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Hermann Hesse, Il lupo della steppa. Titolo dell ... - Altrestorie.net

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intensa si svolge contro l'io e tende a distruggerlo. Noi vediamo che<br />

ha forti tendenze sia alla santità sia al godimento, ma per qualche<br />

debolezza o pigrizia non poté prendere lo slancio verso i liberi<br />

spazi del mondo e rimase legato al pesante astro materno <strong><strong>dell</strong>a</strong><br />

borghesia. Questa è la sua posizione nello spazio universale, questo<br />

il suo legame. La maggior parte degl'intellettuali, la maggioranza<br />

degli artisti appartiene allo stesso tipo. Solo i più forti tra loro<br />

attraversano l'atmosfera <strong><strong>dell</strong>a</strong> terra borghese e arrivano al cosmo,<br />

tutti gli altri si rassegnano o stipulano compromessi, disprezzano la<br />

borghesia e continuano a farne parte, a rafforzarla, ad esaltarla,<br />

poiché in fondo devono pur essere d'accordo con lei se vogliono<br />

vivere. Per queste innumerevoli esistenze essa non è tragedia, ma una<br />

cattiva stella, una mala sorte nel cui inferno il loro talento è<br />

cucinato e reso fecondo. I pochi che riescono a divincolarsi trovano<br />

la via <strong>dell</strong>'assoluto e periscono in modo ammirevole: sono i casi<br />

tragici e il loro numero è esiguo. Agli altri invece, a quelli che<br />

rimangono legati, al cui ingegno la borghesia tributa spesso grandi<br />

onori, a loro rimane aperto un terzo regno, un mondo immaginario ma<br />

sovrano: l'umorismo. I lupi <strong><strong>dell</strong>a</strong> <strong>steppa</strong> che sono senza pace, che<br />

soffrono continuamente e terribilmente, che non hanno lo slancio<br />

necessario per arrivare alla tragedia, per pe<strong>net</strong>rare nello spazio<br />

astrale, che sentono la vocazione <strong>dell</strong>'assoluto eppure non vi possono<br />

vivere: quando il loro spirito si è fatto abbastanza forte ed<br />

elastico nella sofferenza, trovano la confortante via d'uscita<br />

<strong>dell</strong>'umorismo. Questo rimane sempre, in qualche modo, borghese<br />

quantunque il borghese autentico sia incapace di comprenderlo. Nella<br />

sua sfera immaginaria si realizza il complicato e multiforme ideale<br />

di tutti i lupi <strong><strong>dell</strong>a</strong> <strong>steppa</strong>: qui è possibile non solo riconoscere la<br />

santità e il godimento, avvicinare per forza i due poli, ma includere<br />

in questo riconoscimento anche la borghesia. Chi è posseduto da Dio<br />

può benissimo accettare il delinquente e viceversa, ma a tutti e due,<br />

come a tutti gli assoluti, è impossibile accettare ancora quel tepore<br />

medio e neutro che è la borghesia. Soltanto l'umorismo, la stupenda<br />

invenzione di chi si vede troncata la vocazione alle cose più grandi,<br />

l'invenzione dei tipi quasi tragici, degl'infelici dotati di massima<br />

intelligenza, soltanto l'umorismo (la trovata forse più singolare e<br />

più geniale <strong>dell</strong>'umanità) compie l'impossibile, illumina e unisce<br />

tutte le zone <strong><strong>dell</strong>a</strong> natura umana alle irradiazioni dei suoi prismi.<br />

Vivere nel mondo come non fosse il mondo, rispettare la legge e stare<br />

tuttavia al di sopra <strong><strong>dell</strong>a</strong> legge, possedere come se non si<br />

possedesse, rinunciare come se non fosse rinuncia: tutte queste<br />

esigenze d'un'alta saggezza di vita si possono realizzare unicamente<br />

con l'umorismo.<br />

E se il <strong>lupo</strong> <strong><strong>dell</strong>a</strong> <strong>steppa</strong> cui non mancano le doti e le attitudini<br />

dovesse riuscire nella greve giungla del suo inferno a distillare<br />

questa magica bevanda, sarebbe salvo. Ma gli manca ancora molto per<br />

arrivarci. Esiste però la possibilità, la speranza. Chi gli vuol<br />

bene, chi s'interessa a lui certo gli augura questa salvezza. Egli<br />

rimarrebbe per sempre nel mondo borghese ma i suoi dolori sarebbero<br />

sopportabili, diverrebbero fecondi. I suoi rapporti con la borghesia,<br />

nell'amore e nell'odio, non sarebbero più sentimentali e i suoi<br />

legami con quel mondo cesserebbero di essere per lui una continua<br />

vergogna e una tortura.<br />

Per arrivare a questo scopo o poter addirittura tentare il balzo<br />

nell'universo, questo <strong>lupo</strong> <strong><strong>dell</strong>a</strong> <strong>steppa</strong> dovrebbe trovarsi una volta<br />

di fronte a se stesso, dovrebbe vedere il caos nella propria anima e<br />

arrivare finalmente a una perfetta coscienza di sé. Gli si<br />

rivelerebbe allora la sua esistenza problematica in tutta la sua<br />

immutabilità e non gli sarebbe più possibile rifugiarsi continuamente<br />

dall'inferno degl'istinti nelle consolazioni sentimentali e<br />

filosofiche e da queste ancora nella cieca ebbrezza <strong><strong>dell</strong>a</strong> sua natura<br />

lupina. Uomo e <strong>lupo</strong> sarebbero costretti a riconoscersi a vicenda<br />

senza false maschere sentimentali, a guardarsi apertamente negli

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