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Be italian!<br />
Perchè preferire il Made in Italy<br />
“L’El Dorado è sulla terra”, disse il filosofo tedesco Arthur<br />
Schopenhauer una volta giunto nella sua tanto amata<br />
Italia.<br />
Come dargli torto? La singolarità, la ricchezza culturale e<br />
la varietà delle tradizioni hanno da sempre caratterizzato<br />
il nostro Paese, rendendolo uno dei più apprezzati ed<br />
imitati al mondo.<br />
All’estero si guarda con invidia alle nostre eccellenze;<br />
dalla pasta, agli orologi, dalle calzature, alle piastrelle:<br />
tantissimi sono i manufatti italiani che si contraddistinguono<br />
per la loro qualità ed unicità.<br />
E così il marchio “Made in Italy” si delinea come un<br />
emblema di eccellenza, uno dei più gettonati e ricercati<br />
sul mercato – il terzo più noto al mondo, secondo uno<br />
studio di KPMG.<br />
Tuttavia, il caro prezzo da pagare per una fama tanto<br />
considerevole è stata la contraffazione del marchio, tanto<br />
da dover essere introdotta, nel 2009, una legge mirata a<br />
limitare la gamma dei prodotti definibili “Made in Italy”<br />
a quelli completamente progettati, fabbricati e confezionati<br />
in Italia.<br />
Nonostante la loro popolarità ed affermazione, però,<br />
durante l’ultimo decennio le esportazioni di articoli interamente<br />
italiani sono sensibilmente diminuite. Principale<br />
causa di questo fenomeno è stata la corsa al risparmio,<br />
iniziata in concomitanza con la crisi economica, che ha<br />
spinto i compratori a chiudere un occhio sulla qualità<br />
dei propri acquisti in favore della convenienza. Solo tre<br />
settori, nel Made in Italy, sembrano mantenere alto il loro<br />
livello di competitività sul mercato: quello alimentare,<br />
della moda e del design di arredo.<br />
Questa circostanza, però, purtroppo, sta sfociando nel<br />
declino di tradizioni secolari della nostra cultura, che sta<br />
perdendo la creatività e l’inventiva per le quali è sempre<br />
spiccata, e sta portando addirittura a rinunciare allo<br />
sfruttamento di quelle materie prime tipiche ed esclusive<br />
del nostro territorio. Questo si traduce in un abbandono<br />
delle campagne, con effetti negativi tanto sulla nostra<br />
agricoltura quanto sul nostro ambiente.<br />
Ma le conseguenze del tracollo del Made in Italy non si<br />
limitano a questo; i suoi effetti interessano altri ambiti,<br />
estremamente rilevanti, che riguardano ciascuno di noi<br />
italiani in prima persona.<br />
Innanzitutto consideriamo la sicurezza dei prodotti: sebbene<br />
spesso più costosi di altri, gli articoli italiani valgono<br />
in tutto e per tutto il loro prezzo a livello qualitativo. Non<br />
tutti sanno, infatti, che il sistema di controlli, che si occupa<br />
di verificare e regolare lo svolgimento delle attività nei<br />
vari stadi della filiera produttiva, è uno dei più rigorosi ed<br />
accurati al mondo. Ciò tutela tanto noi compratori – che<br />
non rischiamo di incappare in merce di origine ambigua<br />
– quanto l’ambiente in cui viviamo, che viene adeguatamente<br />
salvaguardato.<br />
Ma la questione in assoluto più rilevante è quella economica.<br />
Come ormai tutti sappiamo, molte industrie hanno<br />
trasferito oltreconfine i reparti di produzione, collocandoli<br />
in paesi in via di sviluppo dove poter usufruire di una<br />
manodopera a basso costo; tuttavia ciò non giova alla<br />
nostra economia.<br />
Al contrario, spostare nuovamente l’intera filiera produttiva<br />
in Italia significherebbe creare più posti di lavoro,<br />
facendo in parte fronte all’attuale e diffuso problema<br />
della disoccupazione e contribuendo all’aumento del PIL.<br />
E naturalmente una crescita dell’occupazione porterebbe<br />
ad avere più tasse pagate in Italia e, parallelamente, a più<br />
contributi versati nelle casse pensionistiche italiane.<br />
Fortunatamente, negli ultimi anni, qualcosa nello spirito<br />
di noi abitanti del Belpaese sembra essersi smosso e l’idea<br />
del Made in Italy sta tentando di tornare sul tavolo.<br />
Molti sono i progetti come Eataly o le piattaforme di<br />
e-commerce per articoli artigianali, come Buru Buru o –<br />
a livello internazionale – Etsy, che appaiono come uno<br />
slancio verso la riaffermazione del primato delle eccellenze<br />
italiane e non aspettano altro che ricevere un po’<br />
di supporto.<br />
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