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Schede esercizi al 13_7_2010 - Siua

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46<br />

Il “no” gratificato<br />

Obiettivi: centripetazione (riposizionamento), autocontrolli.<br />

Premessa:<br />

Molti proprietari ritengono che il cane debba apprendere un “No” deontologico, ovvero, un'<br />

inibizione che viene compensata dentro una sc<strong>al</strong>a di v<strong>al</strong>ori. Questo v<strong>al</strong>ore deontologico del non<br />

fare una cosa, è tipica della cultura umana. Anche se non abbiamo i soldi, non prendiamo senza<br />

pagare dagli scaff<strong>al</strong>i di un supermercato una merce che desideriamo, in quanto c'è una legge<br />

che ci punirebbe. Rispettiamo così il codice pen<strong>al</strong>e e i principi del diritto occident<strong>al</strong>e. Un cane non<br />

possiede questo sistema di v<strong>al</strong>ori, non concepisce uno stato di diritto e agisce su base<br />

motivazion<strong>al</strong>e. Questo non vuol dire che il cane non possa apprendere delle regole, anzi vive in<br />

partnership con l’uomo da millenni proprio perché è riuscito ad ibridarsi con la cultura umana e si è<br />

costruito una cultura integrativa. Anche se il discorso sarebbe molto complesso possiamo dire che<br />

l’essere umano si limita nei suoi desideri più semplicemente nei comportamenti anche in virtù di<br />

una serie di leggi scritte su cui si fonda la convivenza civile. Anche nella pedagogia infantile<br />

sappiamo che i “No” sono costruttivi solo se sono motivati e se ad essi segue l’indicazione di una<br />

<strong>al</strong>ternativa positiva, <strong>al</strong>trimenti il bambino ne ricaverà un senso di ingiustizia, inibizione e frustrazione.<br />

Per il cane questo schema educativo è ancora più importante anche perché <strong>al</strong>l’interno di un<br />

vocabolario giustamente ridotto con il cane il “No” è una delle parole maggiormente usate dai<br />

P.O. , >, >. Questo uso smodato del “No” per bloccare i comportamenti del cane<br />

possono determinare due ipotesi, o il cane non lo ascolta più e continua a comportarsi come<br />

vuole o sarà un soggetto inibito, chiuso che ha paura sempre di sbagliare. In entrambi i casi la<br />

prospettiva non è auspicabile. Il cane apprenderà un “NO” non inibitorio, solo se siamo in grado di<br />

offrire un'<strong>al</strong>ternativa più piacevole <strong>al</strong> desiderio espresso. Il soggetto deve arrivare a pensare, ad<br />

esempio: .<br />

Correttezza:<br />

Variante 1<br />

1. Scegliamo un set per il cane poco eccitatorio, per esempio l'ambiente domestico.<br />

Prendiamo del cibo che il cane gradisce ma per cui non impazzisce.


2. Mettiamo il biscottino a terra e appena il cane si indirizza per raccoglierlo mettiamoci una<br />

mano sopra e impediamo che il cane possa consumarlo.<br />

1. Non appena il cane si ferma togliamo la mano e se il cane riparte verso la fonte<br />

<strong>al</strong>imentare, anticipiamolo e mettiamoci di nuovo la mano sopra.<br />

2. La velocità di copertura e rilascio della mano deve essere direttamente proporzion<strong>al</strong>e <strong>al</strong><br />

livello di attivazione emozion<strong>al</strong>e del cane. Dobbiamo operare un “ric<strong>al</strong>co e guida” che<br />

vada d<strong>al</strong>l'eccitazione del cane associata a movimenti veloci della mano che copre il<br />

boccone <strong>al</strong>la c<strong>al</strong>ma associata ai nostri movimenti lenti.<br />

3. Se il cane si ferma e ci guarda lo premiamo con la mano libera, con qu<strong>al</strong>cosa di<br />

particolarmente gradito, di qu<strong>al</strong>ità diversa e superiore rispetto a quella del boccone che<br />

abbiamo impedito di prendere mettendoci la mano sopra.<br />

4. Qu<strong>al</strong>che cane potrebbe tentare di mordicchiare o leccare la mano che copre il<br />

bocconcino fino a tentare di toglierla usando la zampa. Ignoreremo questi tentativi e non<br />

appena il cane ci guarda lo premieremo con il cibo di <strong>al</strong>to gradimento che abbiamo in<br />

tasca.<br />

5. Quando il cane ha capito l'obbiettivo dell'<strong>esercizi</strong>o possiamo iniziare ad introdurre il verb<strong>al</strong>e<br />

“NO” contemporaneamente <strong>al</strong> gesto di mettere la mano sopra il boccone, tutte le volte<br />

che il cane si indirizza verso il cibo senza passare d<strong>al</strong>lo sguardo.<br />

6. Il tono di voce con cui diciamo “NO” non deve assolutamente essere acuto e ansiogeno.<br />

Altresì deve essere deciso e c<strong>al</strong>mo.<br />

7. Solo quando siamo sicuri che il cane abbia capito il “NO” possiamo aumentare le distanze<br />

nostre d<strong>al</strong>la fonte <strong>al</strong>imentare a terra. L'opzione di coprire con la mano il cibo a terra<br />

quando pronunciamo la parola “No” in questo caso è difficile.<br />

8. Possiamo sostituire la mano con il piede ed eseguire l’attività da un a postura eretta.<br />

9. Il passo successivo sarà quello di <strong>al</strong>lontanarci fisicamente d<strong>al</strong>la fonte <strong>al</strong>imentare a terra e<br />

verificare il livello di acquisizione del significato del “No”.<br />

10. Se il cane ascolta il “No” solamente se siamo vicino <strong>al</strong>la fonte <strong>al</strong>imentare a terra significa<br />

che ancora non è stato appreso il v<strong>al</strong>ore del verb<strong>al</strong>e.<br />

11. Non dobbiamo rischiare di passare a questo livello se non siamo ben sicuri del successo. Il<br />

rischio è di rovinare il v<strong>al</strong>ore di ciò che abbiamo costruito precedentemente e di far capire<br />

<strong>al</strong> cane o che il nostro “NO” ha v<strong>al</strong>ore solamente se siamo nelle vicinanze dell'oggetto<br />

verso cui non vogliamo che vada, o che è un comando verb<strong>al</strong>e che si può anche non<br />

ascoltare.<br />

12. Attenzione a non compiere movimenti troppo scomposti nell’andare a coprire il boccone a<br />

terra quando siamo a distanza. Rischieremo di far slittare l'obbiettivo dell'<strong>esercizi</strong>o sulla<br />

motivazione <strong>al</strong> possesso.


Variante 2<br />

Superata con successo la Variante 1 dell'<strong>esercizi</strong>o possiamo passare <strong>al</strong>la seguente, che<br />

rappresenta non una mod<strong>al</strong>ità diversa di apprendere il “No”, quanto piuttosto un secondo step:<br />

1. Facciamo indossare <strong>al</strong> cane la pettorina e agganciamo il guinzaglio.<br />

2. Chiediamo il “RESTA” <strong>al</strong> cane, meglio ancora, conduciamolo in un’<strong>al</strong>tra stanza.<br />

Allontaniamoci da lui e posizioniamo un bocconcino a terra.<br />

3. Torniamo d<strong>al</strong> cane prendiamo il guinzaglio in mano, posizionandoci in modo che<br />

avvicinandoci <strong>al</strong> bocconcino ci troveremo tra il cibo e il cane, avendo così la possibilità di<br />

bloccargli l'iniziativa frapponendoci con il corpo.<br />

4. Con il guinzaglio in mano e il cane nel lato giusto indirizziamoci verso il bocconcino. Il cane<br />

prima lo punterà con lo sguardo, poi tenterà di andarlo a prendere.<br />

5. Frapponiamoci facendo un passo in avanti, interrompendo la traiettoria del cane e<br />

contemporaneamente diciamogli “NO”.<br />

6. Se il cane ci guarda, premiamolo con i bocconcini appetitosi che abbiamo in tasca.<br />

7. Se il cane non ci guarda, proviamo a ripetere l'<strong>esercizi</strong>o da capo. Se non riusciamo ,anche<br />

una seconda volta, torniamo <strong>al</strong>la variante 1. Sarebbe improduttivo, infatti, una<br />

frapposizione prolungata nel tentativo di placcare il cane.<br />

8. Una volta che il “No” ci sembra consolidato, quando ci avviciniamo insieme <strong>al</strong> cane verso<br />

la fonte <strong>al</strong>imentare a terra, possiamo provare a lasciare il cane d<strong>al</strong>la parte del bocconcino<br />

e avere il nostro “NO”, come unico strumento per bloccarlo nella sua iniziativa.<br />

Variante 3<br />

Il terzo livello dell'attività evolutiva, intende mettere <strong>al</strong>la prova ciò che abbiamo re<strong>al</strong>izzato fin qui,<br />

esponendo il set <strong>al</strong>la componente-casu<strong>al</strong>ità. Nella vita re<strong>al</strong>e il cane incontra casu<strong>al</strong>mente del cibo<br />

in terra o viene attirato da qu<strong>al</strong>cosa che si muove che è fuori d<strong>al</strong> nostro controllo. Nella prima<br />

parte l'<strong>esercizi</strong>o si svolge in maniera simile <strong>al</strong>la “Variante 2”, con la differenza che dopo aver dato il<br />

“RESTA”, sarà un'<strong>al</strong>tra persona e non il proprietario a posizionare il boccone o lanciarlo in terra.<br />

Nella seconda parte aumenteremo ancora il livello di casu<strong>al</strong>ità delle componenti del set:<br />

1. Scegliamo un set adeguato come ad esempio il vi<strong>al</strong>etto di un parco dove il cane di solito<br />

fa la sua passeggiata.<br />

2. Prepariamo prima una ciotola con del cibo, senza che il cane sia presente. La ciotola<br />

rappresenterà un target più visibile che colpirà subito l’attenzione del cane.<br />

3. Andiamo a prendere il cane che non ha assistito <strong>al</strong>la preparazione del set e portiamolo<br />

nella direzione della ciotola.<br />

4. Non appena ci accorgiamo che il cane dopo aver puntato si sta indirizzando verso il cibo,<br />

pronunciamo il “NO”, sempre con tono deciso ma pacato, e premiamo il cane con cibo di<br />

maggiore appetibilità se si ferma e ci guarda.


5. Anche in questo caso se non raggiungiamo subito il successo proviamo di nuovo, ma se<br />

f<strong>al</strong>liamo torniamo <strong>al</strong> livello precedente.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) La variante 1, 2, 3, non sono mod<strong>al</strong>ità diverse di insegnare <strong>al</strong> cane il “No gratificato”,<br />

quanto piuttosto sono step sequenzi<strong>al</strong>i di una stessa attività evolutiva. Devono essere<br />

somministrate <strong>al</strong> cane rispettando l’ordine di numerazione.<br />

b) Questa attività evolutiva è adeguata per tutti i cani a d eccezione di quelli molto timidi e<br />

spaventati ed è molto importante per una corretta gestione nella vita quotidiana<br />

soprattutto in un contesto metropolitano dove il cane, per la strada, può raccogliere e<br />

mangiare anche cose pericolose per la sua s<strong>al</strong>ute.<br />

c) Il “NO” deve essere utilizzato in situazioni straordinarie, quando non abbiamo <strong>al</strong>tro<br />

strumento, per togliere il nostro cane da un pericolo, ad esempio quando il cane sta per<br />

raccogliere qu<strong>al</strong>cosa di sospetto da terra come un boccone, o sta per finire in mezzo <strong>al</strong>la<br />

strada.<br />

d) Se pure il “NO” può essere usato per bloccare qu<strong>al</strong>siasi iniziativa del cane ha v<strong>al</strong>ore<br />

soprattutto per bloccare l'iniziativa del cane sulle fonti <strong>al</strong>imentari. Diverso, invece, è fermare<br />

espressioni comportament<strong>al</strong>i connesse <strong>al</strong> predatorio. In quel caso il lavoro più v<strong>al</strong>ido rimane<br />

sempre quello degli “Autocontrolli” e dei “Permessi”. Il nostro “NO” non sarà mai<br />

abbastanza forte per bloccare l’iniziativa della rincorsa predatoria di un gatto a meno che<br />

non lo abbiamo costruito in senso inibitorio.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: dare <strong>al</strong>l’interno del patto comunicativo tra cane e P.O. un v<strong>al</strong>ore<br />

centripetativo e di riposizionamento <strong>al</strong> “No”. Troppo spesso il “No” viene utilizzato d<strong>al</strong>la persona<br />

semplicemente per bloccare un’iniziativa del cane che però risulterà essere inibito e frustrato<br />

perché il target con tutto il suo v<strong>al</strong>ore gli rimane in testa. Costruire un “No” che serva a bloccare il<br />

cane e centripetarne l’attenzione con uno sguardo, riposiziona il cane d<strong>al</strong> target a noi.<br />

Obiettivi lati o secondari: rafforzare gli autocontrolli del cane. E’ chiaro che non si tratta di<br />

un’attività evolutiva con cui lavoriamo direttamente sulle competenze autonome del soggetto nel<br />

regolare la sua espressione comportament<strong>al</strong>e. Tuttavia se costruiamo secondo i canoni di<br />

correttezza il “No gratificato” andiamo ad ottenere un riposizionamento del cane che non va nella<br />

direzione del controllo ma dell’acquisizione di conoscenze da parte del soggetto.<br />

Propedeuticità:<br />

E’ importantissimo sapere che il “No” anche se gratificato non è uno strumento educativo e che<br />

non va somministrato subito non solo <strong>al</strong> cane per i motivi che abbiamo visto nei paragrafi<br />

precedenti ma soprattutto perché il proprietario rischierebbe di abusarne. Oggi l’approccio<br />

educativo dei genitori nei confronti dei bambini è pervaso di paure e ansie che la società


contemporanea in qu<strong>al</strong>che modo ci induce. I cani sono trattati spesso con lo stesso<br />

atteggiamento e ne soffre più del bambino, che ha <strong>al</strong>tri can<strong>al</strong>i educativi, oltre a quelli familiari.<br />

Prima di presentare l’attività evolutiva del “No Gratificato” dobbiamo essere sicuri come educatori<br />

cinofili e trainer CZ, che nel binomio ci sia una relazione e una fiducia s<strong>al</strong>da. Il cane inoltre deve<br />

avere già strutturati autocontrolli e capito la dinamica dei permessi.<br />

1. P<strong>al</strong>estra con il corpo<br />

2. Aggancio/sgancio<br />

3. Doggy Zen<br />

4. Centripetazione con stimolo cinetico<br />

5. Soglie<br />

6. Ciotola<br />

7. Hand<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

E' un <strong>esercizi</strong>o da compiere solamente quando la relazione è arrivata ad un buon livello di<br />

maturità, quindi non prima dei 6/7 mesi di vita. Il “NO”, seppur gratificato, non può essere inteso<br />

come uno strumento educativo quindi va somministrato <strong>al</strong> cliente con molta cautela. È in sostanza<br />

un <strong>esercizi</strong>o avanzato di centripetazione, che si appoggia sul lavoro svolto in ambito degli<br />

autocontrolli.


47<br />

La bilancia (Doggy Zen 2)<br />

Obbiettivi: centripetazione in presenza di stimoli centrifugativi, autocontrolli, <strong>al</strong>lineamento<br />

Premessa:<br />

Questa attività evolutiva riguarda in gran parte il capitolo della centripetazione. In questo caso si<br />

tratta di riproporre il Doggy Zen, aumentando il potenzi<strong>al</strong>e centrifugativo del set. Il Doggy Zen,<br />

infatti, per come lo conosciamo, è un’attività evolutiva che va costruita <strong>al</strong>l'interno di un set con<br />

basso potenzi<strong>al</strong>e centrifugativo. L'obbiettivo del Doggy Zen è non solo quello di centripetare<br />

l’attenzione attraverso lo sguardo, ma anche quello, <strong>al</strong>trettanto importante, di posizionare il cane<br />

su un v<strong>al</strong>ore di arous<strong>al</strong> intermedio. In un set protetto non è difficile portare il cane a guardare il P.O.<br />

ma molto più complesso è ottenerne lo sguardo in ambiente esterno, in presenza di stimoli<br />

centrifugativi forti, come partner soci<strong>al</strong>i, rumori, oggetti che si muovono. Tuttavia l'obbiettivo delle<br />

attività evolutive <strong>al</strong>l’interno del training CZ non è quello della performatività <strong>al</strong>l'interno di un set<br />

controllato, come un campetto, ma quello di riuscire ad utilizzare le conoscenze acquisite nel<br />

percorso pedagogico, nella gestione quotidiana del cane. Spesso ci troviamo a dover ottenere<br />

l'attenzione del cane in un contesto caotico in mezzo ad un parco o in città. Da questa premessa<br />

si evince il significato del nome dell’attività evolutiva, “La bilancia”. Per usare una metafora, è<br />

come mettere il cane di fronte ai piatti di una bilancia, con da una parte il P.O. e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra il<br />

mondo esterno con la sua moltitudine di enti. Per una corretta gestione del cane e per lo sviluppo<br />

di una buona relazione, è necessario che il peso maggiore sia sempre quello del P.O. Soprattutto se<br />

il contesto di vita del binomio è quello urbano. Il mondo è pieno di persone che hanno paura dei<br />

cani e non vogliono essere avvicinati, di proprietari che non vogliono far soci<strong>al</strong>izzare il proprio cane<br />

con gli <strong>al</strong>tri, di bambini che corrono e schiamazzano <strong>al</strong> parco. Per una corretta gestione del cane,<br />

rispettosa e responsabile dell’ambiente soci<strong>al</strong>e, dobbiamo evitare che il cane si faccia attirare d<strong>al</strong><br />

mondo esterno fuori d<strong>al</strong> contesto e d<strong>al</strong> momento opportuno. Il P.O. deve riuscire a prendere<br />

l’attenzione del cane e tenerlo vicino a se, soprattutto in presenza di grossi stimoli centrifugativi che<br />

potrebbero costituire pericolo per il cane e per gli <strong>al</strong>tri. Per raggiungere un vero <strong>al</strong>lineamento di<br />

coppia sarebbe importante che ciò si re<strong>al</strong>izzasse anche quando il cane si trova libero d<strong>al</strong><br />

guinzaglio.<br />

Correttezza:<br />

1. Scegliamo un set adeguato come, ad esempio, un’area cani o un campo attrezzato per<br />

l’educazione e l’istruzione cinofila.


2. Mettiamo a terra un birillo o un marker che il cane possa vedere come punto elettivo.<br />

3. Chiediamo <strong>al</strong> P.O. con il cane <strong>al</strong> guinzaglio di avvicinarsi <strong>al</strong> marker.<br />

4. Mettiamo un' <strong>al</strong>tra coppia ben <strong>al</strong>lineata e centripetata ad una decina di metri di distanza<br />

d<strong>al</strong>la prima.<br />

5. Aspettiamo che i due cani si notino ed inizino ad interessarsi l'uno dell'<strong>al</strong>tro.<br />

6. Il proprietario che si trova vicino <strong>al</strong> marker avrà in mano dei bocconi molto appetitosi e<br />

graditi <strong>al</strong> cane. Facendo il suono o muovendosi, chiederà l’attenzione del cane e premierà<br />

molto non appena l’avrà ottenuta.<br />

7. A questo punto mostrerà <strong>al</strong> cane la mano aperta con il cibo e non appena si avvicinerà,<br />

chiuderà la mano e li concederà <strong>al</strong> cane solo dopo essere stato guardato (Doggy Zen).<br />

8. In questo caso specifico, per la buona riuscita del Doggy_Zen, possiamo chiedere <strong>al</strong> cane<br />

di sedersi, in modo da facilitare e velocizzare il raggiungimento dello stato di c<strong>al</strong>ma che<br />

consente lo sguardo.<br />

9. Solo se il cane si disinteressa del suo simile e guarda facilmente il P.O. nel Doggy Zen,<br />

consentiamo l'avvicinamento dell'<strong>al</strong>tro binomio continuando a tenere l’attenzione del<br />

cane.<br />

10. Oltre <strong>al</strong> Doggy Zen, per tenere l’attenzione del cane, possiamo proporre <strong>al</strong>tre attività come<br />

i segn<strong>al</strong>i di controllo o un piccolo gioco, come la p<strong>al</strong>estra con il corpo o <strong>al</strong>tro che riteniamo<br />

opportuno nel momento specifico.<br />

11. Non importa come otteniamo il controllo sulla centrifugazione (riposizionamento), in quanto<br />

non abbiamo bisogno di ottenere una particolare postura del cane, ma necessitiamo di<br />

occupare nella sua mente un peso maggiore rispetto <strong>al</strong>l’interazione con un conspecifico.<br />

12. Se il cane continua a dare attenzione <strong>al</strong> P.O., chiediamo un ulteriore avvicinamento della<br />

seconda coppia fino ad arrivare massimo ad una distanza di un paio di metri.<br />

<strong>13</strong>. Se il cane perde l’attenzione verso il P.O. chiediamo <strong>al</strong>la seconda coppia di <strong>al</strong>lontanarsi, fin<br />

quando il cane che si trova vicino <strong>al</strong> marker, non torna a dare lo sguardo <strong>al</strong> proprio<br />

conduttore.<br />

14. Chiudiamo la sessione di lavoro solo dopo che la coppia su cui stavamo tenendo il focus<br />

abbia consolidato una buona centripetazione.<br />

15. Possiamo chiudere questa attività evolutiva in due modi: o chiediamo ai due binomi di<br />

<strong>al</strong>lontanarsi in direzioni opposte uscendo d<strong>al</strong> set o consentiamo ai due cani di avvicinarsi e<br />

approcciarsi liberi d<strong>al</strong> guinzaglio.<br />

Variante 2<br />

1. L’attività evolutiva viene ulteriormente arricchita aumentando il potenzi<strong>al</strong>e centrifugativo<br />

sul cane.<br />

2. Mettiamo a terra un birillo come marker e chiediamo ad una coppia pet-partner di<br />

posizionarvisi vicino.<br />

3. Chiediamo <strong>al</strong> P.O. di centripetare l’ attenzione del cane come da Variante 1.


4. A questo punto abbiamo diverse opzioni: possiamo far girare intorno <strong>al</strong>la coppia, ad una<br />

distanza che va dai 5 ai 10m, <strong>al</strong>tre coppie pet-partner, oppure far avvicinare delle persone<br />

che giocano con la p<strong>al</strong>la o qu<strong>al</strong>cuno che scarta qu<strong>al</strong>cosa da mangiare.<br />

5. Anche in questa variante v<strong>al</strong>e il parametro di far avvicinare e <strong>al</strong>lontanare gli elementi di<br />

disturbo a seconda delle risposte che ci da il cane.<br />

6. Se il cane tiene la centripetazione sul P.O. consentiamo l’avvicinamento degli elementi<br />

centrifugativi, <strong>al</strong> contrario li <strong>al</strong>lontaniamo.<br />

7. Chiudiamo l’attività anche in questo caso o facendo <strong>al</strong>lontanare la coppia vicino <strong>al</strong><br />

marker lontano d<strong>al</strong> set o consentendo l’avvicinamento del cane ai diversi partner soci<strong>al</strong>i.<br />

Variante 3<br />

1. Raggiunto l’obiettivo della Variante 1 e 2, cioè tenere l’attenzione del cane, anche in<br />

presenza ravvicinata di <strong>al</strong>tri partner soci<strong>al</strong>i, possiamo passare <strong>al</strong>la Variante 3.<br />

2. Non si tratta di una variante con svolgimento di passaggi diversi ma della stessa attività<br />

evolutiva dove però il cane su cui teniamo il focus, è libero d<strong>al</strong> guinzaglio.<br />

3. In questo caso non importerà che la prima coppia si trovi vicino <strong>al</strong> marker ma che<br />

semplicemente rimanga a distanza d<strong>al</strong>la soglia di interazione.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

• La variante 1-2-3 non sono mod<strong>al</strong>ità diverse di proporre la stessa attività evolutiva bensì la<br />

stessa attività re<strong>al</strong>izzata con quozienti di difficoltà crescenti. Il coefficiente di difficoltà<br />

nell’approccio cognitivo zooantropologico non va interpretato in chiave performativa in<br />

vista di un risultato quantificabile in un punteggio ma come livello di verifica<br />

dell’<strong>al</strong>lineamento raggiunto d<strong>al</strong> binomio.<br />

• La variante 2 verifica che il P.O che si trova vicino <strong>al</strong> birillo sia in grado di tenere a se il cane<br />

senza permettergli di centrifugarsi verso gli stimoli esterni. Quello che conta non è<br />

solamente avere il controllo del cane ma anche il piacere dell’anim<strong>al</strong>e di lasciarsi<br />

coinvolgere d<strong>al</strong> proprio P.O. Ci interessa non solo che il cane non si indirizzi verso i target<br />

che lo circondano ma che sia in grado di rimanere vicino <strong>al</strong> P.O. mantenendo un<br />

atteggiamento di c<strong>al</strong>ma e agio nell'affrontare questo tipo di situazione. L'obbiettivo<br />

dell'<strong>esercizi</strong>o in questa seconda versione è più strettamente legato <strong>al</strong>la centripetazione<br />

<strong>al</strong>l’esterno, in una situazione dinamica che possiamo vivere insieme <strong>al</strong> nostro cane in un<br />

contesto urbano..<br />

a) Questa attività evolutiva è adeguata soprattutto con i soggetti che hanno difficoltà<br />

nelle interazioni soci<strong>al</strong>i, o perché sono irruenti per eccesso di socievolezza, o perché<br />

sono timidi per mancanza di sicurezza.<br />

b) La chiusura delle varianti deve essere c<strong>al</strong>ibrata <strong>al</strong>la lettura del soggetto. Se infatti,<br />

riteniamo che il cane abbia bisogno di avere interazioni soci<strong>al</strong>i centrifughe<br />

facciamolo interagire <strong>al</strong>trimenti, soprattutto se eccessivamente socievole, usciamo


d<strong>al</strong> set senza consentire l’interazione.<br />

.<br />

c) Fare delle esperienze di avvicinamento di un partner soci<strong>al</strong>e che preoccupa, senza<br />

arrivare <strong>al</strong>l’interazione o <strong>al</strong>l’invasione della zona privata, aiuta il cane ad acquistare<br />

fiducia in se stesso e a non temere certi tipi di situazioni.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: Nella bilancia ment<strong>al</strong>e di costi benefici che opera un cane prima di<br />

prendere una scelta <strong>al</strong>l’interno del campo delle possibilità, il piatto su cui è posizionato il P.O.<br />

ottiene sempre il peso maggiore e non solamente perché questo dispone di una risorsa <strong>al</strong>imentare<br />

fra le mani ma perché gode di accreditamento da parte del cane. Seppure nella Variante 1, il P.O<br />

ha l’opzione del cibo in mano per impostare un Doggy Zen che porti <strong>al</strong>l’attenzione, nella Variante 3<br />

si lavora oltre che senza guinzaglio anche senza cibo.<br />

Obiettivi lati o secondari: centripetare l’attenzione del cane in presenza dei suoi conspecifici.<br />

Siamo nel campo di lavoro delle distanze e ci poniamo come obiettivo seppur secondario, quello<br />

di ridurre lo spazio di sensibilità di interazione tra cani. Intendiamo con spazio di sensibilità di<br />

interazione, il limite di spazio entro cui un cane si sente legittimato ad interagire con un suo<br />

conspecifico.<br />

Propedeuticità:<br />

Lo spessore di questa attività evolutiva inizia ad essere abbastanza elevato e le propedeuticità non<br />

si possono più elencare in termini di singole attività evolutive ma in aree di sviluppo pedagogico.<br />

Per somministrare questa attività evolutiva è necessario aver affrontato bene <strong>al</strong>meno tre capitoli: 1)<br />

la centripetazione (foc<strong>al</strong>izzazione, mediazione, riposizionamento), 2) i permessi, 3)soci<strong>al</strong>izzazione e<br />

distanze. In sostanza la relazione deve essere arrivata a dei buoni livelli di profondità e si deve<br />

essere già nutrita di tempo ed esperienze condivise <strong>al</strong>l’interno del gruppo affiliativo.<br />

1. Centripetazione in movimento<br />

2. Costruzione di un suono<br />

3. Luring<br />

4. Gestione degli accessi<br />

5. Incroci<br />

6. Spir<strong>al</strong>e<br />

7. Chiamare verso di se: l’ingaggio<br />

8. Doggy Zen<br />

9. La ciotola<br />

10. Segn<strong>al</strong>i di controllo<br />

11. Hand<br />

12. Resta


Età evolutiva di riferimento:<br />

Cercare di avere come P.O. un peso maggiore rispetto a tutto il resto è uno degli obiettivi affiliativi<br />

princip<strong>al</strong>i <strong>al</strong>l’interno della relazione con il cane. Per ottenere questo peso il P.O. deve essere fonte<br />

di proposte interessanti, in linea con le motivazioni del soggetto, non dare stimoli avversativi e<br />

punizioni positive. Un peso che si guadagna sul cane anche attraverso uno stile di comportamento<br />

c<strong>al</strong>mo e coerente senza cedere ad ansie ed isterismi. Coltivare quanto detto attraverso attività<br />

evolutive specifiche è compito di un percorso educativo serio. E’ chiaro che il P.O. si troverà<br />

costretto vivendo in contesti complessi a chiedere l’attenzione del cane in presenza di stimoli<br />

centrifugativi già dai primi giorni dell’adozione, quando il cucciolo viene condotto fuori per le<br />

passeggiate quotidiane. Nella specifica attività evolutiva tuttavia re<strong>al</strong>izziamo una situazione vissuta<br />

quotidianamente, <strong>al</strong>l’interno di un set controllato in modo da creare nel cane una<br />

rappresentazione chiara di come affrontare situazioni simili. Si tratta di un’attività che non va<br />

presentata prima dei cinque mesi, ovvero <strong>al</strong>meno dopo aver consolidato bene lo sguardo nel<br />

processo di mediazione.


48<br />

Centripetazione propositiva<br />

Obiettivi: centripetazione (riposizionamento), autocontrolli<br />

Premessa:<br />

Essere in grado di riposizionare su di sé un soggetto centrifugato da uno stimolo cinetico è<br />

certamente fondament<strong>al</strong>e nella gestione del cane. In questo <strong>esercizi</strong>o si vuole andare a riprodurre<br />

situazioni che il binomio potrà facilmente incontrare nella vita quotidiana. Il lavoro non dovrà<br />

limitarsi <strong>al</strong> controllo del cane, ma si estenderà agli autocontrolli, <strong>al</strong>le componenti posizion<strong>al</strong>i, <strong>al</strong><br />

disciplinamento di <strong>al</strong>cune motivazioni qu<strong>al</strong>i per esempio la predatoria, che espressa fuori da un<br />

contesto e da una mod<strong>al</strong>ità espressiva precisa potrebbe generare per il P.O. problemi anche gravi.<br />

Come abbiamo già detto più volte il cane, essendo un predatore, è fortemente attirato da oggetti<br />

in movimento. Il cane se vede un gatto sfrecciare davanti a sé o qu<strong>al</strong>cosa oggetto animato e non<br />

che sfreccia davanti a lui difficilmente riesce a trattenersi d<strong>al</strong> rincorrerlo. Questo comporta<br />

moltissimi problemi, se il cane è sciolto oltre a correre il pericolo di fare del m<strong>al</strong>e a ciò che rincorre<br />

rischia lui stesso per la sua incolumità. Quando il cane è mosso da una motivazione predatoria non<br />

riesce a capire bene dove si trova e rischia di finire in mezzo <strong>al</strong>la strada. Se si trova <strong>al</strong> guinzaglio<br />

strattonerà forte <strong>al</strong> guinzaglio rischiando di far cadere il conduttore. Questo è uno dei problemi più<br />

diffusi per cui i cani, soprattutto di grossa taglia, non vengono portati fuori e passano, se va bene,<br />

in un giardino recintato.<br />

Correttezza:<br />

Variante 1<br />

1. Scegliamo un set adeguato come un prato recintato senza la presenza di partner soci<strong>al</strong>i o<br />

grossi stimoli centrifugativi.<br />

2. Impostiamo l’<strong>esercizi</strong>o come nella “centripetazione con stimolo cinetico” (vedi attività<br />

evolutiva n°32). Cane <strong>al</strong> guinzaglio <strong>al</strong> fianco del conduttore.<br />

3. Dopo avere lanciato un oggetto o una risorsa <strong>al</strong>imentare, il cane che avrà già questa<br />

rappresentazione ment<strong>al</strong>e si riferirà a noi per chiedere il permesso per raggiungere il target.<br />

4. Invece di permettere <strong>al</strong> cane di raggiungere il target, ci <strong>al</strong>lontaniamo insieme in direzione<br />

opposta <strong>al</strong> target stesso.<br />

5. Dopo qu<strong>al</strong>che metro premiamo il cane se è stato disposto a seguirci.<br />

6. Fatto qu<strong>al</strong>che metro, facciamo il suono, indichiamo la direzione <strong>al</strong> cane e torniamo indietro<br />

per arrivare <strong>al</strong> target.


7. Lo step successivo prevederà a volte di tornare <strong>al</strong> target, a volte invece di <strong>al</strong>lontanarci<br />

senza tornare indietro.<br />

Variante 2<br />

1. Scegliamo un set adeguato, sempre un prato recintato questa volta senza avere eccessivi<br />

riguardi sulla presenza o meno di stimoli centrifugativi per il cane. In questa variante<br />

dobbiamo riuscire a rendere il set più vicino possibile <strong>al</strong>la vita re<strong>al</strong>e.<br />

2. Con il cane sempre <strong>al</strong> guinzaglio accanto <strong>al</strong> conduttore questa volta il target non sarà più<br />

lanciato d<strong>al</strong> conduttore dopo aver avvertito il cane, ma da un’<strong>al</strong>tra persona che si troverà<br />

a qu<strong>al</strong>che metro di distanza d<strong>al</strong>la coppia.<br />

3. Potranno essere utilmente variate anche le posizioni e le mod<strong>al</strong>ità di lancio per mettere<br />

sempre più in difficoltà il cane e verificare il suo livello di apprendimento in situazioni sempre<br />

più complesse.<br />

8. Il premio dovrà essere adeguato <strong>al</strong> target. Se il target è molto ambito il premio dovrà essere<br />

molto gradito <strong>al</strong> cane e viceversa.<br />

9. Una volta che il cane vedrà improvvisamente partire il target farà per seguirlo, ma se gli<br />

step precedenti sono consolidati si girerà subito a cercare lo sguardo del conduttore.<br />

10. Dopo che il cane ci avrà guardato lo inviteremo a venire con noi nella direzione opposta <strong>al</strong><br />

target, lo premieremo dopo essersi <strong>al</strong>lontanato con noi di qu<strong>al</strong>che metro e usciremo d<strong>al</strong><br />

set.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

• La Variante 1 e 2 non sono da considerarsi mod<strong>al</strong>ità diverse di re<strong>al</strong>izzare la stessa attività<br />

evolutiva, ma esprimono livelli di difficoltà diversi a cui sottoporre il binomio per costruirne<br />

un <strong>al</strong>lineamento nella vita quotidiana.<br />

• Entrambe le varianti sono adeguate soprattutto con soggetti che sono molto centrifugati e<br />

che soprattutto hanno una forte motivazione predatoria difficile da disciplinare.<br />

Resta comunque da v<strong>al</strong>utare la somministrazione di questa attività evolutiva per quei soggetti<br />

molto timidi che hanno bisogno di fare esperienza positiva del mondo. Il raggiungimento del target<br />

desiderato è qu<strong>al</strong>cosa che gratifica molto il cane e che potrebbe aumentare il suo livello di<br />

autostima. In questo caso dobbiamo v<strong>al</strong>utare molto bene quando concedere il raggiungimento<br />

del target e quando invece negarlo prendendo una direzione opposta rispetto ad esso.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: ottenere la centripetazione e il riposizionamento del soggetto anche in<br />

presenza di stimoli cinetici. Se abbiamo un soggetto che quando vede dei target in movimento di<br />

fronte a sé chiede il permesso e attende se poterlo raggiungere o meno permette di costruire una<br />

grande intesa con l’anim<strong>al</strong>e. Significa c<strong>al</strong>are definitivamente la relazione <strong>al</strong>l’interno delle strutture<br />

di <strong>al</strong>lineamento che consentono <strong>al</strong> cane di essere integrato perfettamente nell’ecumene umana<br />

e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra permette <strong>al</strong> P.O. di sentirsi <strong>al</strong> sicuro in qu<strong>al</strong>siasi situazione.


Obiettivi lati o secondari: costruire l’ultimo pezzo di cornice della motivazione predatoria. E’ chiaro<br />

che il disciplinamento di una motivazione così importante del cane si ottiene aggredendo il<br />

problema da più punti di vista ma non ultimo lo possiamo fare attraverso questa attività evolutiva.<br />

Nella re<strong>al</strong>izzazione di questa attività il cane si pone una domanda fondament<strong>al</strong>e per disciplinare la<br />

motivazione predatoria: . La domanda è nel soggetto ma è<br />

rivolta attraverso lo sguardo <strong>al</strong> P.O.<br />

Propedeuticità:<br />

Quando decidiamo di affrontare un’ attività evolutiva ci dobbiamo sempre porre la domanda<br />

fondament<strong>al</strong>e, se il soggetto con cui decidiamo di affrontarla è in grado cognitivamente di<br />

superare lo scacco che essa gli porrà. Lo scacco si deve collocare a metà strada tra la possibilità<br />

di essere superato perché il soggetto possiede i requisiti giusti e l’essere espressione di elementi di<br />

novità che costringono il soggetto a riflettere. Rispettando questo schema <strong>al</strong>larghiamo il piano<br />

prossim<strong>al</strong>e di esperienza del soggetto e lo arricchiamo di nuovi elementi cognitivi che lo apriranno<br />

di più <strong>al</strong>la relazione. In questo caso le risorse cognitive che il cane deve avere, per affrontare<br />

l’attività evolutiva sono: la centripetazione, l’affermazione del P.O. come mediatore tra il soggetto<br />

e il mondo e la presenza in esso di molti autocontrolli.<br />

1. Centripetazione in movimento<br />

2. Gestione del guinzaglio, dare la direzione<br />

3. Doggy Zen<br />

4. Centripetazione con stimolo cinetico<br />

5. Hand<br />

6. Gestione delle soglie<br />

7. La ciotola<br />

8. Lavoro sulle distanze<br />

9. Il riporto<br />

10. Lo scambio<br />

Età evolutiva di riferimento:<br />

Quando affrontiamo un percorso pedagogico dobbiamo porci sempre il problema del consenso<br />

motivazion<strong>al</strong>e del soggetto. Se non c’è consenso il soggetto si troverà costretto ad eseguire ciò<br />

che sta facendo come un compito e questo non porta l’apprendimento in profondità e il soggetto<br />

la considererà sempre come una conoscenza esterna a sé. E’ chiaro che quando lavoriamo sulla<br />

motivazione predatoria, con la maggior parte dei soggetti, lavoriamo con il consenso<br />

motivazion<strong>al</strong>e, ma il fatto che, nello specifico, spesso il raggiungimento del target viene impedito<br />

rischiamo di mettere il cane in una condizione di frustrazione e di stress. E’ per questo che non<br />

possiamo somministrare questa attività evolutiva prima che gli step che abbiamo elencato nel<br />

paragrafo delle propedeuticità siano ben fissati. Per non subire la frustrazione nel non poter<br />

raggiungere il target il P.O. deve essere fonte di proposte interessanti per il soggetto e sul piatto


della bilancia cognitiva deve pesare di più rispetto <strong>al</strong> mondo esterno. Non somministriamo questa<br />

attività evolutiva prima dei sei mesi di vita del cucciolo.


49<br />

Start-Line<br />

Obiettivi: c<strong>al</strong>ma, autocontrolli, centripetazione<br />

Premessa:<br />

Uno dei motivi princip<strong>al</strong>i per cui veniamo interpellati come educatori cinofili è per il fatto che il<br />

cane tira <strong>al</strong> guinzaglio e rende difficile la gestione in ambiente esterno. Molti proprietari non<br />

riescono fisicamente a trattenere un cane che tira e ne perdono il controllo, <strong>al</strong>tri più<br />

semplicemente non riescono per questo motivo a godersi la passeggiata che fanno con il loro<br />

amico a quattro zampe. E’ chiaro che i motivi che portano il cane a tirare sono molteplici e come<br />

educatori dobbiamo riuscire a scoprire la maggior parte delle cause che contribuiscono a creare<br />

l’insorgere di questo fastidioso problema. Il cane può tirare <strong>al</strong> guinzaglio perché esce poche volte<br />

<strong>al</strong> giorno e lo associa a uno stato di attivazione emozion<strong>al</strong>e troppo <strong>al</strong>to. Un <strong>al</strong>tro motivo potrebbe<br />

risiedere nel carico di aspettative del cane sul posto dove ci stiamo recando, soprattutto se la<br />

strada per raggiungerlo è sempre la stessa e il cane riconosce degli elementi di arredo urbano o di<br />

conformazione dello spazio che gli suggeriscono che tra poco si arriverà nel posto desiderato,<br />

dove spesso il cane viene messo in libertà. Un ulteriore motivo potrebbe essere che il cane ha<br />

paura o è semplicemente intimorito d<strong>al</strong>l’ambiente in cui si trova a passeggiare e tira nella<br />

speranza di uscirne <strong>al</strong> più presto. Non ultimo, potrebbe essere semplicemente, che il guinzaglio è<br />

troppo corto e il cane tira sempre nel tentativo di raggiungere un odore che lo ha interessato.<br />

Prima di presentare la Start-Line come <strong>esercizi</strong>o specifico per insegnare <strong>al</strong> cane a non tirare <strong>al</strong><br />

guinzaglio abbiamo il dovere di verificare che le cause più comuni siano rimosse. Il cane deve<br />

uscire in passeggiate di qu<strong>al</strong>ità, quindi non sempre nello stesso posto per qu<strong>al</strong>che ora e più volte<br />

nell’arco della giornata, deve essere condotto con pettorina adeguata e guinzaglio di <strong>al</strong>meno un<br />

metro e mezzo, libero di annusare e sufficientemente soci<strong>al</strong>izzato da non temere i contesti dove<br />

abbiamo la necessità di condurlo.<br />

Correttezza:<br />

1. Scegliamo un set adeguato come un prato recintato senza la presenza di partner soci<strong>al</strong>i o<br />

forti stimoli centrifugativi.<br />

2. Mettiamo uno o due marker a terra come ad esempio dei coni o birilli che segn<strong>al</strong>ino un<br />

punto di partenza.<br />

3. Avviciniamoci con il cane <strong>al</strong> guinzaglio sulla stessa linea dei marker e chiediamo <strong>al</strong> cane di<br />

sedersi.<br />

4. Come nella centripetazione con stimolo cinetico e la centripetazione propositiva lanciamo


un oggetto o una fonte <strong>al</strong>imentare a qu<strong>al</strong>che metro di distanza di fronte <strong>al</strong> cane.<br />

5. Ricordiamoci prima di lanciare il target, di accorciare il guinzaglio in modo da non subire la<br />

strattonata d<strong>al</strong> cane e rimaniamo fermi <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tezza della linea dei marker.<br />

6. Non appena il cane si gira a guardarci per chiedere il permesso di raggiungere il target,<br />

invitiamolo a venire verso di noi.<br />

7. Una volta che ci raggiunge, lodiamolo e dandogli la direzione iniziamo ad indirizzarci<br />

insieme verso il target.<br />

8. Non appena il cane ci cammina davanti mettendo in tensione il guinzaglio per<br />

raggiungere il target fermiamoci e torniamo <strong>al</strong>la linea di partenza.<br />

9. L’opzione migliore per tornare <strong>al</strong>la linea di partenza è quella di camminare <strong>al</strong>l’indietro<br />

continuando a guardare il target e trascinandoci il cane dietro. Consigliamo tuttavia di<br />

leggere la situazione specifica secondo un parametro di adeguatezza.<br />

10. Torniamo indietro se il cane ci supera nella condotta e mette il guinzaglio in trazione.<br />

11. Proseguiamo se il cane non tira e ci tiene d’occhio. Non pretendiamo una condotta<br />

adesiva come in contesti performativi, ma semplicemente che cane e proprietario arrivino<br />

<strong>al</strong> target in maniera tranquilla.<br />

12. Quando arriviamo a pochi centimetri d<strong>al</strong> target senza che il cane abbia tirato diamo l’ok e<br />

consentiamo <strong>al</strong> cane di raggiungerlo.<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) In questo <strong>esercizi</strong>o è possibile riportare il cane verso la linea di partenza o marker anche<br />

non camminando <strong>al</strong>l'indietro e trascinando il cane, bensì voltando le sp<strong>al</strong>le e invitando il<br />

cane a seguirci. Questa seconda opzione potrebbe essere utilizzata soprattutto con i<br />

soggetti che hanno un basso livello di resilienza e che nel tornare <strong>al</strong>la linea di partenza<br />

hanno bisogno di essere accompagnati e non trascinati.<br />

b) Trascinare il cane dietro di sé nel tornare <strong>al</strong>la Start-Line, potrebbe portare il cane <strong>al</strong> rifiuto e<br />

a fare resistenza passiva mettendosi a terra. Se questo accade non dobbiamo entrare in<br />

conflitto con il cane ma convincerlo in tutti i modi a seguirci di sua spontanea volontà,<br />

lodandolo molto quando si <strong>al</strong>za e si sblocca. Se il cane insiste nel mettersi a terra non<br />

appena si sente trascinato <strong>al</strong>l’indietro sospendiamo l’attività <strong>al</strong>lontanandoci d<strong>al</strong> set e<br />

torniamo a lavorare sui cambi di direzione.<br />

c) La struttura caratteri<strong>al</strong>e di <strong>al</strong>cuni soggetti molto timidi e timorosi potrebbe essere poco<br />

adatta <strong>al</strong>la Start-Line in quanto mette in una dimensione competitiva cane e proprietario.<br />

d) Prolungare l'<strong>esercizi</strong>o con soggetti caratteri<strong>al</strong>mente chiusi potrebbe indurre un <strong>al</strong>to livello di<br />

stress e di inibizione più che di disciplinamento.<br />

e) Non preoccupatevi se il cane ci impiega molto a capire l'obbiettivo dell'<strong>esercizi</strong>o. Se il cane<br />

proprio non ci riesce, i motivi potrebbero essere due:<br />

• Non abbiamo lavorato sufficientemente sugli <strong>esercizi</strong> propedeutici, il guinzaglio e la<br />

centripetazione con stimolo cinetico;


• Il target che abbiamo scelto ha un v<strong>al</strong>ore troppo <strong>al</strong>to per il cane. Potremmo provare in<br />

questo caso a diminuire il v<strong>al</strong>ore del target o sostituendolo di genere ( usare un gioco a<br />

posto del cibo) oppure diminuire il v<strong>al</strong>ore dell'oggetto <strong>al</strong>l'interno dello stesso genere<br />

(scegliere cibo meno appetitoso, un gioco meno gradito d<strong>al</strong> cane)<br />

Obiettivi evolutivi specifici: insegnare <strong>al</strong> cane ad andare <strong>al</strong> guinzaglio senza tirare. Si tratta di<br />

un’attività evolutiva che non lavora sulle cause che determinano la trazione ma sull’oggetto<br />

guinzaglio e la condotta nello specifico. In questo caso non ci interessa che il cane faccia una<br />

condotta da gara ma arrivi a comprendere in autonomia che la strategia giusta per raggiungere<br />

un target non è solamente la comprensione P.O. in termini cognitivi ma anche e soprattutto in<br />

termini fattu<strong>al</strong>i. Il cane deve sapere che per raggiungere un target devo camminare <strong>al</strong>lineato <strong>al</strong><br />

mio conduttore.<br />

Obiettivi lati o secondari: depotenziare l’ostinazione del cane e metterlo nelle condizioni di<br />

collaborare senza rifiutarsi rimanendo dentro il set di lavoro pur subendo un meccanismo di<br />

esposizione <strong>al</strong>la frustrazione. La dinamica attraverso cui si svolge l’attività evolutiva è molto difficile<br />

da comprendere per il cane e prevede una gestione del guinzaglio abbastanza conflittu<strong>al</strong>e. Il<br />

soggetto potrebbe quindi chiudersi e pacificare mettendosi a terra o rinunciando <strong>al</strong> target. Riuscire<br />

a non far accadere questo significa insegnare a stare in di<strong>al</strong>ogo con noi anche nelle situazioni più<br />

difficili e problematiche.<br />

Propedeuticità:<br />

Una volta v<strong>al</strong>utati tutti i problemi connessi ai parametri di adeguatezza rispetto <strong>al</strong> soggetto<br />

dobbiamo tenere in considerazione che l’attività evolutiva della Start-Line deve tenere conto<br />

anche di una sc<strong>al</strong>a di propedeuticità, che soprattutto sia andata a strutturare precedentemente<br />

una relazione basata sulla fiducia. Esporre una relazione poco solida a questo <strong>esercizi</strong>o è<br />

controproducente in quanto introduce ulteriori elementi conflittu<strong>al</strong>i che non contribuiscono <strong>al</strong>la<br />

sua crescita. Il cane deve in qu<strong>al</strong>che modo aver fatto anche molte <strong>al</strong>tre attività connesse <strong>al</strong><br />

guinzaglio, deve aver disciplinato la sua motivazione predatoria e rafforzato il capitolo sui permessi.<br />

1. Dare la direzione<br />

2. Cambi di direzione 1<br />

3. Cambi di direzione 2<br />

4. P<strong>al</strong>estra con il corpo<br />

5. Centripetazione con stimolo cinetico<br />

6. Centripetazione propositiva<br />

7. Hand<br />

8. La ciotola<br />

9. Gestione delle soglie ambient<strong>al</strong>i


Età evolutiva di riferimento:<br />

La delicatezza e le accortezze da prendere nello svolgere correttamente un’attività evolutiva di<br />

questo tipo senza che abbia ripercussioni negative sul soggetto ci deve imporre degli scrupoli<br />

anche di momento evolutivo adeguato in cui somministrarla. Il cane non possiede le strutture di<br />

resilienza ad una situazione stressogena prima dei sei sette mesi e quindi non dobbiamo<br />

somministrare questa attività evolutiva prima di questa data.


50<br />

Anticip<strong>al</strong>o! (nel pendere l'iniziativa)<br />

Obbiettivo: gestione delle iniziative, condotta <strong>al</strong> guinzaglio, autocontrolli<br />

Premessa:<br />

Questa attività evolutiva è molto semplice pur essendo un tassello fondament<strong>al</strong>e per costruire una<br />

buona condotta e buon livello di accreditamento del cane nei nostri confronti nonché una<br />

relazione profonda dove il P.O è in grado di leggere anticipatamente le mosse ed i desideri del<br />

cane. Soddisfare dei bisogni prima che vengano frustrati o anticipare delle azioni prima che<br />

diventino problematiche, significa far crescere la relazione. Il campo delle iniziative è uno dei<br />

terreni più importanti su cui impostare l’educazione del cane. Non essendo dotato di linguaggio<br />

verb<strong>al</strong>e i desideri del cane oltre che d<strong>al</strong>le posture e d<strong>al</strong>lo sguardo sono indicati princip<strong>al</strong>mente<br />

d<strong>al</strong>le iniziative. La mante di un cane desidera un oggetto e organizza un comportamento anche<br />

complesso fin<strong>al</strong>izzato <strong>al</strong> suo raggiungimento. Questo indirizzarsi verso un oggetto desiderato<br />

significa prendere un’iniziativa. Per come è strutturata la mente del cane, la maggior parte delle<br />

sue iniziative avvengono in nostra assenza. Quando siamo assenti il cane tendenzi<strong>al</strong>mente riposa in<br />

attesa di vederci ritornare. La nostra presenza non solo motiva il cane a prendere l’iniziativa ma<br />

deve avere anche il v<strong>al</strong>ore di limitare la messa in atto di iniziative s<strong>al</strong>vaguardando l’armonia e<br />

l’unione della sistemica di gruppo. Lasciare un cane prendere l’iniziativa ogni volta che vuole,<br />

mette il soggetto nella condizione di ricavarsi un ruolo di coordinatore, che può comportare forti<br />

problemi di gestione. Le iniziative più importanti che possono interessare un cane sono quelle<br />

connesse <strong>al</strong>le risorse ludiche- <strong>al</strong>imentari, agli spazi e <strong>al</strong>l’affettività. Per non dare <strong>al</strong> cane un ruolo di<br />

coordinamento e quindi permettergli di assumere un rango troppo elevato non possiamo<br />

permettergli di gestire a suo piacimento il cibo, di gestire i momenti di interazione affettiva, i<br />

momenti di gioco e il controllo dello spazio.<br />

Correttezza:<br />

1. Scegliamo un set adeguato come un prato recintato e privo di stimoli centrifugativi oltre<br />

quelli che andremo a predisporre appositamente.<br />

2. Camminiamo <strong>al</strong> guinzaglio con il nostro cane, magari in un percorso abbastanza articolato<br />

che abbiamo precedentemente disposto con birilli, ostacoli e quanto <strong>al</strong>tro gradiamo. Più<br />

ricco sarà il percorso e maggiori saranno le opportunità centrifugative del cane e le<br />

possibilità da parte sua di prendere l’iniziativa. Sarebbe opportuno arricchire il percorso con<br />

quattro tipi di target molto chiari:


• una ciotola con del cibo appetitoso;<br />

• un'<strong>al</strong>tra coppia pet partner;<br />

• una persona che si rivolge <strong>al</strong> cane con tono gioioso ed invitante;<br />

• un gioco gradito <strong>al</strong> cane<br />

2. Dando la direzione <strong>al</strong> cane iniziamo il percorso, non appena vediamo che il cane sta per<br />

<strong>al</strong>lontanarsi da noi per annusare un odore o per indirizzarsi verso un particolare ostacolo o<br />

uno dei quattro target,facciamo il suono e premiamo il cane se ci guarda.<br />

3. D<strong>al</strong> punto in cui ci troviamo tracciamo una linea immaginaria e da qui iniziamo una Start-<br />

Line per arrivare <strong>al</strong> target verso cui il cane sta puntando. In sostanza consentiremo <strong>al</strong> cane<br />

di congiungersi con il target da lui scelto ma solo nella mod<strong>al</strong>ità giusta, ovvero, arrivandoci<br />

senza tirare <strong>al</strong> guinzaglio e coinvolgendo il il P.O. nell’ iniziativa.<br />

4. Tutte le volte che il cane supererà il conduttore, questo lo richiamerà d<strong>al</strong> punto dove il<br />

cane ha iniziato a mostrare interesse verso il target e lo riporterà <strong>al</strong> punto di partenza, come<br />

indicato nell’attività evolutiva della Start-Line. Le mod<strong>al</strong>ità con cui riportare il cane <strong>al</strong>la<br />

linea di partenza possono essere due:<br />

• Fare il suono che richiama l'attenzione del cane e camminare <strong>al</strong>l'indietro fino <strong>al</strong>la linea<br />

di partenza anche trascinandolo dietro.<br />

• Fare il suono che richiami l'attenzione del cane e voltare le sp<strong>al</strong>le ed il corpo in direzione<br />

della linea immaginaria di partenza, come nell’attività evolutiva dei cambi di direzione.<br />

6. Se il cane con il suono non si centripeta, dobbiamo sicuramente lavorare meglio su questo,<br />

ma anche fermarci, accorciare il guinzaglio sollevare il moschettone perpendicolarmente<br />

<strong>al</strong> cane. Il cane sentendosi sollevato sul suo baricentro probabilmente ci guarderà, lo<br />

premieremo e cambieremo direzione.<br />

In questa attività evolutiva le opzioni possono essere due:<br />

1. consentire <strong>al</strong> cane di congiungersi con il target scelto a patto che ci si arrivi in maniera<br />

collaborativa. Il cane non deve tendere il guinzaglio e non deve superare il P.O. nello spazio<br />

di avvicinamento <strong>al</strong> target;<br />

2. non consentire <strong>al</strong> cane di congiungersi con il target andando nella direzione opposta;<br />

Parametri di adeguatezza:<br />

a) E' importante precisare che questa mod<strong>al</strong>ità di congiungimento con il target prescelto d<strong>al</strong><br />

cane non può essere re<strong>al</strong>izzato se il target è un <strong>al</strong>tro cane. Infatti la start -line si re<strong>al</strong>izza<br />

percorrendo una linea retta dove l'obbiettivo è quello di far si che il cane non tiri <strong>al</strong><br />

guinzaglio e tenga conto del suo conduttore nell'avvicinamento <strong>al</strong> target. Come abbiamo<br />

visto nel lavoro sulle distanze è necessario invece approcciarsi agli <strong>al</strong>tri cani disegnando<br />

una curva e procedendo lentamente. Quando il target scelto d<strong>al</strong> cane è un suo<br />

conspecifico è importante che l'avvicinamento avvenga disegnando una curva,<br />

centripetando il cane. La Start-Line che prevede per più volte l'avvicinamento e


l'<strong>al</strong>lontanamento d<strong>al</strong> target potrebbe innescare un inn<strong>al</strong>zamento di arous<strong>al</strong> da parte dei<br />

due cani, difficile da ricondurre ad un livello di norm<strong>al</strong>ità.<br />

b) Come già spiegato nel paragrafo della correttezza re<strong>al</strong>izzativa è necessario v<strong>al</strong>utare se<br />

trascinare il cane dietro a se mente camminiamo <strong>al</strong>l’indietro oppure indurlo a tornare<br />

indietro seguendoci con un gestu<strong>al</strong>e e una postura chiari. Se il cane è timido ed insicuro<br />

facciamolo tornare indietro senza trascinarlo, se il cane è irruente e con un livello di arous<strong>al</strong><br />

<strong>al</strong>to, riportiamolo indietro senza troppi scrupoli.<br />

c) Anticip<strong>al</strong>o è un’attività evolutiva che cerca di c<strong>al</strong>are nella vita quotidiana tramite un set<br />

re<strong>al</strong>istico sia le attività connesse <strong>al</strong>le centripeta ione con stimolo cinetico sia la Start-Line.<br />

Obiettivi evolutivi specifici: arricchire nel cane il ventaglio delle attività su cui esercitare i propri<br />

autocontrolli. Un <strong>al</strong>lestimento di set come quello di Anticip<strong>al</strong>o offre <strong>al</strong>la coppia quel elemento di<br />

imprevedibilità che è quello che mette maggiormente in difficoltà la coppia. E’ possibile, infatti,<br />

che il cane compia perfettamente le attività connesse <strong>al</strong>la centripetazione con stimolo cinetico,<br />

che sia molto c<strong>al</strong>mo nell’<strong>esercizi</strong>o della Strt-Line ma c<strong>al</strong>ato in un set simile <strong>al</strong> mondo re<strong>al</strong>e entri in<br />

difficoltà il cane infatti è molto bravo a crearsi degli script comportament<strong>al</strong>i e quando intuisce di<br />

lavorare <strong>al</strong>l’interno di un set controllato ha maggiori autocontrolli.<br />

Obiettivi lati o secondari: imparare a leggere le posture anche più impercettibile del corpo del<br />

proprio cane e cercare di scegliere il tempo giusto per anticiparlo, nel prendere un’iniziativa non<br />

concordata. Anticipare centripetando l’attenzione prima che il cane metta in atto l’iniziativa ci<br />

permette di evitare dei momenti di conflittu<strong>al</strong>ità con il cane ed entrare con lui su un piano d’intesa<br />

sempre più profonda.<br />

Propedeuticità:<br />

Viste le an<strong>al</strong>ogie con le attività evolutive 46-47-48, le propedeuticità sono le stesse ma maggiore<br />

deve essere l’esperienza condivisa del binomio <strong>al</strong>l’interno del mondo. E’ pur vero che un P.O. si<br />

trova quasi subito per problemi gestion<strong>al</strong>i ad affrontare situazioni in ambiente esterno dove deve<br />

anticipare il proprio cane nel prendere un’iniziativa, ma parlando di un’attività evolutiva<br />

controllata dobbiamo assicurarci prima di aver consolidato delle rappresentazioni utili per il<br />

soggetto per affrontare la situazione.<br />

1. Cambi di direzione 1 e 2<br />

2. Centripetazione con stimolo cinetico<br />

3. Centripetazione propositiva<br />

4. Il no gratificato<br />

5. Start-Line<br />

6. Hand<br />

7. La gestione delle soglie<br />

8. La ciotola


Età evolutiva di riferimento:<br />

In rispetto delle propedeuticità e del consolidamento delle stesse non è possibile strutturare questa<br />

attività evolutiva prima dei sei/ sette mesi di vita del cane. Ciò non vuol dire che fino a questo<br />

momento il P.O. non debba gestire in nessun modo l’elemento delle iniziative del cane. Se<br />

iniziassimo a partire da questa attività evolutiva a farlo ci troveremmo profondamente in difficoltà<br />

e difficilmente riusciremo a portare a casa il successo.

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