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A Beautiful way to interface

Dispense del corso in Progettazione dei sistemi espositivi virtuali. Bienni in Light Design, Digital Video, Muesologia e museografia. Accademia di Belle Arti di Macerata. A.A. 2015/2016

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III. La Rappresentazione come esperienza<br />

Lo spazio ideale<br />

Per spazio espositivo non intendiamo necessariamente i luoghi riconosciuti come spazi atti<br />

a contenere opere e mostre in maniera programmatica ma intendiamo tutti gli spazi che<br />

temporaneamente, estemporaneamente o in maniera permanente vengono sottratti alla<br />

loro funzione abituale, o arricchiti oltre ad essa, per accogliere il luogo deputa<strong>to</strong> alla<br />

rappresentazione con le varie finalità già enunciate. La virtual dressing room di un esercizio<br />

commerciale come un catalogo virtuale sfogliabile su vetro in uno stand fieristico, una<br />

scenografia urbana come anche un magazine in realtà aumentata.<br />

Mai come negli ultimi anni, lo spazio espositivo eredita i linguaggi audiovisuali dei media<br />

classici con tutte le novità compositive introdotte dal media digitale, e si rivela un campo di<br />

sperimentazione e contaminazione pressoché unico proprio per le sue finalità espositivoeducative<br />

multidisciplinari in cui il visita<strong>to</strong>re si avvicenda ad un mondo altro, ad un<br />

ambiente che si crea in<strong>to</strong>rno alla sua esperienza e le cui modalità sembrano far coincidere,<br />

senza interruzione di continuità e di gerarchia, arte e tecnologia, ri<strong>to</strong>rnando ad una<br />

definizione di arte più coerente col concet<strong>to</strong> antico di techne quale continuum del fare<br />

umano creativo, tecnico, manuale e intellettuale.<br />

Al contrario del teatro o della sala cinema<strong>to</strong>grafica, dove la platea è organizzata in sedute e<br />

il res<strong>to</strong> della progettazione è destina<strong>to</strong> alla rappresentazione, lo spazio espositivo, in<br />

generale, è uno spazio per il visita<strong>to</strong>re, pensa<strong>to</strong> e progetta<strong>to</strong> per essere percorso e agi<strong>to</strong>.<br />

Grazie all’eliminazione della frontalità, lo spazio può acquisire una proprietà dialettica che<br />

ci permette, da un la<strong>to</strong>, di avere un rappor<strong>to</strong> interagente con la rappresentazione e,<br />

dall’altro, di liberare la rappresentazione stessa da alcuni limiti di riproduzione. Con il<br />

passaggio all’era digitale, quindi, e favori<strong>to</strong> dalle caratteristiche appena esaminate, lo<br />

spazio espositivo, tende sempre di più a valorizzare e farsi portavoce di quell’esigenza di<br />

immersività che chiede alla rappresentazione di avvolgere la percezione umana.<br />

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