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settimanale aquile del 01 diceembre 2016

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«La gestione perfetta»<br />

di Carlo Cagnetti<br />

Le insidie <strong>del</strong>la trasferta in Trinacria sono state abilmente evitate dalla squadra biancoceleste<br />

che ha provveduto a mandare sugli schermi “La gestione perfetta”, ultimo film uscito nelle<br />

sale <strong>del</strong> campionato italiano, con l’abile regia di Simoncino Inzaghi supportata dalla famosa<br />

casa di produzione Lotito&Tare.<br />

Diciamolo subito, non era facile andare a Palermo e costringere i padroni di casa alla settima<br />

resa consecutiva. Primo perché i grandi numeri sono creati per essere smentiti, secondo perché<br />

i rosanero ci avrebbero messo maggiori impegno e dedizione (cosa puntualmente verificatasi),<br />

terzo perché nelle teste dei giocatori non si sa mai quello che può succedere. E invece<br />

Simone sembra essere entrato anche nelle corde psichiche dei suoi ragazzi al punto tale che<br />

l’emanazione <strong>del</strong>la sua Lazio è esattamente l’immagine <strong>del</strong>la sua filosofia di gioco e di vita.<br />

Umiltà, determinazione, amore per la maglia, rispetto per gli avversari (le inutili goleade le lasciamo<br />

volentieri ai cacciatori di record inutili…), testa, soprattutto testa, e capacità di soffrire.<br />

Il miscuglio, come potete ben capire, è di assoluta qualità. Poteva la Lazio stupire con effetti<br />

speciali, ed invece ha tirato fuori dal cilindro “La gestione perfetta”, specchio di una grande<br />

squadra che non può e non deve più nascondersi per i massimi obiettivi possibili che, al momento,<br />

non riesco ad identificare. Nella classifica generale <strong>del</strong> nostro premio non è cambiato<br />

nulla, visto che continua la fuga di Immobile (ah quella traversa… segnale per il derby? …),<br />

seguito a dieci punti dal professor Parolo; sta risalendo comunque un Felipe Anderson versione<br />

playstation, ancora decisivo in quel di Palermo con quel passaggio millimetrico e geniale<br />

a Basta che ha consentito poi al biondo esterno di crossare per l’enorme Milinkovic,

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