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FuoriAsse#17

Officina della cultura

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nito come un cammeo.<br />

L’orizzonte è la misura dello sguardo e<br />

il suo abisso, perché non sono solo i<br />

nostri occhi a cogliere qualcosa, ma<br />

anche le cose a guardarci, proiettando<br />

dentro di noi il loro sguardo.<br />

A me pare che la visione di Gaetano sia<br />

tonda, che le linee si prolunghino, girino<br />

intorno all’osservatore e finiscano per<br />

congiungersi alle spalle.<br />

A dominare non è certo la prospettiva. I<br />

suoi lavori inducono a pensare lo spazio<br />

e i segni a trecentosessanta gradi, in<br />

una contemporaneità latente di sfondi,<br />

ma siccome il foglio resta bidimensionale,<br />

l’impressione è che sia l’immagine a<br />

contemplarci e non il contrario.<br />

Due note biografiche<br />

«Quando mi sento, faccio» è la massima<br />

stoica che guida la mano di Bevilacqua,<br />

incisore e disegnatore senza curriculum<br />

artistici, licei o accademie, tranne un<br />

corso civico di incisione, frequentato a<br />

Milano insieme a Luciano Ragozzino,<br />

futuro editore de Il ragazzo innocuo.<br />

Il corso era diretto da Francesca Fornerone<br />

per la parte calcografica e da Lucio<br />

Passerini per quan -<br />

to riguardava la<br />

xilografia e la tipografia.<br />

Anche lui editore<br />

privato all’insegna<br />

de Il Buon Tempo.<br />

«Preparai con Passerini il saggio di fine<br />

corso – racconta Bevilacqua – stampando<br />

cinque incisioni per cinque poesie di<br />

Bartolo Cataffi che furono esposte nel<br />

1990, insieme ai lavori degli altri allievi,<br />

in una mostra alla Biblioteca Sormani.<br />

Fu lui il primo a mettermi i caratteri<br />

mobili in mano, mentre Alberto Casiraghi,<br />

il Pulcinoelefante, mi regalò il tirabozze<br />

da banco su cui lavoro ancora,<br />

insieme a un cassetto di caratteri Bodoni,<br />

corpo 18».<br />

Da borghese, Gaetano Bevilacqua insegna<br />

inglese al Liceo scientifico Da Procida<br />

di Salerno, usa preferibilmente carta<br />

Hahnemühle, Fabriano e l’amalfitana<br />

Amatruda. I suoi titoli non superano<br />

mai o rarissimamente i trenta esemplari.<br />

Ha partecipato con l’acquaforte e acquatinta<br />

Bisogna lasciarli andare (2014) al<br />

premio internazionale, biennale, Leonardo<br />

Sciascia amateurs d’estampes<br />

2015-2016 e ha inciso due linoleum:<br />

Testamento per centomila morti e Vivi a<br />

difendere, tutti e due del 2011, ispirati a<br />

testi di Piero Calamandrei.<br />

Alla fine della chiacchierata, ci siamo<br />

salutati con un’osservazione su i cieli<br />

delle Orcadi che, secondo lui, sono più<br />

«visitati e vigili» di quelli irlandesi.<br />

Ecco alcuni degli autori, poeti e incisori,<br />

stampati dalle Edizioni del’Ombra: Aleksandr<br />

Block, Anna Cascella Luciani,<br />

Leonardo da Vinci, Simonetta Melani,<br />

Leonardo Sinisgalli, Delio Tessa, Marco<br />

Vitale, Ibico, Robert Frost, Valeria Brancaforte,<br />

Elio Pecora, Giacomo Noventa…<br />

FUOR ASSE<br />

106<br />

Piombi e Rami

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