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9° Numero 3d Magazine

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#INVERSI<br />

L’India<br />

delle Grandi Cose<br />

non dette<br />

e delle Piccole Cose<br />

davvero amate<br />

Il romanzo<br />

di Arundhati Roy<br />

Non è l’India del Taj Mahal e del<br />

Palazzo dei Venti quella raccontata da<br />

Arundhati Roy. Non si tratta neppure<br />

dell’India della miseria e della criminalità<br />

dei telegiornali. Non è un’India filtrata<br />

dal turistico sguardo occidentale, spesso<br />

interessato a vendere il prodotto su un<br />

mercato di luoghi comuni. È l’India<br />

dei profumi di spezie e fiori offerti alle<br />

divinità, dei mango rigonfi di sole, della<br />

polvere tra le ciglia, dei colori variegati<br />

dei danzatori Kathakali e dell’arsura<br />

sulla pelle. È l’India delle Piccole Cose,<br />

dove “niente contava molto. Molto contava<br />

niente. E meno qualcosa contava, meno<br />

ancora contava. E niente era mai abbastanza<br />

importante”. In questo luogo di contrasti,<br />

di luci abbaglianti e plumbei monsoni, le<br />

Grandi Cose non vengono dette: vengono<br />

piuttosto confuse con sterili grandi<br />

temi. C’è chi le scambia per le ideologie<br />

politiche, chi per la devozione religiosa<br />

esasperata, chi per il prestigio del buon<br />

nome. E mentre il guscio delle fintegrandi-cose<br />

si erge indomito e secolare,<br />

spacciandosi per ciò che d’importante<br />

esiste al mondo, le vere-Grandi-Cose – le<br />

Piccole Cose – si appostano nell’oscurità,<br />

strisciano tra i fili d’erba e la corrente dei<br />

fiumi, vivono non viste o, nel peggiore<br />

#3D 82

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