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magazine settembre 2016 definitivo

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SCUDETTO 1915, E’<br />

LA FIGC RIMANDA LA DECISIONE SULL’ASSEGNAZIONE DEL<br />

Nonno Claudio è nato a Roma nel marzo del 1898,<br />

da famiglia modesta: il padre è un impiegatuccio in un<br />

ufficio contabile; la madre una casalinga, così come<br />

si confà alle rispettabili usanze del passato. Nel 1915<br />

nonno Claudio ha 17anni, che un secolo addietro non<br />

è certo l’età della fanciullezza e spensieratezza: è un<br />

giovane uomo, col cappello e l’abito buono della domenica.<br />

Ma ai suoi amici, quelli del cortile e delle ginocchia<br />

sbucciate, parla di Lazio e non di prospettive<br />

esistenziali: è un tifoso lui, il tifoso della formazione<br />

vincitrice del girone Centro-Meridionale, e chissà che<br />

stavolta la sua squadra non riesca a conquistare lo<br />

scudetto! Lo dice con lo sguardo rivolto all’orizzonte<br />

lì dove si affollano gli oscuri presagi del conflitto bellico<br />

mondiale. Nonno Claudio è solo uno dei tanti, taciuti<br />

testimoni di un dato storico reale e documentato:<br />

la sua Lazio, nei giornali dell’epoca, è “Campione del<br />

Centro Sud”. Il campionato 1914/15 fu infatti interrotto<br />

per motivi bellici prima della finale tra la vincitrice del<br />

girone Nord, appunto il Genoa, e la vincitrice del girone<br />

del Centro-Sud, la Lazio. Il club biancoceleste<br />

aveva perciò guadagnato prima il titolo di Campione<br />

dell'Italia Centrale in seguito ai risultati del campo e<br />

al forfait del Lucca (documentato attraverso il comunicato<br />

con cui la squadra toscana ufficializzò il proprio<br />

ritiro per motivi finanziari dal girone dell’Italia centrale<br />

a due turni dal termine), poi, tenendo conto dell’annullamento<br />

da parte della FIGC della prefinale dell’Italia<br />

meridionale Internazionale Napoli – Naples per<br />

irregolarità di tesseramento di due calciatori, la conseguente<br />

ed automatica conquista del titolo di squadra<br />

campione dell’Italia Centro-Meridionale; mentre il<br />

Genoa era primo in classifica al momento della sospensione<br />

per la Prima Guerra Mondiale, e tale restò.<br />

Tanto più che il club rossoblù rifiutò di accettare la direttiva<br />

emanata dalla FIGC per prevenire l’insorgenza<br />

bellica ed anticipare al 16 Maggio 1915 l’ultimo turno<br />

del girone finale dell’Italia Settentrionale, che è così<br />

rimasto indisputato, in cui era in programma Genoa -<br />

Torino la compagine genovese era allora provvisoriamente<br />

in testa con due punti di vantaggio su Torino<br />

ed Internazionale. Con una delibera emanata dopo la<br />

Grande Guerra, la FIGC decise però di assegnare il<br />

titolo di Campione d'Italia ai Grifoni. La motivazione<br />

era semplice, quasi ingenua: il Genoa era considerata<br />

la squadra più forte. Un ex aequo non riconosciuto,<br />

solo perché si è presunto che il Genoa avrebbe vinto<br />

quella finale: eppure la Lazio potrebbe in effetti avanzare<br />

più diritti su quel titolo rispetto alla stessa contendente,sostanzialmente<br />

auto-proclamatosi<br />

campione nel 1919 il club rossoblu non è in possesso<br />

di nessun documento che attesti la legittimità di quello<br />

scudetto.Quel che il lavoro dell’avvocato Gian Luca<br />

Mignogna propone, avvalendosi delle oltre 32.000<br />

firme della petizione e delle testate che per prime,<br />

come il “Nuovo Corriere Laziale” e “Il Tempo” hanno<br />

creduto nella rivendicazione, è quindi di riesaminare<br />

oggettivamente il contesto storico, sociale e sportivo<br />

in cui sarebbe stata adottata la delibera postbellica<br />

con cui d’ufficio risultò assegnato lo scudetto 1914/15<br />

al Genoa, a tutt’oggi in realtà irreperibilepresso gli archivi<br />

della federcalcio. Ciò al fine di assegnare lo scudetto<br />

1914/15 a Lazio e Genoa ex aequo, dichiarare<br />

entrambi i club campioni d’Italia per tale campionato<br />

e fregiare col tricolore i biancocelesti per il primato<br />

all’epoca conseguito nell’Italia Centro-Meridionale ed<br />

i rossoblù per quello in via di conseguimento nell’Italia<br />

Settentrionale. Un riconoscimento dovuto a quel<br />

nonno Claudio simbolo di un destino funestato dallo<br />

scoppio del Primo Conflitto Mondiale; alle lacrime da<br />

lui versate il 23 Maggio 1915, momento della sospensione<br />

bellica adottata dalla FIGC. Perché nonno Claudio,<br />

svestito l'abito buono ed indossata la divisa<br />

militare, nella consapevolezza dell’atrocità della<br />

guerra poteva ormai solo conservare le immagini e<br />

preservare il ricordo delle gesta degli atleti da lui più<br />

volte decantati, strappati dal gioco del calcio e della<br />

vita ed ora chiamati a servire la madre Patria col massimo<br />

sacrificio e spirito di abnegazione. La squadra<br />

capitolina fu fervente contributrice all’evento bellico,<br />

fornendo capitale umano tra dirigenti, atleti e soci, di<br />

cui circa trenta non sopravvissuti alla battaglia e il<br />

campo, trasformando “la Rondinella”, il terreno dove<br />

esercitava l’attività calcistica, in “orto di guerra” per<br />

sfamare vedove ed orfani di quegli uomini caduti (una<br />

delle ragioni per cui nel 1921 la Società Podistica<br />

Lazio venne insignita della benemerenza di Ente Morale).<br />

Un’idea, quella di patria, che smetterà di esistere<br />

solamente quando storie come quella della<br />

Lazio e dei suoi atleti non verranno più raccontate alle<br />

nuove generazioni.Una storia di guerra e di sport, di<br />

atleti combattenti e di medaglie, di cui ogni italiano<br />

può andare degnamente fiero. Ma è necessario rendere<br />

ancora onore e merito sportivo ai numerosi caduti<br />

dell’allora società podistica Lazio sul fronte<br />

Austro-Ungarico: le coppe e i trofei agonistici sono il<br />

principale obiettivo di ogni società sportiva, poi ci sono<br />

altre medaglie che un atleta può conquistare rendendo<br />

ancora più orgogliosa la polisportiva in cui ha<br />

militato. Motivo per porre rimedio ad una decisione

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