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AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Nutrire la Vita significa perciò promuovere ed esigere che accanto<br />
alle denominazioni (DOP, DOC, ecc.) si certifichi che i<br />
prodotti e i processi agricoli siano eticamente corretti. Il marchio<br />
“Produzione Agricola Eticamente Corretta” è da attribuirsi<br />
unicamente alle Organizzazioni che si distinguono oltre che per<br />
la qualità dei prodotti (Nutrire bene), il rispetto dell’ambiente<br />
(salvare il Pianeta) e l’uso di fonti di Energia rinnovabili anche<br />
perché hanno a cuore e difendono, esigendo il rispetto delle norme<br />
di salute e sicurezza sul lavoro, anche la Vita delle persone<br />
che con spirito di sacrificio e passione hanno reso possibile produrre,<br />
distribuire e immettere sul mercato frutta, verdura, legumi<br />
e cereali destinati alla tavola tanto dei ricchi quanto dei poveri,<br />
non solo di denaro ma anche di spirito!<br />
Vita, nella sua accezione più ampia, richiama il concetto di evoluzione,<br />
trasformazione e senz’altro creazione e morte, l’una<br />
in antitesi con l’altra ma più “onestamente” l’una il precursore<br />
dell’altra e la morte quale fine per un nuovo inizio. «Caddero,<br />
dal vecchio albero, le foglie sulla nuda terra e germogliò la<br />
vita». L’agricoltura è fonte di vita? Sì ma non dappertutto, non<br />
dove è strumento per perseguire obiettivi irrazionali ed egoistici<br />
che sono in contrasto col sacrosanto e inalienabile diritto alla<br />
Vita, quella dell’Uomo. Nutrire la Vita significa nutrire l’Uomo,<br />
un essere vivente che porta dentro di sé la magia della Vita stessa!<br />
L’uomo al centro dell’Universo, non per diritto né per religione,<br />
ma piuttosto perché il più alto esempio di Vita, e tuttavia<br />
principale causa della morte del Pianeta.<br />
L’uomo tecnologico è sempre meno sapiens, sempre più egoista,<br />
sempre meno intelligente (nel senso stretto del termine, stando<br />
alle più recenti ricerche in campo evoluzionistico). Ma perché?<br />
Perché quando guarda dentro di sé cerca il proprio Io, già smisurato<br />
ma ai suoi stessi occhi ancora troppo piccolo per poterlo<br />
soddisfare; che tutti imparino a suonare e a meditare, contemplare,<br />
ascoltare il suono della Vita, del Pianeta i cui molti – troppi<br />
– uomini gridano di potersi Nutrire e progredire, con l’aiuto e la<br />
solidarietà della Società Umana (termine obsoleto, da cancellare<br />
dai dizionari, dalle enciclopedie di carta e da quelle elettroniche!),<br />
accedendo e imparando a produrre Energia per soddisfare i molti<br />
bisogni di cui l’umana esistenza ha bisogno. Se questo è un uomo,<br />
c’è da chiedersi!<br />
Pianeta è il luogo in cui miracolosamente abitiamo, senza meriti<br />
né – parrebbe - riconoscenza. Una sfera piuttosto piccola<br />
che ruota intorno a una stella, piuttosto piccola, in una galassia<br />
marginale e periferica e, anch’essa, neppure tanto grande: una<br />
sorta di sud dell’Universo dove, per qualche ragione, un centinaio<br />
di atomi ha dato Vita alla Vita. L’uomo, gli animali, le<br />
piante e le altre forme di vita sviluppatesi sul Pianeta, la cui<br />
specificità e biodiversità dipendono più di quanto non si abbia<br />
ragione di credere, dall’acqua, tanto che dovremmo più appropriatamente<br />
chiamare l’astro in cui viviamo Acqua, Pianeta Acqua,<br />
perché di terra ce n’è tanta sotto i piedi, ma è dell’acqua che<br />
la Vita ha bisogno.<br />
L’acqua, che dove manca o scarseggia crea situazioni di grave<br />
crisi e preoccupazione per le popolazioni, sempre più spesso è<br />
causa di guerre e conflitti locali, anche se spesso è più facile credere<br />
che si tratti di (sanguinarie) guerre di religione. Acqua che<br />
sgorga e fluisce significa agricoltura e allevamento, industrie e<br />
città, tanto più grandi quanta più acqua si riesce a canalizzare<br />
verso di essa, così come avviene da oltre duemila anni e di<br />
cui gli acquedotti e le cisterne romane sono un chiaro esempio.<br />
Dove manca o scarseggia l’acqua non può svilupparsi l’agricoltura<br />
e dove l’acqua c’è l’agricoltura fiorisce fintanto che si ha rispetto<br />
della risorsa di cui essa ha più bisogno. Sempre più spesso<br />
le attività agricole e industriali costituiscono, insieme a quelle<br />
antropiche, la principale fonte di inquinamento delle acque<br />
superficiali e sotterranee. A dispetto delle norme comunitarie<br />
e nazionali vigenti (primo fra tutti il decreto legislativo n. 152<br />
del 2006), spesso gli scarichi non sono recapitati in fognatura e<br />
in definitiva a efficienti impianti di trattamento delle acque. Le<br />
acque reflue civili, quelle industriali e gli scarichi di allevamenti<br />
sempre più intensivi producono l’inquinamento delle falde acquifere<br />
superficiali e sotterranee. Nel caso dei bacini d’acqua<br />
dolce o salmastra (laghi, lagune, stagni) le elevate concentrazioni<br />
di prodotti azotati utilizzati in agricoltura o originati da<br />
scarichi di allevamenti non trattati danno luogo a gravi fenomeni<br />
di eutrofizzazione (leggi: troppo nutrimento), ovverosia a condizioni<br />
di vita assai favorevoli per la proliferazione di specie<br />
algali che, quando muoiono, creano condizioni anossiche (assenza<br />
di ossigeno) a causa dell’azione dei batteri eterotrofi, che<br />
si nutrono di sostanza organica, cioè delle alghe stesse. I batteri<br />
consumano l’ossigeno presente nell’acqua e le specie bentoniche<br />
muoiono: niente ossigeno, niente pesci! Anche gli impianti<br />
di depurazione delle acque reflue civili, nella stragrande maggioranza<br />
dei casi, sfruttano – utilmente - i batteri eterotrofi per<br />
la degradazione della sostanza organica contenuta nelle acque di<br />
origine domestica; all’interno di vasche a fanghi attivi i batteri<br />
eterotrofi [da ἕτερος (diverso) e τροφή (nutrimento)] aerobi vengono<br />
alimentati dalla sostanza organica contenuta nelle acque e<br />
questo processo, cui segue una disinfezione dell’acqua, consente<br />
di restituire la stessa – depurata - ai serbatoi d’acqua dolce, ai<br />
fiumi, ai laghi e al mare. Nutrire una piccolissima forma di Vita<br />
per salvaguardare il Pianeta, producendo Energia.<br />
Energia, ovverosia lavoro, forza, spostamento. La società moderna<br />
si fonda sull’energia, da fonti rinnovabili (solare termico,<br />
fotovoltaico, geotermico, fusione nucleare, idroelettrica, flusso e<br />
riflusso delle maree) e non rinnovabili (carbone, petrolio, gas,<br />
uranio). Alcuni Paesi ricchi possiedono fonti di energia non rinnovabili<br />
o possiedono le tecnologie, la conoscenza e il know<br />
how per trasformarle; i Paesi emergenti e i Paesi più sviluppati<br />
sviluppano tecnologie e installano impianti da fonti rinnovabili<br />
e, soprattutto, si adoperano per razionalizzarne l’uso e migliorare<br />
l’efficienza dei sistemi che l’utilizzano. I primi sono consumatori<br />
sconsiderati, perché possiedono risorse apparentemente<br />
inesauribili (almeno in una prospettiva di medio periodo), gli<br />
altri sono invece impegnati a risparmiarla, prima ancora che a<br />
produrla. Negli impianti di trattamento acque reflue più efficienti<br />
e complessi uno specifico processo biochimico (naturale)<br />
consente, a partire dai fanghi che si originano dal trattamento<br />
delle acque stesse, di innescare un processo in cui i batteri anaerobi<br />
si nutrono della sostanza organica contenuta nei fanghi<br />
stessi per trasformarla in una miscela di anidride carbonica e<br />
metano, un gas con un elevato potere calorifico che può essere<br />
accumulato in serbatoi e combusto in situ per produrre energia<br />
da fonte rinnovabile, talora utilizzata per il teleriscaldamento o<br />
il funzionamento di gruppi di cogenerazione che consentono di<br />
alimentare le attrezzature e gli impianti a servizio dell’impianto<br />
di depurazione stesso, con ovvie economie gestionali che si riflettono<br />
in bolletta.<br />
Se ogni ricerca scientifica avesse come fine ultimo la protezione<br />
e salvaguardia del Pianeta, che peraltro passa per un uso<br />
razionale dell’Energia, allora l’uomo potrebbe non solo Nutrire<br />
il proprio corpo ma anche il proprio spirito, così scoprendo che il<br />
Dominus che è in lui non razzia, non distrugge, non sperpera ciò<br />
che ha ricevuto in dono ed eredità ma nutre, protegge, difende,<br />
valorizza, accudisce la Vita.<br />
Nutrire la vita, energia per il pianeta: non uno slogan ma una<br />
filosofia, un network di pensieri nonviolenti che alimenta la consapevolezza<br />
di uno, che non è più figlio di nessuno, e a cui sta a<br />
cuore la sorte di centomila suoi simili. ■<br />
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ecoIDEARE - <strong>Luglio</strong> / <strong>Agosto</strong> 2015<br />
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