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ere un Finale<br />
Futuro Vero<br />
Oggi siamo di fronte ad un’altra tragedia della<br />
natura che ogni anno ci ricorda inesorabilmente,<br />
che non bisogna sfidarla oltremodo, che non bisogna<br />
mai sottovalutarla, che non bisogna mai<br />
mancarle di rispetto. Oggi cosi come ieri cosi<br />
come 7 anni fa a L’Aquila, e ancora più indietro<br />
in Emilia , in Umbria, in Irpinia, in Friuli e cosi via.<br />
Oggi vorremmo finalmente vedere nel più breve<br />
tempo possibile un finale diverso di una storia<br />
oramai imparata a memoria dove il reggente di<br />
turno, si adoperava per promettere impegno, ricostruzione,<br />
assistenza, concretezza, senza mai<br />
però metterle in pratica. Oggi vorremmo che finalmente<br />
la gente colpita da questo terremoto,<br />
abbia un finale diverso, un finale dove qualcuno<br />
che promette, poi mantiene. Il sindaco di Accumoli<br />
intervistato piangente e sconsolato, è lo<br />
specchio dell’Italia di oggi e della sfiducia che<br />
regna nell’Italia di oggi verso chiunque si sia<br />
succeduto al comando di questa splendida nazione.<br />
E tale sfiducia deriva proprio dalle mille<br />
promesse vane che non hanno mai trovato<br />
corpo e dalle situazioni nella altre zone italiane<br />
colpite dal terremoto, che ad anni di distanza,<br />
sono ancora come se tale tragedia fosse accaduta<br />
soltanto ieri e non decenni fa. Tutto questo<br />
ha portato il pianto di quel sindaco che vedeva<br />
davanti ai suoi occhi il buio più totale per il suo<br />
paese e per la sua gente, fino a dire che non c’è<br />
futuro, che oggi tutto si è chiuso, tutto è finito.<br />
Però ora deve esserci il dovere non solo morale<br />
ma anche materiale, di dare un finale diverso a<br />
queste persone, perché sarebbe veramente ora<br />
che qualcuno che fa promesse, poi le mantenese<br />
e le mettesse in pratica. Oggi chi governa,<br />
usando una metafora calcistica, ha un rigore da<br />
battere all’ultimo secondo del recupero. E segnandolo<br />
questo rigore, permetterebbe alla sua<br />
squadra di vincere. Ma non vincere una partita<br />
provvisoria, ma vincere una partita ben più importante,<br />
quella della dignità e della giustizia.<br />
Perché queste persone colpite dal sisma nella<br />
propria dignità, che hanno perso casa, familiari,<br />
lavoro, futuro, hanno bisogno di qualcuno che<br />
gliela restituisca al più presto. E questa restituzione<br />
della dignità sarebbe la vittoria più bella e<br />
più immortale che possa esserci per chi comanda<br />
perchè a differenza di chi l’ha preceduto,<br />
potrà far vedere che, finalmente, si è in grado di<br />
scrivere un finale diverso dal solito finale di tutti<br />
questi anni, un finale di vita e di futuro, stavolta<br />
vero. Perchè queste persone colpite meritano e<br />
hanno diritto a una speranza vera, concreta.<br />
Basta con il fumo, basta con le promesse da marinaio,<br />
basta con le speculazioni politiche.Ora è<br />
tempo di capire che ci vuole solamente una cosa<br />
semplice, l’onestà e la vera voglia di fare.