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2009 - Anno III N.8 - Fornoms.net

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6 La Parola al CittadinoFebbraio <strong>2009</strong>Gaia: pagare o no le maxi bollette?Il sindaco invita alla responsabilitàMASSA - Ormai è passato un meseda quando i massesi si sono trovatinella cassetta della posta bollettedell’acqua da capogiro. Non solo iconsumi del primo trimestre 2008,ma anche il conguaglio, relativo al2005, per la depurazione e la gestionedella rete fognaria. E i cittadini, giàmessi a dura prova dalla crisieconomica, promettono battaglia.Ma l’amministrazione fuga ognidubbio: “quelle bollette vanno pagateperché sono legittime”. Ma capire ilperché non è davvero facile.Parlare di acqua e acquedottosignifica avere a che fare con soggettidiversi, spesso confusi, eppureciascuno con le proprie competenze.La storia. Nel 1995, in base ad unalegge regionale, nasce l’Ato (ambitoterritoriale ottimale), un consorziodi comuni con lo scopo diriorganizzare il servizio idrico efognario e passare ad una gestioneunitaria delle acque. Insommadell’Ato fanno parte cinquantunocomuni che rientrano in unaidentificata porzione di territorio. Ilconsorzio ha compiti organizzati,definisce i piani d’azione e le tariffe.E, cosa importantissima, controlla ilgestore: Gaia spa.Gaia e Ato sono quindi due soggettidistinti, non a caso ci sono comuniche pur rientrando nell’Ato, nonhanno aderito a Gaia ed hannoaffidato ad altre società la gestionedel servizio idrico. Anche Massa,pur essendo nell’Ato, ha detto sì aGaia solo nel 2004, tra le polemichedelle allora forze di opposizione. Lanostra adesione a Gaia è però, percosì dire, monca perché nel nostroComune la società si occupa solodella depurazione delle acque e dellarete fognaria. L’acquedotto è invecenelle mani, fino al 2012, di Enel reteGas, subentrata a Camuzzi. Sonotre quindi i soggetti in campo quandosi parla di servizio idrico.Le tariffe. Ma a definire le tariffe èl’Ato. E non lo fa a propriopiacimento, ma attenendosi alle leggidel Ministero dei lavori pubblici inmateria. Insomma l’Ato non puòdecidere di alzare i costi del servizio,se non nei modi previsti.Il caso Massa. Nel 2004 l’Ato decideun incremento delle tariffe per iservizi gestiti da Gaia, maquell’incremento nel nostro comunenon viene mai applicato.Continuiamo quindi a pagare comese l’aumento non ci fosse mai stato.Del resto perché le nostre bollettevenissero aggiornate, sarebbe servitoun accordo tra Gaia ed Enel rete gas,il soggetto che emette fattura.Insomma è l’Enel che ci manda labolletta e poi trasferisce la quotadovuta a Gaia. Ma quellaconvenzione viene stipulata solo nel2007. E anche allora niente di nuovo.Fino allo scorso dicembre quandoarrivano le bollette con il conguaglio.In pratica la tariffa stabilita dall’Atonel 2004 per depurazione e gestionedella rete fognaria è stata applicataal servizio erogato nel 2005 e inseritanella bolletta di fine 2008.“Non c’è retroattività – spiegal’amministrazione – ci sarebbe se siapplicasse agli anni passati un tariffadefinita successivamente”.Dobbiamo pagare, quindi. Anche sequalcuno non ne è convinto, tantoche allo studio legale Mattarocci siraccolgono firme per un ricorsocumulativo. Il sindaco ha prorogatola scadenza del pagamento dal 31dicembre al 31 gennaio ed ha invitatoi cittadini alla responsabilità.In effetti Gaia, una societàinteramente pubblica, naviga incattive acque. La gestione negli anninon è stata oculata e, nonostante larecente ricapitalizzazione (i comuniaderenti, tra cui il nostro, hanno tiratofuori parecchi soldi), Gaia deveincassare extra, rispetto alla bollette,circa 40 milioni di euro. Certo conuna migliore gestione per lo meno icittadini non avrebbero l’impressionedi trovarsi nuovamente di fronte adun carrozzone: consiglieri diamministrazione, presidente eIl sindaco Roberto Puccivicepresidente, stipendi da pagare.Scelte più ragionate, anche in terminifinanziari, avrebbero contribuito adun’immagine meno negativa di Gaiaspa.Chiara SillicaniCrescono le spiagge di Partacciagrazie al Ministero dell’ AmbienteMASSA - L’erosione continua lungo ilnostro litorale, da Marina a Poveromo. Maa Partaccia è tutta un’altra storia: da quelleparti negli ultimi mesi la spiaggia hastrappato al mare 4 o 5 metri. E la cosa fadiscutere. Perché la sabbia non è arrivatanaturalmente sulla riva: a portarla lì, diciamocosì, è stato il Ministero dell’Ambiente.Che ha imposto al Porto di Marina di Carraradi affiancare ad ogni attività di dragaggioun intervento compensativo. Insomma lastessa quantità di sabbia dragata deve essereversata per evitare danni alla spiaggia. Agiugno, con un decreto, il Ministro autorizzail Porto a dragare 25mila metri cubi di sabbia.Ad una condizione, e questo è il nodo dellaquestione, che lo stesso volume di materiale,ma pulito e di ottima qualità, sia versato inmare in un punto preciso, scelto dalMinistero. Una zona, interna al Sin, a levantedel fiume Carrione. Campeggiatori ebalneari di Partaccia fanno salti di gioia:arriva nuova sabbia. Ma per i colleghi diMarina e Ronchi è tutta un’altra storia: dalleloro parti non si vede neanche un granello.Ma la scelta viene dall’alto e né la Provincia,né il Comune hanno voce in materia. Tantopiù che quella è zona Sin e la competenzaesclusiva è proprio del Ministerodell’Ambiente. Il presidente della PortAuthority, Luigi Guccinelli, conferma che“la decisione è ministeriale, noi avevamobisogno di dragare. Compriamo sabbia diqualità e la versiamo dove previsto, inmateria non abbiamo competenza”.Ma la partita non è chiusa perché se il Portoavrà bisogno di dragare ancora e otterrà unnuovo decreto, altre tonnellate di sabbiafiniranno alla Partaccia.Una questione delicata che vede su duefronti campeggiatori e balneari, anche se itecnici garantiscono che la sabbia versatain prossimità del Carrione dovrebbedistribuirsi lungo tutto il litorale.E non si tratta di semplici granelli, qui inballo c’è un piano anti erosione finanziatodalla Regione per cui è già stata bandita unagara. Una bella partita con non pochiinteressi in campo, il prossimo matchpotrebbe prendere il via se il Ministeroemanasse un nuovo decreto.Chiara SillicaniLa Cgil interviene su Massa ServiziChe fine ha fattoil Partito Democratico ?MASSA - Roberto Pucci ha vinto le elezioni,questo succedeva il 28 aprile 2008. Da quelgiorno sono passati molti mesi ma ancora sembrache il Partito Democratico non riesca a farseneuna ragione. La gente che ha votato il Pd, checontinua nonostante la sconfitta ad essere ilprimo partito della città, si aspetta una reazione,pretende dagli uomini che sono stati votati eche ancora oggi siedono in consiglio comunaleun’ opposizione più forte. Sono in molti inquesto momento a chiedersi che fine ha fatto ilsegretario comunale Gianluca Brizzi e anchequello provinciale Andrea Rigoni. Va beneportare in consiglio interpellanze, su questionicome gli asili, il teatro Guglielmi ecc. ma cisono anche argomenti importanti e delicaticome ad esempio le questioni legate al PianoStrutturale, la situazione di Riva dei Ronchi cheha visto le proteste anche di partiti che ora sonoin maggioranza e che invece stranamente stannoin silenzio, Massa Servizi, i costi della politica.Sono i cittadini che chiedono delle risposte e levogliono anche dal Partito Democratico.MASSA – “Abbiamo letto conpiacere la dichiarazione del nuovoPresidente di Massa Servizi cheillustra l’esito della due diligenceda cui appare senza alcun dubbiola illegittimità della delibera n. 27del 31 maggio 2005 con cui ilConsiglio Comunale approvò ilcontratto di servizio con cui siaffidava una serie di attività a MassaServizi senza l’espletamento dialcuna gara.Vorremmo evidenziare che già allorala Fp Cgil rilevò come taleaffidamento fosse illegittimo. Taleillegittimità fu sostenuta anche daesponenti dell’allora opposizione,con tanto di documentazione, nelcorso della discussione avvenuta inConsiglio Comunale. Nonostantequesto la maggioranza consiliare edanche da alcuni esponenti del centrodestra votarono a favore della nuovaconvenzione.La nostra posizione – si legge nelcomunicato - rispetto a questaesternalizzazione è sempre stata di<strong>net</strong>ta contrarietà, in quantopensavamo che avrebbe prodotto unincremento dei costi incidendopesantemente sul bilancio comunale.Così è stato tanto che, la precedenteAmministrazione Comunale, hadovuto poi applicare l’aliquotamassima dell’addizionale Irpef (0,7)per far quadrare i conti, addizionaleche non può essere oggi ridotta perespressa previsione della finanziariache dispone che il gettito non possaessere inferiore a quello dell’annoprecedente, impedendo di fattoqualunque rimodulazionedell’imposta a favore delle fasce dicittadini più deboli”.Un’opinione, a quanto pare, che fu“tacciata da Sindaco, Giunta edesponenti della vecchia maggioranzacome preconcetta. Come è evidenteoggi tale posizione non solo fugiusta ma se si fosse dato retta aisuggerimenti della Cgil si sarebberorisparmiati milioni di euro chesarebbero potuti essere impiegatiper lo sviluppo della città e pergarantire un maggior numero ed unamigliore qualità dei servizi”.E conclude: “Crediamo che l’attualeAmministrazione debba in primoluogo porre in essere le azioninecessarie al ripristino dellalegittimità cercando, per quantopossibile, di salvaguardarel’occupazione di coloro che in questianni hanno prestato la propriaattività lavorativa in Ariete S.p.A.,ma riconducendo all’internodell’ente quelle attività che sonostrategiche per l’amministrazione eper i cittadini”.

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