You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
#INVERSI<br />
L’India<br />
delle Grandi Cose<br />
non dette<br />
e delle Piccole Cose<br />
davvero amate<br />
Il romanzo<br />
di Arundhati Roy<br />
Non è l’India del Taj Mahal e del<br />
Palazzo dei Venti quella raccontata da<br />
Arundhati Roy. Non si tratta neppure<br />
dell’India della miseria e della criminalità<br />
dei telegiornali. Non è un’India filtrata<br />
dal turistico sguardo occidentale, spesso<br />
interessato a vendere il prodotto su un<br />
mercato di luoghi comuni. È l’India<br />
dei profumi di spezie e fiori offerti alle<br />
divinità, dei mango rigonfi di sole, della<br />
polvere tra le ciglia, dei colori variegati<br />
dei danzatori Kathakali e dell’arsura<br />
sulla pelle. È l’India delle Piccole Cose,<br />
dove “niente contava molto. Molto contava<br />
niente. E meno qualcosa contava, meno<br />
ancora contava. E niente era mai abbastanza<br />
importante”. In questo luogo di contrasti,<br />
di luci abbaglianti e plumbei monsoni, le<br />
Grandi Cose non vengono dette: vengono<br />
piuttosto confuse con sterili grandi<br />
temi. C’è chi le scambia per le ideologie<br />
politiche, chi per la devozione religiosa<br />
esasperata, chi per il prestigio del buon<br />
nome. E mentre il guscio delle fintegrandi-cose<br />
si erge indomito e secolare,<br />
spacciandosi per ciò che d’importante<br />
esiste al mondo, le vere-Grandi-Cose – le<br />
Piccole Cose – si appostano nell’oscurità,<br />
strisciano tra i fili d’erba e la corrente dei<br />
fiumi, vivono non viste o, nel peggiore<br />
#3D 82