Esercizi 1 livello-righe strette-reimpaginato:progetto_1o modulo - Siua
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GESTIONE DEGLI ACCESSI<br />
Premessa<br />
L’attraversamento delle soglie è un gesto quotidiano<br />
di estrema importanza, il cui valore cognitivo<br />
va indagato in un <strong>progetto</strong> pedagogico con<br />
approccio cognitivo zooantropologico. Nella<br />
tradizione cinofila si dice che il cane debba passare<br />
sempre dopo il proprietario quando attraversa<br />
una soglia. Un cane che passa per primo<br />
da una porta, secondo questa visione del rapporto<br />
uomo-cane, sarebbe dominate. La dominanza<br />
è un concetto obsoleto per spiegare lo<br />
status dei soggetti all’interno della relazione uomo-cane<br />
e va sostituito con la parola leadership.<br />
La leadership sul cane si costruisce sulla base di<br />
un profilo indiziario che si delinea all’interno<br />
della sistemica relazionale. Precederci nell’attraversamento<br />
delle soglie è solo uno dei tantissimi<br />
indizi che possiamo dare al cane e che non costituisce<br />
di per se stesso un elemento di dominanza<br />
(leadership) sul P.O. Tuttavia, è importante<br />
che il proprietario consenta al cane di varcare<br />
una soglia solo dopo aver chiesto il permesso<br />
di farlo. I motivi sono molteplici, ne elenchiamo<br />
due fra i più importanti.<br />
Obiettivi<br />
Autocontrolli, calma e centripetazione.<br />
1. Per una corretta gestione dell’animale che<br />
prevenga responsabilmente degli incidenti, è<br />
bene che il P.O. verifichi per primo che cosa<br />
si trova al di là di una soglia, ad esempio automobili<br />
in transito, presenza di altri cani,<br />
bambini che corrono ecc..<br />
2. Quando il cane varca una soglia, soprattutto<br />
quella di uscita dall’abitazione, presenta<br />
spesso forti aspettative. È impaziente di uscire<br />
perché, ad esempio, sa che sta andando<br />
al parco e che incontrerà altri cani. Spesso il<br />
P.O. non è compreso dentro questa aspettativa,<br />
ma è per il cane solo una zavorra da trascinare<br />
faticosamente. Il permesso, di fronte<br />
ad una soglia, può essere un modo del<br />
P.O. per entrare nella testa del cane ed essere<br />
tenuto in considerazione nella fase di<br />
uscita. Attraverso questa attività evolutiva, il<br />
P.O. riesce a costruire nel cane i giusti autocontrolli<br />
che gli consentono di proiettarsi<br />
nel nuovo ambiente tenendo conto delle regole<br />
socio-relazionali che gli consentano di<br />
stare in un ambiente sociale.<br />
Attività evolutiva n°1 32
Obiettivo evolutivo specifico: rafforzare la dinamica<br />
dei permessi all’interno del binomio.<br />
Prendere l’iniziativa, per il cane significa dare<br />
l’indirizzo al proprio profilo sociale. Se il cane<br />
prende sempre l’iniziativa in maniera autonoma,<br />
senza chiedere il consenso del partner,<br />
struttura un profilo relazionale poco collaborativo<br />
e non si instaura fiducia e complicità all’interno<br />
della coppia.<br />
Obiettivi lati o secondari: questa attività evolutiva<br />
può insegnare al cane a non entrare in alcune<br />
parti della casa. In queste soglie particolari<br />
non dobbiamo dare l’“Ok” all’attraversamento.<br />
Correttezza<br />
Variante 1<br />
1. Scegliamo un set abbastanza tranquillo, come<br />
l’ambiente domestico.<br />
2. Avviciniamoci ad una porta, inizialmente<br />
non quella di uscita dall’abitazione.<br />
3. Aspettiamo che il cane ci raggiunga e appoggiamo<br />
la mano alla maniglia, facendola solamente<br />
scattare.<br />
4. Il cane guarderà in basso aspettando che la<br />
porta si apra.<br />
5. Non utilizziamo alcun segnale verbale, come<br />
“seduto”, “fermo”, “aspetta”, “stai dietro”<br />
ecc...<br />
6. Apriamo di pochi centimetri la porta, mantenendoci<br />
vicino alla maniglia; aspettiamo<br />
qualche secondo e se il cane si incunea, richiudiamo<br />
repentinamente.<br />
7. Se il cane indietreggia o alza la testa per<br />
guardarci, diciamogli “bravo” e riapriamo la<br />
porta.<br />
8. Se il cane rimane fermo, apriamo la porta<br />
qualche centimetro in più rispetto a prima.<br />
9. Se il cane si muove cercando di uscire, chiudiamo<br />
di nuovo la porta, mentre se rimane<br />
fermo continuiamo ad aprirla.<br />
10. Procediamo in questo modo: se il cane si<br />
muove senza guardarci infilandosi nello spiraglio<br />
davanti a sé, chiudiamo la porta; se invece<br />
rimane fermo, apriamola progressivamente.<br />
11 Con il cane fermo e la porta aperta iniziamo<br />
ad attraversare la soglia continuando a guardare<br />
il cane. Manteniamo una prossemica<br />
frontale e facciamo ancora un passo indietro<br />
arrivando ad una distanza dalla soglia di circa<br />
un metro.<br />
12 Se il cane rimane fermo a guardarci, attendiamo<br />
qualche secondo per verificare la tenuta<br />
dell’autocontrollo e diamo l’ “ok” all’attraversamento,<br />
togliendo il nostro corpo come<br />
ingombro dalla soglia.<br />
13. Se il cane, nel vederci attraversare la soglia,<br />
ci segue senza aspettare l’“Ok”, interponiamoci,<br />
accorciando la prossemica e chiudendo<br />
la porta; ritorniamo agli step precedenti.<br />
Variante 2<br />
1. Lo svolgimento è lo stesso della variante 1,<br />
tuttavia od ogni approssimazione alla calma<br />
possiamo premiare il cane con il cibo.<br />
2. Apriamo leggermente la porta e se il cane,<br />
dopo aver guardato lo spiraglio in basso, resta<br />
fermo e poi alza la testa per guardarci,<br />
premiamolo con il cibo e apriamo ulteriormente<br />
la porta.<br />
33<br />
Attività evolutiva n°1
3. Se il cane prende l’iniziativa, richiudiamola<br />
subito.<br />
4. Se il cane si siede vedendo la porta chiudersi<br />
davanti a lui, premiamo con il cibo.<br />
5. È possibile far precedere il premio alimentare<br />
con il premio sociale (“bravo”).<br />
6. Svolgiamo l’attività fin quando riusciamo ad<br />
attraversare la soglia con la porta aperta, senza<br />
che il cane ci segua. Concludiamo dando<br />
l’”OK”.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
• La variante 1 è adeguata per soggetti che<br />
hanno un arousal generalmente intermedio<br />
e che riescono ad affrontare i problemi con<br />
calma. Se ci troviamo di fronte ad un cane<br />
molto calmo, che si avvicina alla porta senza<br />
irruenza, non sarà necessario premiare con il<br />
cibo tutte le volte che non si muove quando<br />
vede aprirsi la porta di fronte; il premio in<br />
questo caso è costituito dall’apertura della<br />
porta. Se il cane non insiste per uscire, io<br />
apro la porta; se prende l’iniziativa senza<br />
guardarmi, la chiudo. È un modo per traslare<br />
il rinforzo dal boccone alla gestione dello<br />
spazio, come vedremo successivamente nei<br />
segnali di controllo. Se il cane insiste per attraversare<br />
la soglia, chiudo la porta (e lo spazio,<br />
sottraendo qualcosa di positivo); se il cane<br />
attende educatamente, apro la porta (e lo<br />
spazio, aggiungendo qualcosa di positivo).<br />
• La variante 2 è adeguata per soggetti che hanno<br />
un arousal alto e che posti di fronte ad un<br />
problema perdono gli autocontrolli, abbaiano<br />
e saltano addosso. È adeguata, per cani molto<br />
insistenti che spesso prendono l’iniziativa nel<br />
varcare una soglia, che hanno la cattiva abitudine<br />
di incuneare il muso non appena vedono<br />
la porta aprirsi di pochi millimetri davanti<br />
a loro. Cani che forzano la mano con i proprietari.<br />
Con cani di questo tipo, è necessario<br />
premiare attraverso il cibo tutti gli step di approssimazione<br />
all’obbiettivo. Rinforzare con il<br />
cibo un cane con arousal alto che si incunea<br />
nello spiraglio davanti a lui, che insiste per uscire,<br />
ha il valore di bloccare il cane e di premiare<br />
la sua approssimazione alla calma, condizione<br />
necessaria per affrontare la fase di uscita.<br />
• Un’altra avvertenza importante è quella di<br />
non utilizzare l’esercizio con cani particolarmente<br />
competitivi, o comunque non prima<br />
di aver verificato la relazione con il P.O.<br />
• Non è adeguato realizzare l’attività con cani<br />
particolarmente chiusi o timorosi infatti, per<br />
soggetti di questo tipo, vedersi chiudere la<br />
porta repentinamente davanti al muso, po-<br />
Età evolutiva di riferimento<br />
Per indicare con precisione questo parametro<br />
non possiamo ignorare un’attenta lettura del<br />
soggetto cucciolo e delle possibili linee di sviluppo<br />
derivali di alcuni comportamenti che ancora<br />
si manifestano in maniera embrionale. Indicativamente<br />
il primo periodo sensibile in cui<br />
somministrare l’attività evolutiva è il cane cucciolo,<br />
tre/quattro mesi, periodo che possiamo<br />
tranquillamente estendere in quella fascia di<br />
età detta del cane cucciolone, ovvero cinque/sei<br />
mesi. Se ci troviamo di fronte ad un<br />
cucciolo dal temperamento forte e che rischia<br />
di mettersi in pericolo nell’uscita dalle soglie, è<br />
possibile realizzare questa attività evolutiva,<br />
seppure in una versione soft, (dove ci accontentiamo<br />
del semplice seduto) già a partire dall’età<br />
di due mesi e mezzo. Questa come altre<br />
attività, possono essere affrontate con successo<br />
e si possono radicare in competenze stabili<br />
anche nei soggetti che si trovano in età adulta<br />
o avanzata.<br />
Propedeuticità<br />
Prima che un cane sia in grado di offrirci lo<br />
sguardo per chiedere il permesso davanti ad<br />
una soglia, deve aver svolto gli esercizi base di<br />
focalizzazione. Inoltre, deve aver lavorato sulla<br />
calma e soprattutto sapere che le attenzioni da<br />
parte del P.O. arrivano solamente a partire da<br />
un <strong>livello</strong> di attivazione emozionale intermedio.<br />
1. Doggy Zen.<br />
2. Gestione delle attenzioni.<br />
Attività evolutiva n°1 34
trebbe essere un problema, fino ad arrivare a<br />
generare in loro dei veri e propri traumi nell’attraversamento<br />
delle soglie.<br />
• E’ importante nello svolgimento di questa attività<br />
evolutiva dare l’idea al cane che si voglia<br />
veramente attraversare la soglia, dirigendoci<br />
alla porta mantenendo il corpo e lo<br />
sguardo verso di essa. Tuttavia subito dopo<br />
dobbiamo assumere una postura di ¾ rispetto<br />
al cane, posizionandolo in prossimità dello<br />
stipite dove si trova la maniglia. Questa<br />
prossemica favorisce il cane nel cercare il nostro<br />
sguardo per ottenere il permesso.<br />
• Se il cane non mostra l’interesse ad attraversare<br />
la soglia, è possibile fargli odorare un<br />
boccone appetitoso in prossimità della soglia<br />
e aprendo leggermente la porta buttarlo dall’altra<br />
parte richiudendola subito. Così facendo<br />
creiamo un setting che motiva il cane<br />
all’attraversamento<br />
• E’ possibile realizzare l’attività evolutiva anche<br />
al momento dell’uscita del cane dall’automobile.<br />
35<br />
Attività evolutiva n°1
12<br />
LAVORARE SULLE DISTANZE: L’INCROCIO<br />
Premessa<br />
Il lavoro sulle distanze è molto utile per la gestione<br />
del cane in città, ad esempio quando incontriamo<br />
cani che percorrono il nostro stesso<br />
marciapiede. Oggi, in città, il cane si trova a vivere<br />
degli spazi di coabitazione molto ristretti<br />
che possono portare a delle problematiche anche<br />
gravi a <strong>livello</strong> comportamentale. Spesso vediamo<br />
cani che quando incontrano un loro conspecifico<br />
iniziano ad abbaiare o a tirare per andarlo<br />
ad incontrare. Entrambi i comportamenti<br />
sono fastidiosi per il P.O. e sono elementi che<br />
vanno corretti. Questo non vuol dire assolutamente<br />
che non dobbiamo far incontrare il nostro<br />
cane con gli altri, ma dobbiamo fargli capire<br />
che non sempre è l’occasione o il contesto<br />
giusto per farlo. L’obbiettivo dell’attività evolutiva<br />
è dunque quello di rendere il momento dell’incrocio<br />
con un conspecifico un evento normale,<br />
in cui il proprietario come mediatore decide<br />
tempi e modalità di approccio. Questo vale<br />
sia per i soggetti che incontrando altri cani vorrebbero<br />
allontanarli, sia per quelli eccessivamente<br />
socievoli che vogliono avvicinarsi ad un<br />
conspecifico senza tenere conto del momento e<br />
del contesto.<br />
Correttezza<br />
1. Scegliamo un set adeguato, ad esempio un<br />
prato molto grande senza troppi stimoli centrifugativi.<br />
Non scegliamo un parco pubblico,<br />
in quanto la presenza di altri cani potrebbe<br />
metterci in difficoltà nel controllo delle<br />
variabili di set.<br />
2. Con il cane al guinzaglio poniamoci ad almeno<br />
30m di distanza da un’altra coppia petpartner<br />
(se possibile coinvolgiamo un cane<br />
“bianco” con elevate competenze relazionali).<br />
3. Di fronte a ciascuna coppia, a distanza di 3<br />
m, poniamo un birillo.<br />
4. Dando la direzione al cane, le due coppie si<br />
muovono contemporaneamente verso il birillo<br />
e si fermano, in attesa che i cani si accorgano<br />
reciprocamente della presenza<br />
dell’altro.<br />
5. Arrivati entrambi ai birilli e accortisi reciprocamente<br />
della presenza dell’altro, le due<br />
coppie si devono scambiare di posto disegnando<br />
una curva ampia. Una coppia nell’indirizzarsi<br />
verso la posizione dell’altro bi-<br />
Obiettivi<br />
Autocontrolli, calma, centripetazione in<br />
ambiente esterno, pro-socialità, mediazione.<br />
Obiettivi evolutivi specifici: fornire competenze<br />
socio-relazionali al cane per permettergli di<br />
capire quando è il momento di interagire e<br />
quando, invece, non è opportuno. Il nostro cane<br />
deve capire che incrociare un altro cane anche<br />
ad una distanza ravvicinata, non vuol dire<br />
necessariamente entrarci in relazione o sentirsi<br />
minacciati dalla sua presenza. Questa attività<br />
evolutiva permette di vivere l’esperienza del<br />
transito accanto ad un altro cane come qualcosa<br />
di normale.<br />
Obiettivi lati o secondari: non si dovrebbe<br />
parlare di obiettivo secondario quando si parla<br />
di costruire nel P.O. la capacità di diventare un<br />
mediatore sociale per il cane. Anche se in questa<br />
attività evolutiva il focus è sul cane, stiamo<br />
lavorando sul ruolo del P.O., il quale apprende<br />
ad uscire con decisione da situazioni problematiche,<br />
come due cani che si abbaiano, ed<br />
apprende la capacità di osservare il cane e capire<br />
la sua soglia di reazione, oltrepassata la<br />
quale si sente in diritto di prendere iniziativa,<br />
nei confronti di un conspecifico.<br />
Attività evolutiva n°1 36
Propedeuticità<br />
Prima di realizzare gli incroci è necessario aver<br />
costruito una buona centripetazione con il cane,<br />
una gestualità corretta che gli consenta di<br />
capire le nostre intenzioni e le nostre direzioni<br />
di traiettoria. Tuttavia, l’elemento propedeutico<br />
più importante per riuscire ad affrontare l’incrocio<br />
con altri cani è la corretta e profonda socializzazione<br />
del cane con i suoi conspecifici. Se il<br />
cane non è abituato a incontrare spesso altri<br />
cani con cui potersi relazionare, vivrà il momento<br />
dell’incrocio sempre come un evento straordinario,<br />
come qualcosa da temere a cui reagire<br />
con minacce, o come qualcosa di positivo verso<br />
cui andare a tutti i costi, anche trascinandosi<br />
dietro il conduttore. Questo esercizio non ha<br />
l’obbiettivo di strutturare la socializzazione del<br />
cane, ma quello di consentire al P.O. di individuare<br />
lo spazio di reazione del cane e lavorare<br />
su questa soglia interattiva cercando di renderla<br />
sempre più permeabile nell’incontro con gli<br />
estranei. Realizzare questa attività evolutiva<br />
senza che il cane possa avere dei momenti di<br />
socializzazione con i suoi conspecifici è controproducente,<br />
perché espone il soggetto ad un<br />
partner sociale che non può essere mai raggiunto,<br />
facendogli così vivere una condizione di<br />
frustrazione.<br />
1. Centripetazione in movimento.<br />
2. Costruzione di un suono.<br />
3. Doggy Zen.<br />
4. Luring.<br />
5. Dare la direzione.<br />
6. Gestione del guinzaglio.<br />
Se non si rispetta questo schema di propedeuticità,<br />
rischieremo di fare un lavoro confuso,<br />
molto faticoso per il P.O. preso tra la necessità<br />
di contenere il cane e ottenerne l’attenzione.<br />
nomio, percorrerà il lato destro, l’altra coppia,<br />
il lato sinistro.<br />
6. Premiamo il cane quando ci segue senza mostrare<br />
interesse per l’altro cane.<br />
7. Nel disegnare la curva, soprattutto le prime<br />
volte, il conduttore deve tenersi tra il cane e<br />
l’altra coppia, in modo da comunicare al<br />
proprio compagno un evidente ruolo di mediazione<br />
nell’interazione sociale.<br />
8. Se il primo incrocio è andato bene e il cane<br />
non si è mostrato né troppo attratto dall’altro<br />
cane né preoccupato o minaccioso, possiamo<br />
procedere a compiere di nuovo il tragitto<br />
di scambio delle posizioni, stringendo<br />
la traiettoria della curva fino ad arrivare a<br />
compiere quasi due linee rette.<br />
9. Se i due cani hanno mostrato un buon <strong>livello</strong><br />
di centripetazione sul conduttore, possiamo<br />
complicare lo svolgimento, aumentando il<br />
coefficiente di difficoltà del cane.<br />
10. Riposizioniamo le coppie nella postazione di<br />
partenza e questa volta lasciamo che i conduttori<br />
si trovino all’esterno, non più a “protezione”<br />
tra i due cani.<br />
11. Se entrambi i cani o solamente uno dei due<br />
inizia a tirare all’altezza del cono, significa<br />
che dobbiamo aumentare la distanza dei<br />
punti di partenza. Se i due coni erano ad una<br />
distanza tra loro di 30m, portiamoli a 40m.<br />
12. Se nel compiere la curva, uno dei due cani<br />
rompe la traiettoria che sta disegnando con<br />
il conduttore, per indirizzarsi o abbaiare verso<br />
l’altro cane, significa che dobbiamo allontanare<br />
le traiettorie delle curve.<br />
13. Premiamo molto il cane quando, ridisegnando<br />
la curva più ampia, segue tranquillamente<br />
il conduttore senza interessarsi al conspecifico.<br />
14. In questo caso, prima di poter allargare la<br />
traiettoria curvilinea e portare il cane al di<br />
sopra della sua soglia di reazione, dobbiamo<br />
portare via il cane che ha iniziato ad indirizzarsi<br />
verso l’altro.<br />
15. Lo facciamo operando sul guinzaglio una<br />
pressione continua senza strattoni, come a<br />
trascinare via il cane. Quando questo smette<br />
di dare attenzione all’altro cane e inizia a seguirci<br />
guardandoci, lo premieremo.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
a) È importante lavorare al di sotto della soglia<br />
di sensibilità del cane, che si evidenzierà ad<br />
una distanza precisa, al momento dell’incrocio.<br />
Ad esempio, un cane potrebbe non abbaiare<br />
o non tirare verso il suo conspecifico,<br />
ad una distanza di 10m, ma potrebbe iniziare<br />
37<br />
Attività evolutiva n°1
a farlo ad una distanza di 8m. Questo significa<br />
che dobbiamo arrivare ad una distanza<br />
massima tra i due cani di 9m e premiare molto<br />
su questa linea di confine. Riuscire a far<br />
incrociare due cani, accorciando le distanze<br />
in maniera progressiva, ci consente di dilatare<br />
il tempo di reazione dei comportamenti<br />
indesiderati e, quindi, di accorciare le distanze<br />
tra i cani. È molto importante leggere il<br />
proprio cane in questo esercizio e conoscere<br />
la sua soglia di reazione. Non ha senso insistere<br />
nell’attività evolutiva in presenza di due<br />
cani che si abbaiano contro o tirano al guinzaglio<br />
in quanto andreabbe a rafforzare il<br />
comportamento indesiderato.<br />
b) Per una corretta realizzazione dell’attività, è<br />
necessario un forte ruolo di mediazione del<br />
conduttore e una buona centripetazione del<br />
cane su di esso. Soprattutto nella prima fase,<br />
dove il conduttore deve frapporsi tra i cani,<br />
la persona deve mostrare un buon linguaggio<br />
del corpo e un uso appropriato del guinzaglio.<br />
c) Molti soggetti che presentano problemi di<br />
distanze nell’incontrare altri cani, hanno difficoltà<br />
a prendere il cibo dal conduttore, in<br />
quanto tutta la loro mente in quel momento<br />
è occupata dalla motivazione sociale e non<br />
dal legame alimentare con la persona.<br />
Età evolutiva di riferimento<br />
Il cucciolo a partire dai tre mesi, quando inizia il<br />
suo periodo sensibile di socializzazione secondaria,<br />
deve apprendere la modalità corretta per<br />
incontrare gli altri cani, ad esempio, l’approccio<br />
curvilineo e non diretto. Inoltre deve imparare<br />
che non sempre ci troviamo nella situazione e<br />
nel contesto giusto per interagire con un conspecifico.<br />
Un cucciolo di tre mesi deve fare<br />
un’intensa attività di socializzazione secondaria<br />
intraspecifica, senza la quale l’attività di incrocio<br />
non ha senso. Se un cane non incontra mai<br />
altri simili con cui interagire, vivrà il momento<br />
dell’incontro con troppa ansia ed aspettativa,<br />
tale per cui l’attività evolutiva nello specifico<br />
potrebbe addirittura risultare frustrante e controproducente.<br />
Anche se si tratta di un’attività<br />
che va iniziata fin dal cane cucciolo il suo periodo<br />
sensibile di realizzazione va dai sette ai dodici<br />
mesi (fase adolescenziale) quando il cane<br />
potrebbe mostrare maggiore aggressività nei<br />
confronti dei conspecifici.<br />
Attività evolutiva n°1 38
LA SPIRALE<br />
Obiettivi<br />
Autocontrolli, calma, centripetazione in<br />
ambiente esterno, pro-socialità, mediazione.<br />
Obiettivi evolutivi specifici: far vivere al cane<br />
l’avvicinamento ad un conspecifico come un<br />
evento normale, da cui non scaturisce necessariamente<br />
l’interazione.<br />
Obiettivi lati o secondari: dotare il P.O. degli<br />
strumenti per valutare la soglia di interazione<br />
del proprio cane, assumendo così il ruolo di<br />
mediatore che anticipa e gestisce le distanze<br />
del cane al di sotto della soglia di interazione, al<br />
fine di operare una sua riduzione in termini di<br />
spazio.<br />
13<br />
Premessa<br />
Le premesse di questa attività evolutiva sono le<br />
stesse degli incroci; tuttavia, in questo caso, uno<br />
dei due binomi si troverà fermo. Cerchiamo di<br />
capire che cosa significhi per il cane muoversi<br />
con il P.O. intorno ad un binomio statico. Spesso<br />
vediamo cani che, pur avendo problemi di distanze<br />
con i conspecifici, stanno fermi vicino al<br />
conduttore, osservano l’altro cane, senza abbaiare<br />
o tirare. Non appena la coppia a distanza si<br />
muove, il cane si allerta e mette in atto la serie<br />
dei comportamenti scorretti. Con un binomio<br />
che rimane fermo e centripetato, le distanze di<br />
reazione per il cane con problemi socio-relazionali<br />
in ambito intraspecifico si possono accorciare<br />
più facilmente. Mentre l’attività evolutiva delle<br />
distanze e degli incroci è una modalità di condotta<br />
che può essere svolta nella quotidianità di<br />
un binomio, utilizzando come set una strada di<br />
città, l’attività evolutiva della “Spirale” necessita<br />
di un set molto più controllato e di una coppia<br />
(statica) con un ottimo allineamento.<br />
Correttezza:<br />
1. Scegliamo un set adeguato, come un prato<br />
molto ampio non frequentato da altri cani.<br />
2. Poniamo una coppia pet-partner molto allineata<br />
al centro di un cerchio immaginario, il<br />
cui diametro marcato da due birilli sarà di almeno<br />
10m.<br />
3. L’altra coppia si disporrà ad una distanza<br />
da uno dei due birilli di almeno 10 m e<br />
avanzerà nella direzione del binomio allineato<br />
che si trova al centro del cerchio. La<br />
distanza di partenza aumenterà a seconda<br />
dei problemi che il cane manifesta nell’interazione.<br />
4. All’altezza del birillo, la coppia che procede<br />
inizierà a camminare lungo il perimetro del<br />
cerchio immaginario.<br />
5. Il conduttore, in una prima fase, dovrà posizionarsi<br />
tra il cane e la coppia che si trova al<br />
centro e premiare il proprio cane tutte le volte<br />
che lo segue tranquillamente, senza dare<br />
segnali di interesse o preoccupazione nei<br />
confronti del conspecifico.<br />
6. A questo punto possiamo consentire alla<br />
coppia che sta percorrendo la circonferenza<br />
del cerchio immaginario, di stringere la traiettoria<br />
disegnando una spirale.<br />
7. Se la coppia esterna procede senza problemi,<br />
39<br />
Attività evolutiva n°1
arriviamo a stringere la spirale intorno al binomio<br />
allineato fino ad arrivare ad una distanza<br />
da loro di circa un metro e mezzo.<br />
8. Se notiamo che giunti a questa distanza il cane<br />
che ha percorso la spirale rimane tranquillo<br />
e centripetato sul conduttore, possiamo<br />
far sostare la coppia alle spalle del binomio<br />
centrale per qualche secondo.<br />
9. A questo punto chiediamo alla coppia in movimento<br />
di svolgere il percorso al contrario,<br />
ovvero ripercorrendo la stessa spirale verso<br />
l’esterno.<br />
10. Se tutto va per il meglio, possiamo ripetere<br />
l’esercizio percorrendo la spirale con il conduttore<br />
all’esterno e non tra i due cani.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
a) L’esercizio della spirale è adeguato per tutti i<br />
cani, ma soprattutto per quelli che presentano<br />
timidezza nell’interazione. Il fatto che la<br />
coppia centrale si trovi in una posizione statica<br />
non preoccupa l’altro cane e gli permette<br />
di accorciare le distanze, ricavandone una<br />
marcatura emozionale positiva. Un cane che<br />
teme di avvicinarsi ad un suo conspecifico,<br />
vedendolo completamente disinteressato e<br />
attento al suo P.O., si rilasserà e acquisterà fiducia<br />
nell’avvicinamento.<br />
b) L’obbiettivo di questo tipo di attività è il medesimo<br />
del precedente sulle distanze, ma in<br />
questo caso il buon esito è legato soprattutto<br />
alla presenza, al centro del cerchio immaginario,<br />
di una coppia molto allineata.<br />
a) Anche in questo caso dobbiamo lavorare al<br />
di sotto della soglia di reazione del cane,<br />
quindi dobbiamo capire a quale punto della<br />
spirale il soggetto inizia a voler andare verso<br />
il suo conspecifico o ad esserne preoccupato.<br />
Prevenendo la reazione del cane, iniziamo a<br />
tornare indietro ripercorrendo la spirale al<br />
contrario.<br />
b) In presenza di soggetti con problemi di comunicazione<br />
intra-specifica, tendenti all’aggressività,<br />
l’esercizio dovrà essere eseguito<br />
premiando il cane anche quando emette dei<br />
segnali calmanti.<br />
Propedeuticità<br />
Oltre alle propedeutiche che abbiamo indicato<br />
nell’attività evolutiva dell’Incrocio, anche in<br />
questo caso il binomio deve essere abituato nel<br />
suo vissuto quotidiano ad incontrare altri cani,<br />
non solo in strada ma anche in spazi aperti, come<br />
il parco di una città. In contesti di questo tipo,<br />
molti cani, quando si trovano in stato di libertà,<br />
si sentono legittimati ad andare verso un<br />
altro cane anche se questo sta dando la sua attenzione<br />
al P.O., magari perché in attesa del<br />
lancio di un oggetto o di prendere un bocconcino.<br />
Questa invadenza può essere pericolosa<br />
perché il cane in posizione di attesa e concentrato<br />
potrebbe sentirsi minacciato dall’avvicinamento<br />
alle spalle di un conspecifico. Lo stesso<br />
ragionamento vale se il nostro cane in libertà<br />
si avvicina ad un altro al guinzaglio. Anche<br />
questa è una cattiva abitudine che può comportare<br />
dei problemi. Questa attività evolutiva<br />
può essere utile per disciplinare anche questi<br />
cattivi comportamenti.<br />
1. Puppy-Class.<br />
2. Centripetazione in movimento.<br />
3. Costruzione di un suono.<br />
4. Luring.<br />
5. Dare la direzione.<br />
6. Doggy Zen.<br />
7. Gestione del guinzaglio.<br />
Età evolutiva di riferimento<br />
Vedi attività evolutiva n°12, “Lavorare sulla distanze:<br />
l’incrocio”.<br />
Attività evolutiva n°1 40
SGANCIO/AGGANCIO<br />
Obiettivi<br />
Calma, autocontrolli, centripetazione in<br />
ambiente esterno, mediazione.<br />
14<br />
Premessa<br />
Chi vive con il cane in città, aggancia e sgancia il<br />
guinzaglio quotidianamente molte volte; pur essendo<br />
un’operazione ripetuta e facile, necessita<br />
di cura e attenzione al fine di non cadere in errori<br />
diffusi. Troppo spesso sia la fase di aggancio<br />
che di sgancio sono operazioni sottovalutate<br />
quando invece, se svolte correttamente, presentano<br />
un elevato valore educativo. La fase di sgancio<br />
disciplina l’arousal del cane nella fase di libertà;<br />
il riaggancio lavora sulla fiducia nei confronti<br />
del P.O. Se il cane si abitua ad essere sganciato<br />
e messo in libertà quando mette il guinzaglio<br />
in forte tensione e in corrispondenza di un<br />
momento di attivazione emozionale alto, si troverà<br />
libero, senza avere il giusto assetto emozionale<br />
che gli consente di trovare gli autocontrolli<br />
necessari, in un contesto sociale. La difficoltà<br />
che spesso i P.O. trovano nel riagganciare il guinzaglio,<br />
deriva dal fatto che il cane ha marcato negativamente<br />
il momento di chiusura della fase di<br />
libertà e quindi si sottrae al proprietario. Molte<br />
persone fanno l’imperdonabile errore di arrivare<br />
al parco e sciogliere il cane quando tira insistentemente,<br />
non richiamano il cane e non si relazionano<br />
con lui se non per metterlo al guinzaglio<br />
ed andarsene. Questa procedura errata nella<br />
gestione del guinzaglio porta il cane a vivere il<br />
momento della libertà in corrispondenza di un<br />
picco di arousal e a non fidarsi del P.O. nella fase<br />
di chiusura e del riaggancio del guinzaglio.<br />
Correttezza<br />
Variante 1<br />
1. Con il cane al guinzaglio, facciamo qualche<br />
passo in direzione di una zona tranquilla dove<br />
non ci siano troppi stimoli centrifugativi.<br />
2. Consentiamo al cane di esplorare l’ambiente<br />
continuando a tenerlo al guinzaglio.<br />
3. Prendendoci i dovuti tempi, aspettiamo che<br />
il cane smetta di annusare o di guardare in<br />
una certa direzione e ci prenda in considerazione,<br />
magari guardandoci come per dire:<br />
“cosa facciamo”?<br />
4. Premiamolo con il cibo e sganciamolo.<br />
5. A questo punto dobbiamo riuscire a centripetare<br />
il cane facendo qualcosa insieme a lui,<br />
un’attività ludica non troppo eccitatoria, una<br />
piccola ricerca olfattiva o semplicemente il<br />
contatto fisico.<br />
6. Dopo qualche minuto prendiamo le distanze<br />
41<br />
Attività evolutiva n°1
da lui e, accucciandoci, mostriamogli il fianco<br />
facendo finta di cercare qualcosa in terra.<br />
Se avremo già lavorato sulla centripetazione<br />
in movimento, il cane si indirizzerà verso di<br />
noi e lo premieremo.<br />
7. Allontaniamoci di nuovo dal cane di pochi<br />
passi e accucciandoci mostriamogli il fianco<br />
e premiamolo quando ci raggiunge.<br />
8. Il premio, oltre che alimentare, deve essere<br />
la carezza eseguita correttamente, nelle zone<br />
fredde e prevalentemente nel lato del corpo<br />
che il cane ci offre.<br />
9. Ripetiamo la sequenza almeno per tre volte.<br />
Dopo aver toccato il cane, soprattutto nella<br />
zona della schiena dove appoggia il moschettone,<br />
riagganciamo il guinzaglio.<br />
Variante 2<br />
1. Dotiamoci di un guinzaglio lungo almeno<br />
3m con doppio moschettone.<br />
2. Teniamo il guinzaglio piegato, con il primo<br />
moschettone agganciato alla pettorina.<br />
3. Rispettiamo le fasi suggerite in precedenza di<br />
perlustrare insieme al cane lo spazio circostante.<br />
4. Quando l’arousal si abbassa e il cane dimostra<br />
di non essere eccessivamente centrifugato<br />
sugli odori e gli stimoli visivi, facciamo fare<br />
un “click” al secondo moschettone, lasciandolo<br />
però agganciato.<br />
5. Se il cane non reagisce, premiamolo con un<br />
bocconcino.<br />
6. Ripetiamo il “click” ancora una volta e attendiamo<br />
che il cane ci guardi. Se lo fa, premiamolo<br />
con il cibo e sganciamo il secondo moschettone<br />
rendendo il guinzaglio della lunghezza<br />
di 3m.<br />
7. Gettiamo il guinzaglio lungo a terra, al traino.<br />
8. Poniamo un piede di sicurezza sopra l’estremità<br />
del guinzaglio.<br />
9. Accucciamoci, come nella centripetazione in<br />
movimento, offrendo il fianco al cane e invitandolo<br />
verso di noi.<br />
10. Quando il cane arriva, premiamolo o con<br />
bocconcini o con il contatto di accoglienza.<br />
11. Con calma, prendiamo il secondo moschettone<br />
e riagganciamolo tornando di nuovo al<br />
guinzaglio di 1,5m.<br />
12. Rimettiamoci in piedi con il guinzaglio in<br />
mano, prendiamo una direzione chiara e<br />
mostrandola con il gestuale al cane, usciamo<br />
dal set.<br />
13. E’ possibile però che al momento dello sgancio<br />
del secondo moschettone, il cane prenda<br />
l’iniziativa allontanandosi velocemente e<br />
mettendo il guinzaglio in trazione. Il guinzaglio<br />
si tenderà perché trattenuto ad una<br />
Obiettivi evolutivi specifici: acquisizione del<br />
soggetto di competenze socio-relazionali,<br />
espresse nella procedura ritualizzata dell’aggancio/sgancio<br />
del guinzaglio. Fare in modo<br />
che la fase di scancio e aggancio del guinzaglio<br />
avvengano in presenza di un giusto posizionamento<br />
di arousal; questo consente al P.O. di<br />
gestire tranquillamente il cane e di coinvolgerlo<br />
nella sua vita quotidiana.<br />
Obiettivi lati o secondari: monitoraggio del <strong>livello</strong><br />
di fiducia e allineamento che esiste all’interno<br />
della coppia. Mentre la fiducia si verifica<br />
nella fase di riaggancio, l’allineamento è osservabile<br />
sia nel momento in cui il cane tira prima<br />
di essere messo in libertà, sia dal <strong>livello</strong> di centrifugazione<br />
che il cane dimostra quando si trova<br />
in libertà. È importante porre molta attenzione<br />
in tale situazione, per non confondere uno<br />
stato “centrifugato” con la motivazione perlustrativa<br />
ed esplorativa, propria di tutti i cani,<br />
maggiore in quelli da caccia.<br />
Attività evolutiva n°1 42
estremità dal nostro piede di sicurezza. Tuttavia<br />
per comodità e adeguatezza potremmo<br />
anche decidere di mantenere il guinzaglio in<br />
mano senza lasciarlo a terra.<br />
14. In entrambi i casi rimaniamo fermi e diamo<br />
il fianco al cane. Non diamogli attenzione e<br />
aspettiamo che sia lui ad avvicinarsi.<br />
15. Quando si avvicina gratifichiamolo con la voce<br />
e premiamolo con il cibo e riagganciamo<br />
il secondo moschettone. Riprendiamo il<br />
guinzaglio in mano.<br />
16. Ripetiamo lo stesso schema fino a che il cane<br />
non rimarrà fermo e guarderà il P.O., anche<br />
dopo aver udito il suono dello sganciarsi del<br />
secondo moschettone.<br />
17. A questo punto potremmo passare alla realizzazione<br />
della Variante 1, in cui è previsto lo<br />
sgancio del primo moschettone e la messa in<br />
libertà del cane.<br />
Propedeuticità<br />
È un dato di fatto che chi vive con il cane in città<br />
si trova immediatamente a confrontarsi con<br />
questa operazione di aggancio e sgancio.<br />
Compito di un educatore è quello di affrontare<br />
da subito questo capitolo, ma non prima di<br />
aver affrontato gli esercizi base sulla focalizzazione<br />
e il direzionamento.<br />
1. Centripetazione in movimento.<br />
2. Luring.<br />
3. Gestione delle attenzioni.<br />
4. Palestra con il corpo.<br />
Variante 3<br />
1. Il perimetro di spazio all’interno del quale il<br />
cane presenta “sfiducia” nei confronti del<br />
P.O. è ascrivibile all’interno di una circonferenza,<br />
il cui centro è rappresentato dalla persona<br />
che vuole rimettere il cane al guinzaglio<br />
e il raggio, di circa 1m/1,5m, corrisponde alla<br />
lunghezza delle braccia della persona.<br />
2. Quando il cane è in libertà, la fase del riavvicinamento<br />
al P.O. deve essere favorita dall’accucciarsi<br />
del corpo in posizione laterale,<br />
come è stato appreso nell’attività evolutiva<br />
della “centripetazione in movimento”.<br />
3. Se il cane si ferma a circa un metro, mettiamo<br />
un bocconcino a terra ad una distanza da<br />
noi di circa 80 cm.<br />
4. Non guardiamo il cane in modo diretto e diciamogli<br />
“bravo” con un tono pacato e rassicurante,<br />
quando si avvicina a prendere il<br />
bocconcino.<br />
5. Poniamo un secondo ad una distanza, questa<br />
volta, di 60cm. Ripetiamo “bravo” non appena<br />
il cane si muove nella direzione della fonte<br />
alimentare.<br />
6. Alziamoci lentamente dando le spalle al cane<br />
e allontanandoci da lui.<br />
7. Dopo qualche metro, portiamoci di nuovo<br />
sulle ginocchia e ripetiamo l’operazione cercando<br />
di avvicinare di qualche centimetro il<br />
bocconcino.<br />
8. Se lo spazio di “non fiducia” inizia a ridursi,<br />
oltre al “bravo”, quando il cane si avvicina<br />
per mangiare, allunghiamo una mano nel<br />
tentativo di accarezzarlo.<br />
9. Solo dopo aver verificato una maggiore fiducia<br />
del cane nella zona di spazio sensibile, af-<br />
43<br />
Attività evolutiva n°1
ferriamo il cane delicatamente per la pettorina,<br />
tiriamo fuori il guinzaglio, che è rimasto<br />
nel frattempo in tasca, e riagganciamo.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
• La variante 1 è adeguata per i soggetti che si<br />
lasciano generalmente coinvolgere dal P.O.<br />
nella fase di gestione in libertà, per cani molto<br />
centrifugati e che non presentano particolari<br />
problematiche, soprattutto nella fase di<br />
riaggancio.<br />
• La variante 2 è adeguata per soggetti molto<br />
centrifugati e che, una volta messi in libertà,<br />
prendono distanze ampie dal P.O. e difficilmente<br />
tornano al richiamo.<br />
• La variante 3 è adeguata per soggetti che<br />
hanno problemi nella fase del riaggancio.<br />
Molte persone impiegano fino a mezz’ora<br />
per mettere in atto questa operazione. Il<br />
problema, nel caso specifico, è la mancanza<br />
di fiducia del cane nei confronti del P.O.<br />
nel perimetro di spazio intorno al corpo<br />
della persona, soprattutto nel cono frontale,<br />
interessato dal movimento delle mani.<br />
Esercitarsi in questa attività evolutiva consente<br />
al P.O. di acquisire degli strumenti<br />
per eliminare questo fastidioso problema<br />
gestionale.<br />
Età evolutiva di riferimento<br />
Il P.O. si troverà a dover gestire quotidianamente<br />
l’operazione di Sgancio/Aggancio, sin dai<br />
primi momenti d’adozione; è dunque consigliabile<br />
affrontarla sottoforma di attività evolutiva a<br />
partire dai due mesi e mezzo/tre. Approfittiamo<br />
del fatto che il cucciolo molto piccolo non tiene<br />
distanze ragguardevoli dal P.O. quando viene<br />
messo in libertà. La sua fase sensibile di applicazione<br />
va dai tre ai sei mesi (cane cicciolo e<br />
cucciolone).<br />
• Se il cane presenta un arousal tendenzialmente<br />
posizionato su alti livelli, prolunghiamo<br />
maggiormente la fase di sgancio; quindi,<br />
prima di mettere il cane in libertà, facciamogli<br />
esplorare lo spazio circostante, così da<br />
permettergli di crearsi una mappatura mentale<br />
del luogo. Coinvolgiamolo in una ricerca<br />
olfattiva al guinzaglio, associando una C.N.V.<br />
composta e poco cinetica. Solo dopo che il<br />
cane si è calmato e ci ha dato attenzione attraverso<br />
lo sguardo, premiamolo con il cibo,<br />
se lo gradisce, e solo dopo sganciamolo.<br />
• Se il cane ha problemi nella fase del riaggancio,<br />
scartando e sottraendosi dalla mano del<br />
P.O. che si allunga verso di lui, prolunghiamo<br />
la fase dell’allontanamento e del richiamo.<br />
• Potrebbe essere necessario assumere delle<br />
posture particolari, in casi problematici e di<br />
aperta sfiducia del cane nei confronti del<br />
P.O.: ad esempio mettersi in ginocchio, sedersi<br />
in terra fino a sdraiarsi, sia supini che<br />
proni. Approfittiamo di queste posture insolite<br />
per incuriosire il cane e fargli violare la<br />
“zona di sfiducia”. Premiamolo adeguatamente<br />
sia con la voce che con un bocconcino.<br />
Attività evolutiva n°1 44
CHIAMARE VERSO DI SÉ: L’INGAGGIO<br />
15<br />
Obiettivi<br />
Comunicazione gestuale e cinetica, adeguare<br />
la CNV al soggetto, mediazione.<br />
Obiettivi evolutivi specifici: educare il cane ad<br />
un corretto coinvolgimento interno alla cornice<br />
ludica, senza dover passare attraverso la mediazione<br />
di un oggetto.<br />
Obiettivi lati o secondari: monitorare, all’interno<br />
della relazione, la frequenza e la disponibilità<br />
della coppia ad aprire un’interazione di tipo<br />
ludico. Cani che non giocano con i P.O. non<br />
presentano necessariamente problemi, anche<br />
se l’arricchimento cognitivo offerto dalle attività<br />
ludiche, difficilmente sarà compensato dalla<br />
normale vita quotidiana all’interno di una città,<br />
a meno che il cane non goda di condizioni di vita<br />
di estrema libertà.<br />
Premessa<br />
Questa attività non va confusa né con il “richiamo<br />
a distanza”, né con la “centripetazione in movimento”<br />
che si realizzano, anche se con tratti simili,<br />
ciascuna in maniera diversa. Per invitare un cane<br />
a venire verso di noi, ingaggiandolo, dobbiamo<br />
utilizzare una cinetica e, in alcuni casi, anche una<br />
vocalizzazione adeguata. Nella comunicazione intraspecifica<br />
i cani usano un segnale molto chiaro<br />
per comunicare all’altro l’intenzione di aprire<br />
una finestra ludica. Alcuni etologi hanno individuato<br />
nell’“inchino per gioco” l’icona intenzionale<br />
del cane, il gesto che esprime autonomamente<br />
per indicare al suo interlocutore che tutto<br />
ciò che avverrà successivamente è da interpretare<br />
in chiave ludica. Nella comunicazione tra l’uomo<br />
e il cane, l’ingaggio si pone l’obiettivo di costruire<br />
una chiave d’interazione con il cane, un primo<br />
passo per attivarlo emozionalmente ed elicitare la<br />
relazione su una dimensione ludica. Le attività ludiche,<br />
nell’approccio Cognitivo Zooantropologico,<br />
hanno un valore fondamentale nell’educazione<br />
del cane, intesa come corretto indirizzo di<br />
sviluppo. Il P.O., dal canto suo, deve essere in<br />
grado di aprire la cornice ludica in maniera chiara<br />
e svolgere le attività non solo in maniera corretta,<br />
ma anche adeguata al soggetto. Spesso molti cani<br />
non capiscono che il P.O. vuole giocare e non si<br />
lasciano coinvolgere, generando frustrazione<br />
nella persona e sfiducia e senso di inadeguatezza<br />
nel cane. Non riuscire a coinvolgere il proprio<br />
cane in una situazione di interazione ludica degrada<br />
la relazione, chiudendo i due poli dentro<br />
una configurazione solipsistica del sé. Questo è il<br />
segno di molte relazioni con il pet, dove anche se<br />
c’è intesa e non ci sono particolari problemi di gestione,<br />
il cane non si accende mai nell’interazione,<br />
e la relazione rimane piatta.<br />
Correttezza<br />
Variante 1<br />
1. Scegliamo un set non troppo centrifugativo e<br />
recintato.<br />
2. Chiamiamo il cane di fronte a noi e, guardandolo,<br />
facciamo un paio di passi indietro<br />
allontanandoci dal lui.<br />
3. Quando siamo a circa 1m di distanza dal cane,<br />
iniziamo a saltellare all’indietro magari<br />
battendo le mani sulle cosce.<br />
4. In questo caso possiamo fare uso anche di vocalizzazioni<br />
su toni acuti.<br />
45<br />
Attività evolutiva n°1
5. Quando il cane viene verso di noi scodinzolando,<br />
premiamolo con un “bravo” che precede<br />
il contatto fisico, un po’ eccitatorio.<br />
6. Ripetiamo la sequenza più volte.<br />
7. Quando ci accorgiamo che l’ingaggio è avvenuto<br />
e il cane ha aperto una cornice ludica,<br />
chiudiamo l’interazione con una C.N.V. adeguata.<br />
8. Abbassiamoci sulle gambe, accarezziamo il<br />
cane sul fianco, e chiudiamo gradualmente<br />
l’interazione, sfumando il contatto.<br />
9. Alziamoci in piedi, offriamo il fianco al cane<br />
e non guardiamolo.<br />
10. Aspettiamo che il cane si calmi, come abbiamo<br />
fatto nell’attività evolutiva “Come, quando<br />
e se accarezzare il cane ”(vedi A.E.n°6),<br />
diciamogli “bravo” e allontaniamoci dal set<br />
insieme.<br />
Variante 2<br />
1. Scegliamo un set opportuno, non troppo<br />
centrifugativo e recintato.<br />
2. Soprattutto se il soggetto è molto giovane, è<br />
possibile eseguire questa attività anche all’interno<br />
di una abitazione, in una stanza abbastanza<br />
grande da consentire il movimento<br />
del binomio.<br />
3. Chiamiamo il cane verso di noi e accucciamoci<br />
quando sta per arrivare, proprio come<br />
appreso nella centripetazione in movimento.<br />
4. Accarezziamo il cane, adeguando la nostra carezza<br />
al fine di un innalzamento dell’arousal.<br />
5. Per fare questo, dobbiamo conoscere il soggetto<br />
con cui interagiamo e sapere quali sono<br />
le parti del corpo in cui preferisce essere<br />
toccato, che lo attivano se sollecitate.<br />
6. Dopo aver manipolato il cane con l’obiettivo<br />
di attivarlo emozionalmente, alziamoci in<br />
piedi e, mantenendo una postura e una cinetica<br />
adeguate, proviamo a farci seguire dal<br />
cane camminando all’indietro, saltellando.<br />
7. Accorciamo e allunghiamo lo spazio che ci<br />
divide dal cane più volte.<br />
8. Giunti a questo punto, possiamo chiudere<br />
l’interazione.<br />
9. Aspettiamo che il cane si calmi, come abbiamo<br />
fatto nell’attività evolutiva “Come, quando<br />
e se accarezzare il cane ”(vedi A.E.n°6),<br />
diciamogli bravo e allontaniamoci dal set insieme.<br />
Parametri di adeguatezza<br />
• La variante 1 è adeguata per i soggetti che<br />
presentano disponibilità al gioco, che si lasciano<br />
coinvolgere facilmente all’interno di<br />
una cornice interattiva di tipo ludico.<br />
Propedeuticità<br />
Propedeutica a questa attività evolutiva è una<br />
buona C.N.V. del P.O., adeguata al soggetto<br />
con cui ci troviamo a relazionarci. La capacità<br />
di leggere il soggetto è funzionale all’interpretazione<br />
dei parametri di adeguatezza. La disponibilità<br />
del soggetto a lasciarsi coinvolgere nelle<br />
attività ludiche, dipende anche dalla frequenza<br />
con cui il P.O. fornisce segnali di ingaggio al cane,<br />
soprattutto quando è cucciolo. Un’altra<br />
propedeutica importante consiste nel fatto che<br />
il P.O. non abbia inibito il cane nei comportamenti<br />
ludici, non abbia mai utilizzato metodi avversativi<br />
per punirlo. Per far si che il cane comprenda<br />
i nostri segnali di ingaggio si deve fidare<br />
del nostro corpo e delle nostre intenzioni.<br />
1. Centripetazione in movimento.<br />
2. Luring.<br />
3. Dare la direzione.<br />
4. Aprire e chiudere l’interazione.<br />
5. Palestra con il corpo.<br />
Attività evolutiva n°1 46
Età evolutiva di riferimento<br />
Le attività ludiche sono alla base dell’educazione<br />
del cane e di un suo corretto indirizzo di sviluppo.<br />
Sin dai primi giorni di vita, il cucciolo apprende<br />
a giocare dai suoi fratelli e dalla mamma,<br />
arricchendo ogni giorno un vocabolario ludico<br />
dentro il quale maturano gli apprendistati<br />
di base. Avere una chiave di ingaggio ludica,<br />
permette al P.O. di aprire subito una relazione<br />
magistrale con il cane. È bene avviare questa<br />
attività evolutiva a partire dal terzo mese di vita,<br />
anche se le attività ludiche semplici e l’interazione<br />
su questo sfondo devono avvenire dal<br />
primo giorno di adozione del cucciolo. Il suo<br />
periodo sensibile per una profonda acquisizione<br />
degli schemi ludici da parte del cane si ha<br />
tra i tre e i quattro mesi. Ciò non significa che<br />
non si possa andare oltre questa fascia di età.<br />
• La variante 2 è adeguata per soggetti più<br />
chiusi, che non hanno un rapporto ludico<br />
con il proprietario. In questo caso dobbiamo<br />
essere bravi a non esagerare con la cinetica e<br />
il gestuale, in quanto potremmo inibire il<br />
soggetto con cui ci stiamo relazionando.<br />
• L’ingaggio ha l’obbiettivo di alzare l’arousal<br />
del cane, come condizione di partenza per<br />
dar vita ad attività ludiche. Rispetto all’innalzamento<br />
di questo valore posizionale, dobbiamo<br />
effettuare una valutazione preliminare<br />
del soggetto.<br />
• Non dobbiamo preoccuparci di innalzare<br />
l’arousal di soggetti che presentano un <strong>livello</strong><br />
di attivazione emozionale tendenzialmente<br />
alto, ma è necessario tenerlo monitorato e<br />
dedicarsi all’apertura della finestra ludica.<br />
• Nel caso di soggetti con un arousal generalmente<br />
basso, potrebbe essere vantaggioso<br />
utilizzare vocalizzazioni su toni acuti.<br />
Altri soggetti con lo stesso profilo, di fronte<br />
ad una cinetica e una vocalizzazione vistosa,<br />
potrebbero inibirsi. In questo caso:<br />
• riduciamo la platealità dei movimenti;<br />
• utilizziamo un tono di voce più basso.<br />
• In questa attività evolutiva è sconsigliato premiare<br />
il cane con il cibo. È preferibile utilizzare<br />
il “bravo”, rispetto al bocconcino, consapevoli<br />
che il rinforzo verbale è portatore di<br />
un valore maggiormente sociale.<br />
• L’ingaggio deve essere fatto dalla persona<br />
per il suo valore interattivo interno alla relazione<br />
e non per la ricompensa alimentare.<br />
• Molti cani, soprattutto quelli della variante 2,<br />
non appena vengono premiati con il cibo<br />
tendono a non prendere in considerazione<br />
l’interazione fisica o mediata da un oggetto,<br />
come un giocattolo, che potrebbe seguire all’ingaggio.<br />
• Viceversa, i soggetti della variante 1, se attivati<br />
in una cornice ludica, generalmente rifiutano<br />
il cibo o non ne comprendono il valore<br />
di gratifica.<br />
47<br />
Attività evolutiva n°1