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settimanale aquile del 01 diceembre 2016

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Tommaso Maestrelli<br />

razie Maestro»<br />

mbre 1976 - 2 dicembre 2<strong>01</strong>6, nel quarantennale <strong>del</strong>la sua morte, resta per l’eternità la<br />

dine <strong>del</strong> popolo laziale a quest’uomo che portò il primo scudetto nella storia <strong>del</strong>la Lazio.<br />

estro” vive e vivrà per sempre nei cuori biancocelesti.<br />

di Alex Viglino<br />

Tommaso Maestrelli, uomo d'onore e d'amore come<br />

una dottrina filosofica che apre gli occhi e cambia i cuori,<br />

un credo morigerato ed anacronistico che sopravvive<br />

però all'evolversi <strong>del</strong> tempo e dei modi e <strong>del</strong>le mode.<br />

Un'immagine gentile (nell'accezione caratteriale <strong>del</strong> termine,<br />

di un atteggiamento rispettoso e composto) che<br />

fa da contraltare alla vanagloriosa spocchia <strong>del</strong>le voci<br />

moderne, in cui ci si impone sgomitando simile a lui,<br />

nessuno mai: dalla sua alzata di spalle in risposta al costume<br />

tipicamente italico dove il giudizio è una condizione<br />

essenziale ed esistenziale <strong>del</strong>l'essere il critico<br />

dunque sono, lo scetticismo come espressione senziente<br />

<strong>del</strong>l'umanità alla sua pacata impresa nel mutare<br />

le opinioni altrui ché non è facile ammettere i propri errori,<br />

ma stavolta la confessione ha un sapore dolce e<br />

salvifico che trovano in lui il barlume di speranza. Una<br />

battaglia vinta, per chi ha vissuto la guerra e la prigionia<br />

fisica, prima ancora che di un ideale. Un carattere elegante<br />

e composto e temprato dalla straordinaria umiltà,<br />

una vita vissuta in punta di piedi come un soffio lieve che<br />

ccarezza i saldi cardini su cui si regge una persona inera:<br />

gli affetti, la famiglia, il calcio. L'artefice <strong>del</strong> primo<br />

cudetto ma anche di un nuovo modo di vivere ed intenere<br />

la Lazio, che con il suo arrivo sulla panchina bianoceleste<br />

ne ha rivoluzionato gli orizzonti: il titolo<br />

onquistato ed i successi biancocelesti furono il mo<strong>del</strong>lo<br />

i una persona che rifiutò ogni esagitazione ed estremismo,<br />

ogni vuoto giro di parole, ogni connubio sgarbato.<br />

Sono passati 40 anni dal funereo giorno 2 Dicembre<br />

1976: quella data che di tristezza e mestizia farà il minimo<br />

comune denominatore <strong>del</strong>le alterne vicende laziali,<br />

e a cui si ridurrà tutta la gioia: ad un paio di occhi rivolti<br />

verso il cielo, a scorgere, tra la forma <strong>del</strong>le nuvole o la<br />

posizione <strong>del</strong>le stelle, il volto <strong>del</strong> Maestro. Perché lui è<br />

rimasto il faro di un popolo ottenebrato, l'uomo più<br />

amato: l'anima che poco prima di librarsi in volo, quasi<br />

fosse il suo lascito, la morale donata in eredità, conquistò<br />

la salvezza a Como all'ultima giornata, rimontando<br />

due gol ai lariani e regalando una nuova speranza al<br />

gruppo laziale che si era smarrito senza la sua guida.<br />

Se ne è andato in un sussurro una<br />

sofferenza da lui taciuta a labbra increspate, ma espressa<br />

da coloro che solo grazie alle doti<br />

umane di Maestrelli seppero esprimere il meglio di sé.<br />

Tommaso Maestrelli arrivò dal Foggia retrocesso e con<br />

un passato a tinte giallorosse unica attenuante, era la<br />

Roma <strong>del</strong> 1951, la squadra capitolina che per prima conobbe<br />

il limbo <strong>del</strong>la Serie B. Tanto bastò ad un gruppo di<br />

tifosi chiamato "Coscienza <strong>del</strong>la Lazio" per chiederne l'immediato<br />

allontanamento e il ritorno <strong>del</strong>l'ex Juan Carlos Lorenzo.<br />

Maestrelli fu però come balsamo lenitivo per le ferite<br />

brucianti degli animi biancocelesti, e saturò con 49 punti<br />

(tanti furono quello guadagnati sul campo da Chinaglia e<br />

compagni) e paterna pazienza situazioni lacerate dal nervosismo<br />

che serpeggiava fra i giocatori. Il campionato di<br />

Serie B finì con la trionfale promozione: oltre al valore sul<br />

rettangolo di gioco fu merito, finalmente riconosciuto, <strong>del</strong>l'allenatore.<br />

Per lui e solo per lui ci si esprimeva in campo:<br />

come raccontava Luigi Martini, qualsiasi problema dei giocatori<br />

poteva essere affrontato a casa Maestrelli, con un<br />

<strong>del</strong>izioso pasto cucinato dalla moglie Lina. A fine pranzo o<br />

cena, a tavola, tutti i dissapori erano risolti. E c'era ancora<br />

molto di più: c'era il calcio, c'era un gioco plasmato sulle<br />

nuove tendenze tattiche che circolavano in Europa, e c'era<br />

lo scudetto. Tutta Italia suo malgrado dovette inchinarsi<br />

alla Lazio, e soprattutto a Maestrelli. Poi una fitta all'addome<br />

e un malore contro il Bologna, le lacrime dei giocatori<br />

in una partita contro il Torino, di indimenticabile<br />

silenzio: il Maestro è malato (gli viene diagnosticato un tumore<br />

al fegato con metastasi all'intestino) e ha poche settimane<br />

di vita l'aberrante responso medico. Ma la vita fa la<br />

riverenza alla bontà dei giorni vissuti dall'allenatore, capace<br />

di toccare così tante e diverse esistenze: così atei e<br />

miscredenti pregano per il miracolo, e Maestrelli riapre gli<br />

occhi. Li terrà poi fissi su di un binocolo che restituisce,<br />

tanto ingrandite da dar l'illusione di poterle toccare con<br />

mano, immagini di un campo solo spazialmente lontano.<br />

È la medicina <strong>del</strong> cuore, che assieme alla cura <strong>del</strong> corpo<br />

lo fa tornare sulla panchina <strong>del</strong>la Lazio. Per salvarla da sé<br />

stessa e da una di quelle stagioni di sofferenza che inevitabilmente<br />

ne ammantano la storia. Proprio qui vive il suo<br />

ricordo, l'affetto di chi lo conobbe e non riuscirà a dimenticarlo:<br />

dopo Como, è l'eternità ad accoglierlo. E tutta Roma<br />

ne piange la scomparsa e il suo estremo sacrificio per i colori<br />

biancocelesti una chimera impossibile da replicare.

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