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magazine settembre 2016 definitivo

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ere un Finale<br />

Futuro Vero<br />

Oggi siamo di fronte ad un’altra tragedia della<br />

natura che ogni anno ci ricorda inesorabilmente,<br />

che non bisogna sfidarla oltremodo, che non bisogna<br />

mai sottovalutarla, che non bisogna mai<br />

mancarle di rispetto. Oggi cosi come ieri cosi<br />

come 7 anni fa a L’Aquila, e ancora più indietro<br />

in Emilia , in Umbria, in Irpinia, in Friuli e cosi via.<br />

Oggi vorremmo finalmente vedere nel più breve<br />

tempo possibile un finale diverso di una storia<br />

oramai imparata a memoria dove il reggente di<br />

turno, si adoperava per promettere impegno, ricostruzione,<br />

assistenza, concretezza, senza mai<br />

però metterle in pratica. Oggi vorremmo che finalmente<br />

la gente colpita da questo terremoto,<br />

abbia un finale diverso, un finale dove qualcuno<br />

che promette, poi mantiene. Il sindaco di Accumoli<br />

intervistato piangente e sconsolato, è lo<br />

specchio dell’Italia di oggi e della sfiducia che<br />

regna nell’Italia di oggi verso chiunque si sia<br />

succeduto al comando di questa splendida nazione.<br />

E tale sfiducia deriva proprio dalle mille<br />

promesse vane che non hanno mai trovato<br />

corpo e dalle situazioni nella altre zone italiane<br />

colpite dal terremoto, che ad anni di distanza,<br />

sono ancora come se tale tragedia fosse accaduta<br />

soltanto ieri e non decenni fa. Tutto questo<br />

ha portato il pianto di quel sindaco che vedeva<br />

davanti ai suoi occhi il buio più totale per il suo<br />

paese e per la sua gente, fino a dire che non c’è<br />

futuro, che oggi tutto si è chiuso, tutto è finito.<br />

Però ora deve esserci il dovere non solo morale<br />

ma anche materiale, di dare un finale diverso a<br />

queste persone, perché sarebbe veramente ora<br />

che qualcuno che fa promesse, poi le mantenese<br />

e le mettesse in pratica. Oggi chi governa,<br />

usando una metafora calcistica, ha un rigore da<br />

battere all’ultimo secondo del recupero. E segnandolo<br />

questo rigore, permetterebbe alla sua<br />

squadra di vincere. Ma non vincere una partita<br />

provvisoria, ma vincere una partita ben più importante,<br />

quella della dignità e della giustizia.<br />

Perché queste persone colpite dal sisma nella<br />

propria dignità, che hanno perso casa, familiari,<br />

lavoro, futuro, hanno bisogno di qualcuno che<br />

gliela restituisca al più presto. E questa restituzione<br />

della dignità sarebbe la vittoria più bella e<br />

più immortale che possa esserci per chi comanda<br />

perchè a differenza di chi l’ha preceduto,<br />

potrà far vedere che, finalmente, si è in grado di<br />

scrivere un finale diverso dal solito finale di tutti<br />

questi anni, un finale di vita e di futuro, stavolta<br />

vero. Perchè queste persone colpite meritano e<br />

hanno diritto a una speranza vera, concreta.<br />

Basta con il fumo, basta con le promesse da marinaio,<br />

basta con le speculazioni politiche.Ora è<br />

tempo di capire che ci vuole solamente una cosa<br />

semplice, l’onestà e la vera voglia di fare.

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