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Professoressa, che donna e che<br />
animale politico è Hillary Clinton?<br />
Hillary Clinton rappresenta le donne della<br />
generazione degli anni ‘60, che hanno potuto<br />
accedere non solo agli studi universitari più<br />
elevati, ma anche a occupazioni professionali di<br />
un certo rilievo. Rappresenta l’attivismo di coloro<br />
che, più che criticare il potere, hanno con forza<br />
rivendicato il diritto delle donne ad accedervi, ad<br />
entrare nel “men’s club”. Ha saputo utilizzare<br />
gli interstizi di un sistema politico tutt’altro che<br />
amichevole nei riguardi delle donne e del loro<br />
riconoscimento come soggetti politici a pieno<br />
titolo. Da questo punto di vista, il modo in cui<br />
ha interpretato e ha saputo estendere il ruolo<br />
di first lady, fino ai limiti massimi consentiti<br />
dalla tradizione e dalle regole non scritte, è stato<br />
sintomatico della sua capacità di utilizzare e<br />
approfittare degli spazi di libertà e di manovra<br />
consentiti. Il suo uso del linguaggio dei diritti<br />
delle donne (da questo punto di vista è esemplare,<br />
nel suo genere, il discorso che pronunciò a Pechino<br />
nel 1995 in occasione della IV Conferenza<br />
mondiale sui diritti delle donne) la rende<br />
rappresentante di un certo tipo di femminismo<br />
liberale che si batte per l’estensione dei diritti<br />
piuttosto che per la messa in discussione delle<br />
logiche tradizionali di potere.<br />
Il personaggio politico più<br />
influente e potente del mondo<br />
potrebbe essere una donna! Dal<br />
punto di vista politico e simbolico,<br />
cosa significherebbe per gli Stati<br />
Uniti - e quindi per il mondo intero<br />
- eleggere per la prima volta una<br />
donna, dopo aver avuto il primo<br />
presidente di colore?<br />
L’elezione di Obama nel 2008 ha avuto<br />
una portata simbolica enorme per l’impatto<br />
profondo e lacerante che la questione razziale<br />
ha avuto nella costruzione prima e sviluppo,<br />
poi, della democrazia americana. L’eredità<br />
pesante dello schiavismo, la persistenza di un<br />
regime segregazionista negli stati del sud fino<br />
agli anni ‘60 del XX secolo, le drammatiche<br />
e violente resistenze di una parte della società<br />
bianca ai processi di integrazione razziale<br />
sono ancora adesso ferite aperte, come gli eventi<br />
recenti stanno a dimostrare. Tuttavia, non si deve<br />
sottovalutare la portata simbolica dell’eventuale<br />
elezione di Hillary Clinton sia dal punto di vista<br />
delle dinamiche politiche interne sia di quelle<br />
internazionali. Dal punto di vista interno, non<br />
si deve dimenticare che il famoso “soffitto di<br />
cristallo” è stato per le donne americane molto<br />
più spesso irraggiungibile che non per molte donne<br />
europee. La battaglia per la parità salariale<br />
Apparve chiaro,<br />
fin dal 1993, con<br />
l’inaugurazione della<br />
nuova presidenza di Bill<br />
Clinton, che non si sarebbe<br />
accontentata del ruolo<br />
tradizionale di first lady.<br />
rappresenta una priorità per Hillary Clinton.<br />
Dal punto di vista internazionale, appare<br />
evidente che una donna alla presidenza degli Stati<br />
Uniti rappresenterebbe un elemento dirompente in<br />
un quadro internazionale in cui è ormai chiaro<br />
che le discriminazioni di genere e la violazione dei<br />
diritti delle donne come diritti umani costituiscono<br />
non un effetto collaterale, ma il fondamento della<br />
battaglia di potere per la ridefinizione dell’ordine<br />
globale.<br />
Come descriverebbe il suo<br />
percorso da moglie del presidente<br />
Clinton ad esponente della politica<br />
americana a candidata presidente?<br />
Non direi che si sia trattato di un percorso da<br />
moglie del presidente a esponente della politica<br />
americana, se teniamo presente il percorso politico<br />
e professionale di Hillary Clinton. In molti<br />
sospettano che vi sia stata una vera e propria<br />
strategia politica che, già, nel 1992 doveva<br />
portare al potere la “coppia presidenziale”.<br />
Non casualmente i personaggi di Claire e Frank<br />
Underwood di House of Cards paiono modellati<br />
proprio sulla coppia Clinton. Hillary aveva<br />
avuto un ruolo significativo durante la campagna<br />
presidenziale del 1992, rappresentando non più<br />
la moglie devota, bensì la vera e propria partner<br />
politica. Famoso è lo slogan, molto criticato<br />
per la verità negli ambienti più tradizionalisti,<br />
del ‘paghi uno, prendi due’. Insomma, apparve<br />
chiaro, fin dal 1993, con l’inaugurazione della<br />
nuova presidenza di Bill Clinton, che non si<br />
sarebbe accontentata del ruolo tradizionale di first<br />
lady. Gli otto anni da first lady sono diventati e<br />
vengono descritti come parte della sua esperienza<br />
politica, qualcosa che ha contribuito alla<br />
costruzione di competenze che adesso, assieme ai<br />
ruoli più formalmente politici che ha rivestito -<br />
Senatrice e Segretaria di Stato - contribuiscono<br />
a fornirle quello spessore politico necessario per<br />
avanzare la sua candidatura alla presidenza.<br />
Quali sono le principali differenze<br />
tra Hillary e Obama? E quali<br />
potrebbero essere, invece, i punti<br />
di contatto e di continuità tra<br />
di loro se la Clinton fosse eletta<br />
presidente?<br />
Le differenze fra Hillary e Obama sono meno<br />
pronunciate, a mio avviso, di quanto non si<br />
potrebbe pensare. Entrambi sono espressione di<br />
un certo tipo di liberalismo che è venuto a patti<br />
con le istanze poste dal conservatorismo e dall’età<br />
reaganiana: riduzione del deficit, meno tasse ma<br />
anche meno welfare. Obama, più di Hillary,<br />
ritiene però che il tema della giustizia sociale e<br />
della redistribuzione della ricchezza sia qualcosa<br />
#DPOLITICA<br />
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#3D