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magazine settembre 2016 definitivo

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L’Editoriale<br />

di Carlo Cagnetti<br />

Finalmente si torna a giocare per<br />

i tre punti, in quella competizione<br />

che amiamo dalla nascita e che si<br />

chiama campionato italiano. Un<br />

campionato ultra competitivo che<br />

vedrà la Lazio impegnata nella<br />

stagione del riscatto, dopo l’indecoroso<br />

ottavo posto della stagione<br />

scorsa, e che con le sue 38<br />

giornate appare un vero e proprio<br />

tour ciclistico da affrontare con la<br />

massima concentrazione e senza<br />

cali di tensione.In quest’ottica bisogna<br />

sempre prendere con un<br />

pizzico di beneficio d’inventario<br />

queste prime giornate; in fondo la<br />

famosa frase «calcio d’agosto<br />

non ti conosco» ha una sua piena<br />

cittadinanza nel contesto pallonaro,<br />

e non a caso. Però non<br />

possiamo esimerci dal mettere i<br />

paletti su alcune questioni, senza<br />

per questo assurgere al ruolo di<br />

sentenziatori o cerchiobottisti.<br />

Non lo siamo mai stati e non lo<br />

saremo mai, ma cercheremo in<br />

tutti i modi, questo sì, di evidenziare<br />

quello che non va e quello<br />

che va nel panorama Lazio senza<br />

avere direttive da chicchessia se<br />

non dal nostro cuore e dal nostro<br />

cervello.Per esempio, tanto per<br />

entrare in argomento da copertina,<br />

mi sorge una domanda<br />

spontanea da rivolgere a tutti<br />

quelli che avevano criticato l’acquisto<br />

del centrale angolano Bastos:<br />

«Bastos chi?» È questo il<br />

titolo chiaramente ironico della<br />

copertina del nostro <strong>magazine</strong>, è<br />

questa la nostra risposta ai soloni<br />

del regime contestatorio sempre<br />

pronti a distruggere tutto e tutti.<br />

Eh già, quanto sono solerti ed<br />

adusi i novelli Attila a demolire un<br />

giocatore della Lazio, non solo<br />

senza averlo mai visto giocare,<br />

ma anche senza essersi informati,<br />

come la deontologia impone,<br />

sulla sua carriera. Su<br />

Bastos, come su tutti i giocatori<br />

biancocelesti, c’è, nel migliore dei<br />

casi, la «presunzione di scarsezza»<br />

(a differenza dei giocatori<br />

che approdano nell’altra sponda<br />

del Tevere….lì esiste la «presunzione<br />

di fenomenite»).Quindi un<br />

bel «Bastos chi?» diciamo ci sta<br />

veramente a pennello in emulazione<br />

del titolo «Leitner chi?» del<br />

Corriere dello Sport di qualche<br />

settimana fa che tanto fece arrabbiare<br />

i tifosi biancocelesti.<br />

Ed allora ve lo spieghiamo noi chi<br />

è Bastos, con la preziosa scheda<br />

di Arianna Michettoni che troverete<br />

all’interno del <strong>magazine</strong>,<br />

anche se la prestazione del difensore<br />

angolano contro la Juventus<br />

(tra i migliori attacchi d’Europa) è<br />

stata a dir poco sontuosa. In uno<br />

scatto di entusiasmo l’ho definito<br />

il «Nesta d’Angola», vedremo se<br />

le successive gare confermeranno<br />

questa mia temeraria previsione.<br />

Quello che lascia basiti è<br />

che per sminuire la prova del centrale<br />

biancoceleste si è arrivati a<br />

depotenziare la forza della Juventus<br />

o meglio la sua scarsa vena<br />

dovuta alla preparazione, come<br />

se la Lazio o lo stesso Bastos invece<br />

fosse al cento per cento…<br />

Se questa non è malafede…<br />

Resta la prova maiuscola del difensore<br />

che fa ben sperare per il<br />

futuro e che ci fa dire che Bastos<br />

ed il ritrovato tulipano De Vrij rappresentano<br />

un baluardo di centraloni<br />

niente male. Intanto la Lazio<br />

si appresta a riprendere il campionato<br />

dopo la sosta per le<br />

Nazionali (a proposito, sono 15 i<br />

biancocelesti chiamati dalle rispettive<br />

squadre… alla faccia di<br />

chi considera la rosa della Lazio<br />

da retrocessione…) con tre punti<br />

nel carniere, frutto della vittoria all’esordio<br />

nell’ostile Bergamo, e,<br />

malgrado l’immeritata sconfitta interna<br />

con la corazzata Juve, ci<br />

sono ampi spiragli per interpretare<br />

un campionato di avanguardia.<br />

Altra nota positiva è stata la<br />

decisione della curva nord di tornare<br />

allo stadio a tifare: già contro<br />

i bianconeri l’aria che si respirava<br />

all’interno dell’impianto romano<br />

era tutt’altra rispetto a quella<br />

dell’anno scorso: lo abbiamo<br />

sempre sottolineato e lo ripetiamo<br />

che la Lazio con il suo popolo al<br />

fianco è più forte e la compattezza<br />

ambientale, oltre a quella<br />

all’interno dello spogliatoio,<br />

possono aiutare la Lazio in quel<br />

percorso di campionato d’avanguardia<br />

di cui sopra e ad avere<br />

quei punti in più fondamentali per<br />

raggiungere gli obiettivi prefissati.<br />

Per ultimo ringrazio vivamente, a<br />

nome anche di Rodolfo Casentini,<br />

il nuovo responsabile della<br />

comunicazione Arturo Diaconale<br />

che ci ha concesso un’intervista<br />

succosa che troverete all’interno<br />

del <strong>magazine</strong> e che ci ha gratificato<br />

delle sue preziose risposte<br />

attraverso le quali possiamo capire<br />

meglio cosa cambia nella comunicazione<br />

Lazio con il suo<br />

avvento.<br />

Buona lettura e Forza Lazio.


Sette domande a...<br />

il Nuovo Responsabile della<br />

di<br />

Carlo Cagnetti e Rodolfo Casentini<br />

Una grande nostra Esclusiva che ci inorgoglisce<br />

e che ci dà grande soddisfazione. Da poco Arturo<br />

Diaconale si è insediato alla poltrona di responsabile<br />

della comunicazione della Società<br />

Sportiva Lazio, e poterlo intervistare con delle<br />

domande tutte nostre è sicuramente una novità<br />

che non può che essere accolta positivamente<br />

per chi, come noi, fa tutto questo per passione e<br />

per amore della Lazio. Non c’è bisogno certo di<br />

presentare una figura autorevole come Diaconale,<br />

giornalista navigato e di provata esperienza<br />

che porta con sè un bagaglio tecnico e<br />

d’opinione, non indifferente. Quindi andiamo subito<br />

al succo del nostro pezzo e cioè alle domande<br />

che abbiamo fatto al nostro ospite.<br />

REDAZIONE:<br />

”Buongiorno Direttore e grazie per averci dato<br />

questa disponibilità”<br />

DIACONALE:<br />

” Ci mancherebbe, è un piacere. “<br />

REDAZIONE:<br />

”L’incarico di direttore della comunicazione<br />

Lazio è indubbiamente gravoso, ma stimolante;<br />

malgrado sia all’inizio del percorso, si è fatto subito<br />

un quadro di cosa cambiare e sugli obiettivi<br />

da raggiungere? “<br />

DIACONALE:<br />

” Non arrivo con la verità in tasca e con le soluzioni<br />

miracolistiche a portata di mano. Conto di<br />

informarmi bene, capire il più possibile dove e<br />

come intervenire e poi procedere con l’obbiettivo<br />

di contribuire al rinnovamento ed al<br />

potenziamento della società e di ricucire<br />

il rapporto tra la società ed i suoi tifosi.“


Arturo Diaconale<br />

Comunicazione della Lazio<br />

REDAZIONE:<br />

” Lei è notoriamente un grande giornalista, oltre<br />

ad essere uno storico tifoso laziale; è riuscito a<br />

conciliare le due passioni ed ha avuto problemi<br />

a dichiarare il proprio amore per la Lazio? “<br />

DIACONALE:<br />

” Non ho mai avuto problemi nel conciliare la<br />

mia professione e la mia passione per i colori<br />

biancocelesti. Questo incarico di responsabile<br />

della Comunicazione della Lazio, poi, concilia<br />

perfettamente l’una e l’altra. “<br />

REDAZIONE:<br />

” Può raccontare un aneddoto del suo essere laziale,<br />

un fatto che le è rimasto impresso e che<br />

porterà con sé per sempre? “<br />

DIACONALE:<br />

” Quando ero bambino mio padre venne trasferito<br />

a Padova ed io mi trovai in un ambiente diverso<br />

dove la mia provenienza romana veniva<br />

bollata con l’epiteto “terrun”. Quando la Lazio<br />

venne a giocare all’Appiani ( il Padova di allora<br />

era quello di Rocco ) mio padre mi portò allo stadio<br />

dove ero l’unico laziale ( ovviamente silenzio<br />

ed impaurito). Il Padova aggredì la Lazio per tutta<br />

la partita fino a quando una respinta disperata<br />

venne raccolta a metà campo da Selmosson<br />

( raggio di luna) che in perfetto contropiede infilò<br />

la porta padovana. Nello stadio gelato e silenzioso<br />

si sentì solo il grido di un ragazzino raggiante.<br />

E da quel giorno a scuola<br />

incominciarono a rispettarmi ( anche perché imparai<br />

a parlare in veneto). “


Sette domande a...<br />

il Nuovo Resp<br />

Arturo Diaconale<br />

REDAZIONE:<br />

” Quanta considerazione ha dei social che, in<br />

pratica, hanno sostituito il bar dello sport e in cui<br />

molte figure spesso approfittano per fomentare<br />

e trasmettere sugli utenti tensioni gratuite e negative<br />

riguardanti la società Lazio? Qual è la sua<br />

ricetta o il suo antidoto per evitare che la Lazio<br />

venga messa alla gogna quotidianamente? “<br />

DIACONALE:<br />

” I social finiscono molto spesso per esaltare le<br />

rabbie, le frustrazioni, i malumori. Ma esistono e<br />

sono un mezzo di comunicazione sempre più diffuso<br />

ed efficace. Personalmente ritengo che non<br />

bisogna combatterli, ma utilizzarli al meglio da<br />

parte di tutti “<br />

REDAZIONE:<br />

” Come si pone di fronte al fatto che molto<br />

spesso fuoriescono indiscrezioni di vario genere<br />

riguardanti l’operato della società che, invece,<br />

dovrebbero rimanere nell’alveo della privacy?<br />

Come intende combattere questa piaga? A volte<br />

le segrete stanze di Formello sembrano assomigliare<br />

alle stanze di un palazzo di vetro… “<br />

DIACONALE:<br />

” Sto già impostando e conto di farlo quanto<br />

prima un regolamento che definisca bene e in<br />

maniera chiara i comportamenti da tenere all’interno<br />

della società e nei confronti dell’esterno.”<br />

REDAZIONE:<br />

” Si svesta per un momento dei panni di responsabile<br />

della comunicazione e assuma quelli di tifoso<br />

(lo è e lo farà con piacere..): non pensa che<br />

forse una comunicazione più aperta non vada a<br />

soddisfare meglio la voglia del tifoso di vedere<br />

e di sapere sui propri beniamini ?<br />

DIACONALE:<br />

” La risposta è una sola : comunicare, comunicare,<br />

comunicare. “<br />

REDAZIONE:<br />

” La nostra ultima domanda, la settima: Il rapporto<br />

Lotito-tifosi non è idilliaco: come diceva<br />

Tolstoj, che fare? “<br />

DIACONALE:<br />

” Un presidente italiano è meglio di uno cinese,<br />

thailandese o americano, che non ha rapporti<br />

con la comunità in cui la società e la squadra<br />

vive. Un presidente vulcanico è meglio di uno<br />

smorto e privo di personalità. Al tempo stesso<br />

una tifoseria non fideistica ma capace di critica<br />

è stimolante e necessaria. Si tratta di rimettere in<br />

sintonia il presidente che ha salvato la Lazio ed<br />

i tifosi che sognano in grande. Una società con<br />

regole, più forte e più strutturata, può farlo. “<br />

REDAZIONE:<br />

” Direttore di nuovo grazie, e da parte nostra ancora<br />

infiniti in bocca al lupo per la sua nuova<br />

esperienza dentro la Lazio. “<br />

DIACONALE:<br />

” Vi ringrazio e auguro buon lavoro anche a voi.


onsabile della Comunicazione della Lazio


UN SOLO<br />

500 VOCI<br />

DUE TIFOSE AL SEGUITO DELLA SQUADRA A BERGAMO<br />

RACCONTANO LE LORO SENSAZIONI E LE LORO EMOZIONI<br />

Eravamo circa 500 in quel di Bergamo, inizialmente<br />

sparsi in quel settore ospiti troppo<br />

grande per ospitarci. Così, poco prima del fischio<br />

d'inizio ci siamo compattati, quasi a<br />

serrare le fila, quasi a voler essere un muro,<br />

per sentirci più vicini, più forti e soprattutto<br />

per farci sentire. La partita dopo 33 minuti<br />

prende una piega che non ti aspetti, 3 a 0 per<br />

la Lazio, siamo increduli, felici, ci guardiamo<br />

l'un l'altro quasi a sincerarci che stia succedendo<br />

realmente. Ed è così, stiamo vincendo<br />

su quel campo sempre un po' particolare e<br />

ostile. Ma siamo la Lazio, e vincere facile non<br />

fa per noi. Così nel corso del secondo tempo<br />

la doppietta di Kessie, nel giro di quattro<br />

minuti, porta il punteggio sul 2 a 3.<br />

La tensione è palpabile sugli spalti.. Noi non<br />

smettiamo di cantare, io non smetto di guardare<br />

il tabellone dove i minuti scorrono con<br />

una lentezza disarmante. All'ottantesimo<br />

parte un coro: " Forza Lazio alè, Forza Lazio<br />

alè, Forza Lazio alè, Forza Lazio alè, Non mollare<br />

mai, Non mollare mai, Non mollare mai,<br />

Non mollare mai".<br />

Quel settore ospiti sembra voler spingere la<br />

squadra fino alla vittoria, cantiamo ininterrottamente<br />

per 20 minuti, durante i quali il risultato<br />

cambia di nuovo fino al 3 a 4 finale.<br />

Chiamatemi sognatrice, mezza matta, esaltata,<br />

ma in cuor mio so, e sono sicura che lo<br />

sanno anche gli altri di Bergamo, che alla fine<br />

quel coro ha ottenuto il suo risultato. La<br />

Lazio non ha mollato. E al di là di come mi<br />

chiamano gli altri, io mi sento semplicemente<br />

Tifosa, con la T maiuscola. Sabato alle 18<br />

sarò allo stadio, pronta ad intonare quel coro<br />

per 90 minuti in LAZIO Juve.<br />

AVANTI LAZIO.<br />

AVANTI LAZIALI.<br />

Bentornato Campionato!<br />

Bentornata LAZIO mia!<br />

SERENA ROSSI


ATALANTA - LAZIO<br />

CUORE<br />

Si ritorna a casa un pò’ stanca ma alla fine<br />

contenta di ritornare allo stadio,l’emozione<br />

era tanta la voglia di esultare era enorme e<br />

la voglia di vincere era infinita.Quando vinci<br />

la prima di campionato è sempre bello..<br />

Quando vinci soffrendo è sempre bello..<br />

Quando vinci con un goal di Cataldi e lo vedi<br />

esultare felice baciando la maglia della nostra<br />

Lazio ê stupendo.. Quando vinci e i laziali<br />

sono tutti felici è sempre tanto bello . Godiamoci<br />

questa vittoria avanti Lazio. Bergamo è<br />

stata una partita molto faticosa... un primo<br />

tempo di fuoco dove tutti erano increduli<br />

sullo 0-3 una squadra compatta una squadra<br />

che ha portato la vittoria fino al 90° esimo più<br />

recupero. Due errori del portiere: un goal sulsuo<br />

palo, e l’altro con palla sfuggita di mano.<br />

Poi sulla panchina si incomincia a scaldare<br />

un giovane di nome Cataldi che entra in<br />

campo, inizia a giocare a pallone e decide di<br />

chiudere la partita sul 4-3 mettendo la palla<br />

in rete. Game over, partita finita, tifosi senza<br />

voce per la prima squadra della capitale.<br />

Dedicato a Lombardi:<br />

Voglio augurarti una stagione stupenda con<br />

il tuo primo goal con la maglia della prima<br />

squadra della capitale..giocavi al posto di<br />

Candreva che ieri sera è stato sostituito al<br />

60° esimo minuto portando a casa 0 punti..<br />

Buona la prima ora pensiamo a sabato.<br />

Forza Ragazzi<br />

ALESSIA CERRONI


E’ l’ora di scriv<br />

diverso, con un<br />

Terremoto nel Lazio, Marche e Umbria<br />

di Rodolfo Casentini<br />

Quando accadono questi eventi tragici spesso<br />

ci chiediamo in che modo e con quale raziocinio,<br />

ci si possa arrabbiare per una squadra di calcio.<br />

In che modo si possa odiare delle persone fino<br />

ad augurargli la morte, per una squadra di calcio.<br />

Il calcio è importante nella vita quotidiana di tutti<br />

noi e indubbiamente ci accompagna nella nostra<br />

vita frapponendosi spesso e volentieri, tra i nostri<br />

problemi, le nostre preoccupazioni, le nostre<br />

paure. Il calcio quindi molte volte fa da cuscinetto<br />

che ci permette per almeno qualche ora al<br />

giorno di staccarci da tutto questo. Ma una volta<br />

ci si staccava positivamente con gli amici al bar<br />

tra un caffè e una partita a tresette, tra un cappuccino<br />

e un cornetto mentre leggevi il giornale.<br />

Oggi invece anche questo cuscinetto si è inquinato,<br />

anzi diremmo, avvelenato. Anche questo<br />

cuscinetto non permette più di scindere un argomento<br />

che dovrebbe portare al massimo una incazzatura<br />

genuina e invece porta all’odio più<br />

estremo. Oggi vedendo le immagini del terremoto<br />

ad Amatrice e degli altri paesi coinvolti, abbiamo<br />

pensato proprio a quanto siamo stupidi<br />

ad incazzarci per il calcio, e quanto non pensiamo<br />

che la vita può sfuggirci di mano in un secondo<br />

non per mano nostra ma per una mano<br />

astratta che decide cosi su due piedi, che tu<br />

debba lasciare la vita terrena. E questa mano lo<br />

decide nei modi più disparati, e uno di questi è<br />

un modo crudele, cinico, un modo che nel 90%<br />

dei casi colpisce di notte quando tutti noi ci rilassiamo<br />

forse per l’unica volta nelle 24 ore. I fratelli<br />

laziali di Amatrice ci colpiscono<br />

psicologicamente in maniera maggiore perché<br />

sono tuoi corregionali e che spesso anche per<br />

una semplice gita di piacere, abbiamo visitato e<br />

soggiornato in quelle splendide località Reatine.<br />

Non puoi non commuoverti di fronte a tanta disgrazia<br />

sia di chi è morto, pace all’anima sua, ma<br />

soprattutto al dramma di chi è rimasto vivo ma<br />

senza più nulla, senza famiglia, senza casa,<br />

senza una speranza futura. Oggi il calcio deve<br />

saper ritornare in quell’alveo di genuinità e frivolezza<br />

che negli anni passati ha permesso a tutti<br />

noi, di divertirsi col calcio, di sfotterci in maniera<br />

sana e piacevole per il calcio. Oggi noi laziali di<br />

nome per via che siamo nati nel Lazio e di fede<br />

calcistica per via che siamo biancocelesti della<br />

Lazio, piangiamo questi nostri fratelli scomparsi<br />

in quelle terre genuine che sono anche tra l’altro<br />

rinomati feudi biancoazzurri. Amatrice, Accumoli,<br />

Rieti, la terra Reatina, quella parte del<br />

Lazio, dove la gente cittadina va a trovare in<br />

estate quella pace e refrigerio per ritemprare le<br />

proprie membra per riaffrontare un altro anno di<br />

lavoro, di fatica non solo fisica ma soprattutto<br />

mentale.


ere un Finale<br />

Futuro Vero<br />

Oggi siamo di fronte ad un’altra tragedia della<br />

natura che ogni anno ci ricorda inesorabilmente,<br />

che non bisogna sfidarla oltremodo, che non bisogna<br />

mai sottovalutarla, che non bisogna mai<br />

mancarle di rispetto. Oggi cosi come ieri cosi<br />

come 7 anni fa a L’Aquila, e ancora più indietro<br />

in Emilia , in Umbria, in Irpinia, in Friuli e cosi via.<br />

Oggi vorremmo finalmente vedere nel più breve<br />

tempo possibile un finale diverso di una storia<br />

oramai imparata a memoria dove il reggente di<br />

turno, si adoperava per promettere impegno, ricostruzione,<br />

assistenza, concretezza, senza mai<br />

però metterle in pratica. Oggi vorremmo che finalmente<br />

la gente colpita da questo terremoto,<br />

abbia un finale diverso, un finale dove qualcuno<br />

che promette, poi mantiene. Il sindaco di Accumoli<br />

intervistato piangente e sconsolato, è lo<br />

specchio dell’Italia di oggi e della sfiducia che<br />

regna nell’Italia di oggi verso chiunque si sia<br />

succeduto al comando di questa splendida nazione.<br />

E tale sfiducia deriva proprio dalle mille<br />

promesse vane che non hanno mai trovato<br />

corpo e dalle situazioni nella altre zone italiane<br />

colpite dal terremoto, che ad anni di distanza,<br />

sono ancora come se tale tragedia fosse accaduta<br />

soltanto ieri e non decenni fa. Tutto questo<br />

ha portato il pianto di quel sindaco che vedeva<br />

davanti ai suoi occhi il buio più totale per il suo<br />

paese e per la sua gente, fino a dire che non c’è<br />

futuro, che oggi tutto si è chiuso, tutto è finito.<br />

Però ora deve esserci il dovere non solo morale<br />

ma anche materiale, di dare un finale diverso a<br />

queste persone, perché sarebbe veramente ora<br />

che qualcuno che fa promesse, poi le mantenese<br />

e le mettesse in pratica. Oggi chi governa,<br />

usando una metafora calcistica, ha un rigore da<br />

battere all’ultimo secondo del recupero. E segnandolo<br />

questo rigore, permetterebbe alla sua<br />

squadra di vincere. Ma non vincere una partita<br />

provvisoria, ma vincere una partita ben più importante,<br />

quella della dignità e della giustizia.<br />

Perché queste persone colpite dal sisma nella<br />

propria dignità, che hanno perso casa, familiari,<br />

lavoro, futuro, hanno bisogno di qualcuno che<br />

gliela restituisca al più presto. E questa restituzione<br />

della dignità sarebbe la vittoria più bella e<br />

più immortale che possa esserci per chi comanda<br />

perchè a differenza di chi l’ha preceduto,<br />

potrà far vedere che, finalmente, si è in grado di<br />

scrivere un finale diverso dal solito finale di tutti<br />

questi anni, un finale di vita e di futuro, stavolta<br />

vero. Perchè queste persone colpite meritano e<br />

hanno diritto a una speranza vera, concreta.<br />

Basta con il fumo, basta con le promesse da marinaio,<br />

basta con le speculazioni politiche.Ora è<br />

tempo di capire che ci vuole solamente una cosa<br />

semplice, l’onestà e la vera voglia di fare.


Terremoto nel Lazio, Marche e Umbria<br />

“ La Mia Terra,<br />

la Forza di<br />

di Emiliano Foglia<br />

Da bambino sognavo sempre la nuova estate sotto i<br />

monti che mi hanno visto crescere. Lunghi inverni<br />

romani ad aspettare agosto, perché la spensieratezza<br />

e la libertà era sempre li in quel angolo di paradiso<br />

a due ore da Roma. Quel paradiso che la<br />

natura ha deciso ora di riprendersi, scalzando via<br />

tutto: cultura, tradizioni e colpendo negli affetti più<br />

personali la gente che viveva nel rendere ancor piu'<br />

bella quella terra. Sono le ore 3:36 di mercoledì 24<br />

agosto ed il centro Italia all'improvviso trema tutto,<br />

la catastrofe e poi il dramma. Da li a poco i telegiornali<br />

in edizione straordinaria iniziano ad informare<br />

ogni angolo del nostro paese, svegliato brutalmente<br />

nella notte. Si cerca di capire dove sia l'epicentro,<br />

prima Norcia e poi si conferma che e' la zona e'<br />

quella di Accumoli. Ma la vera distruzione e' a pochi<br />

chilometri da Accumoli, precisamente ad Amatrice.Il<br />

sindaco Sergio Pirozzi interviene in diretta a Rai<br />

News 24 e dice: "Amatrice non esiste più". Il gelo mi<br />

avvolge non posso crederci, la mia terra e' distrutta.<br />

Proprio quest'anno le mie vacanze le avevo terminate<br />

qualche giorno prima dal sisma e la sensazione<br />

di non essere li ad aiutare la mia gente accendeva in<br />

me un profondo senso di colpa.A Roma fermo, così<br />

non posso stare, le notizie, i giornali e gli appelli invitano<br />

tutti alla mobilitazione generale: bisogna aiutare!.<br />

Gli italiani sono un grande popolo, invidiati<br />

spesso e sappiamo quanto, anche oltrealpe. Devo<br />

fare qualcosa e l'occasione di andare li a rendermi<br />

utile si presenta grazie all'azienda per cui lavoro(non<br />

voglio fare pubblicità, perché i miei capi mi hanno<br />

detto che l'azienda non vuole farsela).Mi dicono che<br />

per tre settimane saremo nelle comunita' coplite<br />

dal sisma con una nostra postazione tecnica e<br />

porteremo con noi ciò che serve alla gente,<br />

ci sono tanti bambini che aspettano sorrisi, coccole<br />

e doni.Si perché i sorrisi, le coccole ed i doni non<br />

hanno limitiper loro sono infiniti. La mia squadra<br />

parte subito, per tre giorni mi vedranno in prima fila,<br />

a fianco degli "angeli" giunti da ogni parte d' Italia:<br />

Esercito, Vigili del Fuoco, Protezione Civile e le<br />

associazioni piu disparate di volontari. Si parte,<br />

sveglia ore 5.30 del mattino preparo al volo le mie<br />

cose e raggiungo l'appuntamento con i miei colleghi,<br />

anzi i miei fratelli alle 7. La Salaria non e' percorribile<br />

nel tratto finale che porta ad Amatrice. Prendiamo l'<br />

autostrada A 24 direzione Roma - L'Aquila e saliamo<br />

su passando per il lago di Campotosto ai piedi del<br />

Gran Sasso, con circa 50 km di curve.<br />

Scorgendo il paesaggio e la natura a pochi minuti da<br />

Amatrice non riesco ad immaginare uno scenario<br />

cosi' apocalittico ad attendermi. Arriviamo al Campo<br />

1 della località di Sant' Angelo di Amatrice. davanti<br />

a me molti sono i tendoni zzurri della Protezione<br />

Civile ed un via vai confuso di addetti ai lavori,<br />

e' la prima tendopoli che vedo dal vivo in vita mia.


il Mio dolore,<br />

isorgere “<br />

Il campo si presenta sorprendentemente in silenzio,<br />

riesco a scorgere solo pochi civili al suo<br />

interno.Chiedo come mai ci sia poco movimento al<br />

campo villaggio, lui mi risponde che le persone sono<br />

tutte nelle tende. Escono solo quando viene servito<br />

il pasto. Predisponiamo i nostri aiuti ed il nostro materiale<br />

tecnico che mettiamo subito a disposizione<br />

della comunita'. Dopo circa un' ora il capo cuoco annuncia<br />

il pranzo e piano piano in rigoroso ordine<br />

circa 150 persone si dispongono in fila per mangiare.<br />

. Mi presento a loro e chiedo di incontrare i<br />

bimbi del campo, ci sono tanti giochi che abbiamo<br />

portato per loro. Subito ci circondano bellissimi, puri<br />

e felici. Dopo il pranzo la gente incuriosita da noi si<br />

avvicina e ci chiede cosa facciamo. Noi ci presentiamo<br />

e prestiamo il nostro servizio, in tanti ci dicono<br />

addirittura grazie.Nei tre giorni di permanenza ad<br />

Amatrice, questa scena si ripete in continuazione, ci<br />

ringraziano spesso. Qualcuno di loro vorrebbe raccontarci<br />

tutto, di quello che e' successo e dei loro<br />

drammi personali, forse evitano e forse apprezzano<br />

che siamo venuti con il cuore aperto. L'inverno tra<br />

qualche settimana arriverà e li come sempre sara'<br />

molto freddo e duro. La Regione Lazio in sintonia<br />

con il sindaco di Amatrice ha progettato una soluzione<br />

denominata "Amatrice Ponte", con degli chalet<br />

che saranno messi a disposizione nell' arco di poche<br />

settimane fuori Amatrice, in modo da rendere sicura<br />

e veloce la ricostruzione della cittadina.Vorrei raccontare<br />

tante altre cose ma preferisco tenermele<br />

dentro, se non una. Un uomo di cui non ricordo il<br />

nome all'interno del campo riusciva a far tutto e conosceva<br />

ogni angolo di terra di quelle zone colpite,<br />

mettendosi così a disposizione dei volontari, ebbene<br />

questo uomo ha perso i suoi due figli di 21 e 24 anni<br />

e mi ha detto che la sua vita ha ormai un solo obiettivo,<br />

aiutare gli altri.Il resto lo documento con le preziose<br />

immagini di momenti, frammenti e flash di vita<br />

che rinasce. Concludo invitando chi se la sente ad<br />

andare su, servono tanti sorrisi da regalare ed un<br />

grazie a chi mi ha permesso di essere li... ve ne sarò<br />

sempre grato, ora sono un uomo migliore.


SCUDETTO 1915, E’<br />

LA FIGC RIMANDA LA DECISIONE SULL’ASSEGNAZIONE DEL<br />

Nonno Claudio è nato a Roma nel marzo del 1898,<br />

da famiglia modesta: il padre è un impiegatuccio in un<br />

ufficio contabile; la madre una casalinga, così come<br />

si confà alle rispettabili usanze del passato. Nel 1915<br />

nonno Claudio ha 17anni, che un secolo addietro non<br />

è certo l’età della fanciullezza e spensieratezza: è un<br />

giovane uomo, col cappello e l’abito buono della domenica.<br />

Ma ai suoi amici, quelli del cortile e delle ginocchia<br />

sbucciate, parla di Lazio e non di prospettive<br />

esistenziali: è un tifoso lui, il tifoso della formazione<br />

vincitrice del girone Centro-Meridionale, e chissà che<br />

stavolta la sua squadra non riesca a conquistare lo<br />

scudetto! Lo dice con lo sguardo rivolto all’orizzonte<br />

lì dove si affollano gli oscuri presagi del conflitto bellico<br />

mondiale. Nonno Claudio è solo uno dei tanti, taciuti<br />

testimoni di un dato storico reale e documentato:<br />

la sua Lazio, nei giornali dell’epoca, è “Campione del<br />

Centro Sud”. Il campionato 1914/15 fu infatti interrotto<br />

per motivi bellici prima della finale tra la vincitrice del<br />

girone Nord, appunto il Genoa, e la vincitrice del girone<br />

del Centro-Sud, la Lazio. Il club biancoceleste<br />

aveva perciò guadagnato prima il titolo di Campione<br />

dell'Italia Centrale in seguito ai risultati del campo e<br />

al forfait del Lucca (documentato attraverso il comunicato<br />

con cui la squadra toscana ufficializzò il proprio<br />

ritiro per motivi finanziari dal girone dell’Italia centrale<br />

a due turni dal termine), poi, tenendo conto dell’annullamento<br />

da parte della FIGC della prefinale dell’Italia<br />

meridionale Internazionale Napoli – Naples per<br />

irregolarità di tesseramento di due calciatori, la conseguente<br />

ed automatica conquista del titolo di squadra<br />

campione dell’Italia Centro-Meridionale; mentre il<br />

Genoa era primo in classifica al momento della sospensione<br />

per la Prima Guerra Mondiale, e tale restò.<br />

Tanto più che il club rossoblù rifiutò di accettare la direttiva<br />

emanata dalla FIGC per prevenire l’insorgenza<br />

bellica ed anticipare al 16 Maggio 1915 l’ultimo turno<br />

del girone finale dell’Italia Settentrionale, che è così<br />

rimasto indisputato, in cui era in programma Genoa -<br />

Torino la compagine genovese era allora provvisoriamente<br />

in testa con due punti di vantaggio su Torino<br />

ed Internazionale. Con una delibera emanata dopo la<br />

Grande Guerra, la FIGC decise però di assegnare il<br />

titolo di Campione d'Italia ai Grifoni. La motivazione<br />

era semplice, quasi ingenua: il Genoa era considerata<br />

la squadra più forte. Un ex aequo non riconosciuto,<br />

solo perché si è presunto che il Genoa avrebbe vinto<br />

quella finale: eppure la Lazio potrebbe in effetti avanzare<br />

più diritti su quel titolo rispetto alla stessa contendente,sostanzialmente<br />

auto-proclamatosi<br />

campione nel 1919 il club rossoblu non è in possesso<br />

di nessun documento che attesti la legittimità di quello<br />

scudetto.Quel che il lavoro dell’avvocato Gian Luca<br />

Mignogna propone, avvalendosi delle oltre 32.000<br />

firme della petizione e delle testate che per prime,<br />

come il “Nuovo Corriere Laziale” e “Il Tempo” hanno<br />

creduto nella rivendicazione, è quindi di riesaminare<br />

oggettivamente il contesto storico, sociale e sportivo<br />

in cui sarebbe stata adottata la delibera postbellica<br />

con cui d’ufficio risultò assegnato lo scudetto 1914/15<br />

al Genoa, a tutt’oggi in realtà irreperibilepresso gli archivi<br />

della federcalcio. Ciò al fine di assegnare lo scudetto<br />

1914/15 a Lazio e Genoa ex aequo, dichiarare<br />

entrambi i club campioni d’Italia per tale campionato<br />

e fregiare col tricolore i biancocelesti per il primato<br />

all’epoca conseguito nell’Italia Centro-Meridionale ed<br />

i rossoblù per quello in via di conseguimento nell’Italia<br />

Settentrionale. Un riconoscimento dovuto a quel<br />

nonno Claudio simbolo di un destino funestato dallo<br />

scoppio del Primo Conflitto Mondiale; alle lacrime da<br />

lui versate il 23 Maggio 1915, momento della sospensione<br />

bellica adottata dalla FIGC. Perché nonno Claudio,<br />

svestito l'abito buono ed indossata la divisa<br />

militare, nella consapevolezza dell’atrocità della<br />

guerra poteva ormai solo conservare le immagini e<br />

preservare il ricordo delle gesta degli atleti da lui più<br />

volte decantati, strappati dal gioco del calcio e della<br />

vita ed ora chiamati a servire la madre Patria col massimo<br />

sacrificio e spirito di abnegazione. La squadra<br />

capitolina fu fervente contributrice all’evento bellico,<br />

fornendo capitale umano tra dirigenti, atleti e soci, di<br />

cui circa trenta non sopravvissuti alla battaglia e il<br />

campo, trasformando “la Rondinella”, il terreno dove<br />

esercitava l’attività calcistica, in “orto di guerra” per<br />

sfamare vedove ed orfani di quegli uomini caduti (una<br />

delle ragioni per cui nel 1921 la Società Podistica<br />

Lazio venne insignita della benemerenza di Ente Morale).<br />

Un’idea, quella di patria, che smetterà di esistere<br />

solamente quando storie come quella della<br />

Lazio e dei suoi atleti non verranno più raccontate alle<br />

nuove generazioni.Una storia di guerra e di sport, di<br />

atleti combattenti e di medaglie, di cui ogni italiano<br />

può andare degnamente fiero. Ma è necessario rendere<br />

ancora onore e merito sportivo ai numerosi caduti<br />

dell’allora società podistica Lazio sul fronte<br />

Austro-Ungarico: le coppe e i trofei agonistici sono il<br />

principale obiettivo di ogni società sportiva, poi ci sono<br />

altre medaglie che un atleta può conquistare rendendo<br />

ancora più orgogliosa la polisportiva in cui ha<br />

militato. Motivo per porre rimedio ad una decisione


GIUSTO PER LORO<br />

LO SCUDETTO DEL 1915 E I TEMPI SI ALLUNGHERANNO<br />

assolutamente iniqua, ingiusta e lesiva dei valori dello<br />

sport e dei principi giuridico sportivi, intervenendo sul<br />

caso giustappunto nell’ambito del centenario dello<br />

scoppio della Prima Guerra Mondiale. Dalla BBC al<br />

New York Times, a cento anni dalla Grande Guerra è<br />

stato ricordato il sacrificio della squadra che più di ogni<br />

altra ha impegnato i suoi uomini al fronte, rinunciando<br />

al sogno di una finale scudetto – finanche all’appagamento<br />

di una vita vissuta in pienezza. Nonno Claudio<br />

è solo l’esempio di quanto la storia abbia colpito l’immaginario<br />

collettivo laziale in un momento difficile e<br />

controverso. Nell’ultimo anno niente come lo Scudetto<br />

1915 ha riunito tutte le istanze del tifo laziale, riportando<br />

l’ideale biancazzurro ai tempi dei pionieri del calcio di<br />

cento anni fa. Ora la palla passa alla FIGC: ci vorrà<br />

tempo, ci vorrà fede per ottenere un risultato sulla carta<br />

impensabile. A vagliare la questione è stata in prima<br />

battuta una commissione istituita dal presidente Carlo<br />

Tavecchio e composta dall'avvocato Santoro (presidente)<br />

e dai membri Cirillo, Greco, Mastrocola e Sferrazza.<br />

Tale organo ha consegnato la relazione sul caso,<br />

definendo come "evidenti omissioni" le irregolarità nell'assegnazione<br />

unica al Genoa. L'ultima parola spetterà<br />

al consiglio federale, l'unico che può decidere<br />

definitivamente sul caso. Le prossime settimane potrebbero<br />

essere quelle decisive per una votazione che,<br />

con parere della commissione dei saggi già favorevole,<br />

dovrà tener conto dei diritti lesi della Lazio. Impossibile<br />

pensare ad altre istanze e a richieste di altri scudetti rivendicati<br />

per la FIGC: solo il caso della Lazio del 1915<br />

rappresenta un "vulnus" sufficiente e unico nel suo genere,<br />

tanto da portare la federazione a riscrivere l'albo<br />

Comunque non sarà possibile intaccare le posizioni<br />

ormai consolidate di parti terze, e dunque del Genoa:<br />

perciò – nell’eventualità di un esito favorevole alla Lazio<br />

- si procederà ad assegnare lo scudetto ex-aequo.<br />

Quale migliore iniziativa per far ardere le ceneri di<br />

nonno Claudio e di tutti coloro i quali pagarono con la<br />

vita l’ardimentoso patriottismo, se non tributare la giusta<br />

riconoscenza al valore versato tanto sui campi di<br />

gioco che sui campi di battaglia; e restituire alla storia<br />

il corretto scorrere degli eventi, posizionando la Lazio<br />

lì dove merita: accanto al Genoa, con lo scudetto cucito<br />

sulle maglie biancocelesti – un richiamo ai colori dell’angelica<br />

volta degli eroi del 1915.<br />

ARIANNA MICHETTONI


Stagione 201<br />

PRIMA GIORNATA ANDATA<br />

ATALANTA - LAZIO 3 - 4<br />

Kessie 63°,67° Immobile 15°<br />

Petagna 91° Hoedt 20°<br />

Lombardi 33°<br />

Cataldi 89°


6/2017:+&-<br />

DI CARLO CAGNETTI<br />

PIÙ (+)<br />

NON ESISTE: A MIA MEMORIA UNA VITTORIA IN<br />

TRASFERTA ALLA PRIMA CON QUATTRO<br />

GOL. POKER MERAVIGLIOSO CHE RISPONDE<br />

ALLO SCETTICISMO DEI PROFETI DI SVENTURA.<br />

LA LAZIO È FORTE E SBANCARE<br />

BERGAMO NON È MAI FACILE.<br />

LA LAZIO È IMMOBILE: NON SUL MERCATO<br />

DOVE SI ASPETTA IL BOMBONE BALO E QUAL-<br />

CHE ALTRO RIMASUGLIO MA IN CAMPO. CIRO IL<br />

GRANDE TIMBRA ALLA GRANDE. MI RICORDA<br />

BRUNETTO NOSTRO DA TRASTAVERE. STESSA<br />

TIGNA STESSA CAPACITÀ DI VEDERE LA PORTA<br />

STESSA SFRONTATEZZA. COLPO DI MERCATO<br />

SENSAZIONALE.<br />

LOMBARDI: CHE LA ROSA DELLA LAZIO SIA DI<br />

PRIMA QUALITÀ LO DIMOSTRA QUESTO GIO-<br />

VANE VIRGULTO FRUTTO DEL SETTORE GIOVA-<br />

NILE MIGLIORE D'EUROPA. BRAVO CRISTIANO<br />

NON MONTARTI LA TESTA E CONTINUA COSÌ<br />

MENO ( -)<br />

MARCHETTI: QUO VADIS AMICO MIO? COSÌ NON<br />

VA. REGALARE DUE GOL AGLI OROBICI PER<br />

POCO NON COMPROMETTEVA UNA VITTORIA<br />

SOLARE. UN PO' DI ATTENZIONE PLEASE.<br />

AMBIENTE: MORE SOLITO. LA LAZIO VINCE MA<br />

È L'AVVERSARIO SCARSO. DIO MIO CHE GENTE.<br />

.<br />

KEITA: CHIEDI SCUSA. LA LAZIO È ALTRO DAI<br />

TUOI PSEUDOVALORI.


SFIGA: NULLA<br />

ZATA JUVE. OL<br />

CULO STELLA<br />

Stagione 201<br />

SECONDA GIORNATA ANDATA<br />

LAZIO - JUVENTUS 0 - 1<br />

KHEDIRA 66°<br />

DI CARLO CAGNETTI<br />

PIÙ (+)<br />

NOI CON VOI: L<br />

PER LA TRAGE<br />

DEL LATIUM VE<br />

CHE DICE<br />

BASTOS IO: UF<br />

E PORTATO AL<br />

INUTILE PARLA<br />

I M P R E


6/2017:+&-<br />

A LAZIO ESPRIME IL CORDOGLIO<br />

DIA CHE HA COLPITO IL CUORE<br />

TUS E ONORA CON UNA MAGLIA<br />

TUTTO. IN SILENZIO.<br />

FICIALE IGLI TARE HA SCOVATO<br />

LA LAZIO IL NESTA DI COLORE<br />

RNE. E’ STATO SEMPLICEMENTE<br />

S S I O N A N T E .<br />

DA FARE CONTRO LA CORAZ-<br />

TRE AD ESSERE FORTE HA UN<br />

RE. TEMPO AL TEMPO CHE .<br />

.NELLA VITA TUTTO SI RESTITUISCE. UN PAREG-<br />

GIO STRETTO PER LA LAZIO PER QUALITÀ DI<br />

GIOCO SI TRASFORMA IN UNA SCONFITTA SAN-<br />

GUINOSA. APPLAUSI. MALGRADO TUTTO<br />

MENO ( -)<br />

RINVII DI MARCHETTI:. LA PELOTA È COME UN<br />

CORPO DI DONNA. ANCHE IL PORTIERE<br />

DOVREBBE SAPERLO. NON TRATTIAMOLA MALE<br />

GRAZIE. BIGLIA LISCIA: E REGALA A QUEL FI-<br />

GLIO DI PARAGNOSTA DI KHEDIRA IL GOL VIN-<br />

CENTE. INGENUO E SCIATTO IL CAPITANO.<br />

ZERO: PUNTI N CLASSIFICA. CE NE MANCA UNO.


CALCIOMERCATO LAZI<br />

a cura di<br />

ARIANNA MICHETTONI<br />

MORITZ LEITNER<br />

Giorni addietro, sulle colonne di un notissimo quotidiano<br />

sportivo, è stata infelicemente posta una domanda<br />

cui Cuore di Lazio si propone di rispondere,<br />

ben lontana da ogni retorica: Moritz Leitner è uno<br />

degli innesti biancocelesti di un mercato estivo più<br />

attivo e funzionale di quanto si voglia far credere.<br />

Nulla di più, nulla di meno: il nuovo centrocampista<br />

della Lazio – ingaggiato con l'intenzione di sostituire<br />

il partente Onazi, senza che questo però implichi limiti<br />

alla crescita del ragazzo non giustifica certo l'ennesimo,<br />

malcelato, attacco mediatico meschino. Perché<br />

da un acquisto in prospettiva, di cui anche gli addetti<br />

ai lavori parlano bene, non si deve cercare la scintilla<br />

dell'ennesima sterile lamentela. E a chi non crede<br />

nelle doti tecniche dell'austriaco naturalizzato tedesco,<br />

si riportano qui due stralci di interviste realizzate<br />

ad intenditori del calcio germanico: Christoph Kramer,<br />

centrocampista del Borussia Mönchengladbach,<br />

ha parlato in termini positivi del nuovo acquisto della<br />

Lazio: «Tecnicamente è molto bravo, secondo me può<br />

fare bene. Per due milioni di euro è un ottimo colpo.<br />

Ha delle ottime basi...; se non ha perso l'autostima ha<br />

il potenziale per fare bene. La realtà però è che ogni<br />

acquisto va valutato a lungo termine». La lungimiranza,<br />

dunque questa sconosciuta nell'ambiente laziale,<br />

troppo spesso impaziente, troppo spesso<br />

smanioso. Kramer poi non è il solo ad aver speso parole<br />

incoraggianti nei riguardi del giovane. Massimo<br />

Morales esperto conoscitore dei giocatori della Bundesliga:<br />

«È un buon giocatore. Come carriera prometteva<br />

molto, faceva parte delle nazionali giovanili ma<br />

al Borussia Dortmund ha un po’ disatteso le aspettative<br />

tanto che poi è stato mandato in prestito allo<br />

Stoccarda. E’ vero che ha trovato davanti a se tanta<br />

concorrenza a centrocampo c’erano tra gli altri<br />

Gundogan e Sahin ("l’anno scorso il Dortmund era<br />

una squadra che girava alla perfezione, trovare spazio<br />

era parecchio complicato"come dichiarato dallo<br />

stesso Leitner). Insomma, come carriera la parabola<br />

è stata discendente e l’ultimo anno al Borussia ha<br />

giocato davvero poco. E’ un giocatore da rilanciare,<br />

ma ha ottime qualità tecniche, gioca un buon calcio<br />

con rapidità d’esecuzione. Non ha un gran fisico e<br />

forse questo, in un campionato come la Bundesliga,<br />

lo ha un po’ penalizzato, soprattutto a centrocampo<br />

in Germania conta anche la fisicità”. Sottolineando<br />

che disattendere le aspettative non equivale necessariamente<br />

ad aver fallito le ambizioni di un'intera carriera,<br />

evitando quindi chiavi di lettura pessimistiche<br />

di un calciatore probabilmente più che adatto, per caratteristiche,<br />

al campionato italiano. È duttile, possiede<br />

una buona visione di gioco, è veloce ed è molto<br />

abile nei dribbling e nelle ripartenze. Può giocare sia<br />

come centrocampista centrale, sia come esterno sinistro,<br />

sia a supporto delle punte. E, come ogni altro<br />

biancoceleste impegnato sul rettangolo di gioco, ha<br />

bisogno di sentire la fiducia e il supporto dell'ambiente.<br />

Un tifo che ha già, con entusiasmo, chiamato<br />

a raccolta, parlando dei suoi obiettivi personali e della<br />

voglia di riportare i sostenitori biancocelesti allo stadio<br />

dopo i problemi degli ultimi tempi: «Il mio obiettivo<br />

è diventare titolare. Se non avessi questa<br />

ambizione sarebbe un problema. Tifosi allo stadio?<br />

Sono convinto che vincendo la gente tornerà a vederci.<br />

Voglio riuscire a riportare la gente all’Olimpico.<br />

Abbiamo tutti una voglia matta di fare bene». Parole<br />

di un carisma giovane sì, ma già valoroso che da sole<br />

bastano a rispondere al quesito posto in partenza.


O I NUOVI ACQUISTI<br />

a cura di<br />

ARIANNA MICHETTONI<br />

Bartolomeu Jacinto Quissanga<br />

BASTOS<br />

In un calcio di Zar, Bastos è piuttosto il Rasputin di<br />

corte: Bartolomeu Jacinto Quissanga, il centrale<br />

classe 1991 che ha stregato la Lazio, è il secondo innesto<br />

in difesa dopo il brasiliano Wallace. Il calciatore<br />

ha firmato un contratto quadriennale sulla base di 1,3<br />

milioni di euro a stagione, con il Rostov l'accordo è<br />

stato raggiunto sulla cifra di 6,5 milioni – che il club<br />

biancoceleste spera siano bilanciati (in parte o integralmente)<br />

dalle cessioni di Mauricio e Bisevac. Un<br />

colpo più che azzeccato, secondo i sofisti del calcio<br />

internazionale – un colpo dalla poca apparenza e<br />

molta sostanza: Bastos, nonostante un fisico piuttosto<br />

imponente, riesce ad abbinare quantità e qualità<br />

nei disimpegni difensivi, accompagnando una più che<br />

evidente prestanza fisica con una buona dose di velocità.<br />

È un giocatore che predilige l’anticipo, sbrogliando<br />

situazioni complicate con disimpegni palla al<br />

piede. Caratteristiche importanti che fanno sì che l'angolano<br />

si completi perfettamente con gli altri centrali<br />

in rosa, condizione da cui ripartire affinché la difesa<br />

cambi finalmente volto. Con lui la linea difensiva biancoceleste<br />

potrà infatti giocare più alta, permettendo<br />

alla squadra di accorciarsi molto in fase di non possesso<br />

secondo i dettami di Inzaghi. Bastos inizia la<br />

sua carriera in Angola, con l’Atletico Luanda, ma è<br />

sulle sponde del fiume Don che trova la consacrazione:<br />

nell’estate del 2013 arriva al Rostov, in Prem’er<br />

-Liga emerge fino a diventare uno dei difensori migliori<br />

del campionato russo. “L’importante è ragionare<br />

sempre di partita in partita – rivela dopo una<br />

sfida contro il CSKA Mosca – bisogna scendere in<br />

campo con la concentrazione giusta e con l’obiettivo<br />

di ottenere i tre punti“. Taciturno, umile, mai sopra le<br />

righe, sempre pronto però a sporcarsi le mani per la<br />

squadra: è con questa mentalità che diventa una pedina<br />

fondamentale del Rostov dei miracoli, capace in<br />

due anni di vincere la coppa nazionale (2014) e di qualificarsi<br />

per i preliminari di Champions League. Spirito<br />

affine alla lettura quasi romantica che ha Simone Inzaghi<br />

del calcio emersa nelle recenti dichiarazioni riguardo<br />

maglie sudate d'impegno ed indossate con<br />

orgoglio. "Bastos è un difensore di alto livello, completa<br />

il reparto perché ha delle caratteristiche differenti<br />

dagli altri." Igli Tare così presenta l'ultimo<br />

arrivato in casa biancoceleste; "Può giocare con de<br />

Vrij ma anche con Wallace e Hoedt, non fa differenza<br />

se difesa a tre o a quattro ed è fortissimo nell'uno<br />

contro uno. Seguivo Bastos da due anni e non è un<br />

ripiego" dunque l'angolano migliora e completa il reparto<br />

difensivo biancoceleste, nell'ottica di renderlo<br />

quel fortino inespugnabile o quasi che tanto è mancato<br />

alla Lazio.


CALCIOMERCATO LAZIO I NUOVI ACQUISTI<br />

a cura di<br />

ARIANNA MICHETTONI<br />

LUIS ALBERTO<br />

Luis Alberto Romero Alconchel, meglio noto come<br />

Luis Alberto – il nome che non ci si aspettava, e che<br />

conferma la predisposizione biancoceleste alla sorpresa<br />

(qui intesa nell'accezione di sconvolgimento<br />

delle aspettative). Perché di tutte le trattative avviate,<br />

vere o presunte, dei nomi-fiumi d'inchiostro che<br />

hanno sporcato le pagine dei quotidiani sportivi,<br />

quella relativa all'esterno spagnolo classe 1992 è<br />

stata come un fulmine a ciel sereno – o meglio come<br />

un lampo, vista la velocità di conclusione. Una novità,<br />

dunque, che ha ribaltato lo stallo Dirar e ha portato il<br />

fantasista prelevato dal Liverpool che ha però disputato<br />

la stagione scorsa da titolare con la maglia del<br />

Deportivo La Coruna (con cui ha collezionato, tra La<br />

Liga e la Coppa del Re, 31 presenze, 6 gol e 8 assist)<br />

ad indossare i colori della prima squadra della capitale.<br />

Esterno dal piede destro, con la Lazio già condivide<br />

un minimo comune denominatore: la voglia di<br />

riscatto e la necessità di ritrovare se stesso. Per<br />

l'erede di Candreva pur se sarebbe preferibile elevarlo<br />

allo status di rinforzo biancoceleste senza avventurarsi<br />

in paragoni troppo rigidi Lotito e Tare verseranno<br />

nelle casse del Liverpool circa 7 milioni, 5<br />

subito più 2 di bonus. Nel Siviglia (dove Luis Alberto<br />

ha iniziato la sua carriera calcistica nel settore giovanile,<br />

per poi passare all’età di 17 anni al Siviglia Atletico<br />

– seconda squadra dei Los Nervionenses) ha<br />

sempre giocato come trequartista. Ha però un passato<br />

da attaccante: vista la sua facilità nell'andare in<br />

gol, il Barcellona B (i blaugrana lo prelevano dal Siviglia<br />

in prestito con diritto di riscatto, ma non dimostrano<br />

mai di credere davvero in lui e lo impiegano<br />

solo nella seconda squadra)lo ha visto scendere in<br />

campo in 38 occasioni, realizzando 11 gol e 18 assist<br />

, schierandolo spesso come centravanti: "Segnavo<br />

sempre nelle giovanili", dichiara lui. Eppure la sua dimensione<br />

l'ha trovata sulla fascia. Principalmente sinistra,<br />

per consentirgli di accentrarsi e andare alla<br />

conclusione con il destro: velocità e dribbling, tocchi<br />

sempre precisi e tanti assist. Non si può certo dire,<br />

insomma, che non sia un calciatore duttile. La Lazio<br />

ha acquistato un giocatore che può ricoprire diversi<br />

ruoli e che ha le idee chiare in merito alle sue qualità:<br />

“Gioco da centrocampista, mi trovo bene; amo gestire<br />

il pallone, ho una grande visione di gioco. Posso<br />

muovermi con disinvoltura anche in altre zone del<br />

campo”. Una giusta ambizione, la sua: “Voglio continuare<br />

a crescere, sempre di più”. Decisamente meglio,<br />

per appropriatezza e classe, di un generico e<br />

retorico desiderio di vittoria altrove. Ed è proprio nella<br />

sua ultima stagione che Luis Alberto è tornato a far<br />

vedere di cosa è capace, poiché Il giovane talento,<br />

negli anni, si è portato dietro l'etichetta classica dell'alunno<br />

che è "intelligente e dotato, ma non si applica".Ora<br />

la Lazio e tanti nuovi obiettivi da rincorrere:<br />

non resta che giudicarlo sul campo di calcio.


“Io la vedo così”<br />

di Roberto Fusillo<br />

Siamo arrivati al primo di Settembre, il campionato<br />

e' già' iniziato da due giornate dove la nostra<br />

Lazio ha incontrato l'Atalanta fuori casa vincendo<br />

4 a 3 e la Juventus in casa perdendo uno a zero<br />

ma disputando un’ottima partita contro la squadra<br />

più forte del campionato. Si chiude il calciomercato,<br />

a mio avviso credo tutto sommato<br />

che la squadra si sia rafforzata nonostante la<br />

cessione di Candreva, e' comunque il mercato<br />

più' costoso dell'era Lotito. La cessione di Candreva<br />

ha permesso una plusvalenza che insieme<br />

al risparmio sul'ammortamento e allo stipendio<br />

che non si dara' più ai i giocatori ceduti, tutto ciò'<br />

copre gran parte degli investimenti spesi.<br />

Oltre Immobile sono arrivati Wallace, Bastos,<br />

Lukaku, Luis Alberto, Leitner per una spesa complessiva<br />

di 35 milioni di euro in un impatto a bilancio<br />

di 24,2 milioni di euro. Tutto quindi finanziato<br />

dalla cessione del giocatore di Tor de Cenci per<br />

19,7 milioni di euro. I contratti pesanti sono<br />

stati annullati con le cessioni di Klose,<br />

Konko, Mauri, Braahfeid, Bisevac, se arriveranno<br />

pure i risultati sarà' il capolavoro più' importante<br />

della presidenza Lotito. Mi auguro che il pubblico<br />

biancoceleste torni a riempire lo stadio,<br />

e stia vicino a questa squadra dando tutto il<br />

supporto e quell’amore vero e unico<br />

che solo il tifoso laziale passionale sa dare.


“CHIEDI CHI ERAN<br />

a cura di Carlo Cagnetti - II Parte


O GLI EAGLES”<br />

La storia degli Eagles Supporters è fatta di piccole storie che cercheremo di raccontarvi come se aprissimo<br />

un libro di favole; come specificato nel numero scorso nel 1977 in occasione di Lazio-Juve comparve lo striscione<br />

che accompagnò la Lazio in tutte le sue partite (in casa era esposto il mega striscione di 54 mt, mentre<br />

in trasferta veniva portato uno striscione più piccolo). Da lì ebbe il cammino degli Eagles, uno dei gruppi di<br />

tifosi che più lasciarono il segno nella storia del tifo e non solo italiano.È necessario contestualizzare la storia<br />

degli Eagles con la storia di quegli anni, fine anni Settanta, i famosi «anni di piombo» che caratterizzavano<br />

quell’Italia ancora alla ricerca di sé stessa e di risposte per le numerose istanza che provenivano dalle varie<br />

classi sociali.Se erano anni difficili dal punto di vista politico, economico e sociale con violenze assortite la<br />

stessa cosa si può dire della Lazio: anni davvero duri. Si stavano consumando eventi molto brutti che avrebbero<br />

segnato indelebilmente la nostra storia: l’omicidio di Vincenzo Paparelli nel derby del 28 ottobre 1979<br />

spinse gli Eagles alla storica decisione di identificarsi per sempre con quella curva bagnata del sangue innocente<br />

di un padre di famiglia che aveva la Lazio nel cuore; il 9 dicembre 1979 in Lazio-Udinese la curva<br />

nord diventa la casa degli Eagles in onore di Vincenzo e quella data non va dimenticata. Un altro evento negativo<br />

fu il calcio scommesse del 1980 con quelle macchine di polizia in quel di Pescara dove il centinaio di<br />

Eagles presenti rimase attonito da quello che stava succedendo. Quel calcio scommesse fu davvero deleterio<br />

perché decretò e perchè in molti di quei ragazzi e tifosi adulti, si apri una ferita profonda.


“CHIEDI CHI ERANO GLI EAG<br />

alla fine della stagione la<br />

serie B d’ufficio per la Lazio<br />

e per gli Eagles fu un duro<br />

colpo ma che paradossalmente<br />

compattò ancora di<br />

più il tifoso laziale.La serie<br />

B è davvero un campionato<br />

tremendo fatto di trasferte<br />

complicatissime e partite<br />

impronunciabili. Ma si sa<br />

l’amore per la Lazio va oltre<br />

e quindi gli Eagles seguirono<br />

in massa la Lazio sia<br />

in casa che in trasferta, ricevendo<br />

attestati di stima<br />

(e di invidia) da tutta<br />

Italia.Per farvi capire un po’<br />

lo spirito di quei tempi<br />

vi riportiamo integralmente<br />

un pezzo intitolato «Una ulteriore<br />

prova di maturità<br />

degli Eagles Supporters»<br />

riportato sulla rivista omonima<br />

di novembre 1980 e riferentesi<br />

alla gara<br />

Lazio-Bari che sancì l’amicizia<br />

con i tifosi pugliesi:


LES”<br />

a cura di Carlo Cagnetti - II Parte<br />

«L’arrivo dei tifosi del Bari ci ha costretti ad un’alzataccia domenica mattina: avendo infatti organizzato il gemellaggio<br />

con gli Ultras baresi ci siamo sentiti in dovere di andare alla Stazione Termini alle 8,30 per riceverli<br />

e guidarli per un giro turistico in città. Verso le 11 siamo giunti allo stadio dove era in programma la vendita del<br />

primo numero della rivista. Oltre a questo c’era da organizzare la sistemazione degli striscioni, dei tamburi, la<br />

vendita degli adesivi e delle spille e tanti altri particolari. Bisogna dire che tutti i ragazzi hanno dato una mano<br />

molto volentieri nella effettuazione di tutti questi lavoriFatto sta che all’entrata delle squadre in campo la curva<br />

nord è stata un’esplosione di tifo, di tamburi, coriandoli,fumogeni, bandieroni e un coro Lazio Lazio da far<br />

venire i brividi. Mentre a Bigon e Bacchin, i due capitani,venivano offerti mazzi di fiori, sugli spalti iniziava un<br />

duello corale tra gli Eagles e gli ultras del Bari. La lotta era impari ma bisogna ammettere che anche loro si<br />

sono ben comportati. Il risultato rotondo 3-0 e il gran goal di Chiodi hanno fatto sì che il tifo si trasformasse in<br />

una magnifica festa per la Lazio e i suoi tifosi. Purtroppo, come molti ragazzi speravano, la squadra non è<br />

venuta sotto la nord a raccogliere l’abbraccio ideale di tutti i tifosi. Peccato, speriamo in<br />

domenica prossima. Colgo comunque l’occasione per ringraziare tutti gli Eagles che hanno tifato dal primo<br />

all’ultimo minuto seccando pressoché completamente le loro corde vocali.<br />

Forza ragazzi, sempre così tutti assieme, fino alla serie A. E dopo…» (Continua)


Lazio in Europa<br />

Lo dicono tutti gli addetti ai lavori e i comunicatori<br />

Lazio e non che abbiamo intervistato e contattato,<br />

attraverso 4 nostre domande specifiche.<br />

1) voto sul mercato Lazio<br />

2) posizione finale<br />

3) giocatore decisivo<br />

4) podio finale<br />

MIRKO BORGHESI ( La Lazio siamo noi)<br />

1) Voto: 6- Si poteva fare di più.<br />

3) Immobile, attaccante di qualità che mancava.<br />

4) Il podio: 1° Juventus, 2° Napoli, 3° Roma<br />

DANIELE BALDINI (Radio Sei)<br />

1) voto 5,5: Con la partenza di Candreva l'attacco<br />

2) Si gioca la sesta posizione con la Fiorentina<br />

3) Se recuperato, vedoKeita ,e i gol di Immobile sono<br />

imprescindibili<br />

4 - Juve, Napoli, Inter (spero)<br />

CRISTIANO DITTA (radio Incontro Olympia)<br />

1) Voto 6<br />

2) Quinto posto<br />

3) Bastos<br />

4) Juve Napoli Roma<br />

STEFANO GHEZZI (FlashSport.eu)<br />

1) voto 6<br />

2) 5/6 posto<br />

3) Bastos<br />

4) Juventus - Napoli – Roma<br />

FRANCO CAPODAGLIO<br />

( Radio Incontro Olympia)<br />

1) voto 5,5 mercato incompleto..<br />

2) Tra il quinto e il settimo posto..<br />

3) Immobile<br />

4) Juve, Napoli, Inter o Roma<br />

EMILIANO BERNARDINI (Messaggero)<br />

1) Voto 5 mancano un terzino e un attaccante<br />

2) Credo in Europa o poco sotto<br />

3) Immobile<br />

4) Juve Napoli Inter<br />

CARLO CAGNETTI ( Cuoredilazio)<br />

1) Voto 7. Rinforzi ottimi in difesa ed attacco.<br />

2) Lazio quarta<br />

3) Bastos<br />

4) Juve Napoli roma<br />

MARIO GIUNTA (Sky sport 24)<br />

1) Voto per la Lazio 7. Ha mantenuto i giocatori<br />

chiave. Ed acquistato dove serviva<br />

2) Un piazzamento in Europa League<br />

3) De Vrij<br />

4) Juventus, Roma, Napoli<br />

MARCO ERCOLE (Repubblica)<br />

1) voto 6,5<br />

2) 5<br />

3) Felipe Anderson<br />

4) Juventus - Napoli – Inter<br />

ENRICO SARZANINI<br />

( Radio Dimensione Suono)<br />

1) voto 5,5<br />

spero in Europa<br />

3) Immobile<br />

4) Juve, Inter , Napoli<br />

EMANUELE BAIOCCHINI ( Sky sport 24)<br />

1) Voto mercato 7<br />

2) quinto posto<br />

3) Giocatore Immobile<br />

4) Podio Juve Napoli Inter<br />

FABIO BELLI ( Nuovo Corriere Laziale)<br />

1) Voto 6.5, si è operato in tutti i reparti<br />

2 Al momento può essere realistico un quinto posto<br />

3) D'istinto direi Bastos spero però in Immobile,<br />

4) Juventus prima, Napoli seconda ed Inter terza.<br />

CARLO ROSCITO ( Radio Incontro Olympia)<br />

1) voto 5.5 (con Keita "fuori rosa")<br />

2) 5º posto<br />

3) Milinkovic<br />

4) Juventus, Napoli, Inter


La Lazio viene data piazzata dal quarto al sesto posto<br />

come posizione finale in campionato, con Immobile e<br />

Bastos sugli scudi come giocatori decisivi per arrivare<br />

a centrare l’Obiettivo Europa, magari quella che conta.<br />

GIUSEPPE BISANTIS ( Giornalista)<br />

1) voto 6<br />

2) Europa League<br />

3) Bastos<br />

4) Juve, Roma, Napoli<br />

VINCENZO D’AMICO (ex giocatore Lazio)<br />

1) voto Mercato 5<br />

2) posizione 5-6<br />

3) giocatore De Vrji<br />

4) podio juve napoli roma<br />

ARIANNA MICHETTONI ( Cuoredilazio)<br />

1) voto mercato 7<br />

2) Mi aspetto un ritorno in Europa League.<br />

3) Spero che la stella di Anderson torni a brillare<br />

4) Juventus, Napoli ed Inter/Roma.<br />

SANDRO SABATINI (Premium Sport)<br />

1) voto 6<br />

2) 6* posto<br />

3) Bastos<br />

4) Juventus , Inter, Napoli<br />

STEFANO TINI ( Stap Radio)<br />

1) Voto 7<br />

2) Quinto posto<br />

3) Immobile<br />

4) Juve , Inter, Napoli<br />

VALERIO CASSETTA ( Messaggero)<br />

1) voto 6,5<br />

2) quarto posto<br />

3) Immobile<br />

4) Juve, Napoli, Roma<br />

RODOLFO CASENTINI ( Cuoredilazio)<br />

1) Voto 6,5<br />

2) dal quarto al sesto posto<br />

3) Bastos<br />

4) Napoli, Juve, Inter<br />

EMILIANO FOGLIA ( L’Ortica Sportiva)<br />

1) Voto 6<br />

2) Posizione quinta<br />

3) Lukaku<br />

4) Juve, Napoli, Roma<br />

MASSIMO ESPOSITO ( Forcing Lazio)<br />

1) voto mercato 6,5<br />

2) posizione quarto posto<br />

3) Anderson<br />

4) Juve, Napoli, Roma<br />

ALESSANDRO VOCALELLI (Direttore CdS)<br />

1) Voto 6,5<br />

2) Posizione tra il 4 e il 6 posto<br />

3) Giocatore Biglia<br />

4) Juve, poi tre posti per due Napoli, Roma, Inter<br />

STEFANO CIERI ( Gazzetta dello Sport)<br />

1) Voto 6<br />

2) Sesto posto<br />

3) Immobile<br />

4) Juve, Inter, napoli<br />

MARCEL VULPIS ( Dir.Sporteconomy.it)<br />

1) Voto 6,5<br />

2) Posizione sesto posto<br />

3) Anderson<br />

4) Juve, Napoli, Roma<br />

MASSIMO BARCHIESI (Radiorai)<br />

1) Voto 6<br />

2) Sesto posto<br />

3) Biglia<br />

4) Juve, Napoli, Inter<br />

ANDREA AGOSTINELLI ( Allenatore)<br />

1) Voto 6<br />

2) Sesto posto<br />

3) Anderson<br />

4) Juventus, Napoli, Roma<br />

PAOLO SIGNORELLI (L’Ultima Ribattuta)<br />

1) Voto 6<br />

2) Sesto posto<br />

3) Bastos<br />

4) Juve, Napoli, Inter<br />

NICOLA BERARDINO (Gazzetta dello Sport)<br />

1) voto 6,5<br />

2) quinto posto<br />

3) Immobile<br />

4) Juve, Napoli, Inter


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