territorio
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I.2 Suddivisioni amministrative<br />
La provincia di Roma comprende 121 comuni, di<br />
cui due di recente costituzione: Fiumicino 2 , istituito nel<br />
1992 e Fonte Nuova 3 , istituito nel 2001. Nella suddivisione<br />
amministrativa provinciale un carattere saliente<br />
senza dubbio rappresentato dall’estensione territoriale<br />
della Capitale.<br />
Con i suoi 1.286 km 2 , che la pongono in cima alla lista<br />
dei comuni più grandi d’Italia, Roma occupa il 24%<br />
del <strong>territorio</strong> provinciale ed è situata al centro di esso. I<br />
tren ta comuni di prima cintura sono legati alla Capitale<br />
da intensi rapporti di interscambio e occupano il 23%<br />
circa del <strong>territorio</strong> provinciale. La geografia amministrativa<br />
provinciale si completa con i restanti novanta<br />
comuni disposti nelle aree periferiche, che occupano il<br />
53% del <strong>territorio</strong>.<br />
Nei paragrafi che seguono i riferimenti toponomastici<br />
che figurano nelle descrizioni e nelle interpretazioni<br />
sono riscontrabili sulla base cartografica rappresentata<br />
in figura I.3, con allegato l’elenco dei comuni.<br />
I.3 Sistema insediativo<br />
Il confine dell’urbanizzato si pone come il recettore<br />
più rapido del processo di trasformazione, e consente<br />
di leggere in maniera spesso più connotata le relazioni<br />
tra residenza e consumo, indipendentemente dal fatto<br />
che si tratti di quartieri completamente nuovi o di aree<br />
miste in cui si sovrappongono popolazioni e tessuti diversi.<br />
La crescita delle dinamiche di interscambio tra Roma<br />
e i comuni della prima cintura ha comportato, nell’ultimo<br />
decennio, la redistribuzione dei pesi insediativi e lo<br />
sconvolgimento degli equilibri preesistenti; ampie fasce<br />
di popolazione attratte dal dinamismo immobiliare<br />
di queste aree hanno spostato la propria residenza da<br />
Roma ai comuni del litorale e, a nord est, a Tivoli e<br />
Monterotondo. Per effetto dei flussi migratori, provenienti<br />
anche dall’estero, molti comuni hanno visto mutare<br />
il proprio “status demografico” da comuni minori<br />
a cit tà di medie (in alcuni casi, medio-grandi) dimensioni.<br />
oggi, oltre a Roma, quindici città della provincia<br />
con tano più di 30.000 residenti e sette ne hanno più<br />
di 50.000: alla loro crescita demografica si accompagnato<br />
uno sviluppo di periferie spesso caratterizzate da<br />
una bassa qualità urbana 4 . I territori della grande periferia<br />
metropolitana, conso lidati nel corso dell’ultimo<br />
decennio, includono aree interne ed esterne ai confini<br />
del comune di Roma. Il processo di crescita demografica<br />
trova aree di partico lare condensazione lungo l’asse<br />
del litorale da Ladispo li ad Anzio, oltre che nei comuni<br />
a nord di Roma, con maggiori incrementi nei comuni<br />
di Pomezia, Bracciano e Monterotondo.<br />
La diffusione insediativa rappresenterebbe nelle società<br />
affluenti un modo virtuoso (sostanzialmente obbligato)<br />
di estendere i benefici di settori trainanti delle<br />
economie urbane a porzioni territoriali via via più estese.<br />
Ciò pone evidentemente il problema di una soglia<br />
(di una forma urbis o di una dimensione conforme)<br />
oltre la quale le agglomerazioni manifestano pesanti<br />
esternalità negative e diseconomie di scala 5 . La dispersione<br />
insediativa invece una fenomenologia che, indipendentemente<br />
dalla scala dell’osservazione, allude<br />
a forme dissipative tanto nell’organizzazione che nella<br />
fruizione dello spazio 6 .<br />
Volendo analizzare il processo di trasformazione del<br />
<strong>territorio</strong> metropolitano dal punto di vista della città, i<br />
modi dello sviluppo urbano si possono descrivere attraverso<br />
la giustapposizione di quattro logiche di espansione/localizzazione<br />
evidenziate da Roberto Camagni 7 :<br />
- una logica di espansione quantitativa dello spazio urbanizzato<br />
per effetto di contiguità in direzione degli<br />
spazi verdi circostanti; si tratta di una espansione<br />
che avviene a macchia d’olio (o per espansioni lungo<br />
le maglie delle reti infrastrutturali e successivo<br />
riempimento e saldatura degli spazi infra-reticolari),<br />
configurandosi come un allargamento delle retrovie<br />
logistiche della città e come un’espansione della periferia<br />
tradizionale;<br />
- una logica di espansione di alcuni poli urbani (bor ghi<br />
e comuni preesistenti o new towns pianificate dal<br />
nulla) localizzati nell’hinterland rurale, sia per nuove<br />
localizzazioni produttive che per espansioni del<br />
patrimonio abitativo;<br />
- una logica di localizzazione (o ri-localizzazione) nello<br />
stesso hinterland di alcune grandi funzioni ur bane:<br />
fiere, centri di interscambio merci, palazzi per concerti<br />
o manifestazioni sportive, campus univer sitari;<br />
- una logica di espansione secondo modelli qualitativamente<br />
nuovi e diversi, a bassa densità, di funzioni<br />
abitative.<br />
L’immagine delle coperture del suolo nel 2005, riportata<br />
in figura I.4, mostra il processo dell’espansione<br />
urbana nella sua complessità territoriale.<br />
Ad est, i nuclei urbani periferici, vecchi e nuovi, in<br />
continua evoluzione, aggrappati alla viabilità di pe-<br />
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