Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
DAL LAGO MAGGIORE<br />
IN VALLE CANNOBINA<br />
ATTRAVERSO UN SISTEMA<br />
VALLIVO IMPERVIO E<br />
SELVAGGIO<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
di Mario Allodi e Andrea Marziani<br />
«Il paesaggio è prealpino, boschi fitti di latifoglie ci circondano.<br />
Questo punto è la vera porta che divide la serena vita lacuale dalle<br />
aspre rudezze della valle. Guardando verso il lago si distinguono<br />
case di piccoli abitati e un letto di fiume che è in grado di accogliere<br />
portate significative.»<br />
É<br />
necessario giungere a Cannobio. Da lì comincia la salita,<br />
costante e intervallata da curve a gomito e piccoli<br />
rettilinei. Da subito il protagonista nascosto è il torrente<br />
che ha generato verso la foce una valle piuttosto ampia.<br />
La prima tappa importante è l’orrido di Sant’Anna, fessura lapidea<br />
che l’uomo ha saputo sfruttare con tutti i timori che incute.<br />
Lo sovrasta un ponte in pietra fatto di conci irregolari e realizzato<br />
per mezzo di una centina che l’uomo ha saputo gettare a picco<br />
sull’orrido e a decine di metri dall’acqua in tumulto.<br />
Il paesaggio è prealpino, boschi fitti di latifoglie ci circondano.<br />
Questo punto è la vera porta che divide la serena vita lacuale<br />
dalle aspre rudezze della valle. Guardando verso il lago si distinguono<br />
case di piccoli abitati e un letto di fiume che è in grado<br />
di accogliere portate significative. Si punta verso Domodossola;<br />
la strada è stretta ad andamento sinuoso e passa e ripassa il<br />
fiume da parte a parte. Le case sono rare e il torrente domina<br />
con forza la scena. Il tracciato, oggi strada provinciale 75 della<br />
valle Cannobina, rivela un passato di percorrenze più assidue,<br />
sancito dall’ormai decaduto rango di strada statale che, pur tra<br />
versanti impervi e abbondanti sinuosità, correla(va) la mitezza<br />
della zona rivierasca lacustre al dolce acrocoro di Santa Maria<br />
Maggiore. Si materializza, a tratti lungo la carrozzabile, qualche<br />
edificio in abbandono a vari stadi di declino con iscrizioni sbiadite<br />
dal tempo e dalle intemperie. Un bar, una stazione di posta,<br />
una piccola scuola; involucri che, come templi abbandonati in<br />
una giungla di umida e proliferante vegetazione, tradiscono un<br />
trascorso di presenze e attività umane più consistenti. Già obliterati<br />
dal tempo e dalla esuberanza della natura selvaggia sono<br />
invece gli spazi contesi dall’uomo alla vegetazione per attività<br />
agricole protrattesi nel tempo, ora pressoché scomparse o ritirate<br />
nei recessi nascosti degli abitati insinuati nei versanti. Toponimi<br />
rivelati dalla segnaletica e raggiungibili con piccole diramazioni<br />
che si staccano dal percorso principale e che indicano abitati<br />
quasi tutti portatori di vicende storiche singolari; dalla presunta,<br />
se non leggendaria, origine scozzese del nucleo primigenio di<br />
abitanti di Gurro, alla vecchia mulattiera ancora percorribile a<br />
piedi che attraversa il sedime vallivo e che fu intitolata a San<br />
Carlo Borromeo dopo la sua in visita pastorale a metà del cinquecento.<br />
Il declino agricolo non ha oscurato una delle principali<br />
fonti di sostentamento dell’area, rappresentata dal castagno, specie<br />
arborea che ha nel tempo garantito una risorsa alimentare ed<br />
economica di grande importanza. Sapore locale che racchiude<br />
un mondo di echi e di rimandi dialoganti con questo ambiente<br />
silvestre. E’ storia recente, nata verso la fine degli anni ’90,<br />
l’idea di sviluppare un antidoto all’erosione demografica e al<br />
progressivo abbandono di una terra che sfida ogni giorno chi si<br />
trova ad abitarla; si tratta dell’iniziativa promossa da un consorzio<br />
locale per la coltivazione delle piante officinali e aromatiche,<br />
che oltre a fondare una nuova ipotesi di recupero della tradizione<br />
agricola su nuove basi, ha creato un nuovo genius loci quale è<br />
da considerarsi ormai la Tisana della Valle Cannobina, a base<br />
di Lippia citrodora o Erba Luigia, Salvia officinalis, Mentha citrata<br />
e piperita e Melissa officinalis. Proseguendo nel viaggio,<br />
il torrente Cannobino riappare a tratti, impetuoso, più apertamente<br />
in corrispondenza dei ponti che spostano l’incedere da un<br />
versante all’altro, in costante sospensione nella vegetazione e<br />
nel tempo. Col torrente appare talvolta un avventuroso canoista,<br />
che pratica in questo scenario incombente e incontaminato che<br />
offre scorci e prospettive di grande suggestione. L’umidità, la<br />
sospensione del tempo e dello spazio sono gli elementi che concorrono<br />
conferire a questo luogo la sua cifra specifica; si coglie<br />
allora un nesso con i modi di produzione delle specialità locali,<br />
principalmente formaggi e insaccati, la cui lavorazione, oltre a<br />
ingredienti di particolare genuinità richiede un sapiente uso del<br />
tempo e dei luoghi di invecchiamento: formaggi caprini, violini<br />
di capra e mocette racchiudono le cadenze più caratterizzanti<br />
di questo mondo confinato. Sapori decisi e strutturati frutto dei<br />
respiri ventosi che giungono dal lago e delle omogenee caratteristiche<br />
climatiche delle grotte di stagionatura. Profumi delle erbe,<br />
venti e umidità sono il mix decisivo per la produzione di lardi<br />
e insaccati e si ritrovano con differenti caratteristiche stagionali<br />
all’interno dei formaggi freschi e stagionati. Gli strappi nelle<br />
salite sono continui ed il sole non sembra esistere e non penetra<br />
in questi umidi boschi attraversati da compluvi di cascatelle che<br />
confluiscono nel Cannobino conferendo alle scene una spettralità<br />
intrigante. La montagna è spesso sovrastante e se ne sente<br />
il peso quasi fisicamente; il paesaggio è chiuso e rari sono gli<br />
abitati o le singole abitazioni, spesso resti di un passato lontano.<br />
D’improvviso si giunge a Santa Maria Maggiore, località posta<br />
su una sorta di altipiano che può essere il nostro approdo, approdo<br />
in cui non sarà difficile provare nei prodotti locali gli incroci<br />
sensoriali frutto di sapienze mantenute inalterate nel tempo. ■<br />
28<br />
ecoIDEARE - <strong>Luglio</strong> / <strong>Agosto</strong> 2015<br />
29