché non sonosponsorizzati, ma è una scelta: infattise fossero sponsorizzati dovrebberoessere pagati di più perché verrebbepagato anche lo sponsor...Ma le pubblicità progresso nondevono essere pagate.Infatti, potrebbero parlarne itelegiornali, i programmi, le riviste...In ogni occasione se ne potrebbeparlare, ma non è nell'interesse dinessuno farlo: i “nostri” prodotti sonoanche competitivi. Il prezzo deiprodotti biologici è più alto di questi,e questi sono anche biologici, oltreche solidali!Un' ultima domanda: qual èl'approccio della politica a questotipo di commercio?E' molto sottovalutato, anzi èignorato.Allora ciao, e grazie dell'aiuto!Dopo questo viaggio veloce velocee dopo una sbirciatina nella bottegadi via Cavour, qualche accenno dirisposta si può dare. I vantaggi chericaviamo dall'acquisto di un prodottoequo e solidale sono quei vantaggiche porta inevitabilmente la qualità,che nascono automaticamente dallaresponsabilità, dalla consapevolezzae dalla speranza, non solo di uncommercio, ma anche di un Mondoequo e solidale, dove i bambini hannoi diritti dei bambini, i lavoratorihanno i diritti dei lavoratori e... leforeste hanno i diritti delle foreste.A pensarci bene perché non ci sidomanda piuttosto quali vantaggicomporti l'acquisto di un prodottodi un genitore, non dimostra esclusivamente unprofondo disinteresse dalla mia categoria che, comeleggete, difendo a spada tratta.Il “vabbè” ha un profondo valore affettivo per noiragazzi, sembra che possa proteggerci dall’eccessivorigore che tutti si aspettano da noi, perché siamo troppopiccoli per fare questo e quello, ma siamo già grandiper poter avere responsabilità che, spesso, temiamodi non riuscire a portare sulle spalle. Dire “vabbè” ècome guardare il mondo da dietro la finestra, comestringere al petto il peluche di quando eravamo (più)piccoli.. E’ un po’ come la coperta di Linus:onnipresente, protettiva e indistruttibile. Ma anche seLinus, beato personaggio a fumetti, è destinato a noncrescere e a non lasciare mai la sua coperta, noiragazzi dovremmo, prima o poi, arrenderci all’idea dinon poter fare spallucce e nasconderci dietro unbisillabo tronco. Per farlo è necessario sicuramenteun nostro impegno, una nostra voglia di buttarci acapofitto nella vita a costo di prendere qualchedelusione e di perdere qualche certezza, ma sarebbeopportuno che gli adulti che ci stanno accanto nonsmettano di avere fiducia in noi e non si limitino acriticare la nostra generazione dell’approssimazione,cercando di andare un po’ più a fondo, fino ai nostridubbi che ci costringono a chiuderci a riccio davantia un mondo sempre più frettoloso e arrabbiato. Maadesso uno degli adulti più importanti della mia vitami chiama con tono che non ammette repliche: “Vale,muoviti, la pasta si raffredda!”“..Vabbè, mamma, è buona lo stesso!”Valentina ConsoloI B Liceo Classico Rossidalle origini non garantite. Non saràcerto il sogno di nessun padre arrivarea casa con un regalo per propria figliadicendo: “Ecco tieni, carina,questaè una bellissima Barbie è proprio pervoi piccini: guarda che bella, ivestitini sono fatti da una bambina,come te... Ma davvero, sì sì, avràproprio la tua età!” E non sarà certoil sogno di nessuna bambina. Sonovantaggi che arrivano da moltolontano, dall'India, dal Nepal o dalVietnam, ma che ci si avvicinanoogni volta che scegliamo di entrarein una bottega equo e solidale anziche in un supermercato, ogni voltache decidiamo di leggere prima delprezzo la provenienza del riso e tuttele volte che sostituiamo “comprare”con “pensare”.Certo la colpa non è solo delconsumatore: il commerciotradizionale è molto più conosciuto,ma se prima di sapere è una stradad'obbligo, dopo è scelta.Francesca MatteiIB Liceo Classico RossiMASSA - Un bando dell’Inail permigliorare la sicurezza e l’igiene nellescuole medie e superiori ed eliminare lebarriere architettoniche (50 milioni dieuro l’investimento complessivo per il2008 di cui oltre 2 milioni destinati allaToscana) presenti all’interno degli edificiscolastici. Da un massimo di 350 milaeuro ad un minimo di 80 mila l’entitàPiù sicurezza e igiene nelle scuolegrazie a un bando dell' Inailmassima del finanziamento previsto dall'art. 1comma 626 della Legge finanziaria 2007. Adinvitare gli enti locali, quindi i Comuni dellaProvincia di Massa Carrara (e anche la Provinciastessa) proprietari degli edifici scolastici, a sfruttarequesta opportunità, è il neo Presidente del ComitatoConsultivo Provinciale, Paolo Ciotti, che èattualmente anche il direttore di Cna Massa Carrara.“E’ l’occasione – spiega Ciotti – per mettere manoa quegli edifici e a quelle scuole che hanno bisognodi innalzare i loro standard di sicurezza ma ancheper migliorarne la fruibilità e le condizioni di igiene.Le scuole sono ambienti estremamente importantie meritano tutta l’attenzione e gli investimentipossibili per garantire ai nostri figli, e ai giovani,di studiare e vivere con tranquillità. Purtroppo lacronaca è piena, ogni giorno, di fatti ed eventispiacevoli consumati nelle scuole proprio perchéè venuta meno l’attenzione sulla sicurezza. Per laToscana sono stati destinati oltre 2 milioni di europer il solo 2008, e poco meno di 1 milione di europer il <strong>2009</strong>. Le domande –spiega Ciotti - potrannoriguardare gli edifici in cui coesistono,oltre alle classi medie e superiori, ancheclassi di scuola materna ed elementarenonché i convitti annessi agli edificiscolastici”. Per presentare le domandec’è tempo fino al 20 marzo. Il bando digara, il disciplinare tecnico ed i relativiallegati possono essere scaricati dal sitowww.inail.it.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!