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Ecoideare Luglio Agosto N30

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IL GELATO<br />

ARTIGIANALE<br />

ALIMENTAZIONE<br />

ITALIANO:<br />

di Donata Panciera<br />

DA IERI A DOMANI…<br />

foto con allestimento “Gelato Love It a Expo” Donata Panciera<br />

Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane, 1953<br />

Nel 1953 aveva fatto il giro del mondo il film “Vacanze<br />

Romane” in cui la giovanissima Audrey Hepburn<br />

mangiava felice, a Roma, un cono gelato, in compagnia<br />

del bell’attore Gregory Peck.<br />

In Giappone, per esempio, anche i più giovani vedono ancora questa<br />

pellicola e il gelato italiano è per loro la gioia di quella scena.<br />

La divina Maria Callas, negli anni’70, impazziva, a Grado, da<br />

Panciera, per il sorbetto al limone, diceva che le rischiarava la voce.<br />

Il gelato italiano ha fatto innamorare tanti personaggi di ieri<br />

e di oggi.<br />

Sicuramente sorge spontanea una domanda nel consumatore:<br />

com’è nata questa idea di preparare il gelato artigianale da parte<br />

degli italiani? Al di là degli aneddoti, qual’è la vera storia<br />

del gelato?<br />

Proviamo a percorrere insieme le tappe più significative che hanno<br />

caratterizzato il percorso che ci portato sino ad oggi. Durante<br />

Roma antica che era aperta al mondo, si consumavano, nei caldi<br />

estivi, bevande ghiacciate, sull’esempio di ciò che veniva fatto<br />

nella grande Cina. Questa costosa raffinatezza era riservata a<br />

pochi fortunati, il ghiaccio bisognava mandarlo a prendere sulle<br />

vicine montagne, per conservarlo poi in profonde buche sottoterra.<br />

Con la fine dell’Impero romano e la conseguente lunga decadenza,<br />

non c’erano più i presupposti per costose prelibatezze e<br />

di quei rinfrescanti non rimase nemmeno il ricordo.<br />

Passeranno molti secoli bui e tanti avvenimenti si susseguiranno<br />

nella storia prima che si possa tornare a parlare di prodotti rinfrescanti.<br />

Dobbiamo aspettare il Rinascimento perché l’Europa<br />

si risvegli da un lunghissimo sonno e venga accolta, con grande<br />

entusiasmo, una notizia strepitosa che poi modificherà alcuni canoni<br />

alimentari dell’epoca. Gli indiani, già nel terzo secolo d.C.,<br />

avevano scoperto che, mescolando il ghiaccio con un sale, avveniva<br />

un fenomeno fisico/chimico, con il quale si poteva portare<br />

un liquido a temperature sotto lo zero. Si trattava del processo<br />

endotermico; non siamo ancora al frigorifero naturalmente, ma<br />

con questa innovazione nascevano tante prospettive per la conservazione<br />

degli alimenti.<br />

Sempre in India, si era scoperto come produrre lo zucchero da un<br />

particolare tipo di canna; questa novità arrivava in Europa dopo<br />

l’anno 1000, a dorso di mulo e finiva per allietare la vita nelle corti<br />

e nelle grandi casate. Lo zucchero, considerato un piacevole medicinale,<br />

era così prezioso da venire lasciato addirittura in eredità.<br />

Solo nel 1600, lo zucchero cominciò ad arrivare via nave dalle<br />

Americhe, dove milioni di schiavi neri coltivavano le canne;<br />

il suo prezzo che prima assomigliava a quello dell’oro, ora era<br />

diventato quello dell’argento. Dobbiamo però aspettare ben fino<br />

al 1807 perché un francese, Delasserre, dopo lunghi studi franco-austriaci,<br />

cominciasse a produrre industrialmente lo zucchero<br />

dalla barbabietola; il prezzo di questo prodotto che diventò sempre<br />

più popolare, decadde progressivamente.<br />

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