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disturbi d'ansia - SIUA

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ETA’ ADULTA<br />

1


LE PATOLOGIE <br />

• SCHIZOFRENIA E DISTURBO PSICOTICO<br />

• DISTURBI DELL’UMORE<br />

• DISTURBI D’ANSIA<br />

• DISTURBI DI PERSONALITÀ<br />

• DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE (DCA)<br />

• DISTURBI CORRELATI A SOSTANZE<br />

• PATOLOGIE ALTRE<br />

2


SCHIZOFRENIA E PSICOSI<br />

La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata da una<br />

persistenza di sintomi tali da limitare le normali attività della persona.<br />

Alterazione del pensiero (deliri, allucinazioni)<br />

Comportamento (grossolanamente disorganizzato o catatonico)<br />

Affettività (incapacità nel provare alcun tipo di emozione), Deliri (alterata<br />

elaborazione del pensiero: di grandezza, di gelosia, di<br />

persecuzione,somatico)<br />

Allucinazioni (alterazione della percezione sensoriale: uditive, olfattive,<br />

tattili ecc.)<br />

La psicosi presenta gli stessi sintomi della schizofrenia solo di minor entità<br />

e conseguente minore compromissione del funzionamento globale.<br />

3


ATTIVITÁ<br />

• Forte e continuo raccordo con le figure di<br />

riferimento ed operatori della struttura<br />

• Setting curato ed adeguato<br />

• Clima gioviale, fermezza e accoglienza<br />

• Attenzione ad ogni minimo dettaglio<br />

( oggetti rassicuranti )<br />

• Evitare il contatto fisico<br />

• Non spingere il soggetto a collaborare se non vuole e<br />

accontentarsi della presenza nel gruppo.<br />

• Importante ed utile il coinvolgimento attraverso<br />

l’espressione artistica.<br />

• Attenzione alle proiezioni<br />

4


ATTIVITÁ<br />

DIMENSIONI DI RELAZIONE<br />

• Affettivo epimeletica,<br />

• Affettivo di attaccamento,<br />

• Socio performativa e socio collaborativa.<br />

Assolutamente da evitare le dimensioni ludico cognitiva,<br />

ludico comica, e tutte le attività che prevedano giochi di<br />

finzione o simulazione o che coinvolgano le capacità<br />

cognitive spesso gravemente compromesse.<br />

5


DISTURBI DELL’UMORE<br />

• Ogni persona ha un proprio tono dell'umore che il soggetto tende a<br />

manifestare con maggiore frequenza, risultato sia di una dotazione<br />

biologica di base dell’individuo, sia delle modificazioni dovute<br />

all’ambiente di crescita e sviluppo della personalità (inclusi i fattori<br />

presenti nel corso della vita intrauterina).<br />

• Sono stati individuati alcuni neurotrasmettitori direttamente associati<br />

alle funzioni di regolazione dell'umore, i principali sono la serotonina,<br />

la noradrenalina e la dopamina<br />

• Vasta classe delle patologie e sintomi che consistono in alterazioni o<br />

anomalie del tono dell’umore dell’individuo, che siano di entità tale da<br />

causare alla persona problemi o disfunzioni persistenti o ripetute,<br />

oppure disagio marcato.<br />

• Il concetto di tono dell’umore indica il correlato emotivo di fondo della<br />

nostra attività mentale.<br />

6


DEPRESSIONE MAGGIORE<br />

• Emotivo - Affettivo: il soggetto è profondamente triste, si chiude in se stesso e soffre;<br />

sente come se avesse una “morte interiore”; anedonia , indifferenza per ciò che accade<br />

intorno e verso le persone vicine,<br />

• Cognitivo - Percettivo: secondari al calo dell’umore si hanno <strong>disturbi</strong> cognitivi, delle<br />

prestazioni intellettuali, del pensiero, della memoria, della percezione sensoriale; scarsa<br />

autostima, inadeguatezza, inferioriorità; pensiero di morte; ipocondria; suicidio per<br />

smettere di soffrire; allucinazioni uditive, dello schema corporeo, gustative, olfattive, in<br />

minor numero visive; nelle depressioni psicotiche si hanno idee deliranti gravi di colpa,<br />

persecuzione.<br />

• PsicoMotorio: rallentamento fisico e del pensiero; restare coricati tutto il giorno, scarsa<br />

igiene personale, sguardo fisso e rallentamento dell’attività mimico-gestuale e verbale, in<br />

alcuni casi agitazione psicomotoria con movimenti senza pace portati dall’ansia e<br />

dall’insofferenza.<br />

• SomatoVegetativo: alterazione dell’appetito per perdita del piacere alimentare; calo/<br />

aumento ponderale, astenia, disregolazione del ciclo sonno-veglia, calo della libido e<br />

dell'efficienza sessuale, sintomi cardiovascolari; sintomi gastrointestinali; sintomi<br />

urogenitali.<br />

• Cronobiologico: i sintomi si ripetono con decorso oscillatorio circadiano e stagionale,<br />

si hanno picchi depressori al mattino (dovuti ad insonnia) e riduzione della sofferenza<br />

7 <br />

verso sera.


ATTIVITÁ<br />

Dimensioni di relazione:<br />

• Affettiva epimeletica<br />

• Socio performativa<br />

• Ludico performativa<br />

• Epistemico esplorativa<br />

• Edonico distraente<br />

• APR che vadano a distogliere<br />

dai pensieri depressivi,<br />

lavorare sulla percezione di sé e<br />

sull’aumento di autostima<br />

8


DISTURBO BIPOLARE<br />

• Forti sbalzi dell’umore, dell’energia e del comportamento.<br />

• Caratterizzato da episodi maniacali (fasi di eccitamento) e da<br />

depressione che possono durare giorni o mesi.<br />

È generalmente cronico e può durare per tutta la vita con episodi<br />

ricorrenti che spesso si manifestano durante l’adolescenza o nella<br />

prima età adulta, a volte anche durante la fanciullezza.<br />

Colpisce in eguale misura maschi e femmine.<br />

9


DISTURBO BIPOLARE<br />

FASE MANIACALE<br />

I sintomi maniacali possono includere:<br />

• Uno stato d’animo euforico e contento oppure irritabile,<br />

arrabbiato e reattivo<br />

• Aumentata attività e sensazione di forza ed energia<br />

• Maggior numero di pensieri e capacità di pensare più velocemente<br />

del normale<br />

• Aspirazioni ambiziose, spesso grandiose<br />

• Diminuzione della capacità di giudizio e di autocritica<br />

• Maggior interesse e attività sessuale<br />

• Diminuzione delle ore di sonno e diminuzione della necessità di<br />

dormire<br />

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DISTURBO BIPOLARE<br />

FASE DEPRESSIVA<br />

• Stato d’animo depresso o apatico<br />

• Forza e attività ridotta<br />

• Agitazione e irritabilità<br />

• Capacità di pensare rallentata rispetto al normale<br />

• Parlare di meno e più lentamente<br />

• Sensazione di essere senza speranza e senza aiuto<br />

• Sensazione di colpevolezza e disistima<br />

• Approccio pessimista alla realtà<br />

• Pensieri suicidi<br />

• Alterazione nel ritmo dell’appetito e del sonno<br />

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DISTURBI D’ANSIA<br />

Come nell’età evolutiva distinguiamo:<br />

• Attacco di panico<br />

• Fobie<br />

• Fobie sociali<br />

• Disturbo ossessivo compulsivo<br />

• Disturbo postraumatico da stress<br />

• Disturbo acuto da stress<br />

• Ansia generalizzata<br />

• Disturbo d’ansia<br />

indotto da sostanze<br />

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ATTACCO DI PANICO<br />

Attacco improvviso, e spesso inspiegabile, caratterizzato da un numero elevato di<br />

sintomi:<br />

• Dispnea (difficoltà di respiro, senso di affanno), palpitazioni, dolore al petto,<br />

sensazioni di soffocamento e asfissia, nausea, capogiri, sudorazione e tremori,<br />

intensa apprensione, terrore e sensazione di disastro incombente.<br />

• Paura di perdere il controllo, di perdere la ragione o persino di morire.<br />

• Inoltre la persona può essere assalita e sopraffatta da un senso di<br />

depersonalizzazione e di derealizzazione.<br />

Gli attacchi di panico possono verificarsi di frequente, per esempio una volta alla<br />

settimana o persino più spesso; in genere durano qualche minuto, raramente si<br />

protraggono per ore; a volte risultano associati a situazioni specifiche.<br />

Il disturbo di panico è molto frequente fra coloro che soffrono già di un altro<br />

disturbo <strong>d'ansia</strong>, per esempio nel caso in cui sia presente il disturbo <strong>d'ansia</strong><br />

generalizzato o una fobia (Sanderson et al., 1990)<br />

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FOBIE<br />

• La fobia viene definita come un comportamento di evitamento<br />

mediato dalla paura e in grado di interferire significativamente<br />

con le normali attività dell'individuo.<br />

• Tale condotta di evitamento, inoltre, è sovradimensionata<br />

rispetto al pericolo rappresentato dall'oggetto o dalla situazione<br />

specifici, e l'individuo ne riconosce l'irragionevolezza.<br />

• Tra le fobie più diffuse sono presenti la paura dei ragni<br />

(aracnofobia), la paura dei serpenti (ofidiofobia), la paura degli<br />

spazi chiusi (claustrofobia), la paura dei luoghi pubblici<br />

(agorafobia) e la paura dei cani (cinofobia).<br />

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FOBIA SOCIALE<br />

• Paura irrazionale e persistente, generalmente collegata alla presenza di altre<br />

persone.<br />

• Estremamente debilitante, in quanto chi ne soffre cerca di evitare una<br />

particolare situazione in cui potrebbe essere oggetto di valutazione da parte di<br />

altri e rivelare segni di ansietà o manifestare un comportamento imbarazzante.<br />

• Le fobie sociali possono essere di tipo generalizzato o specifico, a seconda<br />

della gamma di situazioni temute ed evitate. Il loro esordio è spesso<br />

localizzato durante l'adolescenza, quando la consapevolezza sociale e<br />

l'interazione con gli altri assumono un'importanza molto maggiore nella vita<br />

della persona.<br />

• Come per le fobie specifiche, il contenuto delle fobie sociali varia in base alla<br />

cultura di appartenenza.<br />

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DISTURBO OSSESSIVO<br />

COMPULSIVO<br />

• Le ossessioni sono pensieri, impulsi, o immagini a carattere<br />

invasivo e ripetitivo, che si presentano non voluti alla mente e<br />

appaiono irrazionali e incontrollabili all'individuo che li subisce.<br />

• Una compulsione è un comportamento ripetitivo o un'azione<br />

mentale che la persona si sente costretta ad eseguire per ridurre il<br />

disagio causato dai pensieri ossessivi o per scongiurare il<br />

verificarsi di una qualche calamità.<br />

• La mente è invasa da pensieri persistenti e incontrollabili, o in cui<br />

la persona è spinta irresistibilmente a ripetere di continuo certi<br />

atti; ne conseguono un notevole disagio psicologico e una<br />

rilevante interferenza con le attività della vita quotidiana.<br />

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DISTURBO POST TRAUMATICO<br />

DA STRESS<br />

• Rivivere persistentemente l'evento traumatico, anche attraverso<br />

incubi notturni.<br />

• Evitamento di stimoli associati con l'evento e vive un’<br />

attenuazione della reattività generale.<br />

• Aumentata attivazione fisiologica<br />

Altri problemi che si associano spesso a questo disturbo sono ansia,<br />

depressione, rabbia, senso di colpa, abuso di sostanze<br />

(automedicazioni per alleviare il disagio), problemi coniugali e sul<br />

lavoro.<br />

Comuni sono anche i pensieri e i progetti di suicidio, e così pure<br />

episodi esplosivi di violenza.<br />

Problemi di natura psicofisiologica connessi con lo stress, come<br />

dolori lombari, cefalea e <strong>disturbi</strong> gastrointestinali. <br />

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DISTURBO ACUTO DA<br />

STRESS<br />

• Le uniche differenze con il disturbo post-traumatico da stress<br />

sono la durata dei sintomi e la presenza di sintomi dissociativi.<br />

Infatti il disturbo acuto da stress ha una durata che varia da pochi<br />

giorni a un mese circa, mentre il disturbo post-traumatico ha una<br />

durata maggiore; inoltre il disturbo acuto da stress presenta<br />

sintomi dissociativi quali l'amnesia dissociativa, la fuga<br />

dissociativa, la depersonalizzazione e la de-realizzazione.<br />

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DISTURBO D’ANSIA<br />

GENERALIZZATO<br />

• La persona affetta da disturbo <strong>d'ansia</strong> generalizzato è preda di un'ansia<br />

persistente, spesso concernente piccole cose.<br />

• Il carattere distintivo di questo disturbo è una preoccupazione cronica,<br />

incontrollabile, per qualsiasi genere di circostanza o attività.<br />

• Il disturbo è così pervasivo da essersi meritato l'appellativo di ansia diffusa.<br />

• Frequenti sintomi somatici come sudorazione, vampate di rossore, batticuore,<br />

nausea, diarrea, sensazione di freddo, mani appiccicose, bocca secca, nodo alla<br />

gola, respiro poco profondo, pollachiuria (aumento della frequenza delle<br />

urine); <strong>disturbi</strong> alla muscolatura scheletrica: tensione e dolenzia muscolare,<br />

soprattutto nella zona della nuca e delle spalle; tic alle palpebre e in altre parti<br />

del corpo; tremori; facile affaticabilità e incapacità a rilassarsi.<br />

Esordio durante l'adolescenza, benché molte delle persone che ne soffrono<br />

riferiscano di averne sempre sofferto.<br />

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DISTURBO D’ANSIA INDOTTO<br />

DA SOSTANZE<br />

• È caratterizzato da sintomi rilevanti di ansia conseguenza<br />

fisiologica diretta di una droga di abuso o di un farmaco.<br />

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ATTIVITA’<br />

Filo conduttore di tutte queste problematiche:<br />

Stato di tensione corporea diffuso e pensieri ricorrenti<br />

• Attività di rilassamento<br />

• Distraenti<br />

• Dove si lavora con il corpo<br />

DIMENSIONI DI RELAZIONE<br />

Socio performative e socio collaborative<br />

Ludico comiche<br />

Affettivo epimeletiche.<br />

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DISTURBI DEL COMPORTAMENTO<br />

ALIMENTARE<br />

Sono caratterizzati dalla presenza di importanti alterazioni del<br />

comportamento alimentare.<br />

Si tratta di <strong>disturbi</strong> psichiatrici in area psicosomatica ben differenti<br />

dai <strong>disturbi</strong> dell’alimentazione ( condotte alimentari disordinate,<br />

patologie auxologiche e dismetaboliche)<br />

• Anoressia nervosa (AN)<br />

• Bulimia nervosa (BN)<br />

• Binge Eating (BE)<br />

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DISTURBI DEL COMPORTAMENTO<br />

• Ambito somatopsichico<br />

ALIMENTARE<br />

• Disturbi multifattoriali dove l’incipit della insorgenza è mentale<br />

Diverse componenti:<br />

• Psicologica<br />

• Affettiva<br />

• Relazionale<br />

• Cognitiva<br />

• Biologica<br />

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DISTURBI DEL COMPORTAMENTO<br />

Contraddistinti da:<br />

ALIMENTARE<br />

• Conflittualità nei confronti del cibo<br />

• Preoccupazione patologica del peso e della forma del corpo<br />

• Conflittualità nell’ambito delle relazioni familiari nelle relazioni<br />

affettive<br />

• Bassa autostima<br />

• Bassa qualità della vita<br />

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ANORESSIA NERVOSA<br />

• Rifiuto del cibo da parte della persona<br />

• Paura ossessiva di ingrassare<br />

• Presenza di una alterazione dell’immagine corporea per ciò che riguarda forma<br />

e dimensioni.<br />

Nelle forme più gravi possono svilupparsi malnutrizione, inedia, amenorrea ed<br />

emaciazione.<br />

Coinvolge nella sua evoluzione funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e<br />

metaboliche.<br />

I trattamenti possibili sono ancora in fase di studio, le cure farmacologiche attuali<br />

possono dare solo un modesto beneficio alla persona. L'anoressia nervosa è<br />

una malattia, e non deve essere confusa con il sintomo chiamato anoressia, la<br />

cui presenza invece è indice di un differente stato patologico dell'individuo.<br />

Sottotipo: con restrizioni; con abbuffate e condotte di eliminazione; si possono<br />

trovare entrambe nello stesso soggetto in tempi differenti.<br />

Questi soggetti quando marcatamente sottopeso possono presentare umore<br />

depresso, ritiro sociale, irritabilità, insonnia, e diminuzione dell’interesse<br />

sessuale.<br />

Colpisce con maggior frequenza il sesso femminile.<br />

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BULIMIA NERVOSA<br />

Bulimia (dal greco βουλιμία, boulimía, composto di βους<br />

(bôus) "bue" e λιμός (limós) "fame"; propr. 'fame da bue')<br />

Le manifestazioni essenziali sono la presenza di abbuffate e di<br />

inappropriati metodi compensatori per prevenire il conseguente<br />

aumento di peso.<br />

Un’abbuffata è definita come l’ingestione in un determinato periodo di<br />

tempo di una quantità di cibo più grande rispetto a quella che la<br />

maggior parte degli individui assumerebbe in uguali circostanza. Il tipo<br />

di cibo varia ampiamente. Con associata sensazione di perdita del<br />

controllo( non riuscire a smettere di mangiare).<br />

Sottotipi: con eliminazione (vomito autoindotto, lassativi, diuretici ecc.);<br />

senza eliminazioni (digiuni e attività fisica).<br />

Possibile presenza di depressione e <strong>disturbi</strong> dell’umore ma anche<br />

dell’ansia, e tratti di personalità di tipo borderline.<br />

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DISTURBO DA ALIMENTAZIONE<br />

INCONTROLLATA<br />

BE (Binge Eating Disorder) si presenta clinicamente con episodi di abbuffate<br />

tipici della bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti<br />

compensatori tipici di quest'ultima, quali vomito, abuso di lassativi o diuretici,<br />

digiuno successivo.<br />

Diffusa soprattutto tra le adolescenti che, in seguito ad una dieta eccessivamente<br />

restrittiva o a problemi personali, cercano un rimedio alla loro sofferenza nel<br />

cibo, fino ad arrivare a perdere il controllo. Le periodiche abbuffate possono<br />

riguardare sia alimenti dolci che salati, con successive coliche addominali.<br />

L'individuo affetto da tale sindrome ha come unico pensiero quello di ingerire<br />

qualsiasi tipo di alimento per calmare le proprie ansie, anche se è consapevole<br />

che potrebbe recare danni alla sua salute, perché troppo poco sano ed<br />

eccessivamente calorico.<br />

Solitamente è una persona sofferente, isolata, ha scarsa considerazione di sé ed è<br />

piena di sensi di colpa perché si sente goffa e brutta. L'insoddisfazione e la<br />

depressione sembra potersi risolvere solo con il cibo, ma l’aumento ponderale<br />

rende ancora più difficile l'integrazione sociale e il disagio di questo soggetto.<br />

27


ATTIVITA’<br />

Attenzione durante le attività referenziali<br />

Lavorare affinchè la persona:<br />

• acquisisca conoscenze e competenze che vanno ad incidere su<br />

un aumento dell’autostima<br />

• Riconoscimento dei bisogni fisici ed affettivi dell’altro<br />

DIMENSIONI DI RELAZIONE<br />

• Ludiche e affettive al fine di motivare la persona al<br />

miglioramento, coinvolgendola in un’esperienza emotivamente<br />

molto coinvolgente andando a riequilibrare lo spazio mentale<br />

che altrimenti viene occupato da pensieri legati all’immagine<br />

del proprio corpo e al peso corporeo.<br />

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DISTURBI CORRELATI A<br />

SOSTANZE<br />

Assunzione di sostanze quali Alcool, Cocaina, Eroina, Nicotina,<br />

Cannabis (es. Marijuana e Hashish), Allucinogeni (es. LSD e<br />

Ecstasy), Inalanti, Farmaci e Psicofarmaci, Caffeina, Steroidi<br />

Anabolizzanti, Antidolorifici (o Antinfiammatori) etc.<br />

Disturbi da Uso di Sostanze (Dipendenza da Sostanze e Abuso di<br />

Sostanze)<br />

Disturbi Indotti da Sostanze (Intossicazione, Astinenza,<br />

Delirium, Demenza Persistente, Disturbo Amnestico Persistente,<br />

Disturbo Psicotico, Disturbo dell'Umore, Disturbo d'Ansia,<br />

Disfunzione Sessuale e Disturbo del Sonno indotto da Sostanze).<br />

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DISTURBI CORRELATI A<br />

SOSTANZE<br />

Principali manifestazioni<br />

Quadro sintomatologico costituito da sintomi psico-cognitivi, fisiologici e<br />

comportamentali correlati all'uso ripetuto di una certa sostanza, che incidono<br />

patologicamente sulle varie sfere vitali dell'individuo.<br />

Presenza allora di un uso reiterato e di una assunzione compulsiva della sostanza,<br />

nonostante tali problematiche, interne ed esterne, psichiche e fisiche, siano<br />

sempre più intense e croniche.<br />

Insorgenza di sintomi:<br />

Craving: intensa pulsione ed pensiero fisso verso il procurarsi ed usare la<br />

sostanza<br />

Tolleranza: necessità di assumere dosi progressivamente sempre più alte della<br />

stessa sostanza per avere gli effetti precedentemente ricevuti,<br />

Astinenza: una serie di manifestazioni psico-fisiche dovute alla mancanza più o<br />

meno prolungata della sostanza.<br />

30


DISTURBI DI PERSONALITÁ<br />

Un disturbo di personalità è definito come un<br />

“modello abituale di esperienza o comportamento che si discosta<br />

notevolmente dalla cultura a cui l'individuo appartiene e si manifesta in<br />

almeno due delle seguenti aree: esperienza cognitiva, affettiva,<br />

funzionamento interpersonale e controllo degli impulsi (area<br />

comportamentale)” (DSM-IV-TR).<br />

Stabile nel tempo, pervasivo e inflessibile e determina disagio e menomazione.<br />

In genere i sintomi dei <strong>disturbi</strong> di personalità sono egosintonici (accettabili per la<br />

persona) e alloplastici (la persona tende a cambiare l'ambiente, non sé stesso).<br />

Frequente comparsa durante l'adolescenza, ma tali <strong>disturbi</strong> presentano delle<br />

differenze, talvolta significative, rispetto agli adulti.<br />

Il pattern deve presentarsi in un'ampia gamma di situazioni sociali e comportare<br />

una condizione di disagio, personale, sociale e lavorativa, clinicamente<br />

significativa, anche se questo non è sempre riconosciuto dal paziente, il quale<br />

manca di insight, ossia non si rende conto del proprio impatto sugli altri e non<br />

tende a cercare aiuto.<br />

31


DISTURBI DI PERSONALITÁ <br />

CLUSTER A<br />

• Disturbo paranoide: è un quadro caratterizzato da sfiducia e<br />

sospettosità, per cui le motivazioni degli altri vengono interpretate<br />

come malevole reagiscono con rabbia e provano gelosia patologica.<br />

• Disturbo schizoide: distacco dalle relazioni sociali e da una gamma<br />

ristretta di espressività emotiva, non provano piacere in nulla, non si<br />

preoccupano di ciò che gli altri pensano di loro.<br />

• Disturbo schizotipico: disagio acuto nelle relazioni strette, distorsioni<br />

cognitive o percettive, ed eccentricità nel comportamento. Superstiziosi<br />

e convinti dell’esistenza di fenomeni paranormali, vissuti come strani<br />

ed eccentrici.<br />

32


DISTURBI DI PERSONALITÁ<br />

CLUSTER B<br />

• Disturbo antisociale: è un quadro caratterizzato da innosservanza e<br />

violazione dei diritti degli altri, parte dall’adolescenza e continua in età adulta<br />

(proseguio dei dist. della condotta), disonestà e manipolazione, impulsività e<br />

scarso rimorso.<br />

• Disturbo borderline: rappresentato da elevata instabilità delle relazioni<br />

interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti e da marcata impulsività.<br />

Provano intensi timori di abbandono anche in separazioni limitate nel tempo e<br />

le ritengono conseguenza del loro essere cattivi, provano intensa rabbia<br />

seguita da sensi di colpa e vergogna, possibili automutilazioni.<br />

• Disturbo istrionico: emotività eccessiva e da ricerca di attenzione,<br />

inappropriatamente provocanti o seduttivi. Espressione emotiva superficiale e<br />

rapidamente mutevole, ma drammatizzata e teatrale. Facilmente<br />

suggestionabile.<br />

• Disturbo narcisistico: grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di<br />

empatia. Compare in età adulta. Tutto gli è dovuto, lui è speciale e unico, si<br />

approfitta degli altri.<br />

33


DISTURBI DI PERSONALITÁ<br />

CLUSTER C<br />

• Disturbo evitante: è un quadro caratterizzato da inibizione ,<br />

sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità ai giudizi negativi. Evita<br />

lavori che implicano contatto personale, è inibito nelle relazioni intime.<br />

• Disturbo dipendente: comportamento sottomesso e adesivo, legato<br />

ad un bisogno eccessivo di essere accuditi, con timore della<br />

separazione. non inizia progetti autonomi, no responsabilità.<br />

• Disturbo ossessivo-compulsivo: preoccupazione per l’ordine,<br />

perfezionismo ed esigenze di controllo, anche mentale. Attenzione ai<br />

dettagli, eccessiva dedizione al lavoro, non delega, non getta anche<br />

oggetti di nessun valore, rigido e testardo. <br />

34


ATTIVITÁ<br />

DIMENSIONI DI RELAZIONE<br />

Non proporre giochi di finzione o di simulazione e<br />

attività che prevedano un eccessivo margine di<br />

azione o di potere come quelle ludico<br />

performative od epistemico esplorative, edonico<br />

narcisistica specie nelle declinazioni gestionali o<br />

performative. <br />

35


PATOLOGIE ALTRE<br />

ORIGINE ORGANICA e TRAUMATICA fortemente invalidanti<br />

Patologie e disabilità conseguenti ad un trauma<br />

Patologie oncologiche<br />

Sclerosi multipla<br />

Sindrome da HIV<br />

36


Di fondamentale importanza:<br />

• Informarsi circa la storia del paziente e sue criticità<br />

• Raccordo con le figure di riferimento e gli operatori della<br />

struttura<br />

• Chiedersi prima di iniziare ed intraprendere le attività se ci<br />

sentiamo in grado di lavorare in quel determinato ambito e<br />

con quella determinata patologia e/o disturbo.<br />

• Confrontarsi e verificarsi sempre con chi lavora con noi<br />

37


Bibliografia<br />

• Ammanniti, M., Dazzi, N., (1990) Affetti. Natura e<br />

sviluppo delle relazioni interpersonali. Laterza, Roma-Bari<br />

1990.<br />

• Bollas, C., (1987) L'ombra dell'oggetto: psicoanalisi del<br />

conosciuto non pensato. Tr. It. Borla, Roma 1989.<br />

• Del Corno, F., Lang, M. (2005). Elementi di Psicologia<br />

Clinica. FrancoAngeli, Milano.<br />

• Glen O. Gabbard, (2007). Psichiatria Psicodinamica,<br />

Cortina ed.<br />

38


Grazie per l’attenzione<br />

39

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