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Mi offrono spesso ruoli di genere,<br />
io studio il personaggio, cerco di<br />
portare gli spettatori a ridere di una<br />
persona riconoscibile, reale, non di<br />
una “macchietta”. I personaggi che<br />
fanno ridere solo con delle battute<br />
preparate, in assenza di un’idea e di<br />
una struttura a sostenerli, li definisco<br />
così, in senso dispregiativo, e lavorarci<br />
è difficile, ma ci provo comunque! Se<br />
sei un’attrice in Italia, o ti fanno fare<br />
l’innamorata o la macchietta, il ché<br />
è molto riduttivo per le donne. Gli<br />
uomini possono spaziare tra ruoli<br />
diversi, indipendentemente dalla loro<br />
fisicità: al cinema si crea l’illusione<br />
che le belle donne si possano<br />
innamorare di loro, il contrario non<br />
capita mai. Gli spettatori assistono<br />
così ad una versione limitata e<br />
limitante della realtà».<br />
#SONODONNAE<br />
Anche la radio presenta le sue<br />
anomalie. «Molti seguono le mode,<br />
l’ultima generazione dei programmi<br />
sembra sottostare al detto “Apriamo<br />
la bocca e diamole fiato”. Io sono<br />
felicissima di accompagnare Marco<br />
FOTO SIMON<br />
TRUCCO ALESSANDRA VENZI<br />
CAPELLI ANTONIO PRUNO<br />
STYLING FACTORY4 SRL<br />
Presta e Antonello Dose (n.d.R.<br />
autori e conduttori de “Il Ruggito<br />
del Coniglio”) che portano avanti un<br />
programma che parte da un pensiero.<br />
Spesso questo modo di lavorare è<br />
etichettato come “vecchio”, ma ben<br />
venga se il “nuovo” è rappresentato da<br />
urla e caos senza senso».<br />
Donna di passione, Paola descrive<br />
un altro elemento fondamentale<br />
della sua carriera: «Il teatro per<br />
me è una palestra dove cerco di<br />
migliorarmi sul piano fisico, è chiesa<br />
come luogo sacro in cui gli esseri<br />
umani si rispecchiano; il concetto<br />
della catarsi passa sia attraverso<br />
la risata che il pianto. È casa come<br />
primo posto in cui ho iniziato a<br />
“giocare” ed è un letto matrimoniale<br />
dove accolgo il pubblico e me stessa<br />
in una dimensione intima: si può dire<br />
che per me rappresenti un rapporto<br />
d’amore. A cinema o a teatro scelgo<br />
sulla base dei ruoli e del regista. I<br />
rapporti durano per questa ragione,<br />
quello con Ferzan Ozpetek, su tutti,<br />
che ha investito su di me, con Max<br />
Bruno, Fausto Brizzi e i fratelli<br />
Vanzina. Ad un certo punto della<br />
mia vita sono diventata fatalista,<br />
ho accettato anche di fare film<br />
commerciali, ma sempre con la stessa<br />
passione».<br />
- EMMA DI LORENZO<br />
I film con donne protagoniste<br />
sono quasi tutte “pellicole al femminile”.<br />
11<br />
#3D