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E’ l’ora di scriv<br />
diverso, con un<br />
Terremoto nel Lazio, Marche e Umbria<br />
di Rodolfo Casentini<br />
Quando accadono questi eventi tragici spesso<br />
ci chiediamo in che modo e con quale raziocinio,<br />
ci si possa arrabbiare per una squadra di calcio.<br />
In che modo si possa odiare delle persone fino<br />
ad augurargli la morte, per una squadra di calcio.<br />
Il calcio è importante nella vita quotidiana di tutti<br />
noi e indubbiamente ci accompagna nella nostra<br />
vita frapponendosi spesso e volentieri, tra i nostri<br />
problemi, le nostre preoccupazioni, le nostre<br />
paure. Il calcio quindi molte volte fa da cuscinetto<br />
che ci permette per almeno qualche ora al<br />
giorno di staccarci da tutto questo. Ma una volta<br />
ci si staccava positivamente con gli amici al bar<br />
tra un caffè e una partita a tresette, tra un cappuccino<br />
e un cornetto mentre leggevi il giornale.<br />
Oggi invece anche questo cuscinetto si è inquinato,<br />
anzi diremmo, avvelenato. Anche questo<br />
cuscinetto non permette più di scindere un argomento<br />
che dovrebbe portare al massimo una incazzatura<br />
genuina e invece porta all’odio più<br />
estremo. Oggi vedendo le immagini del terremoto<br />
ad Amatrice e degli altri paesi coinvolti, abbiamo<br />
pensato proprio a quanto siamo stupidi<br />
ad incazzarci per il calcio, e quanto non pensiamo<br />
che la vita può sfuggirci di mano in un secondo<br />
non per mano nostra ma per una mano<br />
astratta che decide cosi su due piedi, che tu<br />
debba lasciare la vita terrena. E questa mano lo<br />
decide nei modi più disparati, e uno di questi è<br />
un modo crudele, cinico, un modo che nel 90%<br />
dei casi colpisce di notte quando tutti noi ci rilassiamo<br />
forse per l’unica volta nelle 24 ore. I fratelli<br />
laziali di Amatrice ci colpiscono<br />
psicologicamente in maniera maggiore perché<br />
sono tuoi corregionali e che spesso anche per<br />
una semplice gita di piacere, abbiamo visitato e<br />
soggiornato in quelle splendide località Reatine.<br />
Non puoi non commuoverti di fronte a tanta disgrazia<br />
sia di chi è morto, pace all’anima sua, ma<br />
soprattutto al dramma di chi è rimasto vivo ma<br />
senza più nulla, senza famiglia, senza casa,<br />
senza una speranza futura. Oggi il calcio deve<br />
saper ritornare in quell’alveo di genuinità e frivolezza<br />
che negli anni passati ha permesso a tutti<br />
noi, di divertirsi col calcio, di sfotterci in maniera<br />
sana e piacevole per il calcio. Oggi noi laziali di<br />
nome per via che siamo nati nel Lazio e di fede<br />
calcistica per via che siamo biancocelesti della<br />
Lazio, piangiamo questi nostri fratelli scomparsi<br />
in quelle terre genuine che sono anche tra l’altro<br />
rinomati feudi biancoazzurri. Amatrice, Accumoli,<br />
Rieti, la terra Reatina, quella parte del<br />
Lazio, dove la gente cittadina va a trovare in<br />
estate quella pace e refrigerio per ritemprare le<br />
proprie membra per riaffrontare un altro anno di<br />
lavoro, di fatica non solo fisica ma soprattutto<br />
mentale.