Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
IL GELATO<br />
ARTIGIANALE<br />
ALIMENTAZIONE<br />
ITALIANO:<br />
di Donata Panciera<br />
DA IERI A DOMANI…<br />
foto con allestimento “Gelato Love It a Expo” Donata Panciera<br />
Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane, 1953<br />
Nel 1953 aveva fatto il giro del mondo il film “Vacanze<br />
Romane” in cui la giovanissima Audrey Hepburn<br />
mangiava felice, a Roma, un cono gelato, in compagnia<br />
del bell’attore Gregory Peck.<br />
In Giappone, per esempio, anche i più giovani vedono ancora questa<br />
pellicola e il gelato italiano è per loro la gioia di quella scena.<br />
La divina Maria Callas, negli anni’70, impazziva, a Grado, da<br />
Panciera, per il sorbetto al limone, diceva che le rischiarava la voce.<br />
Il gelato italiano ha fatto innamorare tanti personaggi di ieri<br />
e di oggi.<br />
Sicuramente sorge spontanea una domanda nel consumatore:<br />
com’è nata questa idea di preparare il gelato artigianale da parte<br />
degli italiani? Al di là degli aneddoti, qual’è la vera storia<br />
del gelato?<br />
Proviamo a percorrere insieme le tappe più significative che hanno<br />
caratterizzato il percorso che ci portato sino ad oggi. Durante<br />
Roma antica che era aperta al mondo, si consumavano, nei caldi<br />
estivi, bevande ghiacciate, sull’esempio di ciò che veniva fatto<br />
nella grande Cina. Questa costosa raffinatezza era riservata a<br />
pochi fortunati, il ghiaccio bisognava mandarlo a prendere sulle<br />
vicine montagne, per conservarlo poi in profonde buche sottoterra.<br />
Con la fine dell’Impero romano e la conseguente lunga decadenza,<br />
non c’erano più i presupposti per costose prelibatezze e<br />
di quei rinfrescanti non rimase nemmeno il ricordo.<br />
Passeranno molti secoli bui e tanti avvenimenti si susseguiranno<br />
nella storia prima che si possa tornare a parlare di prodotti rinfrescanti.<br />
Dobbiamo aspettare il Rinascimento perché l’Europa<br />
si risvegli da un lunghissimo sonno e venga accolta, con grande<br />
entusiasmo, una notizia strepitosa che poi modificherà alcuni canoni<br />
alimentari dell’epoca. Gli indiani, già nel terzo secolo d.C.,<br />
avevano scoperto che, mescolando il ghiaccio con un sale, avveniva<br />
un fenomeno fisico/chimico, con il quale si poteva portare<br />
un liquido a temperature sotto lo zero. Si trattava del processo<br />
endotermico; non siamo ancora al frigorifero naturalmente, ma<br />
con questa innovazione nascevano tante prospettive per la conservazione<br />
degli alimenti.<br />
Sempre in India, si era scoperto come produrre lo zucchero da un<br />
particolare tipo di canna; questa novità arrivava in Europa dopo<br />
l’anno 1000, a dorso di mulo e finiva per allietare la vita nelle corti<br />
e nelle grandi casate. Lo zucchero, considerato un piacevole medicinale,<br />
era così prezioso da venire lasciato addirittura in eredità.<br />
Solo nel 1600, lo zucchero cominciò ad arrivare via nave dalle<br />
Americhe, dove milioni di schiavi neri coltivavano le canne;<br />
il suo prezzo che prima assomigliava a quello dell’oro, ora era<br />
diventato quello dell’argento. Dobbiamo però aspettare ben fino<br />
al 1807 perché un francese, Delasserre, dopo lunghi studi franco-austriaci,<br />
cominciasse a produrre industrialmente lo zucchero<br />
dalla barbabietola; il prezzo di questo prodotto che diventò sempre<br />
più popolare, decadde progressivamente.<br />
23