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magazine settembre 2016 definitivo

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E’ l’ora di scriv<br />

diverso, con un<br />

Terremoto nel Lazio, Marche e Umbria<br />

di Rodolfo Casentini<br />

Quando accadono questi eventi tragici spesso<br />

ci chiediamo in che modo e con quale raziocinio,<br />

ci si possa arrabbiare per una squadra di calcio.<br />

In che modo si possa odiare delle persone fino<br />

ad augurargli la morte, per una squadra di calcio.<br />

Il calcio è importante nella vita quotidiana di tutti<br />

noi e indubbiamente ci accompagna nella nostra<br />

vita frapponendosi spesso e volentieri, tra i nostri<br />

problemi, le nostre preoccupazioni, le nostre<br />

paure. Il calcio quindi molte volte fa da cuscinetto<br />

che ci permette per almeno qualche ora al<br />

giorno di staccarci da tutto questo. Ma una volta<br />

ci si staccava positivamente con gli amici al bar<br />

tra un caffè e una partita a tresette, tra un cappuccino<br />

e un cornetto mentre leggevi il giornale.<br />

Oggi invece anche questo cuscinetto si è inquinato,<br />

anzi diremmo, avvelenato. Anche questo<br />

cuscinetto non permette più di scindere un argomento<br />

che dovrebbe portare al massimo una incazzatura<br />

genuina e invece porta all’odio più<br />

estremo. Oggi vedendo le immagini del terremoto<br />

ad Amatrice e degli altri paesi coinvolti, abbiamo<br />

pensato proprio a quanto siamo stupidi<br />

ad incazzarci per il calcio, e quanto non pensiamo<br />

che la vita può sfuggirci di mano in un secondo<br />

non per mano nostra ma per una mano<br />

astratta che decide cosi su due piedi, che tu<br />

debba lasciare la vita terrena. E questa mano lo<br />

decide nei modi più disparati, e uno di questi è<br />

un modo crudele, cinico, un modo che nel 90%<br />

dei casi colpisce di notte quando tutti noi ci rilassiamo<br />

forse per l’unica volta nelle 24 ore. I fratelli<br />

laziali di Amatrice ci colpiscono<br />

psicologicamente in maniera maggiore perché<br />

sono tuoi corregionali e che spesso anche per<br />

una semplice gita di piacere, abbiamo visitato e<br />

soggiornato in quelle splendide località Reatine.<br />

Non puoi non commuoverti di fronte a tanta disgrazia<br />

sia di chi è morto, pace all’anima sua, ma<br />

soprattutto al dramma di chi è rimasto vivo ma<br />

senza più nulla, senza famiglia, senza casa,<br />

senza una speranza futura. Oggi il calcio deve<br />

saper ritornare in quell’alveo di genuinità e frivolezza<br />

che negli anni passati ha permesso a tutti<br />

noi, di divertirsi col calcio, di sfotterci in maniera<br />

sana e piacevole per il calcio. Oggi noi laziali di<br />

nome per via che siamo nati nel Lazio e di fede<br />

calcistica per via che siamo biancocelesti della<br />

Lazio, piangiamo questi nostri fratelli scomparsi<br />

in quelle terre genuine che sono anche tra l’altro<br />

rinomati feudi biancoazzurri. Amatrice, Accumoli,<br />

Rieti, la terra Reatina, quella parte del<br />

Lazio, dove la gente cittadina va a trovare in<br />

estate quella pace e refrigerio per ritemprare le<br />

proprie membra per riaffrontare un altro anno di<br />

lavoro, di fatica non solo fisica ma soprattutto<br />

mentale.

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